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Autore: Lady Amber    26/10/2010    10 recensioni
"Dico sul serio..." rincarò Kirk facendo segno agli altri di avvicinarsi. "Guardate quelle labbra livide, quelle occhiaie così marcate, i canini aguzzi..."
Scott fischiò e scostò un po' le bende che gli penzolavano mollemente giù dal capo. "è davvero impressionante, Nyota. Sembra un vero e proprio vampiro!"
"Beh, la carnagione chiara ha aiutato parecchio" commentò Uhura scrollando le spalle. "In più, gli occhi così scuri e i capelli neri come la notte sono perfettamente nel personaggio."
"Vero" confermò Kirk allontanandosi un po' per ammirare meglio lo spettacolo. "E quelle orecchie a punta sono assolutamente perfette."
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amanda, Sarek, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Laughs and Giggles in Space '
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Messaggio dell’autrice: Come promesso, ecco la one-shot scritta per Halloween ^^ Alla fine ci sono riuscita, visto ragazze?? Tutto merito vostro e dei bellissimi commenti che mi avete lasciato per “Forgiveness”… vi ringrazio tanticcimooooo! *3*
La colonna sonora di questa storiella è La Danza delle Streghe di Gabry Ponte (non proprio il mio genere, ma ha davvero un bel ritmo! ^^) che in questi giorni sto ascoltando e riascoltando a non finire insieme a This is Halloween e alla sigla della Famiglia Addams… eh sì, Halloween ha sempre un effetto inquietante su di me XDDD
Che altro dire… spero proprio di non aver perso la mano! ;D Buona lettura! ^o^
 
 




“Oh sì, Uhura. È assolutamente perfetto.”
La bella tenente sorrise e si sistemò meglio il grande cappello di tulle che le ornava il capo. “Ho fatto del mio meglio, capitano.”
“No, dico sul serio…” rincarò Kirk facendo cenno agli altri di avvicinarsi. “Guardate quelle labbra livide, quelle occhiaie così marcate, i canini aguzzi…”
Scott fischiò e scostò un po’ le bende che gli penzolavano mollemente giù dal capo. “È davvero impressionante, Nyota. Sembra un vero e proprio vampiro!”
I due zombie Chekov e Sulu annuirono con fervore e girarono attorno alla presunta creatura della notte con gli occhi sgranati.
“Beh, la carnagione chiara ha aiutato parecchio” commentò Uhura scrollando le spalle. “In più, gli occhi così scuri e i capelli neri come la notte sono perfettamente nel personaggio.”
“Vero” confermò Kirk allontanandosi un po’ per ammirare meglio lo spettacolo. “E quelle orecchie a punta sono assolutamente perfette.”
“Vi dispiacerebbe smettere di scrutare insistentemente la mia persona?” chiese allora Spock infastidito.
“Scusa, Spock” sorrise Kirk. “Ma sei troppo forte conciato così.”
“Il suo commento non è affatto logico, capitano” sentenziò il vulcaniano ravviandosi il lungo mantello nero con un fluido gesto del braccio. “E in aggiunta non riesco ancora a comprendere il motivo per cui lei abbia espressamente richiesto la mia partecipazione a questa pratica evidentemente senza scopo.”
“Questa è una festa, signor Spock” esclamò allora Chekov allargando le braccia incrostate da finta terra.
“Lo scopo è divertirsi!” completò Sulu allegramente.
Il Primo Ufficiale osservò i due timonieri con attenzione. “Dalla sporcizia accumulata sui vostri abiti e il sangue fittizio che vi incrosta i capelli deduco che vi siate travestiti da quelli che gli umani comunemente e illogicamente definiscono come - non morti. Il signor Scott invece impersona chiaramente una mummia appartenente all’antica civiltà terrestre degli Egizi e il tenente Uhura una strega oscura.” A questo punto il vulcaniano si soffermò a fissare Kirk con la fronte aggrottata. “Tuttavia mi sfugge il senso della sua imitazione, capitano.”
“Ma come?” esclamò Kirk offeso. “Io sono Fred Kruger! Non li vedi i coltelli?” chiese agitando un po’ le sue cinque dita artigliate davanti al vulcaniano. “È stata una delle storiche icone del nostro cinema horror! Sai,” iniziò assumendo un’aria confidenziale, “il caro Freddy era solito imprigionare le sue vittime nei loro stessi incubi e sgozzarle mentre dormivano.”
“Illogico.”
