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Autore: Amerginverdistelle    31/10/2010    1 recensioni
Primo esperimento con i Crossover.
Chiaramente, parlando di radici della magia, non potevo che cimentarmi in un'avventura che metterà Harry e Ginny a contatto con il più famoso dei maghi della Terra di Albione.
Buon divertimento!!
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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1.

Nello studio di casa Potter, al 13 di Grimmaud Place, un aroma confortante di cacao faceva da contrappunto alla tensione che pervadeva la piccola stanza dalle tenui luci, eccenzion fatta per la lampada dello scrittoio che spandeva intorno un'aiuola di luce bianchissima.

Seduto al margine di quel candore, Harry stava cercando di mettere a posto i mille pezzi di un puzzle alquanto complicato, ingarbugliato dalle troppe sfumature e sfaccettature. La cioccolata calda di sua moglie Ginny e soprattutto la sua rassicurante presenza lo stavano aiutando a fare perlomeno un po' d'ordine nei frammenti, ma il disegno base ancora sfuggiva lontano.

  • Riepilogando, Ginny, con i fenomeni visti anche da Babbani siamo arrivati oltre quota dieci. I primi sono stati episodi in sordina, e non tutti espliciti, come le interferenze magiche. Parlo delle materializzazioni di parti di armature, insolite bruciature in campi e giardini.. nessun ferito eccezion fatta per un paio di Babbani Confusi e alcune mucche sparite. Questo da circa un annetto, ma negli ultimi tre mesi c'è stata un'escalation impressionante: cinquecento pecore di un gregge dilaniate nel Wessex, la palla di fuoco (di drago?) che ha distrutto una decina di metri del Vallo di Adriano in pieno giorno sotto gli occhi di una comitiva di turisti giapponesi, le due guardie storiche della London Tower ritrovate impalate su un'asta di stendardo a quasi otto metri da terra. E dulcis in fundo, una ventina di segnalazioni di apparizioni di draghi, e nei luoghi più disparati, apparizioni che beninteso durano un battito di ciglia e poi Evanescono. - Harry sospirò e prese a pulirsi nervosamente gli occhiali; il suo studio stava diventando sempre più piccolo ed opprimente per chi come lui era principalmente dedito all'azione sul campo.

Ginny Weasley Potter allontanò gentilmente da sé le due Puffole domestiche e riflettè a voce altea: - Tutto indirizza verso i draghi, questo è ovvio. Ma ho parlato con Charlie e lui è sicuro che...- Harry l'interruppe affermando cupo:- Ho parlato anch'io con il dragologo di famiglia; mi fido di quel che dice, e cioè che non ha notato anomalie a parte una certa inquietudine nella popolazione anglosassone degli Antichi, ma avevo scarsi dubbi a riguardo, si tratta pur sempre di creature abili a sottrarsi agli sguardi dei Babbani e se è per questo anche ai nostri, ad essere sinceri ci sfuggono come la peste. E comunque non fanno stragi di bestiame, e certo non impalano Babbani ad una torre così per sfizio. I vandalismi, non ci vedo una strategia, sembrano effetti collaterali.. ma di cosa, di cosa? C'è puzza di Magia Oscura lontano un miglio, solo che – brontolò il giovane mago – tutti gli atti magici, anche i più efferati, hanno una loro logica, un obiettivo e un percorso per giungervi. Qui no, nulla di tutto questo, nessuna analisi ha prodotto frutti degni di nota. - concluse uscendo un po' abbacchiato dalla stanza.

Mentre si dirigevano verso la loro camera, Ginny si arrestò accanto alla porta della stanza dei due ragazzi, in ascolto. Allo sguardo interrogativo del marito, rispose bisbigliando: - Sai, Hermione ha regalato ad Albus un libro illustrato su una famosissima leggenda Babbana, i Cavalieri della Tavola Rotonda. Lui e James oggi pomeriggio si sono azzuffati su e giù per la Tana tutto il tempo facendo perdere la pazienza anche a mia madre, perchè volevano leggerlo entrambi; alla fine ovviamente, per metterli d'accordo ho dovuto leggerglielo io ,- sospirò – per intero. Comunque ora dormono.. su, muoviti. - disse poi ridacchiando mentre spingeva innanzi a sé un perplesso Harry.

