E’
nato per un GDR e mi ci sono affezionata
così tanto che ho deciso di dargli una vita anche tra le mie
fanfic (soprattutto
perché tre ore di fisica a settimana sono tante e in qualche
modo bisogna pur
passarle…), poco a poco scoprirete i suoi segreti ed i suoi
colleghi ancora più
“particolari” di lui perché
effettivamente è un professore di chimica anche se
fa di tutto fuorché insegnare…
Spero
che vi piaccia!
~*~
ORGOGLIO
PERSONALE
Aprì
un occhio e si stiracchiò soddisfatto,
guardò fugacemente l'orologio sul comodino: erano le sette
in punto e si
sentiva straordinariamente bene.
Quella ragazza era una vera
pantera.
Rimase a crogiolarsi un
altro po' in quel letto
dalle lenzuola pulite e profumate, osservandola. Guardò le
linee sinuose del
suo corpo coperto solo da un lembo del lenzuolo, guardò
ancora i suoi seni
morbidi e le labbra rosse, guardò il suo viso addormentato
ed i lunghi capelli
neri e lisci.
-E' davvero bella ma...-
Scese dal letto e
incominciò a cercare i suoi vestiti sparpagliati per la
stanza anche se in
tutto quel caos non sarebbe stato semplice; prima di tutto
recuperò i boxer ed
i pantaloni da sotto il letto, la camicia era per terra accanto alle
calze e...
-Che fine ha fatto la mia scarpa destra? Che palle, mi tocca cercarla
ancora.-
Borbottò irritato -Prima me ne vado e meglio è
per tutti...-
-Alexander?-
-Wow si è
svegliata, tanto per migliorare la
situazione...-
-Hai detto qualcosa, caro?-
L'uomo si trattenne dal far
fuori la ragazza
ancora mezza addormentata. Caro?! Caro poteva dirlo a suo nonno!
-Dov'è la mia
scarpa?-
-Eh?- Lei si mise a sedere
sul letto -Come mai sei
già vestito? Potevi rimanere ancora un po' con me...- Frase
accompagnata da uno
sguardo languido e dal seno un po' più scoperto di prima.
Gli fu difficile non
saltarle nuovamente addosso.
-Io...io me ne vado, ti
mollo.-
Silenzio.
-P-prego? Credo di non aver
capito bene...hai
detto che...che mi lasci?-
Lui non si
lasciò intenerire dalla voce spezzata
dall'incredulità
e dalle prime lacrime.
-Si, ti mollo, un bel gioco
dura poco e con te
sono già stato anche troppo...sei mesi sono molti, Jessica.-
Lei elaborò la
notizia per un paio di minuti e poi
saltò in piedi, furiosa -Elisabeth! Mi chiamo Elisabeth!-
-Ah già, Jessica
era quella precedente...-
Un urlo isterico.
-E così sarei
solo un gioco per te?! SOLO UNA
BAMBOLINA CON CUI DIVERTIRSI?! Al contrario di te io ho dei sentimenti
sai?
Questi sei mesi per te sono stati solo un modo per...passare il tempo o
cosa?!
Stronzo! Pervertito!-
Sul volto dell'uomo
comparve un sorrisetto
divertito, dopo il portarsele a letto questa era la parte che amava di
più, le
donne sanno essere imprevedibili e conoscono un sacco di modi
fantasiosi per
insultarti.
La fissò con i
suoi occhi di ghiaccio -Devo
ammettere che sei stata una sfida impegnativa, è stato
difficile conquistare
prima la tua fiducia e poi il tuo amore...ma ne è valsa la
pena, te lo
assicuro.-
-Ma come osi?! Pezzo di
merda!- Incominciò a
lanciargli tutto ciò che le capitava sotto mano, doveva
scaricare tutta quella
frustrazione, la rabbia e quell'orribile sensazione di essere stata
presa in
giro fin dall'inizio. Eppure...eppure le era sempre sembrato una
persona così
rispettabile, un onesto professore di chimica e invece... -Figlio di...-
Crash.
-Oh! Mi sa che dovrai
ricomprarti il vaso di vetro
e...grazie! Hai trovato la mia scarpa!
Finì di
prepararsi e aprì la porta che conduceva
al cortile esterno mentre lei gli corse dietro semisvestita. -Dove vai?
Come ti
permetti?! Prima mi fai innamorare e poi te ne vai? Mi hai rovinato la
vita,
sei soddisfatto ora, Alexander Dubnius?-
L'uomo si girò
appena -No- rispose -Non sono
ancora felice.-
Un attimo di silenzio, di
incertezza, che fosse
tutto uno scherzo di cattivo gusto, uno sbaglio?
Altro mezzo sorriso
divertito -Non mi hai ancora
dato del bastardo.-
E il delirio
ricominciò.