Stranamente, non era stato Spock a parlare.
Tutti i membri del gruppetto, Spock compreso, si voltarono interdetti verso la porta. Tra le risate dell’irriconoscibile equipaggio e le note energiche della musica, un altezzoso dottor McCoy fece il suo ingresso trionfale nella sala. Tenendo le spalle esageratamente dritte e le mani ben ancorate dietro alla schiena, si avviò elegantemente nella loro direzione con andatura lenta e calcolata. I suoi occhi chiari e i capelli normalmente color nocciola erano ora di un nero profondo, mentre la pelle solitamente abbronzata era di un irreale color verdino che si intonava perfettamente alla sua divisa azzurra.
A completare il tutto, c’erano due rigide linee oblique al posto delle sopracciglia e un bel paio di orecchie a punta.
A questa vista, tutti scoppiarono a ridere fragorosamente.
“Che azione illogica” esordì il dottore con voce piatta sollevando un sopracciglio. “Non comprenderò mai l’umorismo umano.”
“Dio, Bones, sei uguale…!” rise Kirk con i lacrimoni agli occhi.
McCoy salutò tutti con un educato cenno del capo e si rivolse infine a Spock. “Buona sera, compagno vulcaniano” iniziò pacatamente. “Spero che lei abbia passato una lieta giornata piena di serena meditazione...”  Non appena ebbe incontrato gli occhi scuri del vampiro, gli angoli della bocca del dottore si incresparono in un disperato tentativo di resistere all’impellente bisogno di ridere. “No, scusate, non ce la faccio…” ammise poi cedendo. “Va bene che è Halloween, ma quei brillantini da dove saltano fuori?!”
Uhura fece spallucce. “All’inizio del millennio si era diffusa l’idea che al sole i vampiri avessero la pelle luccicante.”
“Illogico” affermarono Spock e McCoy all’unisono.
Il vulcaniano sollevò un sopracciglio, prontamente imitato da McCoy. Scott soffocò una risata prendendo un sorso del suo scotch.
“Capitano Kirk!” gridò d’un tratto una voce tra la folla.
Spock si irrigidì di colpo.
Il capitano gli lanciò un’occhiata preoccupata. “Tutto bene?”
“Sì…” iniziò cautamente il vulcaniano guardandosi intorno confuso. “Strano. Mi era parso di udire la voce di mia madre.”
McCoy sogghignò. “Già, che strano.”
Spock scrutò il medico con sguardo attento. Accorgendosi dell’espressione astuta dipinta sul suo volto, si voltò allarmato verso Kirk. “Jim, voglio sperare che tu non abbia invitato anche-”
“Spock, ti abbiamo trovato finalmente!” esclamò allegramente una streghetta dall’abito vaporoso che era appena riuscita a districarsi dalla folla. “Buonasera a tutti, è un vero piacere rivedervi!”
Una serie di calorosi saluti ed esclamazioni di sorpresa accolsero l’arrivo dell’ospite inaspettato.
“Buonasera a lei, Lady Amanda” iniziò McCoy facendo alla donna un mezzo inchino. “È un vero onore incontrare nuovamente la moglie del più grande ambasciatore del nostro logico popolo vulcaniano, nonché genitrice di uno dei più validi e infallibili computers della storia.”
Quando la donna ebbe riconosciuto il medico, si portò una mano alla bocca con espressione stupita e scoppiò a ridere.  
“Madre” riuscì finalmente a proferire Spock. Più che un saluto era sembrata un’affermazione sconsolata.
“Oh, fatti un po’ guardare tu…” sorrise Lady Amanda facendo scorrere lo sguardo sul bel corpo del figlio. “Stai benissimo! Sembri un autentico vampiro… non è vero, Sarek?” chiese poi voltandosi verso la folla.
Il volto già pallido del Primo Ufficiale si fece di colpo cadaverico.
Era assolutamente sconcertato. Come aveva potuto Kirk metterlo in una situazione del genere? Ricacciando indietro la sensazione di tradimento che lo aveva improvvisamente pervaso, il vulcaniano raddrizzò le spalle e assunse una finta aria di sicurezza.
Se proprio doveva fare una brutta figura, almeno l’avrebbe fatta con stile.
“Sarek!” chiamò ancora Amanda. Da dietro un gruppetto di chiassosi guardiamarina, un vampiro dallo sguardo corrucciato fece timidamente capolino. Sempre accigliata, la sagoma scura raggiunse il gruppetto con andatura lenta e posata.