Qualche minuto dopo, mentre tornava dal bagno dove si era preparato per la notte, il giovane mormorò, ancora pensieroso: - Fuoco, rovine, castelli, draghi.. Sai Ginny, tutto questo ha un qualche collegamento con qualcosa legato al passato, ad un passato piuttosto lontano. Mi sembra chiaro, almeno questo; ma resta il dubbio, qual'è il nesso, la chiave? Sarà meglio che torni in studio e dia un'occhiata ai registri degli eventi magici degli ultimi secoli, magari mi viene qualche idea e..-

La porta si chiuse con uno scatto. Ginny dal letto brandiva la sua bacchetta, e con un'espressione un po' seccata un po' malandrina scandì : - Muffliato.- Harry rimase interdetto, poi disse sospirando:- Ginevra, tesoro, questo caso è un tantino importante, sono mesi che ci lavoro senza cavare un'Acromantula dal buco, non posso trascurare nessuna traccia o elemento.. e poi sono stanchissimo, ho bisogno di essere lucido, di riposare, di rilassarmi.. Ehi, ma che stai facendo? - protestò debolmente cercando di districarsi da un indumento che la moglie gli aveva lanciato contro.. la sua camicia da notte, per l'esattezza.

  • Se permetti, Harry James Potter, so io che ti occorre per rilassarti. E poi, adoro quando mi chiami Ginevra.. ora però basta parlare. Nox. - e una coltre di quiete scese a celarli al mondo.

La mattina successiva, Harry varcò la porta dell'Ufficio Misteri con una buona mezz'ora di ritardo rispetto al solito. Si trovò di fronte un Ron che lo scrutava perplesso e che gli chiese:- Spero tu non abbia fatto di nuovo mattina sui carteggi di questo maledetto caso, hai la faccia di uno che ha appena fatto conoscenza con quell'interessante roba Babbana che chiamano elettricità, almeno a giudicare dai capelli. Tutto bene? - concluse spostando rapidamente una pila di carte dalla sedia dove Harry si lasciò piombare pesantemente, con un'espressione decisamente assonnata sul volto.

Evitando di informare l'amico sul motivo del ritardo, bofonchiò sbadigliando – Non ho neppure fatto colazione, ed il caffè del nostro bar questa mattina profumava inequivocabilmente di aringa. Qualche spiritoso deve avere fatto un'altra volta un Incanto Ammorbante allo zucchero, tanto per cambiare; comunque, lasciamo perdere. Pensavo – proseguì sfogliando alcune Foto Magiche scattate sui luoghi degli eventi – che la brutalità di questi eventi, soprattutto le uccisioni, possano ricondursi ad un Mago Oscuro che sta cercando di mascherare le sue reali intenzioni simulando qualcosa che ci indirizzi verso epoche passate. Molti degli eventi si sono verificati in prossimità di località storiche.. guarda qui sulla cartina – disse alzandosi ed avvicinandosi ad una mappa del Regno Unito – le segnalazioni coprono tutta l'Inghilterra, York, Londra, Cornovaglia, Midlands..in Scozia solo reports di interferenze magiche, mentre in Irlanda.. che mi dici dell'Irlanda, Ron? - chiese mentre l'amico sfogliava una serie di missive giunte via Gufo nella mattinata.

  • Interferenze magiche anche là, come già segnalato, nulla di più. Certo che è strano.. Harry – disse Ron avvicinandosi a sua volta alla mappa – nella zona del Galles non ci sono segnalazioni. Beh, meglio così, no?- aggiunse subito dopo – visto che Ginny sabato deve giocare proprio contro i Wales Wingnuts, quindi .. - Il ragionamento del rosso Auror fu interrotto dal suo compagno, che con un mezzo sorriso sul volto soggiunse: - Quindi penso che non mi farà male una giornata di Quidditch, caro Ron. E magari anche tu ed Hermione potreste farvi un giretto con noi, tua madre sarà arcifelice di avere i ragazzi tutti per sé.. e chissà che anche per noi due non venga fuori qualcosa di interessante. - concluse prendendo il mantello ed avviandosi verso la Biblioteca del Ministero. Aveva bisogno di qualche notizia in più sui luoghi che si accingeva a visitare, sulla loro storia, sui loro antichi abitanti.

