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Autore: londonlilyt    15/11/2005    5 recensioni
"I loro sguardi si incontrano attraverso il salone affollato, quello di lui scuro e vellutato come la notte, quello di lei terso e chiaro come il cielo a primavera. Lui sorrise sicuro,facendo scorrere gli occhi lenti sulle curve di lei, come in una morbida carezza, mentre il sorriso si allargava facendogli brillare le pupille scure come il peccato...." L'idea di questa ff mi e' venuta dopo aver visto Mr.&Mrs Smith, quello con Angelina Jolie e Brad Pitt...non l'avete visto!! e che aspettate!! alla fine, indipendentemente dalle vostre preferenze sessuali, ve li fareste tutti e due! Quindi i nostri due protagonisti sono due spie, lei e' una freelance lui invece lavora per il governo inglese, le loro strade si incontrano un giorno per caso e da quel momento scoppia il putiferio.....
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Residenza dell’ambasciatore tedesco in Austria, 30km da Vienna.

I loro sguardi si incontrano attraverso il salone affollato: quello di lui scuro e vellutato come la notte, quello di lei terso e chiaro come il cielo a primavera.

Lui  sorrise sicuro facendo scorrere gli occhi lenti sulle curve di lei come in una morbida carezza, mentre il sorriso sornione che le aveva rivolto si allargava sempre più facendogli brillare le pupille scure come il peccato.

Lei non sorrise ma ricambiò l’occhiata, tornando poi a guardarlo in viso con un sopracciglio ben curato alzato: che avesse trovato la merce scadente? Con una scrollatina di spalle e un’occhiata gelida riportò l’attenzione al gruppetto di uomini con cui stava parlando pocanzi.

Lui si offese, sapeva benissimo di possedere un fisico che avrebbe fatto invidia al migliore degli atleti e il suo sangue misto e coloriti scuri gli davano quell’aura di magnetismo animale che attirava le donne come le api al miele. Il suo orgoglio maschile era stato ferito mortalmente e chiedeva vendetta: non gli piaceva essere dismesso a quel modo.

Posò la coppa di champagne che stava bevendo e si fece largo tra la folla, il passo sicuro e cadenzato di chi sapeva esattamente dove andare. Nonostante la calaca, era difficile perderla di vista, era l’unica nota di colore in un mare nero formato da uomini in smoking.

L’abito da sera che portava era una visione in celeste: il bustino aderente che lasciava le spalle nude metteva in risalto la vita sottile e il seno sodo, la gonna scendeva morbida e aperta a campana fino alle caviglie, un peccato pensò con rammarico, perché di sicuro copriva un paio di gambe che non finivano più.

Non portava i guanti e i capelli biondi erano stati tirati su in modo da mettere in mostra il collo elegante adornato da una collana di diamanti, veri da quello che riusciva a vedere da quella distanza, quel collier doveva valere una fortuna.

-Credo che questo ballo sia riservato a me- disse una volta che l’ebbe raggiunta, liberandola del bicchiere e prendendola per mano in un unico fluido movimento.

-Se lor signori mi vogliono scusare- mascherando la sorpresa e l’irritazione la donna si fece condurre docilmente sulla pista da ballo, non poteva rischiare una scenata proprio ora. Ma l’avrebbe fatto amaramente pentire di averla disturbata.

Le note di un valzer si diffusero leggere nell’aria mentre i ballerini iniziavano a muoversi.

-Devo ancora decidere se lei è solo temerario o completamente incosciente, mi pareva di averle fatto capire che non ero interessata- puntualizzò fredda.

-Sa come si dice, “La fortuna aiuta gli audaci”- agilmente le fece fare una giravolta –credevo stesse facendo la preziosa e poi non sono un tipo che si può ignorare con tanta facilità-

Era vero, glielo leggeva negli occhi. Non era il tipo che accettava un no come risposta non senza giocare fino all’ultima carta; ma lei non aveva tempo di giocare stasera, in un altro momento si sarebbe anche divertita ad interpretare la parte dell’oca ma ora aveva un impegno.

Doveva liberarsi di questo...questo...non riusciva neanche a trovargli un nome, convinta solo che fosse pericoloso; lei li riconosceva a pelle i tipi pericolosi, soprattutto se quel pericolo rischiava di minacciarla da vicino, non le piaceva affatto la luce che gli aveva visto brillare nello sguardo quando i loro occhi si erano incrociati e lei non aveva nessuna intenzione di esplorre la causa del brivido che l'aveva colta quando si erano guiardati.

I due continuarono a ballare, ignari dell’immagine che stavano presentato al resto degli ospiti. Lui così scuro e attraente, lei così chiara ed eterea: sembrava che il giorno e la notte si fossero appena incontranti, li nel bel mezzo della pista da ballo, scatenando ogni tipo di energia sopita presente nell’aria e caricandola di elettricità.

-Deve ritenersi davvero fortunato che al momento non mi vada di fare una scenata e attirare l'attenzione di tutti!- gli disse dopo un breve silenzio, sperando di raffreddargli tutti i bollenti spiriti.

-E crede davvero che non l’abbiamo già attirata?- le rispose piano.

La donna si diede una veloce occhiata attorno, era vero constatò, quasi tutti gli occhi erano puntati su di loro. Maledizione! Non ci voleva, era riuscita a non farsi notare più di tanto quella sera.

-Spero sia contento, volevo passare una serata in incognito e lei mi ha rovinato tutto- per “sbaglio” un affilatissimo tacco dei suoi costosi sandali si andò a infilzare sulle dita dei piedi di lui che nonostante tutto non perse il ritmo, ma trattenne bruscamente il respiro –ops...-

-Bisbetica, è sempre così carina con gli aspiranti spasimanti?- era piena di spine la biondina.

-Quali aspiranti spasimanti?- chiese ironica.

-Non ha nessuna intenzione di rendermi le cose facili, vero?- ma non si aspettava una risposta –le va di bere qualcosa insieme?- attacco diretto, l’arma migliore.

-Mi pare di averle detto di non essere interessata- di sfuggita vide l’ora nell’orologio di lui, doveva fare in fretta –lasci che le dica che lei non è il mio tipo. Li preferisco magri e bassi-

-Ma davvero! E se fossi stato magro come un fuscello e alto un metro e venti?-

-Alti con le spalle larghe, mi auguro che ci siamo capiti?- gli disse guardandolo dritto negli occhi, grande sbaglio...il calore che emanava lo sguardo di lui fu difficile da resistere, così intenso che quasi le sembrava che le stesse fisicamente sfiorando la pelle con le dita.

In quel momento la musica finì e lei si volse per andarsene senza rinvolgergli un’altra parola. La stava facendo sentire strana, ed era meglio lasciare certe cose nei cantucci bui dove erano state relegate.

Lui non era della stesso parere, prima che potesse scappare le avvolse le mani attorno alla vita e se la tenne stretta contro.

-Posso almeno sapere il tuo nome?- le bisbigliò in un orecchio, l’alito caldo che le solleticava il collo.

-Genie- rispose lei piano, rabbrividendo involontariamente, non si era aspettata un incontro così ravvicinato con il corpo muscoloso di lui.

-Perché esaudisci i desideri?-

-No- più che vederlo lui percepì il suo sorriso –perché riesco a scomparire in una nuvoletta di fumo-

Gli scivolò alle spalle e scomparve tra la folla.

  
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