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Autore: Lady Amber    06/11/2010    12 recensioni
“Mmmh… non riesco proprio ad immaginarmelo il signor Spock che sbaglia” mormorò Scott accigliato.
“Mi stai forse sfidando?” gli chiese McCoy assumendo d’un tratto con aria astuta.
“Può darsi” sogghignò allora l’ingegnere.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leonard H. Bones McCoy, Montgomery Scott, Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Laughs and Giggles in Space '
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 Messaggio dell'autrice: Cari i miei lettori, ecco a voi una slice of life nuova fiammante! Spero tanto che vi piaccia! ;P





“Ci manca solo l’ultima domanda, Scotty…”
Il capo ingegnere sorseggiò un altro po’ del suo scotch e si sporse maggiormente sul tavolo, fissando McCoy con sguardo concentrato. “Va bene, Doc. Spara!”
“Okay. Concludi una gara al 9° posto” iniziò a leggere il medico. “In seguito il 3° concorrente viene retrocesso al 9° posto, dopodiché il 12° viene spostato all’8° posto. Qual è la tua posizione finale?”
L’espressione di Scott passò da determinata a sconcertata nel giro di mezzo secondo.
“Aspetta, lo rileggo più lentamente…” borbottò McCoy grattandosi la testa con il pennino.
“Ovviamente il 9° posto” rispose a tradimento una voce calda e profonda alle sue spalle. “Quando il 3° concorrente viene retrocesso al 9° posto lei finisce all’8° posto, ma nel momento in cui il 12° concorrente viene avanzato all’8° posto lei finisce nuovamente al 9°.”
McCoy guardò con occhi sgranati il Primo Ufficiale sedersi tranquillamente accanto a loro. Con un moto di stizza, controllò velocemente la risposta.
Non che ce ne fosse bisogno, comunque.
“Dannazione, Spock!” sbraitò allora il dottore mentre Scott scuoteva la testa con aria sconsolata. “È un’ora che io e Scott cerchiamo di portare a termine questo stramaledettissimo test di intelligenza e tu ci bruci proprio l’ultima domanda! L’ULTIMA…! Ora il risultato è falsato… Non potevi farti i fattacci tuoi, per una volta?”
“Mi scuso, dottore” replicò Spock sinceramente confuso da tanta foga. “Mi pareva che vi trovaste in difficoltà, così ho ritenuto opportuno fornirvi immediatamente la corretta soluzione dell’enigma.”
“Lasci stare…” sorrise Scott abbandonandosi con un sospiro contro lo schienale della sedia. “Se non altro una cosa era certa fin dall’inizio: a prescindere dal nostro risultato finale, saremmo comunque stati lontani anni luce dal ‘Profilo Signor Spock’.”
“Guarda che lui non è infallibile” puntualizzò McCoy accennando al vulcaniano con un cenno del capo. Spento il proprio pad, lo gettò imbronciato al centro del tavolo.
“Che cosa intende con questo, dottore?”
“Esattamente quello che ho detto, Spock: che puoi sbagliare anche tu” rispose il medico guardandolo storto.
Il Primo Ufficiale sollevò silenziosamente un sopracciglio.
“Mmmh… non riesco proprio ad immaginarmelo il signor Spock che sbaglia” mormorò Scott accigliato.
“Mi stai forse sfidando?” gli chiese McCoy assumendo d’un tratto un'aria astuta.
“Può darsi” sogghignò l’ingegnere.
“Scommetto la tua riserva di scotch che Spock non risponderà correttamente all’indovinello che ho in serbo per lui.”
“Se perdi mi cederai la tua scorta di brandy?”
“Certo.”
“Allora ci sto.”
Sotto lo sguardo incuriosito del vulcaniano, i due umani si strinsero forte la mano destra e consolidarono ufficialmente la sfida.
“Allora, ecco la questione” iniziò McCoy voltandosi verso il Primo Ufficiale. “Supponiamo di trovarci in un universo parallelo e assurdo, dove tutto è possibile e nulla va dato per scontato. In questa realtà alternativa tu sei alla guida di un volobus giallo e, una mattina come tante altre, sul veicolo si trovano quattordici persone di età media tra i sedici e i quarantadue anni a cui si aggiunge in un secondo momento una scolaresca di ventinove bambini, uno dei quali scende alla prima fermata trasgredendo alle istruzioni della maestra solo per essere subito rimpiazzato da un gruppetto di quattro vecchietti accompagnati da un cane e da una donna in dolce attesa con un ingombrante passeggino. Ora dimmi: di che colore sono gli occhi dell’autista?”