Di una cosa era certo: quell'assenza di eventi nella regione non la rendeva più sicura, ma la candidava a centro degli eventi che presto, ne era certo, si sarebbero scatenati. Un motivo in più per essere vicino a sua moglie, senza crearle angosce, e senza crearne a se stesso.

 

2.

Harry era seduto in una piccola tribuna laterale dello stadio dei Wingnuts, assieme ad un Ronald Weasley come sempre infervorato dall'incontro in corso e ad un'Hermione che continuava a leggere, supremamente indifferente alle evoluzioni in campo delle squadre, un vecchio manoscritto recuperato il pomeriggio prima in una polverosa libreria di un convento di Glastonbury.

Rivolgendosi all'amico, affermò: - Harry, non so bene che dirti. Questa zona è sempre stata terra d'elezione per avvenimenti magici di grande portata, specialmente nei secoli più lontani. Ci sono un sacco di notizie interessanti, qui parla molto anche di draghi, o almeno credo; il latino è semplice ma questo gaelico gallese è davvero complicato da tradurre a volte.. Ehi, voi due, ma volete degnarvi di ascoltarmi?? - sbottò la Granger di fronte alla scarsa attenzione prestatale dal marito e dal suo migliore amico.

Harry abbozzò un sorriso, ma non distolse gli occhi dal campo. In quel vorticare di manici di scopa, lampi di colore, Bolidi e Pluffe, aveva avvistato un paio di piccole ali dorate.. e non era stato il solo.

  • Hermione, guarda.. dieci secondi e la partita sarà finita. - disse compiaciuto mentre Ginny scattava rasente a terra, con il Cercatore avversario in disperato affanno a rincorrerla; il volo della rossa Cercatrice fu fulminante, anche se il Boccino prima di concedersi la costrinse ad una capriola sulla scopa e ad una presa volante che decretò la vittoria della squadra della Weasley.

I tre scattarono in piedi applaudendo e schiamazzando, come ai bei tempi, mentre Ginny faceva il giro d'onore del campo, il Boccino saldo nella mano.

Mentre il pubblico cominciava a sciamare fuori dallo stadio e i compagni si complimentavano con lei, Ginny atterrò di fianco al terzetto e balzò a terra, lanciando il Boccino a Ron: - Per la mia collezione, mettilo da parte. Quanto a te, Harry.. - e senza terminare la frase gli saltò al collo e gli diede un bacio felice e appassionato. - Mi porti fortuna, l'ho sempre detto da quando ti sei ritirato. Dovresti venire più spesso alle mie partite. Uau, che vittoria.. ho bisogno di sedermi, l'emozione mi fa tremare le gambe. - Ma l'espressione che colse sul volto di Harry la lasciò interdetta e preoccupata.

  • Ginny.. le gambe tremano anche a me – e rivolse lo sguardo a Ron ed Hermione che avevano sfoderato le bacchette e si guardavano in giro, mentre il tremito dal terreno saliva sempre più. Harry estrasse la propria bacchetta mentre Ginny, recuperata bacchetta e scopa, cominciava a notare con inquietudine una parte del campo che sembrava stesse sollevandosi.

  • Ragazzi.. io non so bene cosa stia succedendo, ma penso che l'Incantesimo Scudo non sarebbe male ora. PROTEGO!! - ed i quattro alzarono intorno a sé una campana protettiva proprio mentre il terreno si squarciava eruttando.. un drago.

La gigantesca bestia prese a dimenarsi furiosamente, quasi fosse trattenuta da una sorta di laccio invisibile, mentre ai suoi piedi una minuscola figura si agitava in strani gesti. Sembrava fosse in atto una sorta di lotta, e il drago sembrava avere la meglio: lanciò alcune tremende vampate e dimenando la coda ridusse tutto il lato est dello stadio a un cumulo di rottami, mentre la sagoma umana che gli stava vicino sembrava sempre meno in grado di controllarlo.

