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Autore: Chibi_    31/10/2010    5 recensioni
Nella World Academy c'è aria di cambiamenti. Ludwig, studente modello, si ritrova a fare da tutor a una nuova entrata nella scuola, che gli porterà non pochi problemi! Tra amicizie, amori, rivalità, studenti strampalati e l'imminente arrivo del festival della cultura, riuscirà il tedesco a non farsi venire una crisi di nervi?
primissima fanfic che scrivo.... è una specie di esperimento, spero vi piaccia!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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haem.... come dire....
*scappa terrorizzata*
*si sente idiota e quindi torna indietro*
questa è la prima fan fiction che scivo... è nata come fuga dalla noia dell'ora di filosofia e quindi non so proprio cosa mi è venuto fuori alla fine... dal titolo è chiaro che la storia è ambientata nella World Academy.... amo le storie ambientate a scuola, quindi la scoperta dell'Hetalia Gakuen è stata un' immensa gioia per me  ( un po' meno per Ludwig, che ora, poverino, si dovrà subire tutti i miei scleri, visto che è il protagonista...).che altro dire.... boh, niente.... spero vi piaccia *evapora*



01-benvenuti all'inferno!

(Ludwig)
 

 

 

-Fratellino? Fratellino, eccoti qua, dov’eri finito?- il ragazzo gli si avvicina, prendendolo per mano - oggi vorrei presentarti una persona, guarda.-
 

Illuminata dalla luce soffusa di quel luogo, a qualche metro sta la figura di una bambina; non riesce a cogliere i dettagli del viso, ma è ben visibile il grande sorriso che gli sta rivolgendo.
-Sai…- continua il ragazzo accanto a lui –questa persona è appena arrivata, non conosce nessuno… perché non provi a farci amicizia? Sono sicuro che ti piacerà-
E come se fosse stata chiamata, la bambina fa qualche passetto veloce verso di lui, finchè non se la ritrova davanti. Gli gira un po’ intorno, come se lo stesse studiando, poi gli prende le mani e, se possibile, sorride ancora di più –Ciao, come ti chiami, bambino?- si aspetta una risposta, ma non arriva, quindi continua a parlare –Perché non me lo dici? Sei timido? Non importa, a me va bene anche così, tanto sono sicura che diventeremo grandi amici, vero? Ah! Non ti ho detto come mi chiamo… io sono - le parole gli arrivano ovattate e non riesce a sentirle, poi anche la luce diventa più intensa, finché non avvolge del tutto la figura della bambina, che scompare.


-SVEGLIA è MATTINA! E’ MATTINA! SVEGLIA! SVEGLIA E’ MAT..-
La simpatica sveglia a forma di onigiri andò a sbattere rovinosamente contro il muro e Ludwig, tra un grugnito e l’altro, si decise ad alzarsi. Chi è che gli aveva regalato quell’aggeggio infernale? Ah, si, era stato Kiku Honda, lo studente giapponese della sua classe
-E’…. e’ il mio regalo di Natale!- aveva detto – per ringraziarla di tutto l’aiuto che mi ha dato quando sono arrivato in questa scuola.- … e dannazione! Se non fosse stato per quel suo visetto ingenuo e quel suo comportamento timido e rispettoso gli avrebbe già urlato contro che 1: svegliarsi tutte le mattine in quel modo lo avrebbe portato presto a pericolose crisi isteriche, e 2: lui odiava i regali. Gli venne in mente il ghigno di suo fratello al suo compleanno, mentre teneva tra le mani uno scatolone ripieno di riviste erotiche. -Così magari ti decidi a degnare di più il genere femminile, proprio non capisco come fai a resistere, caro fratellino-
Scosse la testa al ricordo e guardò il calendario. Ah, perfetto, oggi sarebbero arrivati dei nuovi alunni, e lui e qualche altro sventurato erano stati costretti incaricati di mostrare la scuola ai nuovi arrivati, bella scocciatura. Si vestì velocemente, prese un caffè al volo e uscì.

