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Autore: Amerginverdistelle    01/11/2010    4 recensioni
La Stamberga Strillante, a detta di Ron Weasley "il luogo più infestato di tutto il Regno Unito".
Infestato da chi, o da che cosa? In questa storia quattro ragazzi rischieranno di pagare a caro prezzo la loro incoscienza e la loro spavalderia, e ci vorrà un mago veramente in gamba per toglierli dai guai.
Genere: Azione, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Severus Piton, Tiger e Goyle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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-Stupido vento. Stupida neve. Stupido, stupido freddo. Senti Harry, ma che ci stiamo andando a fare laggiù? Non credi sia il caso di fermarci ai Tre Manici di Scopa e scolarci una bella Burrobirra?-

Ormai da oltre mezz'ora Ron stava martoriando le orecchie di Harry con una calamitosa litania di recriminazioni, lamenti e paure riguardo all'avventura in cui si stavano addentrando.

Non è che ci fosse voluto altrettanto tempo per imbarcarsi nell'impresa, anzi era bastato che un pungente Draco Malfoy insinuasse che il grande coraggio dei Grifondoro non avrebbe superato neppure un pomeriggio nella Stamberga Strillante, per far sì che Harry prendesse quell'affermazione come una sfida e la raccogliesse all'istante. Sarebbero stati lui e Draco, accompagnati da Ron e Tiger, a mettere alla prova la saldezza dei loro nervi a contatto con quella che era ormai nota come la più infestata, posseduta e maledetta magione di tutto il Regno Unito.

-Ron, abbi pietà. Non ti ho obbligato io a venire e lo sai bene, ti ho detto cento volte di lasciar perdere e mi hai risposto che non sei un codardo, cosa che io neppure sospettavo. Però il fatto di dimostrare fegato non ti autorizza ad arrogarti il diritto di brontolare e lamentarti tutto il tempo; se te la vuoi prendere con qualcuno aspetta che incontriamo quei due Serpeverde, dopo di che.. oh cavolo- disse interrompendosi mentre varcavano un ponticello che scricchiolava con una varietà di suoni paragonabile a quella di un vecchio organo. Di fronte a loro un macilento cancello in legno si schiuse, mostrando una piana scorticata di neve e ghiaccio con al centro una dimora padronale in legno, consunta e lacera come un pezzo di vecchia tela, inequivocabilmente sinistra e spiacevolmente inadatta ad ospitare creature viventi.

La Stamberga Strillante, appunto.

Uno sbuffo gelido d'inverno attraversò la costruzione e spalancò la porta principale, facendola gemere come una cerva tra le fauci dei lupi.. i due amici rabbrividirono in parti eque per il freddo e la paura, ma varcarono ugualmente la soglia.

All'interno, un grasso odore di muffa quasi rancido accolse i due Grifondoro che arricciarono disgustati il naso. L'umidità delle campagne attorno non giovava certo alla salute degli innumerevoli pannelli, assi e tasselli di legno che costituivano l'architettura dell'edificio, la cui preistorica carta da parati presentava peraltro efflorescenze fungine tanto spettacolose quanto inquietanti: Dalle imposte sconnesse o completamente rotte una luce livida gettava qua e là secchiate di chiarore che però, ben lungi dall'illuminare a dovere gli ambienti, lasciavano in giro malsani giochi d'ombra, nascondigli di crepuscolo da cui qualsiasi creatura sarebbe potuta apparire senza preavviso, scatenandosi contro di loro.

Come ad un richiamo, dall'ombra effettivamente qualcosa si mosse , qualcosa di piccolo, peloso ed estremamente.. fucsia.

-Harry! Ma guarda, una puffola... ma che ci fai qui, piccolina? Ci hai fatto prendere uno spavento.- sospirò Ron sollevato, e fece qualche passo verso la creaturina solo per venire arrestato da Harry, bacchetta alla mano.