  • Harry... ma che accidenti di Antico è quello? Sembra un Gallese Verde, ma ha l'interno delle ali e quelle striature sui fianchi rosse come il fuoco, e poi è immenso.. almeno due volte e mezzo uno normale – gridò Ron per sovrastare il frastuono che quella creatura stava producendo con i suoi atti.

L'Auror suo compagno non replicò: Harry era troppo occupato a mantenere integro il Sortilegio Scudo ed a cercare nel contempo di memorizzare ogni dettaglio di quella scena. Ma come gli altri tre esplose in un urlo quando un immane lucore azzurrastro avvolse l'immensa bestia e la fece scomparire senza che ne rimanesse neppure l'odore.

Dopo un attimo di sgomento, mentre il fuggi fuggi generale si era ormai concluso e lo stadio era vuoto, i quattro si diressero verso il cratere lasciato dalla fuoriuscita del drago. E lì, il collo torto ad un angolo impossibile, giaceva un uomo dalle strane vesti, con nelle mani un bastone di legno di tasso ( come sentenziò Hermione dopo un rapido esame) ed un copricapo conico mezzo bruciato ancora saldo in campo. Chi fosse non era possibile saperlo: le uniche certezze erano il fatto che non era di quelle parti, e che era assolutamente morto.

Harry si fece più vicino al cadavere, ricomponendolo alla meglio. Non toccò il bastone, sapeva il potere di quell'essenza, ma cercò un qualche segno che gli rivelasse l'identità di quell'individuo.

  • Ginny, Hermione, indietro. Ron, stai pronto, non vorrei sorprese mentre gli frugo nella borsa. Vediamo che c'è qui dentro.. - e dalla sacca che il morto portava alla cintura estrasse alcune monete ed un piccolo amuleto.. un sole dorato. Mentre lo esaminava, l'oggetto emanò lo stesso lucore azzurrastro visto poco prima; Ron non fece in tempo a dire “Attento! “ che già Ginny si era precipitata su Harry per prendergli l'amuleto e gettarlo lontano. Fece solo in tempo a prendergli la mano, poi il lucore divenne lampo, e poi buio.

Ron abbracciò Hermione : - Ma che è successo? - chiese alla moglie stordita e spaventatissima. - Dove accidenti sono quei due? Che cos'era quella luce, cosa? - Prese la sua compagna sottobraccio e si diresse velocemente verso un gruppo di Auror che si era appena Materializzato. Doveva riferire l'avvenuto, e soprattutto, cercare di capire dove erano andati a finire Harry e sua sorella.

Non ne aveva la più pallida idea.

 

3.

Il passaggio dall'arena devastata del Quidditch ad una piccolissima radura in una foresta di querce fu un cambio di prospettiva decisamente inquietante per la coppia rapita dal potere di quello strano amuleto. Harry lo gettò a terra, mentre Ginny cercava di ritrovare un attimo di calma e di capire dove si trovavano.

  • Tesoro.. che cos'era quella cosa? Una Passaporta? E dove siamo finiti? Non conosco boschi tanto grandi nel Galles.. forse è il caso che cerchiamo di uscire di qui, comunque. - Ginny guardò spaventata il marito, che assentì, recuperò per prudenza l'amuleto e si incamminò quindi verso un lato dove l'ombra del bosco sembrava meno fitta.

Durante il cammino videro segni di presenza umana.. piccole capanne da carbonai, recinti per le bestie, addirittura un piccolo pozzo; ma oltre a non esserci nesssuno, tutto aveva un'aria strana, arcaica di stile e relativamente nuova di aspetto.

Il silenzio si stava facendo meno fitto, da lontano si udivano rumori, forse voci. La luce filtrava sempre più sicura tra i grandi tronchi, tracciando come un sentiero lungo lo spesso tappeto di figlie e ghiande che attutiva i passi della coppia facendoli trasalire ad ogni schioccar di ramo o frullar di uccello. I due non si parlavano, entrambi avevano reputato subito che dopo le poche parole scambiate all'arrivo era meglio mantenere il massimo riserbo sulla loro presenza in loco.

