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Autore: _Bec_    01/11/2010    42 recensioni
Missing Moments della storia "Tra l'odio e l'amore c'è la distanza di un bacio".
Il capodanno di Lorenzo senza la nostra protagonista Alice.
Regalo per tutte le adorabili lettrici della mia storia :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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NB: Questo è un missing moments della storia “Tra l'odio e l'amore c'è la distanza di un bacio


Per voi che commentate, leggete e mi sostenete sempre :)



Il rimbombo causato dallo scoppio di alcuni fuochi d'artificio in lontananza, arrivò fino al balcone su cui stavo tranquillamente fumando.

Siete fuori tempo di almeno un'ora, coglioni. Erano ancora le undici meno cinque.

Diedi un altro tiro con la sigaretta, aspirando il fumo sovrappensiero.

Dio, nemmeno un'anestesia avrebbe potuto tranquillizzarmi e tenermi buono come il fumo. Non dopo quei pensieri che avevano iniziato a tormentarmi già dall'inizio della serata...

Chissà che cosa avrebbe fatto lei...avrebbe festeggiato con i suoi amici, ci sarebbero stati dei ragazzi di sicuro, degli emeriti coglioni che l'avrebbero fatta ridere ed ubriacare, magari dopo i suoi flebili ed inutili “no, grazie.”

Stritolai la sigaretta fra le mani prima di buttarla a terra e di calpestarla con rabbia.

Era così che si faceva del resto; si prendeva d'assalto una ragazza e fra una risata e l'altra la si convinceva a bere, anche perché una serata senza ragazze ubriache non valeva un cazzo. L'avevo fatto anche io e più di una volta, ma il pensiero che qualcuno potesse approfittare di lei...mi impediva quasi di respirare, era...soffocante e doloroso.

Dentro quella topaia di due metri quadri in croce, quei deficienti dei miei amici erano già andati dalle nove di sera fra bicchierini di Vodka e birra.

Sentii qualcosa infrangersi sul pavimento e Andrea ridere, completamente fuori di testa come tutti del resto.

-Ops! Basta Vodka per stasera mi sa...-

-Nono! Ho la riserva!-

E dopo quell'ultima rassicurazione fu un delirio: cori degni dei tifosi più accaniti allo stadio e schiamazzi a tutto andare.

Avevamo deciso di bere “qualcosa” tutti insieme, fra ragazzi, prima di andare a casa di un'amica di Marco, un nostro amico più grande, a divertirci seriamente e a festeggiare dopo la mezzanotte.

-Lory non fare l'antipatico su.-

Ignorai l'adorabile appellativo che Giulio utilizzò per chiamarmi solo grazie al potere benefico del fumo ancora in circolo, altrimenti...sapevano tutti quanto odiassi essere chiamato così.

-Arrivo.- Diedi un'ultima occhiata al cielo in lontananza, prima di rientrare in quel covo di pazzi.

Buttai giù un altro paio di bicchierini della Vodka schifosa che Marco aveva comprato al supermercato, trovando comunque piacevole il bruciore che lasciava via via scendendo giù per la mia gola.

-Lore sei ancora troppo sobrio!- Andrea mi spaccò un timpano gridando a pochi centimetri dal mio orecchio e posò un suo braccio a peso morto sulla mia spalla. -Non fare la ragazza capricciosa e bevi!- Era conciato veramente male, si reggeva a malapena in piedi e non erano neanche le undici...

-Ho bevuto Andre, semplicemente reggo meglio di te.- Guardai storto il suo braccio, togliendolo poi con un gesto brusco ed infastidito.

-Esatto Andre, sei tu quello che non regge per niente!- Stefano scoppiò a ridere senza motivo dopo quell'affermazione, ancora più ubriaco di Andrea stesso. Il che era tutto dire.

Ero stato fuori solo una decina di minuti, quanto cazzo avevano bevuto nel frattempo?

Lele era l'unico completamente sobrio, se non altro almeno un neurone funzionante c'era.

Mi sedetti sul divanetto vicino a lui dopo aver preso una bottiglia di birra già stappata.

-Non oso immaginare che cosa faranno dopo a casa di Martina...- Commentò Lele divertito, osservando tranquillamente la scena.

