Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: _little_apple_    31/10/2010    10 recensioni
Edward e Bella si conoscono ad un bar. Lei prostituta per obbligo, lui scrittore e musicista. Fanno l'amore e si rincontrano 3 mesi dopo sotto lo stesso tetto, a differenza che lei è incinta. Cosa sarà successo? E perché abitano sotto lo stesso tetto? Si innamoreranno? Seguitemi e scopritelo ...
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Vattene! Non sai fare nemmeno la puttana! Non farti più vedere...», queste le parole di quel lurido testa di minchia di James. «Non ho dove andare...», dissi piangendo. Io e il mio bambino non avremo patito il freddo per colpa sua. «Me ne fotto! Ci pensavi prima invece di farti mettere incinta da uno che nemmeno era un tuo cliente! Per me puoi dormire anche sotto ai portici, puttana!» e mi lasciò lì, buttata sul marciapiede. Ecco, non voglio che mio figlio, già da dentro la pancia, debba patire freddo e fame. No! Devo reagire... Trovare un posto per dormire la notte... Cazzo che freddo! Ma che, si sono messi tutti daccordo per farci star male? Il mio stomaco brontola... Ci mancava solo questo! Un altro brontolio. «Anche io ho fame, ma non mi lamento come fai tu!», dissi massaggiando la piccola prutuberanza che adesso il mio addome accoglie. Mi rilassa parlare con lui, sento che Dio mi abbia voluto dare un'opportunità per far si che mi senta amata.

Non so nemmeno il sesso, ma spero sia una femminuccia. Tante scarpette e vestitini rigorosamente rosa e lilla. In questo momento sembro tanto la mia vecchia amica Alice. Lei almeno è riuscita a scappare dalle grinfie di quel bastardo e a fare una vita normale. Fortunat lei, sono due anni che non la sento, il mio piccolo folletto. Lei si che mi voleva bene, lei si che era una sorella, che non era mai nata. Dio se l'era portata via insieme ai miei. Stavano venendo a prendemri a scuola. Finì per molti anni in orfanotrofio, fino a quando James mi adottò e mi fece "far parte della compagnia", per come si suol dire. Ora sono passati due anni, e sono una diciassettenne incinta di un ragazzo che ha conosciuto in discoteca tre mesi e mezzo fa. Ricordo solo il nome di quel Dio greco: Edward. Quello si che era un ragazzo. Se non ricordo male aveva 19 anni appena compiuti. Con lui passai una serata indimenticabile. Mi sono sentita voluta e amata... Oh mamma, anche solo pensarlo faceva colorare le mie povere guance.

Un altro brontolio dal mio stomaco. «Ho capito che hai fame, ma almeno lasciami pensare a tuo padre scemotto», dissi sorridendo. «Bella?!», mi sentì chiamare. Conoscevo quella voce, ma non volevo e non potevo crederci. «Bella!», disse abbracciandomi. «Oh Bella quanto mi sei mancata!», continuò Alice. «Oh Alice», e scoppiai a piangere. «Ma che ci fai tutta sola in questo posto e al freddo?», chiese preoccupata. «James mi ha sbattuta fuori...», dissi riciminciando a piangere sulla sua spalla. «Oh, piccola. Vieni, ti accompagno dai miei nuovi genitori...». «Genitori?», chiesi attenuando i singhiozzi. «Sai, quando sono riuscita a scappare, ho inconrato Esme, che fa l'assistente sociale e che ora è mia madre, che mi ha presentato alla sua famiglia. Sai, non può avere dei figli, ne ha adottati quattro e con me cinque...», disse contenta. «Che bello, Alice!». Arrivammo alla sua auto e ci dirigemmo verso l'autostrada. Quando arrivammo a destinazione, quasi non potevo credere ai miei occhi.

«Bella vero?!», chiese Alice indicando la casa. Ma che dico casa, quella era una reggia. Era bianca, a tre piani e piena di vtrate. Il contorno delle vetrate erano mogano e un'ampia veranda anticipava la porta d'ingresso. Annuìi velocemente ed entrammo. Quello che vidi era anche più bello dell'esterno. La moquette grigia ricopriva tutto il salotto. Due divani bianche e un televisore al plasma erano sistemati sulla destra, a sinistra, un pianoforte a coda bianco e una rampa di scale che portavano di sopra. «Wow», dissi guardandomi intorno. «Lo so. Vieni, ti porto da Esme. MAMMA!», gridò per farsi sentire e per poco non mi perforò un timpano. «Eccomi, eccomi! Alice, quante volte ti ho detto di non gridare?!», disse una voce melodiosa. «Si, si, lo so!», davanti a noi apparve una dona stupenda. I lunghi capelli color caramello le ricadevano boccolosi lungo le spalle, gli occhi azzurri come il cielo sprigionavano quell'affetto che solo le madri sapevano sprigionare. {vi piace la storia?se si xk?}