-Ron, al mio tre Incanto Illuminante. Uno.. due.. tre..LUMOS!!- La luce che scaturì dalle bacchette dei due giovani maghi rischiarò a dovere l'ampio androne di un'immensa scalinata che prese d'un tratto a muoversi verso di loro. O meglio, le migliaia di Puffole Pigmee che occupavano i gradini presero ad andare loro incontro balzelloni: e potevano essere piccole, certo, e coccolose a iosa, ma pur sempre in grado, in così grande numero, di attaccare e sommergere letteralmente un uomo.

Ron indietreggiò con gli occhi sbarrati, ma malgrado la voce tremante scandì -S.. stu.. STUPEFICIUM!- e un lampo carminio scaturì dalla sua bacchetta senza però avanzare l'incedere della legione di creaturine rotolanti e rimbalzanti dall'allegro pelo fucsia.

-Stupeficium!! Stupeficium!! Cribbio Harry diamocela a gambe, a gambe levate!!- Ron era sul punto di mettere in atto il suo proposito quando vide Harry completamente circondato dalle Puffole che stavano cominciando ad arrampicarsi su di lui. Fece per intervenire onde scacciarle, ma prima che potesse far qualcosa l'amico levò alta la bacchetta: - FINITE INCANTATEM!!-

Le Puffole sparirono tutte tranne una, che zompettò lietamente verso l'occhialuto giovane mago e gli si catapultò in braccio.

-Harry ma..ma.. un Incantesimo Gemino qui? A che serve, voglio dire.. chi può essere così svitato da scegliere una Puffola per un incantesimo del genere?- borbottò Ron ricevendo l'animaletto da Harry e lo affidò alle cure di Leotordo, che con garbo lo prelevò e sfrecciò poi felicemente all'esterno. Il suo amico brandì la bacchetta e sussurrò:-Ora lo scopriremo. Homenum Revelio. - disse Potter avviandosi per le scale, mentre l'incantesimo lo conduceva all'ingresso di un ampio salone ove naturalmente Draco e Tiger stavano amimatamente discutendo.

-Puffole. Puffole, Tiger, colossale idiota. Ti affido un compito banale come quello di procurarmi una bestia schifaosa, che ne so un ratto, un pipistrello, una scolopendra bella velenosa e invece tu mi porti una.. una Puffola Pigmea fucsia?? Tiger, pronto, c'è nessuno là dentro? Hai dei ghiri nel cervello?- Draco era livido di rabbia: l'incantesimo Gemino era molto difficile da attuare e l'aveva dovuto applicare col solo risultato di ottenere un gigantesco assembramento di Puffole. Tiger grugnì indispettito:-A me mi fanno schifo le Puffole, hanno un colore di schifo e non scappano mai quando mi preparo a calpestarle, insomma non sono divertenti, E comunque non chiamarmi idiota, Malfoy, qui non c'è papino a difenderti ed io..- Ma un'altra voce sovrastò le loro, quella di Harry.

-Scusate, scusate davvero. Mai avrei potuto disturbare il vostro idillio, le vostre tenerezze.. eppure ci sono riuscito, e me ne scuso. Adesso ce ne andiamo subito, perdonateci ma abbiamo appuntamento con due valorosi campioni di Serpeverde e non vorremmo perder troppo tempo dietro a due bimbi che giocano con le loro Puffole.- Harry sogghignò, dopo la sua tirata Draco sarebbe stato troppo infuriato per giocare ancora al guerrigliero e avrebbe scelto lo scontro in campo aperto, cosa certo preferibile al trascorrere il pomeriggio facendo il fuoco per scaldarsi con pezzi di banchi rotti in sola compagnia di scricchiolii, nuvole di polvere e qualche Fantasma del Castello in libera uscita.