-Secondo me crolleranno prima di far centro.- Bevvi un sorso di birra per nascondere il sorrisetto molesto che stava per spuntarmi sulle labbra.

Di nuovo il pensiero di lei che beveva e ballava con i suoi amici incollati addosso, arrivò dritto dritto al mio cervello ed ebbe effetti collaterali anche a sinistra, nel mio petto.

Se almeno avessi saputo che cazzo avrebbe fatto quella sera, se ci fossero o no dei ragazzi con lei...

Buttai giù un altro bel po' di birra, sperando così di riuscire a cancellare quel tormento. Cazzo no, continuava a venirmi in mente l'idea che a mezzanotte avrebbe dovuto baciare un ragazzo...

Avrei voluto essere lì, maledizione. Avrei voluto esserci a mezzanotte, vicino a lei, per impedirle di baciare qualcun altro, per strapparglielo io con passione quel bacio.

Quel desiderio stava pian piano stritolando il mio stomaco...o forse era solo l'alcol che avevo bevuto a farlo chissà...

Mi passai una mano fra i capelli, sospirando. Sì, forse avevo bevuto troppo pure io.

-Magari starà ballando la macarena con la sua famiglia...-

Mi girai sorpreso verso Lele, tutto intento a sorridermi sornione.

-Come?- Forse avevo capito male. Che c'entrava la macarena? Chi la stava ballando?

-Alice...magari sta semplicemente ballando la macarena con i suoi...-

Non sapevo se sorridere o se incazzarmi, ero come in bilico su un filo che delimitava queste due reazioni completamente opposte.

Lele riusciva sempre a leggermi dentro e sapevo che cercava solo di consolarmi, ma il fatto che si facesse così esplicitamente i cazzi miei mi dava fastidio.

Non risposi, mi finsi attento al discorso senza senso che stavano cercando di tener su Andre e Ste.

-Allora, andiamo da Marti?- Marco barcollò pericolosamente nel dire quella frase, -Dovremo pur scopare stanotte no?-

Ovviamente tutti approvarono quell'uscita, così ci spostammo verso il Centro della città a piedi, barcollando per le strade deserte a quell'ora; dovevano già essere tutti pronti a stappare una bottiglia di spumante in attesa della mezzanotte. Non come noi sei deficienti.

Invademmo casa di Martina alle undici e quarantacinque esatte, attirando tutta l'attenzione delle ragazze presenti a quella specie di festicciola.

Avevo visto Martina già un paio di volte prima di allora e per lei non fu affatto un problema mostrarsi disinvolta come se mi conoscesse già da una vita.

-Lore!- Si sporse in avanti per baciarmi sulla guancia, mostrando una generosa porzione del suo seno lasciato mezzo scoperto dal vestito striminzito che indossava.

Si staccò con studiata lentezza, spostandosi poi indietro i lunghi capelli castani con un cenno della testa.

-Che sorpresa avervi qui!- sorrise di nuovo, indicando poi i suoi altri ospiti.

-Non vi offendete se non vi presento a tutti, vero?- Ammiccò di nuovo in mia direzione. O forse era solo tutta la Vodka che avevo bevuto a farmelo credere, chissà...

-Ma non ci sono bisogno di presentazioni...-

Già dalla frase sgrammaticata di Andrea si capiva quanto poco fosse lucido...o forse lo era più di quanto pensassi; in fondo lui rimaneva idiota anche da sobrio.

-Tutti conoscono Re Andrea!- E detto quello indicò molto eloquentemente in basso, facendo scoppiare a ridere alcune ragazze lì vicino.

Lo ignorai -perché fermarlo e togliere il divertimento a quelle poverette?- e mi diressi verso il tavolo degli alcolici in fondo alla sala.

Avevo decisamente bisogno di bere per superare quella serata; speravo solo di non ridurmi come Andrea, non volevo mica rendermi ridicolo.

-Ma tu puoi bere?-

Martina alzò lievemente un sopracciglio scettica, poggiando poi una mano sul tavolo vicino alla bottiglia di vino appena versato nel mio bicchiere.