“Buonasera, signori” esordì l’ambasciatore vulcaniano, leggermente impacciato dalle piccole e candide zanne che gli spuntavano ai lati della bocca. Nonostante la voce pacata e i modi tranquilli, i suoi occhi tradivano un certo disagio.
Questa volta, per non rimanere a bocca a aperta come un idiota, Spock fu costretto ad impiegare ogni singola briciola del proprio autocontrollo.
“Buonasera a lei, ambasciatore Sarek” lo salutò Kirk di rimando. “La ringrazio per essere venuto. Spero davvero che il mio invito non l’abbia messa in difficoltà.”
“Nessuna difficoltà, capitano” rispose cordialmente Sarek reclinando leggermente la testa di lato. “Nei miei lunghi e molteplici viaggi ho avuto modo di prendere parte a manifestazioni culturali anche più inusuali di questa, glielo posso garantire.”
“Interessante” commentò McCoy sollevando un sopracciglio.
Sarek guardò il medico con la fronte aggrottata. “Lei è il dottor McCoy, se non vado errato.”
“Purtroppo mi vedo costretto a correggerla, ambasciatore” rettificò McCoy impassibile. “Unicamente per stasera il mio nome sarà Spock.”
Lady Amanda scoppiò nuovamente a ridere, mentre un guizzo di divertimento serpeggiava impercettibilmente attraverso gli occhi scuri del marito. “Come vuole, Signor Spock. È comunque un vero piacere rivederla.”
Il vero Spock corrugò tacitamente la fronte.
“Ora, vogliate scusarmi” disse McCoy portandosi nuovamente le mani dietro la schiena. “Credo che andrò a bere qualcosa insieme a questi due baldi redivivi, se avranno la cortesia di accompagnarmi.”
“Il brandy è al tavolo nove…” lo informò Scott ammiccando.
“Brandy?” ripeté McCoy guardando l’ingegnere con una finta aria sconvolta. “I vulcaniani non bevono brandy, signor capo ingegnere. Rischieremmo di diventare divertenti, il che non sarebbe affatto una bella cosa.” Detto questo, lanciò un’occhiata furba al Primo Ufficiale e si allontanò insieme agli zoppicanti Chekov e Sulu.
“La danza delle streghe!” esclamò improvvisamente Uhura battendo le mani contenta. “È un classico, mia nonna la adorava!”
“Beh, mi sembra appropriata…” osservò allora Scott appoggiando il proprio bicchiere sul tavolo vicino. Con aria divertita, si avvicinò alla donna e le porse lentamente il braccio sinistro. “Ti va di ballare, mia tenebrosa ammaliatrice?”
La bella mulatta lanciò allo scozzese un’occhiata complice. Finse di pensarci su per qualche secondo, poi il suo viso si aprì in un magnifico sorriso. “Perché no?” rispose con gli occhi che brillavano.
Leggermente impacciato dalle bende filacciose che gli dondolavano attorno al corpo, Scott accompagnò orgogliosamente la sua dama fino alla pista da ballo.
“Balliamo anche noi, caro?” chiese Amanda voltandosi verso Sarek.
L’ambasciatore esitò. “Temo di non conoscere i passi, Amanda.”
“Ma che dici” rise la donna, “non ci sono passi. Devi semplicemente seguire il ritmo della musica.”
Il vampiro raddrizzò le spalle e guardò ostentatamente da un’altra parte.
“Spock?” chiese allora Amanda passando speranzosa al figlio.
“Madre, non so se…”
“Lady Amanda” lo interruppe Kirk affiancandosi rapidamente alla donna, “le chiedo di concedermi l’onore di questo ballo.” Sfoggiando uno dei suoi sorrisi più affascinanti, Kirk si chinò a baciarle galantemente una mano.
Lady Amanda ridacchiò. “Mi farebbe davvero piacere danzare con lei, capitano” rispose contenta lanciando a i suoi due vulcaniani uno sguardo del tipo questo-sì-che-è-un-vero-cavaliere. Prendendola elegantemente a braccetto, Kirk la condusse alla pista da ballo.
“È tutto così illogico” commentò Sarek aggrottando la fronte.
“Concordo pienamente” annuì Spock con convinzione.
“Posso chiederti che cosa ti ha spinto a partecipare a questo raduno folkloristico?” chiese allora l’ambasciatore guardando il figlio con velata curiosità.
