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Autore: MiaStonk    02/11/2010    6 recensioni
Rose Weasley sette anni prima è stata smistata nei Serpeverde,cosa che la porta ad allontanarsi dai suoi cugini,tutti Grifondoro come da tradizione. E la ragazzina dolce e ben voluta da tutti,non può che mutarsi negli anni in una ribelle,arrabbiata col mondo intero. L’unico conforto è quello del suo migliore amico Scorpius Hyperion Malfoy. Una storia raccontata dai due indiscussi protagonisti: Rose e Scorpius.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ero diverso da mio padre. L’avevo sempre saputo così come a malincuore anche lui l’aveva accettato.  Non disprezzavo i babbani e nemmeno quelli che amavano definire ‘Mezzosangue’. E come avrei potuto visto che la mia migliore amica proveniva da una di quelle famiglie. Dai Weasley,che i Malfoy definivano ‘traditori del proprio sangue’. Non m’importava, noi eravamo semplicemente Rose e Scorpius. Ancora storcevano il naso quando camminavamo assieme nei corridoi di Hogwarts, sia i purosangue che i suoi cugini, ma io li ignoravo tranquillamente a differenza di Rose che quando aveva la luna storta,il che succedeva quasi ogni giorno, imprecava contro i malcapitati inducendoli alla fuga.
 
“Dopo sette anni non hanno ancora trovato un argomento di conversazione più stimolante.. “ Sbuffava,con la sua solita poca grazia. “Mi fanno pena!”
 
“Ignorali” Mi limitavo a risponderle ogni volta,abbracciandola e scompigliandole i capelli, cosa che sapevo bene odiasse. Ma amavo farla arrabbiare. Era talmente bella quando si indispettiva: il pallore del viso lasciava posto ad un violento rossore,simile a quello dei suoi capelli. Il blu dei suoi occhi pareva intensificarsi,e mordeva le labbra nervosamente fino a farsi male.
 
Anche se indisciplinati e pigri, non avevamo problemi alle lezioni. Rose aveva di certo ereditato il cervello di sua madre,riusciva in tutto e con poco sforzo ed io me la cavavo allo stesso modo.  Ammetto che qualche volta una o due pozioni sono esplose,ma visto il divertimento di Rose ero certo che l’avesse fatto apposta. Probabilmente per attirare l’attenzione di suo cugino Albus,e per confermare l’idea che secondo la ragazza, lui e la famiglia avevano di lei: una stupida e arrogante Serpeverde.  Combinava disastri sempre quando uno dei suoi cugini era nei paraggi e il più delle volte ne diventavano anche le vittime. Confesso di aver cercato di dissuaderla da questi ‘attentati’ ma in vita sua credo che non mi abbia mai dato retta,era tremendamente testarda. Non insistevo. Sapevo che per lei era necessario che loro la considerassero una persona forte. Rose Weasley ,ripeteva , non aveva bisogno di nessuno.  La conoscevo troppo bene per sapere che mentiva. Era fragile, estremamente fragile. Non capivo perché gli altri non se ne accorgessero. Bastava osservare quel velo di tristezza insito nel blu dei suoi occhi,lo sguardo perso nel vuoto e il fatto che fosse continuamente e dannatamente arrabbiata col mondo intero. E sapevo,cosa che non avrebbe mai ammesso, che sentiva la mancanza della sua famiglia. Troppe volte,durante i pasti volgeva lo sguardo verso il tavolo di Grifondoro, li osservava ridere e prendersi in giro,abbracciarsi e ignorarla completamente.  Guardavo il suo viso arrossato e sapevo che si sforzava di ricacciare le lacrime. Più di una volta credetti che stesse piangendo,ma Rose non avrebbe mai dato loro questa soddisfazione. Le prendevo la mano,sotto il tavolo e la stringevo forte. Lei si voltava,e mi sorrideva. Non c’era bisogno di parole tra noi, lo sapevamo bene. Un’amicizia diversa era la nostra. L’affetto che ci univa non era assolutamente messo in discussione,ma non vi erano parole gentili tra di noi o effusioni particolari. Litigavamo praticamente ogni giorno,volavano parole pesanti e l’attimo dopo eravamo insieme a ridere o a prenderci gioco di qualche sfortunato ragazzetto. Si vociferava che tra noi potesse esserci qualcosa che andasse oltre l’amicizia,e Rose si divertiva a farlo credere,soprattutto alla sua famiglia. Criticava le ragazze che frequentavo,ritenendo che nessuna di quelle ‘asine giulive’ come amava appellarle,fosse alla mia altezza. E io ammetto che consideravo allo stesso modo i suoi spasimanti o com’erano gentilmente definiti da Rose,le sue ‘distrazioni’.  Questo erano per noi gli altri,semplici distrazioni. Sembrava che entrambi aspettassimo qualcosa,ma era chiaro che nessuno dei due avesse la minima idea di cosa fosse.  
 