Ci mancava solo che la zoccola mi facesse una ramanzina. -Certo.- Mi sforzai di sorridere, ingoiando poi tutto d'un botto il vino.

-Marco mi ha detto che hai diciassette anni.- Chissà perché mi sembrava che la cosa la rendesse stranamente curiosa.

-Quasi diciotto.- La rassicurai, sperando che mi lasciasse bere in santa pace. In fondo febbraio era vicino, la maggiore età pure.

-Ma ne hai diciassette.- Ripeté pensierosa, avvicinandosi lentamente con nonchalance.

Non capivo dove volesse andare a parare. Cioè, si capiva certo, ma l'età cosa c'entrava?

-Lo sai che non sono mai stata con un ragazzo più piccolo?- Schioccò la lingua, passandosela poi lascivamente sul labbro.

Svelato il mistero. Era una zoccola, che altro aspettarsi?

Rabbrividii involontariamente, afferrando di nuovo la bottiglia per versarmi altro vino.

-Io invece con ragazze più grandi ci sono già stato...- Scrollai le spalle annoiato, trattenendo a stento la voglia di aggiungere un “E non è stato niente di che”.

-Ce ne sono altri quattro comunque in giro.- Affermai ironico, prima di allontanarmi dal tavolo ed ignorarla. Non ero abbastanza ubriaco ancora per darle corda.

Di ragazze come lei ce n'erano a milioni ed iniziavano anche a stufarmi ad essere sincero. Se avessi voluto scoparmi qualcuna avrei potuto chiamare tranquillamente Bìa, che era pure più carina.

Fortunatamente non mi seguì, così potei sedermi tranquillamente sul divano in compagnia di quel vino schifoso. Se non altro era l'unico alleato di quella sera, l'unico che avrebbe potuto aiutarmi a tenere fuori dalla mia mente...lei.

-Ciao.-

Alzai lo sguardo ed i miei occhi ne incrociarono un paio marroni.

-Lorenzo, vero?-

Non avevo detto ancora a nessuno il mio nome, quindi mi venne spontaneo sgranare gli occhi sorpreso nel sentirlo uscire dalle labbra di quella tipa.

-Me l'ha detto il tuo amico.- Si sedette al mio fianco dopo aver indicato quel coglione di Giulio.

Feci un cenno affermativo con la testa, riprendendo a bere il mio vino senza degnarla di ulteriori attenzioni. Tette piccole, faccia anonima. Niente degno di considerazione.

Lei non si scoraggiò, mi porse la mano, forse un po' impacciata e a disagio, -Io sono Alice.-

E fu così che la mia faccia da “sono troppo figo per considerarti” venne completamente stravolta nel momento in cui mi strozzai con il vino ed iniziai a tossire senza tregua.

-Tutto bene?- Mi diede dei colpetti sulla schiena preoccupata.

'Fanculo no.

Non andava per niente bene. Quella era una persecuzione, quel nome era una persecuzione, un'ossessione.

-Sì.- Cercai con scarsi risultati di riassumere la mia precedente espressione; stavo quasi lacrimando e respiravo come un asmatico nel pieno di una crisi.

Lei mi guardò perplessa per qualche secondo, poi riprese a conversare come se nulla fosse: -Allora? Ti piace la festa?-

Speravo che almeno la mia figura da patetico cretino fosse servita a farla allontanare, invece me la ritrovavo seduta ancora più vicina.

-Non molto.-

Quella stronza con il suo nome del cazzo mi aveva fatto tornare in mente quello che stavo cercando di dimenticare da tutta la sera.

Alice.

Dov'era? Che cosa stava facendo? Con chi era?

Perché continuava a tornarmi in mente? Anzi, sarebbe stato più giusto chiedersi perché continuava ad essere nella mia mente?

Mi massaggiai energicamente la fronte con le dita; chissà se facendo così quelle insopportabili domande mi avrebbero lasciato in pace.

-Mancano cinque minuti alla mezzanotte!- Quell'esclamazione entusiasta si levò fra la gente al centro della sala, suscitando uno schiamazzo dietro l'altro.

Fantastico. Grazie coglione sconosciuto per avermelo ricordato.

