Capitolo VI “Rivelazioni”
Vidi Johanna commuoversi alla fine di
quella storia.
“È triste...” commentò “ma
bella.”
“Grazie...”
Era stato strano raccontare quella
storia a lei, tuttavia la sete impellente poneva le riflessioni in
secondo piano. La osservai alzarsi dal letto ed andare verso il comò
coperto dal lenzuolo. Scoprì il carillon facendo nuovamente girare
gli ingranaggi e riempiendo la stanza di quella melodia. Dopodiché
con uno strattone più forte scoprì completamente il mobile, si vide
riflessa nello specchio antico poggiato sopra il mobile
d'ebano. Gettai le mie braccia intorno a lei, mi baciò ma poi,
voltandosi si sorprese vedendo solo se stessa nel riflesso. Sentii il
suo cuore accelerare, il suo respiro farsi più forte.
“Johanna...” le sussurrai
all'orecchio, “mi ricordi Diana...” la morsi assaporando ogni
singola goccia di quel sangue scorrere dentro di me, sentii la vita
abbandonare il suo corpo lentamente, mano a mano che ne bevevo il
sangue. Avrei potuto fermarmi, ero ancora in tempo per lasciarla in
vita, ma non lo feci: la sete era troppo forte ed il suo sangue
troppo buono.
Adagiai il suo corpo sopra il letto e
mi ci distesi accanto.
La mia storia consegnata alla muta
testimonianza di Johanna... eccetto la mia morte.
Non avevo visto la luce quella notte,
nessun sentiero da seguire, solo la ferrea morsa del freddo che
portava via la vita dalle mie membra. Oliver mi offrì la via di
scampo più facile, l'unica via d'uscita per eludere la morte.
Accettai il dono oscuro.
Mi svegliai la mattina successiva la
mia morte in camera di Diana e in fondo al letto vidi Oliver, con il
solito mantello nero legato intorno al collo.
“Perché?” fu la prima domanda che
decisi di porgli.
“Thomas, sono felice che ti senta
bene! Mi chiedi perché? Perché sapevo che eri qui, sapevo fin
dall'inizio che ti trovavi nel monastero a pochi chilometri dalla
città. Volevo riunirti a me, ecco perché.”
“Non credo di capire...”
“Sono arrivato qui a novembre, avevo
sete e mi sono dissetato col sangue della gente di questo villaggio.
Poi ho visto Diana e ho pensato che avrebbe potuto essere un'ottima
esca per te, come vedi non mi sono sbagliato. Ho indotto attraverso i
miei poteri il povero Sebastian a correre al monastero, conoscevo i
trascorsi di Philippe ed ero sicuro che ti avrebbe portato con lui.
Certo, c'era una piccola probabilità che potessi sbagliarmi ma non
sarebbe stato poi così grave, non ho limiti di tempo per i miei
obiettivi. Ho a disposizione un'eternità.”
“Ma perché coinvolgere il prete?”
“La fede è l'unica arma che ci
sconfigge, che sia cristiana, pagana o musulmana è indifferente.
Il prete era un debole, un uomo pieno
di vizi e povero di fede. È stato semplice tirarlo dalla mia parte.
Si sa, quando il gregge perde il proprio pastore rimane in balia del
lupo. Ad ogni modo, quando siete arrivati sapevo che tuo zio mi
avrebbe dato del filo da torcere, anche se a dir la verità mi ha un
po' deluso. La prima notte ti ho fatto vedere attraverso i miei occhi
l'uccisione di quell'uomo. È questo il mio potere, il regno
dell'inconscio, la dimensione onirica della realtà umana!”
proruppe in una fragorosa risata dopo quell'affermazione, ricordare
tutt'ora il suo modo teatrale di celebrare le vittorie mi irrita in
maniera indicibile, “Volevo farti sentire la sete insopportabile,
la meravigliosa sensazione del sangue! C'era anche Diana con me
quella notte, poi, appena tornata al castello ti ha folgorato
semplicemente col suo corpo. Ho cercato di sviare Philippe con la
pedina degli scacchi, non pensavo che ci cascasse... e anche la mossa
della piuma non è stata male. Diana ha recitato in modo divino, è
per questo che non sono intervenuto nella vostra contesa all'ultimo
sangue, anche lei sarebbe stata una compagna formidabile, forse un
po' pericolosa ma... meglio così! Il mio fedele servo era destinato
alla sconfitta, il prete non aveva la minima possibilità contro tuo
zio, mi è servito solo come esca.”
“Perché la spada? Perché non l'hai
morso come tutti gli altri?”
“Avrei rischiato di essere incenerito
dal suo stesso sangue. E poi... il resto lo sai già... Non avverti
una sensazione strana Thomas?”
“Si... Ho sete!”
Quel giorno fra me e me, col pensiero
rivolto a Diana giurai di ucciderlo. Giurai che avrei impegnato ogni
singolo giorno di quella nuova vita, per scoprire a pieno i miei
nuovi poteri e li avrei utilizzati tutti per distruggerlo. Ma questa
è un'altra storia ed io ho di nuovo bisogno di sangue...