Anche Ron, dopo che le cose avevano cominciato ad animarsi, si fece baldanzoso e bacchetta alla mano si rivolse a Tiger: - Vecchio mio, a ben guardarti assomigli davvero alle nostre amichette pelose, qui. Magari siete parenti? Oh beh, comunque non importa, basta che mi dai l'indirizzo del tuo parrucchiere dato che per riuscire a tirare fuori un porcello vestito da mago da un mucchio di pelo fucsia ce ne vuole proprio di magia.. PROTEGO!!- esclamò mentre Tiger gli spediva contro un Anatema.

Ovviamente Draco ed Harry ci si misero anche loro di buzzo buono, e per almeno un'ora i quattro si rincorsero da un 'ambiente all'altro lanciandosi insulti ed Incantesimi, perdendosi in un dedalo di stanze, corridoi, boudoir e salles de toilette, saloni e ripostigli, e scale, scale, scale ovunque... finchè alla fine delle scale si ritrovarono contrapposti tutti e quattro in soffitta.

Impolverati, scorticati ed ansanti si fissarono nella luce sempre più scemante, in quel pomeriggio invernale che già si schiudeva al crepuscolo.

-Senti Potter – sbottò d'un tratto Malfoy – direi che è finito il tempo di giocare. Siamo tutti soddisfatti e possiamo tornarcene al Castello, no?- Draco era stufo ed arcistufo di tutta quella polvere e di quel lerciume, poi non è che si trovassero in un ambiente esattamente piacevole. Molto, molto meglio la penombra e la quiete dei Sotterranei.

Harry annuì a malincuore. Anche in lui si era fatta strada una certa inquietudine, e malgrado desiderasse fermarsi un po' più a lungo per costringere Draco all'umiliazione di una fuga, pure lui non vedeva l'ora di uscire da quel luogo troppo lugubre e decisamente misterioso come pure misteriosi e lugubri dovevano essere i suoi occupanti legittimi: meglio andarsene prima di trovarsi faccia a faccia con loro.

Fece cenno a Ron di raggiungerlo e si avviarono dietro Draco, che aveva raggiunto la sagoma smisurata di Tiger incastonata nel vano d'uscita delle scale.

-Muoviti, Tiger. Ti ha punto un'Acromantula o cosa? Vedi di spostarti e lasciaci passare o.. per Morgana e Merlino, cosa accidenti è QUELLA? - Malfoy indietreggiò, mentre il suo compagno, pietrificato dal terrore, continuava a fissare la base delle scale.

Laggiù c'era una ragazzina. Tanto sottile da piegarsi all'aria, li fissava con uno sguardo nero di pure pupille. Poi la sua voce, lacerante e sottile.

-Non andate via. Sono sempre sola. Non voglio stare sola. NON VOGLIO!!- e l'esclamazione che proruppe da quella filigrana di bambina scoperchiò un pezzo di tetto e mise a sedere i quattro allucinati ragazzi.

Ron si nascose poco cavallerescamente dietro Tiger, che pur seduto era bloccato da una fifa nerissima, e chiese ad Harry:-Senti ma chi..cosa.. che accidenti è quella roba? Che vuole da noi?- Potter non rispose, il suo sguardo incrociò quello di Malfoy e all'unisono puntarono le bacchette contro la presenza che stava lentamente risalendo le scale gridando: -PROTEGO!!- creando così un possente Sortilegio Scudo.

La ragazzina d'ombra e tela di ragno li fissò, bloccata nel suo incedere. Rise poi, di una risata agghiacciante, perforante nella sua aliena acutezza, tremendamente ed inequivocabilmente non umana.

-Bravi. Bravi. Mi piace giocare con voi. Facciamo un gioco tutti insieme.- Battè le mani, spontanea espressione di gioia infantile che però in quella creatura evocava qualcosa di nebbioso, un velo malsano d'incubo. Draco tremava come una foglia, ma ribattè:-Noi non vogliamo giocare con te. Siamo grandi maghi, potentissimi maghi che ben altro hanno da fare che perder tempo qui. Ora vattene- minacciò puntandole contro la bacchetta – o soffrirai e perderai, perchè sei sola e noi in quattro. Vai via.- concluse, la faccia tirata per la tensione e la fifa folle.