Cinque minuti e avrebbe baciato qualcuno. Cinque minuti ed un qualche maniaco pervertito schifoso le si sarebbe avvicinato reclamando quel bacio.

Sentivo lo stomaco brontolare e contorcersi ed istintivamente feci per prendermi la testa fra le mani ed appoggiare i gomiti sulle ginocchia, ma un qualcosa me lo impedì piombandomi in braccio.

-A mezzanotte bisogna baciare un ragazzo!- Spiegò Martina, guardandomi gongolante dalle mie ginocchia su cui si era appena seduta.

-Marti te ne trovi un altro scusa!- Si animò improvvisamente la ragazza -il suo nome avevo già cercato di rimuoverlo- di fianco a me. Sembrava tanto timida ed insicura, invece...

Spinsi poco delicatamente Martina giù dalle mie gambe, -Perché non vi baciate fra voi, eh?- Cantilenai di cattivo umore. Ci mancavano solo quelle rompicoglioni a peggiorare la situazione.

-Ma bisogna baciare un ragazzo!- Protestarono con voce stridula entrambe.

Mi passai una mano fra i capelli esasperato. Stavo per strozzarle quelle oche starnazzanti più appiccicose dell'Attack, quanto erano insopportabili e fastidiose.

Eppure...mi resi ben presto conto che non era da me respingere così due possibili ragazze scopabili.

Alcol, mi serviva altro alcol, qualcosa di più forte. Reggevo troppo bene, avevo bisogno di bere altro per ubriacarmi nel vero senso della parola, per dimenticarmi di Alice, per non sentire più quella stretta fastidiosa al cuore...

Odiavo il conto alla rovescia, odiavo tutto quell'entusiasmo solo per l'arrivo di un anno nuovo. Un anno valeva l'altro alla fine.

Incominciarono ad arrivarmi i classici messaggi fatti con lo stampino, quelli con frasi poetiche ed insulse mandate da chi voleva solo togliersi l'impegno di dover inventare qualcosa di carino e fantasioso per fare gli auguri.

Poi arrivarono quelli degli amici, dei compagni di classe, della mia famiglia...

Li lessi uno ad uno svogliatamente e risposi loro con un semplice squillo. Perché sprecare soldi per mandare inutili messaggi come “Grazie, anche a te”?

Ogni qualvolta il cellulare vibrava, sussultavo come un povero deficiente sperando che fosse da parte sua. Uno squillo, un messaggio...niente.

'Fanculo, cosa mi aspettavo? Che lei stesse pensando a me? Di sicuro era troppo impegnata a fare altro per mandare messaggi.

Il cellulare vibrò di nuovo per l'ennesima volta; la scritta “chiamata” lampeggiava dopo il nome papà.

Era rimasto solo a casa come ogni anno durante le festività, mentre mia madre era andata a festeggiare dai nonni e dagli zii.

Probabilmente Glenda lo avrebbe chiamato impietosita sapendolo da solo e gli avrebbe fatto gli auguri. Peccato che io non fossi magnanimo come lei e che non avessi nessuna voglia di sentirlo.

Chiusi la chiamata con il tasto rosso e lo spensi subito dopo.

Buon anno papà.

Mi diressi a passo spedito verso il tavolo degli alcolici e afferrai un altro bicchiere che riempii con la prima bottiglia che mi capitò fra le mani.

Mezzanotte. Bella roba, bel schifoso 2009.

Addio anno di merda, iniziava, si sperava, un anno migliore.


***************************


Nemmeno io ricordavo bene cosa fosse successo dopo, non ricordavo nemmeno come fossi finito lì, in quello schifoso bagno, con una nausea che non avevo più avuto dalla mia prima bevuta a dodici anni.

Ricordavo i bicchierini che mi ero scolato, uno dopo l'altro, ricordavo Martina...ricordavo...i suoi baci sul collo, le sue carezze insinuanti...

Qualcuno bussò alla porta e fu come sentire un picchio sbattere ripetutamente il suo becco sulla mia tempia, -Occupato!- Gridai con voce impastata, causandomi un'altra forte fitta alla testa. Stavo da schifo, volevo starmene da solo, non volevo che nessuno assistesse a quello spettacolo pietoso.