«Mamma, lei è Bella», a quelle parole Esme cambiò espressione. «Oh cara!», disse abbracciandomi. «Non devi preoccuparti, ci prenderemo noi cura di te! Cercheremo di farti dimenticare ciò che ti ha fatto passare quel lurido», okay! Già mia sta decisamente simpatica! «Alice, tesoro, accompagna Bella nella stanza degli ospiti! Poverina, sembra che tu non abbia toccato cibo per un bel po'... Alice ti riempirà l'armadio con dei vestiti, io nel frattempo provvero a cucinare per un'intera famiglia», disse tutta felice. «Ma Esme, non...»cercai di dire. «No, no, no! È un piacere per me!», e se ne andò verso quella che pensavo fosse la cucina. «Vieni Bella!», mi disse Alice. Salimmo al terzo piano. Entrammo nella prima porta a sinistra e quello che mi si parò davanti mi lasciò senza fiato: una lunga vetrata sulla sinistra mostrava la foresta che costeggiava la casa, un grande divano dorato era accostato a sinistra della porta, al centro un grande letto matrimoniale col baldacchiano.

«Ledue porte in fondo sono: la prima una cabina armadio, in cui ora ti metterò una paio di cose, e l'altra il bagno. Nel bagno ci sono sia un box doccia che una vasca da bagno. Ti va bene?», chiese speranzosa.
«Alece, ma è magnifico! Cioé è tutto stupendo! Oh mamma, grazie! Te ne siamo grati!», dissi abracciandola.
«Siamo?», chiese alzando un sopracciglio.
Giusto! Glielo dico? Dopotutto sarà lei ad avermi tra i piedi.
«Vedi, Alice. Devo dirti una cosa», lei fece cenno di proseguire. «Nelle poche volte che James mi lasciava libera, andavo in giro per i bar. Una sera incontrai il ragazzo più bello di questo mondo, e... Beh... Vedi...», e mi bloccai.
«Continua», mi esortò Alice. Ci sedemmo sopra l'enorme letto e continuai.
«Sono rimasta incinta», dissi abbassando la testa.
«Oh Bella! Ma tu lo vuoi questo bambino? Di quanti mesi sei?», chiese.
«Certo! É la cosa più bela che mi sia capitata, dopo di te.»
k ve ne pare?

«Su per giù, se non sbaglio, dovrei esere al terzo mese più due-tre settimane, giorno più, giornomeno».
«Posso fare da zia? Posso toccarti la pancia?», chiese euforica.
«Certo, puoi a tutti e due» e mi alzai il maglioncino.
La piccola protuberanza faceva bella mostra di se. Alice toccò incantata il mio addome.
«Oh mamma! Questo è un dono del cielo», disse rimanendo ipnotizzata.
«Non quando ti fa venire le nausee al mattino presto», dissi sorridendo.
«Che bello che deve essere portare una nuova vita dentro di se... Chissà se Jazz ne vorrà mai...», disse togliendo la mano.
Mi abbassai il maglioncino e la guardai con aria interrogativa.
«Jazz, o Jasper, è un altro figlio adottivo di Esme. Io e lui stiamo insieme da una anno. Devi conoscerlo, è dolcissimo!», disse con occhi sognanti.
«Sono felice per te sorellina», usai il nomignolo che usavami due anni fa'.
«Ma dimmi, come si chiama "miste mondo"?»
«Si chiama Ed-Edw...


«ALICE! VIENI!», gridò una voce femminile.
«Oh, vero! Dovevo aiutare Rose! Tu ne frattempo vai a farti una doccia... Nella cabina armadio ti metterò un paio di cose, più o meno delle tute. Penso che dovrebbero starti», mi diede un bacio in fronte ed uscì dalla stanza lasciandomi sola.
Entrai in bagno e ne rimasi estasiata: lo stesso dorato era ovunque, insieme al nero.
Mi spogliai ed aprii l'acqua del boc. Andai nel mobiletto sotto al lavandino e cercai una spazzola. Lisciai tutti i miei capelli ed infine entrai nel box.
L'acqua era tiepida, al punto giusto, e districò tutti i miei nervi.
Si aprì la porta del bagno, pensai fosse Alice.
«Alice grazie per avermi ospitato, non so dove sarei adesso senza di te», e continuai ad insaponarmi.
«Oh, ma guarda chi si rivede! Non pensavo di reincontrarti».
Oh no! No, no, no, no! Non ora! Perché?


il mio primo capitolo finisce quì, fatemi sapere che ne pensate... :)
   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: _little_apple_