Harry, nel frattempo, era riuscito a convincere Ron ad aiutarlo ad alzare Tiger, così ben presto i quattro si trovarono riuniti dietro la protezione del Sortilegio Scudo, fissando quell'incubo dall'altra parte ed aspettando un suo gesto. Dopo poco, la presenza parlò.

-Sei cattivo per quanto sei biondo, giovane mago. Cattivo e stupido. Tu non sai nulla. Non sai giocare, non sai cacciare, non sai farmi ridere. E non sai neppure lontanamente cosa significhi soffrire. Ma te lo insegneranno loro, non preoccuparti.-

Harry guardò Draco. -Loro chi? - sussurrò. Ma la risposta giunse tutto intorno a loro: da pareti, pavimenti, scarichi, da ogni dove presero a sciamare creature d'ombra, ragnatele in forma di fanciulle e fanciulli, lentamente il soffitto si saturò di presenze mormoranti ed esangui, della consistenza di un soffio di polvere. Fu tutto un rincorrersi di “Protego!” ma non si poteva sigillare la soffitta, non si poteva fermare tutta quella marea odorosa di muffa e di trapasso.. già le prime mani lunghissime, adunche si protendevano verso di loro...

D'un tratto una figura nera si Materializzò in mezzo a loro. - Professor Piton! - esclamò Harry, solo per essere zittito con un brusco gesto dall'altero Professore, responsabile della Casa Serpeverde.

La massa delle presenze si fece più compatta, per dirigersi poi verso Severus. Quasi pareva che un loro senso nascosto percepisse l'aura di potenza che emanava da quell'avversario, per loro assai più ricco di prestigio e dignità: ma Piton non restò inoperoso, ed estrasse da sotto il mantello un piccolo cofano che dischiuse, facendo sì che dalla tenebra di quell'oggetto emergesse una creatura incappucciata e lacera, dal volto celato, le lunghissime dita scheletriche protese come in una brama di cattura.

Di fronte al Dissennatore le presenze sospirarono, un tono ambiguo di terrore e sconforto, indietreggiando poi velocemente e rituffandosi nei muri, nei manufatti e nelle tante stanze buie della Stamberga.

Piton, sempre preceduto dal Dissennatore, proseguì quindi giù per le scale e poi oltre, uscendo dall'abitazione con al seguito i quattro spaventatissimi ragazzi, salvo poi una volta giunti ad una ragionevole distanza dalla Stamberga fermarsi e puntare la Bacchetta contro il suo orripilante alfiere. All'istante la terrificante creatura si trasformò in una versione king size della Signora Grassa con tanto di bigodini in testa e bottiglia di Porto mezza vuota in mano, per poi rientrare mansueta nel cofanetto da cui il Professore l'aveva fatta uscire.

Il crepuscolo virava ormai alla sera. I quattro ragazzi accesero le bacchette, mentre Piton a colpi di Tergeo cercava di detergere la propria veste dall'orripilante polvere della Stamberga Strillante. Sino a quel momento non aveva pronunciato una parola, e sul suo volto sembrava incisa quell'eterna espressione di moderato, distaccato disgusto.