Avevo esagerato, avevo bevuto come mai in vita mia, mi ero ritrovato a delirare, ballare e ridere come un coglione, senza inibizioni, insieme a...Martina e...quell'altra Alice. Non ero poi tanto diverso da Andrea.

-Lore sono io...fammi entrare.-

Appoggiai la testa al muro dietro di me sospirando. Lele. Mi avrebbe fatto una delle sue cazzo di ramanzine.

-Entra.- Masochista al massimo a volerlo ascoltare.

-Mi sento molto crocerossina in questo momento.- Commentò lui divertito, dopo avermi passato un pezzo di pane ed un bicchiere d'acqua.

Anni passati ad aiutare Andrea insegnavano; la mollica del pane assorbiva, o almeno così si diceva.

-Sono contento di essere la causa di tanto svago.- Mi massaggiai le tempie, lanciandogli poi uno sguardo truce.

-Tu lo sei di sicuro. Andre ormai sono abituato a vederlo sboccare, ma te...non è da te bere fino a questo punto.- Si sedette di fronte a me, appoggiato alla vasca, senza smettere di sorridere.

-Che ore sono?- Borbottai, cercando di scacciare i ricordi della serata precedente...sempre che fosse già mattino, le tapparelle erano abbassate e filtrava pochissima luce.

-Le cinque.-

Avevo un vuoto di tre ore e mezza...di sicuro avevo dormito almeno un'oretta sul pavimento del bagno, anche se a me sembrava di essere lì da giorni.

-Gli altri?- Chiesi svogliato, chiudendo gli occhi esausto.

-Stanno dormendo...o sboccando da qualche altra parte...- Si lasciò scappare una risatina.

Mi passai le mani sul viso stravolto: sentivo rimbombare nella mia testa i gemiti di quelle due...sentivo ancora sulla mia pelle i loro baci, le loro carezze...

Mi stavano tornando in mente anche i miei di gemiti, ricordavo la mia voce roca e quasi...disperata.

Alice.

Solo quello. Solo quel nome era uscito più volte, dalle mie labbra secche ed assetate.

Alice.

Solo lei avrebbe potuto dissetarmi. Solo lei avrebbe potuto porre fine al mio tormento.

Alice.

Non la ragazza dagli occhi marroni che avevo scopato e che aveva sorriso compiaciuta credendo di essere lei al centro dei miei pensieri.

Alice.

Martina mi aveva morso sulla spalla indispettita, sentendosi trascurata per via di quel nome pronunciato troppe volte. Un nome che non era il suo, che non era della sua amica e che non lo sarebbe mai stato.

Gemetti affranto, dando un lieve colpo con la testa al muro come per castigarmi. Il pensiero di quello che avevo fatto, il ricordo delle mani di quelle due assatanate addosso...mi disgustava, mi stava per far venire su il pane e l'acqua.

-Ricordi quello che è successo?- Il tono delicato di Lele non mi tranquillizzò per niente, anzi, mi fece sentire ancora peggio.

-Sì.-

Purtroppo.

Cercai di trattenere l'attacco di vomito in arrivo, portandomi una mano alla bocca e strizzando gli occhi.

Mi ero ubriacato come un ragazzino di tredici, quattordici anni, avevo scopato due tipe di cui sapevo a malapena il nome e mi ero ritrovato in bagno a trattenere a stento il vomito, che patetica fine...

Non era servito a niente bere, non era servito a cancellare lei dalla mia testa. E...Dio, mi sentivo quasi in colpa, neanche l'avessi tradita, io non stavo mica con lei! Non stavo con nessuna, potevo fare il cazzo che mi andava, era quello il bello di non avere una morbosa fidanzatina rompicoglioni.

-Lore non puoi andare avanti così, lo sai vero?-

Guardai Lele confuso, senza capire. Che altro voleva? Non poteva lasciarmi marcire nel mio vomito? 'Fanculo se non faceva la mammina preoccupata non era lui.

-Dovresti rifletterci su, è evidente che lei non è più solo un bel corpo per te...-

Deglutii a vuoto nauseato; lo stomaco iniziava a fare le cosiddette capriole.