Poi i rumori divennero fragore, le voci urla; e su tutto, l'inconfondibile ruggito di un Antico, un drago che a giudicare dalla possenza del suo verso doveva essere gigantesco.. forse proprio la bestia che in qualche modo li aveva condotti lì.

Il loro passo si fece corsa, con quel frastuono era improbabile che qualcuno li udisse; presto furono al limitare del grande bosco ed innanzi a loro si presentò una scena impressionante. Il drago era a circa un miglio e mezzo di distanza, e grondava sangue da numerose ferite; ma le sue fiamme erano ancora possenti, e la sua coda sembrava la lama stessa della Nera Mietitrice. Attorno a lui, alcuni cavalieri caracollavano su destrieri tanto audaci quanto agili, lanciandosi a turno da angoli diversi contro la creatura e colpendolo con possenti fendenti di lance e spade.

Vicino ad Harry e Ginny, una figura d'uomo dominava la scena, le braccia aperte e levate al cielo, un solido bordone di nocciolo tra le mani. Da quella persona emanava un potere che la giovane coppia percepiva tangibilmente, come una cascata impetuosa di forza che si spandeva nella pianura ed andava a rivestire le corazze dei cavalieri di un manto impenetrabile alle fiamme e resistente ai tremendi colpi d'artiglio... un potere smisurato, mai visto prima dai due, una forza che neppure il compianto Albus Silente avrebbe potuto mettere in campo.

D'un tratto, uno dei cavalieri gettò in un impeto d'ira il suo elmo contro il grande drago, e balzò dal suo cavallo in corsa come da una catapulta, il braccio proteso come un'asta di lancia a reggere una spada sfavillante e spietata, che terminò la sua corsa direttamente in un occhio della bestia. La gigantesca creatura spalancò le ali e sputò un rombo di fiamma immane, poi subitaneamente crollò al suolo, immota.

Dalla piana, un grido di giubilo si levò dai combattenti, che accorsero a sollevare il loro compagno per aiutarlo e festeggiarne l'epica impresa. Nel contempo, Harry e Ginny si avvicinarono al mago, perchè di un mago si trattava, e restarono innanzi a lui, intimiditi ed allo stesso tempo ansiosi di capire che accadeva, dov'erano, e soprattutto come tornare a casa.

Era un uomo alto, asciutto, dall'età indecifrabile; una barba brizzolata ne incorniciava parzialmente il viso, mentre una treccia di capelli bianchissimi scendeva sino a metà schiena. La sua fronte e parte della testa era accuratamente rasata, nella classica tonsura dei Druidi: i suoi occhi erano neri e assoluti, impossibile distogliere lo sguardo una volta che si veniva toccati da quella presenza.

Li fissò per un istante, sorridente, poi barcollò lievemente, evidentemente provato dal pauroso dispendio di energia magica messo in campo per aiutare i combattenti: Harry e Ginny scattarono all'unisono per sostenerlo, ma quando lo toccarono sobbalzarono entrambi, tanto era il potere che scorreva in quell'uomo.

Lo aiutarono a sedersi, e Ginny raccolse nelle mani un po' d'acqua da una vicina polla sorgiva e così glie la porse, nelle mani a coppa, mancando lì attorno un qualsiasi recipiente. Il mago sorrise grato e si dissetò, invitando quindi i due ad accomodarsi anch'essi su di un tronco caduto che sembrava essere lì proprio per far da panca.

Quando cominciò a parlare, la sua voce risultò subito impressionante: calda, gentile, eppure talmente piena d'autorità da risultare incontestabile. Fissando Ginny, le disse:- In verità avete percorso un sì lungo sentiero, per dissetare un vecchio stregone.. ve ne ringrazio, milady. E ringrazio il vostro compagno per avermi evitato di cadere, purtroppo la mia forza è un poco latitante in questo momento, anche se ritengo ne sia valsa la pena. -

Harry, che nella sua breve ma intensa carriera aveva visto un po' di tutto e non era certo incline a lasciarsi sopraffare dagli eventi, si schiarì la voce, intimidito, e replicò: - Soccorrere chi ha necessità d'aiuto è un dovere per qualunque mago, quale voi siete, e quali noi siamo. E se ce lo concederete, vorremmo a nostra volta chiedervi soccorso. Quel drago che ora giace laggiù è apparso nella nostra terra, e..- Lo sguardo dello stregone lo bloccò; su quel volto enigmatico apparve un sorriso benevolo.