Poi Tiger esclamò:-Beh Professore questo sì che è battersi! Ma come ha fatto a inscatolare una bestiaccia come il Dissennatore? Comunque quei fantasmi là hanno avuto il fatto loro, non ci si mette contro Serpeverde, eh?- e d'un tratto impallidì mentre lo sguardo del Professor Piton lo scorticava vivo, azzittendolo completamente. Severus avanzò verso il corpulento alunno e sibilò:- Signor Tiger, i suoi compagni le devono molto. Se nella sua oceanica stupidità non avesse scordato che oggi pomeriggio lei era in punizione con me, non mi sarei certo preso la briga di informarmi su dove lei potesse trovarsi, e non sarei venuto a conoscenza di questa vostra..ah, prova di coraggio.- continuò mentre il poveretto tremava ora più che durante le apparizioni.- Come i suoi compagni avranno certo capito, sapevo cosa si celava qui e mi sono quindi munito- e picchettò sul piccolo scrigno- di adeguata arma di dissuasione. Un Molliccio, non certo un Guardiano di Azkaban; ma per quelle anime perse, spiriti inchiodati al di qua del Velo, un Dissennatore è l'oblio e la distruzione fatte realtà, dato che quei guardiani da incubo si cibano proprio di anime e di emozioni. Ora- intimò Severus- mi usi la cortesia di Smaterializzarsi da qui dritto all'ingresso del Castello ove mi attenderà. Le si prefigura una nottata molto lunga, dato che sconterà la sua precedente punizione e questa assenza ingiustificata ripulendo tutte le provette dell'aula di Pozioni. E quando dico tutte, intendo ogni singolo contenitore. Ancora qui? - concluse minaccioso, brandendo la sua nera bacchetta.

Tiger vorticò all'istante su se stesso e si Smaterializzò. I tre rimasti attendevano, decisamente infreddoliti e sottosopra: qualunque punizione sarebbe stata ben accetta purchè servisse a portarli lontano da quel lugubre luogo.

Piton li squadrò brevemente, e un mezzo sorriso gli balenò sul volto.

-Potter, Weasley.. giovane Malfoy, credo che abbiate compreso appieno la sconsigliabilità della frequentazione di questo luogo. Avete usato con maestria gli insegnamenti impartitivi e questo vi ha permesso, malgrado il vostro spirito cavalleresco, di sopravvivere. Me ne compiaccio. Eccezionalmente – continuò il nero Professore – non vi punirò, ma mi attendo una somma attenzione alle lezioni di Difesa contro le Arti Oscura, ed un rigoroso rispetto di questo luogo. In caso contrario, sconterete tutto il disagio che avete creato.- Detto questo, li invitò a Smaterializzarsi e ben presto varcarono il cancello di Hogwarts insieme a Tiger.

Mentre Draco prendeva mestamente la via dei Sotterranei e Tiger quella dell'aula di Pozioni, Ron decise di fare una corsa da Madama Chips, dato che aveva ancora una tremarella inarrestabile e recalcitrante ai consueti Incantesimi di guarigione.

Piton ed Harry rimasero soli, ed il giovane mago, pensieroso, si volse verso l'austero Professore :-Signore, posso chiederle una cosa?-

Severus rispose a denti stretti :- E' piuttosto tardi, Potter, ed ho ancora incombenze da svolgere. Spero si tratti di cosa breve ed importante. - Harry non si scoraggiò e proseguì:-Signore, volevo dire..ecco, quelle anime, tutti quei bambini e bambine, insomma.. io non credo che stiano bene. Proprio no. - Piton lo guardò appena e replicò sardonico:-Un'osservazione acuta, Potter. Credo che anche il signor Tiger abbia afferrato quanto da lei appena esposto. Quindi? - concluse proseguendo lentamente il cammino.

-Ecco, Signore, mi chiedevo se.. beh, se è possibile fare qualcosa per loro. Per..per liberarle, ecco. Per dar loro pace- concluse Harry fissando un punto indefinito di fronte a sé.

Severus si arrestò; guardò quel giovane mago e soggiunse:-Il nobile animo dei Grifondoro... Potter, è indubbio che ci sono menti molto più acute e preparate della sua che invece di arrecare disturbo a quelle anime perse cercano di alleviare la loro sofferenza. Purtroppo siamo semplici maghi, e non Dei. Comunque, per quanto la concerne eviti di giocarci in futuro. Ha già compiti assai importanti a cui dedicarsi. Ed ora vada a lavarsi e cambiarsi, Potter. E' quasi ora di cena.-

E mentre Harry lo osservava, confuso e stupito, il Professor Piton si allontanò lungo il corridoio, il nero mantello ondeggiante nella fragile luce delle candele.

 

 

FINE.

 

  
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