-Perché per una volta non metti da parte l'orgoglio e non ci parli? Perché non le fai capire quanto sia importante per te?-

Scoppiai a ridere amaramente, forse ancora un po' condizionato dall'alcol, -Scherzi?! Mi prenderebbe per il culo.- Mi sarei reso a dir poco ridicolo. Chissà poi quanto ci avrebbe riso su la stronza.

-Allora ammetti di tenere a lei?- Mi incastrò sorridendo soddisfatto.

-Non dire stronzate...- Roteai gli occhi seccato; pessima mossa, la testa non fece che girarmi ancora di più.

Non me ne fregava un cazzo di lei, punto. Era solo...possessività la mia, mi dava fastidio che qualcuno toccasse qualcosa di mio, qualcosa che avevo avuto e che volevo ancora. Ma solo fisicamente.

-Pensaci su Lore...Pensaci in questi ultimi giorni di vacanza...quando arriverà il sette gennaio e la rivedrai a scuola so già che avrai capito tutto...e deciderai di fare la cosa giusta.-

Si alzò, consapevole di avermi smosso dentro con quell'ultima frase, -Ah. Buon anno.- Ridacchiò, richiudendo la porta alle sue spalle.



*Note dell'autrice*

Lo so, teoricamente dovrei prima finire le risposte alle recensioni visto che ne mancano ancora un po'...però non potevo far passare più di tre giorni per pubblicare questa specie di sorpresina; almeno per una volta, più o meno, volevo pubblicare in tempo, ve lo dovevo.

Spesso quando mi contattate scrivete cose come “Scusa per il disturbo”, “Grazie per avermi risposto” o “Scusa per la banalità”...ecco, queste frase non voglio più vederle ;)

- Non mi disturberete mai.

- Non potrei mai non rispondervi, per me è un piacere farlo. Inoltre, sono io a dover dire grazie a voi. Per avermi scritto, per aver letto la mia storia, per avermi anche solo aggiunta su facebook. Sono solo un'amica silenziosa e riservata su facebook, mi piacerebbe ringraziarvi uno ad uno per avermi aggiunta, mi piacerebbe farvi gli auguri quando in home leggo che è il vostro compleanno...ma non voglio essere invadente, non voglio disturbarvi sulla vostra bacheca. Tecnicamente io sono solo una “spargi-spoiler” (l'ha inventato una mia amica questo termine, non io xD), è per questo che sono stata aggiunta, molte persone non le ho mai sentite proprio, non so neanche i loro nick qui su efp. Quindi non vorrei mai disturbarvi privatamente, voi potreste benissimo dire “e tu chi sei?” se vi scrivessi in bacheca >.<

- Nessuna di voi potrà mai essere banale. I vostri complimenti mi riempiono sempre di gioia e mi tirano su il morale a qualsiasi ora quando ci ripenso.

Perciò GRAZIE di cuore a tutte voi :) Questo missing moments corto e un po' banale è per voi, per ringraziarvi di tutto. Se non è un problema per voi, mi piacerebbe rispondere privatamente alle eventuali recensioni -se ce ne saranno- di questo capitolo.

Detto questo, passo a commentare brevemente questo capitoletto.

Immagino si sia capito che cosa abbia fatto Lore con Alice e Martina...non volevo descrivere niente di esagerato, anche perché non ne sarei stata in grado xD

Si è pentito e sta da schifo, è stato da schifo...prima di incontrare di nuovo Alice il 3 gennaio, vi ricordate?

Lele ha suggerito a Lore di pensarci su, di riflettere sui suoi sentimenti per Alice e di parlarle poi il 7 gennaio, quando l'avrebbe rivista a scuola...ma Lore il 3 gennaio l'ha vista con Matteo, quindi tutti i suoi propositi di parlarle, se anche ci fossero stati, sono andati a farsi benedire. Le sue riflessioni potrei anche scriverle più avanti se volete :)

So di non essere molto brava con i pov di Lore, ma ce l'ho messa tutta per far capire il suo stato d'animo.

Spero di esserci riuscita :)

Grazie infinitamente a tutte, un bacione grandissimo!

Bec

   
 
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