  • Quel drago, e il negromante che lo accompagnava, hanno creato molti danni nelle ultime dodici lune. Purtroppo non è stato semplice scovarli, dato che attingevano a grandi serbatoi di malvagità. Quell'amuleto che porti in tasca, giovane mago, permetteva al suo possessore di viaggiare attraverso porte precluse ai mortali, ma non gli è valso abbastanza potere da governare quell'Antico.. lo ha fatto solo impazzire, costringendoci a porre fine alla sua esistenza. Un gran danno, in verità.- e qui i suo i occhi si abbassarono, rattristati.

Harry lo fissò esterrefatto, e fu Ginny a intervenire: - La morte di un drago non è mai una cosa lieta, signore.. anche per noi è un triste fatto. Ma permettetemi di presentarmi, io sono Ginevra Weasley, e quest'uomo è mio marito, Harry James Potter. Siamo entrambi maghi, proveniamo dall'Alta Scuola di Magia di Hogwarts, e... - Lo stregone rise compiaciuto: - Lo so da dove venite, mia gentilissima dama, ho sentito spalancarsi la porta nella radura, quella porta che anch'io a volte ho varcato. E tanti anni fa anch'io feci visita al vostro castello, per incontrare un possente mago che mi aveva invocato per aiutarlo a combattere un temibile Negromante.. era un degno uomo, Albus Wulfric.. - Harry sbottò: - Silente!! Voi avete conosciuto Albus Silente! Ma voi, signore, chi siete allora? E dove siamo qui? O meglio – sussurrò improvvisamente impaurito dall'idea che si era fatta strada in lui – che anno è questo? -

L'uomo si alzò, spazzolandosi e sistemandosi l'alta veste, sempre sorridente. : - Quante domande, mio giovane amico. L'epoca in cui siamo non è poi così lontana dalla vostra, se la si guarda con gli occhi di chi ha visto i ghiacci avanzare e ritrarsi, sino quasi a perdere il conto delle lune. Quanto al luogo, siamo esattamente dove eravate quando siete partiti; semplicemente, è un altro tempo. Ed il mio nome, beh, dipende da chi mi chiama. I Romani mi chiamavano Ambrosinus, i Demeti ed i Siluri, grandi guerrieri, mi conoscono come Emrys Wledig, e mia madre mi chiamava Myriddin Bach.. ma probabilmente il nome con cui mi conoscete voi, già lo sapete. -

Harry e Ginny si alzarono in piedi, e lo fissarono con gli occhi sgranati.

  • Dunque voi siete.. siete Merlino il Grande? - sussurrò Ginny.

  • Sì, milady. Sono Merlino, l'Incantatore di Britannia. -

 

 

4.

Dopo essersi ripresi dalla rivelazione, i tre si erano incamminati nella piana dove giaceva il drago, diretti verso il gruppo di cavalieri che lo avevano sconfitto. Merlino aveva rassicurato i giovani, presto la porta si sarebbe riaperta ed avrebbero potuto far ritorno alla loro epoca prima che quel passaggio venisse per sempre sigillato. Quella figura mitologica che aveva affascinato per millenni i maghi e le streghe era lì, insieme a loro, conversando come un vecchio professore con due allievi particolarmente capaci.. era tutto talmente assurdo che i due non riuscivano neppure a porsi quesiti o a stupirsi, semplicemente vivevano quella realtà come in un sogno, temendo il pizzicotto che li avrebbe svegliati.