“Ordini del capitano” rispose lui semplicemente. “Potrei chiederti la stessa cosa, padre.”
“Ordini di tua madre.”
“Lo sospettavo” ammise Spock.
“Quando prende una decisione è estremamente difficile farle cambiare idea… deve ottenere a tutti costi ciò che vuole. Ammetto che in certe situazioni la sua decisione risulta leggermente sconcertante.”
“Capisco…” annuì Spock soprappensiero. “Mi ricorda molto una persona che conosco” commentò osservando il capitano volteggiare leggero sulla pista da ballo e muoversi fluidamente a ritmo di musica. “La testardaggine deve essere una tratto tipico della razza umana.”
“Assolutamente vero.”
“Ad ogni modo, sembra serena” osservò Spock seguendo sua madre con lo sguardo.
“Vero anche questo” concordò Sarek osservando a sua volta la moglie. “Sarà anche una donna cocciuta ma, se non altro, basta davvero poco per renderla felice, sentimento che gli mani tengono in massima considerazione.”
I due vulcaniani rimasero zitti per un po’ a osservare l’equipaggio mascherato danzare al centro della stanza affollata.
“Padre” iniziò Spock dopo qualche minuto, “sembra che tutti siano molto presi dalla festa.”
“Infatti.”
“Propongo di lasciare il salone ora che non ci sta guardando nessuno.”
“Trasgredendo così agli ordini del tuo diretto superiore, nonché a quelli di tua madre?”
“Ci siamo presentati alla festa come richiesto” puntualizzò Spock lanciando al padre un’occhiata astuta. “Tecnicamente non faremmo nulla di male andandocene a questo punto della serata. Potrei offrirti qualcosa da bere nei miei alloggi… lì c’è molto più silenzio.”
Sarek guardò il Primo Ufficiale con velato stupore. “La tua logica è impeccabile, figlio mio.”
“Grazie” replicò Spock leggermente compiaciuto. “Suggerirei di utilizzare l’uscita secondaria. Da quella parte, prego.”
Con ostentata nonchalance, i due vampiri si diressero verso il fondo poco illuminato della sala.
“Sarek! Spock!” li richiamò immediatamente la voce di Lady Amanda.
I due vulcaniani si lanciarono un’occhiata molto eloquente e si voltarono con calcolata lentezza. La donna si affrettò verso di loro, seguita dal capitano Kirk. “Sì, madre?”
“Ve la stavate svignando, eh?” chiese lei con finta aria di rimprovero.
“Svignando?” ripeté Spock guardando il padre con aria confusa. “Ovviamente no. Che idea bizzarra.”
“Stavamo solo andando a prendere qualcosa da bere” spiegò Sarek tranquillamente. Era la verità, dopotutto.
“Mh-mh, certo” disse Amanda scrutando attentamente suo marito.
“Volete una bibita anche voi?” si informò cortesemente il Primo Ufficiale.
“Sei molto gentile, Spock. In effetti io gradirei davvero un bicchierino di brandy danubiano…” rispose Kirk con aria pensosa.
Spock sollevò il sopracciglio destro.
“Io invece prenderò un po’ di vodka aromatizzata alla fragola” aggiunse Amanda allegramente.
Sarek sollevò il sopracciglio sinistro. “È tutto?”
“Sì, grazie, siamo a posto così” assicurò la donna lanciando al capitano un’occhiata furba.
Con un brusco cenno del capo, i due vulcaniani si avviarono verso il buffet.
“Vi aspettiamo qui!” gridò loro dietro Amanda.
Quando ebbero raggiunto la tavola imbandita, Spock sbirciò cautamente oltre le spalle dell’ambasciatore. Da lontano, Kirk gli lanciò un radioso sorriso a trentadue denti.
“Temo che sarà una lunga serata” disse poi riconoscendo negli occhi di Sarek la propria insofferenza.
“Concordo pienamente, Spock.”        





È la prima volta che scrivo qualcosa con Sarek e Amanda, spero che non mi siano venuti troppo OOC… ma mi piacciono tanto loro due!! Credo che siano una coppia davvero bellissima! ---> SVISTA CORRETTA! Grazie, Arin, è stato un lapsus imperdonabile XDD (ma... gli occhi di Bones non sono azzurri azzurrissimi? ** Ah! Forse ti riferisci a Karl Urban?? In questo caso ti capisco, quell'uomo piace molto anche a me ^^) 
 
   
 
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