L’accademia World era un edificio enorme, con una sede principale e due dormitori annessi, uno femminile e uno maschile, comprendeva un grande cortile e il viale che portava alla sede era circondato da ciliegi. Era in definitiva una bella scuola, se non fosse stato per il fatto che il preside sembrava accettare qualsiasi tipo di studente, e ciò ne aveva fatto una scuola di pazzi e di individui poco raccomandabili.
Ludwig sbuffò sonoramente e si avviò verso l’ufficio del preside e, quando ci arrivò, vi trovò altri tre ragazzi che aspettavano come lui di entrare.
-Buongiorno, Ludwig- lo salutò uno. Era Yao Wang, lo studente cinese del quarto anno.
-Mi puoi ripetere qualche buona ragione per cui siamo qui?- disse rassegnato il tedesco.
-Oh, ancora, aru? – rispese il moro sorridendo – Dai, guarda che non sarà così terribile! Dobbiamo solo mostrare la scuola e seguire per un po' questi due nuovi studenti che sono arrivati oggi, aru. dicono che a quanto pare hanno un nonno molto famoso e molto ricco che ha aiutato economicamente questa scuola svariate volte, aru, quindi credo che sia per questo che il preside vuole dare un caldo benvenuto ai suoi due nipotino, aru-
-E quindi manda noi due a fargli da balia?-
-Ma non devi prenderla così male! Pensa che questo piccolo sforzo ci porterà un occhio di riguardo dei prof e quindi ci aiuterà per la media dei voti alla fine, aru!-
Beh…. Il discorso del cinese non faceva una piega, soprattutto per quanto riguardava l’aiuto scolastico che quella scocciatura gli avrebbe portato…. E poi non arebbe durata molto, sarebbe stata una passeggiata.
-… E voi due invece che ci fate qui?- chiese rivolto agli altri due ragazzi. Uno aveva capelli biondi lunghi fino alle spalle e occhi azzurri, l’altro era moro e abbronzato, con gli occhi verdi e un sorriso smagliante.
-Io e Antonio abbiamo sentito che sono arrivati due studenti nuovi- rispose il biondo con un forte accento francese -. Quindi siamo venuti a controllare queste due famose nuove matricole- concluse con un ghigno.
Francis e Antonio erano due studenti dell’ultimo anno, come suo fratello, e il loro trio era tristemente noto a tutti. I professori ormai avevano rinunciato a cercare di portarli sulla retta via (si, perché ormai li avevano etichettati come “branco di individui dannosi per la società”).
A un tratto si sentirono strani rumori provenire dall’ufficio del preside e Ludwig si avvicinò per chiedere se fosse tutto apposto, ma appena si avvicinò alla porta questa si spalancò e nel giro di due secondi il tedesco si ritrovò steso a terra, con qualcosa che pesava fastidiosamente su di lui, e quando si azzardò ad alzare gli occhi ne incontrò due castani enormi.
-Feli, cos’ era quel tonfo? Non dirmi che hai di nuovo investito qualcuno- un ragazzo identico a quello che stava comodamente seduto sul suo stomaco uscì dall’ufficio del preside.
-Dios mío … chi… chi è quello?-
-Non lo so, Antonio, ma se apri ancora un po’ la bocca inciamperai nel mento- rispose il francese divertito
-Feli, ma quello…- il ragazzo sembrò concentrarsi sulla figura di Ludwig, poi si avviò verso di lui a passo di marcia e tirò via il peso che gli era piombato addosso –quello è un tedesco! Non ti avvicinare, è gente strana!- dise avvicinando il fratello a sé.
Visti così, l’uno accanto all’altro, non erano così identici come gli era sembrato prima. Il ragazzo che urlava e sbraitava aveva i capelli castani leggermente più scuri dell’altro, e anche la sfumatura degli occhi era diversa: i suoi erano di un castano quasi ambrato, mentre quelli del ragazzo che gli stava accanto sorridendo come un ebete erano di un castano profondo, più scuro.
Il tedesco in questione, sentendosi preso in causa si alzò e, con una vena che gli pulsava pericolosamente in fronte, chiese:
-Come, scusa?-
-E’ così! Brutto crucco mangia patate stai lontano da mio fratello! L’ho visto come ti avvinghiavi a lui, eh! E vi prego, non ditemi che dovrò passare questi primi giorni con lui!-
Yao si fece avanti – No, di questo non devi preoccuparti, infatti….-
-Infatti sarò io a seguirti in questi primi giorni, niño!- lo spagnolo si era fatto avanti con un sorriso abbagliante, spingendo Yao a terra e prendendo le mani del nuovo arrivato.
-Io sono Antonio, con chi ho il piacere di parlare?-
Il ragazzo (italiano, a giudicare dall’accento) ritrasse di scatto la mano e sbuffò
-R..Romano, Romano Vargas… e smettila di sorridere così, bastardo!-
-Mentre io sono suo fratello Feliciano!- trillò il ragazzo accanto a lui, che poi si avvicinò a Ludwig
-Tu devi essere Ludwig Beilschmidt,vero? sei quello che mi seguirà in questi giorni? Cavolo come sei alto! Tutti i tedeschi sono alti come te? E hanno tutti gli occhi azzurri e sono biondi come te? Perchè hai quell'aria così seria? Guarda che se tieni sempre il broncio così già da adesso un giorno ti ritroverai pieno di rughe! Ci sono delle belle ragazze in questa scuola? E la pasta? C'è la pasta, vero? Comunque… quando cominciamo?-
Sarebbe stata una passeggiata….Ludwig non ne era più tanto sicuro.
-Pazienza…- si disse, mentre una brutta emicrania iniziava a farsi spazio nella testa del povero tedesco. Purtroppo Ludwig non sapeva che quella dolce emicrania gli avrebbe fatto compagnia per molto, molto tempo.

  
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