Giunti vicino ai cavalieri, vennero salutati con un ennesimo grido di benvenuto. Uno dei cavalieri si avvicinò a Merlino brandendo una coppa colma del sangue del drago, e dicendo :- Bevi, Incantatore! Ristora la tua forza, sei stato insuperabile, come sempre! Con te al fianco, siamo invincibili! - e mentre il mago beveva, continuò ad inneggiare alla vittoria. L'anziano stregone gli restituì la coppa, dicendogli: - Parsifal, ci sono ospiti, contegno.. e conserva la coppa, perchè lungo la tua strada ti capiterà un giorno di cercarne una, e sarà una prova assai dura. - Questa sibillina affermazione azzittì il cavaliere, mentre i suoi compagni facevano ala ai tre sino ad un giovane dalla corporatura perfetta, possente ed agile, con lunghe chiome colore del miele d'abete ed una spada possente in mano. Quel cavaliere salutò Harry e Ginny e quindi abbracciò Merlino con forza per un lungo momento, prima di dirgli: - Il tuo potere, Merlino, il mio braccio e questa spada.. Excalibur è davvero invincibile, amico mio! Ma chi sono coloro che ti accompagnano, maestro? Anch'essi grandi maghi? -

Merlino gli rispose con affetto: - Si, Arthur, amici venuti da lontano, ed in partenza per un quieto ritorno alla loro terra. Ma in qualche modo hanno contribuito alla sconfitta del drago, ed ho voluto presentarteli. Questo è Sir Harry James Potter, e sua moglie Lady Ginevra.. si, Arthur, come la tua promessa sposa. - soggiunse all'espressione di divertito stupore del cavaliere.

Artù, Re di Britannia, posò a terra il ginocchio e chiese licenza ad Harry, prima di sfiorare con la fronte la mano di Ginny, arrossita come un peperone:- Sir Harry, la vostra consorte vi onora di una fortuna senza pari. Vorrei che la mia promessa fosse qui, per presentarvela, e permettervi di ammirare la sua bellezza e la sua grazia.. ma ella non ama il sangue e la battaglia, pur comprendendone la necessità. Grazie per il vostro aiuto, e consideratemi vostro amico, perchè siete amici di Merlino, che per me vale più di un padre. -

I due abbozzarono un saluto, e si accomiatarono poi seguendo Merlino che li ricondusse lestamente alla radura da cui erano arrivati. Un lungo sguardo, poi Harry consegnò l'amuleto e chiese:- Non ci rivedremo mai più, vero? Eppure in qualche modo mi sembra che già ci conoscessimo, Incantatore.. e mi dispiace che non ci sia il tempo per capirne qualcosa in più. Ma grazie di tutto, soprattutto di averci evitato nuovi problemi con quel Mago Oscuro.-

Ginny abbracciò forte Merlino e gli chiese: - Ma Artù.. tu conosci già il suo destino? Nella nostra epoca ci sono tanti libri che narrano di lui, dei suoi cavalieri, di Camelot e della Tavola Rotonda, e del suo destino..-

Il grande mago rispose: - So troppe cose, in verità farei a meno di saperle quasi tutte. Ma non preoccupatevi, Milady, avete due cuccioli a cui pensare ed un germoglio da coltivare – disse sfiorandole il viso. Poi bisbigliò qualcosa all'orecchio di Harry che scoppiò a ridere per un istante, indi alzò le braccia al cielo pronunciando l'antica formula :- Anal Natrah.. Utwas Bethod.. Dokiel kienwe...- ed un lampo azzurro li ricondusse sul campo da Quidditch devastato dall'Antico, dove ancora volute di fumo si levavano dai palchi bruciati.

Harry guardò sua moglie, ed oltre lei le sagome di Ron ed Hermione che stavano correndo verso di loro. Le sorrise, pensando a come avrebbero fatto a spiegare ai loro amici l'avvenuto.

Ginny sorrise a sua volta e gli disse: - Ma che ti ha sussurrato Merlino all'orecchio? -

Harry scoppiò a ridere, prendendola per mano ed incamminandosi verso gli amici: - Mi ha chiesto perchè invochiamo così spesso le sue mutande.. che tra l'altro non è solito portare. - E fu una risata che accolse i loro amici, trafelati e sollevati di riaverli tra loro.

 

 

 

 

FINE

  
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