Entrambi eravamo nella squadra di Quidditch della nostra casa,e sebbene io avessi un debole per quello sport ero convinto che Rose ci giocasse solo per avere un occasione in più per umiliare i suoi cugini,quasi tutti appartenenti alla squadra di Grifondoro.  Quando giocava poteva definirsi una vera Serpeverde. Era famosa per il suo gioco poco corretto,che riservava solo per Albus o suo fratello o per le sue due cugine,Roxanne e Lily.  Quando, da capitano mi azzardavo a disapprovare il suo comportamento,lei mi lanciava una delle sue occhiate truci e mi canzonava.
 
“Malfoy,sei sicuro di essere una Serpe?”  Non pronunciava mai il mio nome quando mi prendeva in giro o soprattutto quando stavamo litigando. Sapeva che odiavo il mio cognome,ma amava stuzzicarmi su questo mio punto debole. Mi costringeva a tacere quando mi chiedeva se avessi preferito che mi appellasse come ‘Mangiamorte’. La odiavo quando palesava il suo lato da vera Serpe,perché sapevo bene che la sua era solo una maschera. Una stupida finzione. Ma temevo più di ogni altra cosa che col passare del tempo la sua vera indole venisse seppellita dall’idea che voleva che gli altri avessero di lei. Avevo paura che lei stessa arrivasse a credersi cattiva, quando solo io potevo sapere cosa avesse nel suo cuore.
 
Quella sera avevo lasciato la Sala Comun per intrattenermi con una ragazzina del quinto anno,eravamo ancora nei corridoi accanto ad una vetrata quando un’indisponente Rose mi si avvicina e senza curarsi minimamente della Corvonero mi impone di seguirla. Mi aveva già interrotto altre volte nei miei incontri clandestini, e spesso per delle sciocchezze,ma stavolta aveva uno sguardo diverso,estremamente serio. La fissai indeciso sul da farsi per qualche istante che contriubuì solo a spazientirla ulteriormente.
 
“Insomma Scorpius,copulerai un altro giorno!” Usò un tono di voce decisamente troppo alto,mi guardai intorno sperando che nessuno l’avesse udita. La ragazza difronte a noi parve seccata e sembrava dirmi con lo sguardo che se me ne fossi andato,non l’avrei più rivista. Bhè,era carina ma la cosa non mi toccava particolarmente. Mi rialzai dal davanzale su cui ero seduto,le mie mani sprofondarono nelle tasche e sospirando annui,incamminandomi nei corridoi, diretti come sapevo,alla Torre di Astronomia. Arrivati,lei si poggia alla balaustra e mi chiede una sigaretta.
 
“Non dovresti fumare..” Le dico contrariato,porgendogliene comunque una. La prende,gliel’accendo e dopo la prima boccata mi guarda,con un ghigno.
 
“Pensa agli affari tuoi ..”  Mi dice semplicemente,voltando il capo al meraviglioso paesaggio sotto di noi.
 
“Lo stavo facendo prima che qualcuno mi interrompesse..”
 
“Oh,non farla tanto lunga..  per farmi perdonare ,stasera potrei fare io un salto in camera tua!” Mi guarda,con quel sorriso malizioso e quello sguardo penetrante. Detesto queste sue mezze frasi, le battutine a sfondo sessuale ch mi rifila di tanto in tanto. La fulmino con un’occhiataccia,certo non paragonabile ad una delle sue ma sicuramente eloquente.
 
“Cosa vuoi?”  Mi avvicino,poggiandomi anch’io al parapetto e togliendole la sigaretta dalle mani per qualche tiro. Mi sorride, un sorriso che riconosco come il preludio di qualche azione sconsiderata. L’ultima volta che mi ha guardato a quel modo è stato prima di aver messo a soqquadro la biblioteca,cosa che ci ha procurato settimane di punizione. Tira fuori qualcosa da sotto la divisa,non riesco a capire cosa possa essere.
 
“E’ il mantello dell’invisibilità di Albus..”  Sgrano gli occhi,la sigaretta mi cade.
 
“Come hai fatto a prenderlo?”  Lei alza le spalle con noncuranza. Poi continua.
 
“Non ha importanza,quello che conta è che potremmo servircene noi d’ora in poi..” E’ radiosa, sorride ma il suo sguardo non promette nulla di buono.
 
“Cosa hai intenzione di fare?” Le chiedo,decisamente preoccupato. E’ vero che con quell’affare le possibilità di essere scoperti si riducevano ma temevo comunque i giorni di punizione.
 
“Faremo una piccola prova..un giretto nella Sala Comune dei Grifondoro..”  Lo dice come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Cerco di dissuaderla,ma io stesso sono consapevole che il mio è solo fiato sprecato. Lo ripeto,non mi ha mai dato retta ed è probabilmente la persona più testarda che io conosca.





 
 
 
Un’altra mia Fanfiction sulla nuova generazione,incentrata in particolare su Rose e Scorpius.  Ho voluto cimentarmi in qualcosa di molto diverso dalla mia storia precedente,chi mi ha seguito può ben capirlo. Mi auguro che possiate trovarla ‘passabile’..  e che mi illuminiate con le vostre opinioni !
   
 
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