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Autore: callistas    29/10/2010    9 recensioni
So che vi sono mancata, ma non temete.
Ogni tanto... ritornano.
E pure io.
Ho partorito una cosuccia, a mio dire divertente. Come si evince dal titolo è un'ode che, spero di non fare una figura di ragù, è una composizione in rima.
Mi farebbe piacere se la leggeste e, se proprio non avete niente da fare, lascare un commento.
Hermione porpone a Draco di usare il computer. Come se la caverà il biondo?
Vi lascio a questa "Ode alla tecnologia"!
Besos!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ode alla tecnologia
ODE ALLA TECNOLOGIA




In quel splendente dì di Maggio,
un alquanto assonnato Draco guardava il paesaggio.
Caffè in una mano e sigaretta nell’altra,
cos’avrebbe mai potuto oltre lui desiderar?, pensò Hermione la scaltra.

Di sicuro, qualche galeone in più non avrebbe guastato,
visto che il suo conto alla Gringott, ultimamente, si sentiva defraudato.
Vinta perciò dall’amor che per lui provava,
Hermione, la scaltra, lentamente a lui si avvicinava.

“Orsù dunque, amor mio,
perché ti trastulli in quest’ oblio?”
“Nell’oblio io mi trastullo,
perché ormai non son più fanciullo.
Arti Oscure, Pozioni e quant’altro più non mi interessan,
così su questa poltrona il mio regal fondoschiena a riposar s’appresta.”

Dispiaciuta la povera Hermione per lui si sentì,
così decise che più avanti andar si poté così.
Oh, amabili gingilli del suo mondo babbano avanti si fecero,
affinché al suo amato un po’ di sollievo gli dessero.

Con la grazia e l’eleganza di una matrona,
Hermione, la scaltra, appellò una poltrona.
Draco, incuriosito, la guardò fare,
e capire perché la sua sposa la poltrona decise di acciuffare.

Una volta seduta, Hermione si concentrò,
e agli occhi di Draco, un “coso” appellò.
Inutile dir che babbano quell’oggetto fosse,
altrimenti mai si sarebbe spiegato una tal applicazione di mosse
dalla sua dolce e sensibile amata,
che sempre e solo a lui l’avrebbe data.

“Mio dolce amore, regalo al mio cuore
Ti prego di nota prendere che questo aggeggio è di un babbano autore.”
“Fulgida mia speme, o dolce mio sol, non ti preoccupare:
solo un coso babbano in tal modo poteva vibrare.”

Hermione preferì il doppio senso ignorare,
e concentrarsi su ciò che doveva fare.

Sollevata fu lei di quelle parole sentire,
che niente più ebbe in seguito da dire.
Con indolenza, Draco, il capo sollevò,
per scrutare ciò che lei con quelle dita affusolate pigiò.

Tasti neri con lettere bianche, scoprì la tastiera essere,
e tanti comandi interessanti la sua curiosità accendere.
“Dolce mio amor, cosa stai facendo?”
“Mio dolce fringuello, la tua curiosità incendio.”

Così, con infinta pazienza e infinito amore,
si perse a spiegar la dolce Hermione:
“Si chiama computer ed è assai utile
per svagar la tua brillante mente da una pozione inutile.
Ecco s’accende il nero schermo per il mio gaudio,
con una dolce musica per il mio audio.”

Del tutto scosso da quella novità,
il bel tenebroso la vide come nuova attività.
Lettere, messaggi, posta e internet lui trovò,
che un maggior diletto in lui suscitò.

“Or ora una password nuova egli ti richiede,
affinché i tuoi segreti per te tu possa tenere.”

Guardò la compagna come una torta da leccare,
e la password immediatamente nella sua mente appare.

“Pene!”, disse lui con vigoroso slancio,
che per poco alla dolce metà arrivò un suo destrosso gancio.
Scusatosi subito per l’error commesso,
il bel tenebroso la password ebbe immesso.

Ma quando il tasto con scritto “invio” egli premette,
una strana scritta da pensar gli dette.
“Non abbastanza lungo”, fu il responso del pc,
che dalle risate fece Hermione perir.

Solo in un secondo momento,
capì della frase il doppio senso.

Furente con se stesso e con Hermione per il fatto,
decise che di tecnologia da quel momento in poi si sarebbe privato.
Gufi, pergamene e piume i suoi mezzi sarebbero stati,
e solo a quelli, lui ed Hermione, si sarebbero affidati.

“Noto con piacere, che stai ancora ridendo”,
fece Draco, alquanto scontento.
“Non è colpa mia quel doppio senso,
ma devi ammettere che divertente è stato,
visto che su di me tentar di far colpo hai provato.”
“Dunque ritieni che di una buona lunghezza non sia dotato?”
chiese Draco, l’indignato.
“Giammai una cosa simile di te potrei pensare,
visto che di notte mi fai solo gridare.”
“Attenta, donna a non provocare,
perché Draco Malfoy non sa perdonare.”

Addio computer, addio tecnologia…
Ti lascio il cuore e l’anima mia.
Intravidi in te uno svago per la mia mente,
ma a lungo andare, il mio fringuello ne risente.

“Smettila Draco di gingillarti,
corri qui e vieni a sollazzarti.
Le mie mani bramano la tua pelle toccare,
e tanti gemiti alla tua gola strappare.”
“Eccomi, donna, luce della mia vita,
ma cosa vedono i miei occhi?!?, sei ancora vestita?”

Hermione di gusto rise
e con gli occhi una gran voglia a lui trasmise.
Fecero l’amore notte e dì,
finché un bel giorno la quiete finì.

Nove mesi di attesa furono il tempo necessario,
affinché Hermione sfornasse un bel pargolo.
Aspetto del padre e carattere della madre,
sarà tutto ciò che di lui vi è dato sapere.







Concludo la mia ode con un sonoro ringraziamento
a tutti coloro che, leggendola, mi hanno dato un contento.
Non vi mangio mica, se un commento lascerete,
giacché la mia autostima, a salir, aiuterete.









Ecco qui.
Pensata e sfornata in venti minuti di orologio.
Ho preso spunto da una mail che mi aveva spedito una mia cugina, una di quelle che ti aiutano a passare la giornata. La mail riguardava, appunto, una donna che stava aiutando il marito a installare il nuovo pc. Questo, a un certo punto, chiese una password e lui, per far colpo su di lei scrisse, appunto, pene. Ma le password hanno un minimo di caratteri e quelle troppo corte non vengono accettate.
Ho voluto immaginare una giornata di Draco ed Hermione, alle prese con un nuovo computer.
Spero vi sia piaciuta, perché io mi sono divertita un cazzino a scriverla.
Ciao ciao, callistas
  
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