Scott guardò sconcertato prima il dottore e poi l’espressione calma del Primo Ufficiale.
“La risposta è a dir poco banale. Gli occhi dall’autista sono neri dal momento che, come ha ipoteticamente affermato lei stesso qualche secondo fa, alla guida del suddetto mezzo ci sono io.”
“Ah!” esclamò Scott trionfante battendo una mano sul tavolo. “Sgancia l’alcool, Doc!”
Inaspettatamente, un inquietante sorrisetto si fece strada sul volto di McCoy. “Sbagliato.”
“Che?!” sbottò Scott contrariato.
Spock sbatté le palpebre un paio di volte. “Sono assolutamente certo della correttezza della mia risposta, dottore.”
“Beh, fai male ad esserlo.”
“Non c’è altra soluzione logica al suo enigma” insistette Spock guardandolo intensamente.
“Sì che c’è” esclamò allegramente McCoy.
Spock sollevò il sopracciglio destro e squadrò il medico con aria interrogativa.
“Gli occhi dell’autista sono azzurri.”
Con espressione scettica, Spock sollevò anche l’altro sopracciglio. “Azzurri?”
“Con pagliuzze dorate” puntualizzò il medico annuendo.
“Fino a prova contraria i miei occhi non sono affatto azzurri con pagliuzze dorate.”
“Lo so bene” riconobbe McCoy mentre il suo sorriso si allargava. “Ma quella mattina ti eri messo le lenti a contatto.”
“Ehi, aspetta un attimo…” esclamò Scott infuriato. “Non vale!”
Le sopracciglia di Spock schizzarono ancora più in alto, eclissandosi letteralmente dietro la sua folta frangia scura. “Questo è altamente illogico. Nella presentazione della questione lei non ha fatto alcun cenno ad eventuali strumenti artificiali che avrebbero potuto modificare il colore dei miei occhi. Il suo comportamento è stato a dir poco scorretto.”
“È proprio qui che ti sbagli, Spock” puntualizzò McCoy. “All’inizio dell’indovinello ti ho detto che ci trovavamo in una realtà parallela in cui non bisognava dare nulla per scontato… cosa che tu invece hai fatto, presupponendo che i tuoi occhi sarebbero stati neri come sempre. Io ti avevo avvertito per tempo, sei tu che non hai colto il mio indizio.”
Il vulcaniano aprì la bocca per ribattere ma la richiuse quasi subito, meditabondo. Scott, ammutolito, lo guardò con sconcerto crescente.
“La sua logica è malata, dottore.”
“Sana o malata che sia, sempre logica rimane. Ho vinto io.”
“NO!” gridò allora l’ingegnere disperato. “C’è stato un malinteso! I-Il signor Spock non ha sbagliato, ha solo tralasciato… parte dell’indovinello…!”
McCoy si alzò con un sorriso sornione e fece cenno allo scozzese di precederlo fuori dalla sala ricreativa.
Scott sorrise debolmente. “Ah… che ne direste di fare un’altra prova?”
“Hai perso, Scotty” affermò il medico in tono duro. “Adesso voglio quello che mi spetta.”
Mortificato, l’ingegnere si alzò a malincuore e uscì a capo chino dalla grande stanza affollata. Prima di andarsene a sua volta, McCoy si voltò sogghignando. Ammiccando in direzione di Spock, puntò contro di lui entrambe le mani a mo’ di pistola. “Colpito e affondato, caro il mio Green-goblin!”
Senza una parola, il vulcaniano si limitò a rivolgergli un’occhiata seccata.
Una volta uscito in corridoio, McCoy si affrettò a raggiungere Scott, che lo stava precedendo strascicando leggermente i piedi sul pavimento. “Suvvia, Scotty, non fare così…”
L’ingegnere rivolse all’amico uno sguardo sconsolato da cucciolo sull’orlo delle lacrime. “Quando prima hai detto ‘la tua riserva di scotch’ non intendevi riferirti a tutte le mie bottiglie, vero…?”
McCoy scoppiò a ridere. “Non che abbia molta importanza. Tanto ce le scoleremo tutte insieme come sempre, giusto?”
Scott lo guardò confuso. “Ma allora perché hai voluto… ah!” esclamò mentre i suoi occhi si illuminavano di comprensione. “Non dirmi che è stata tutta una messinscena per prendere in giro il signor Spock!”
“Quel Gremlins troppo cresciuto aveva bisogno di una lezione” si giustificò McCoy facendo spallucce.
Questa volta fu Scott a scoppiare a ridere. “Sei davvero diabolico, sai?”
“Già, me l’hanno detto” buttò lì McCoy rimirandosi le unghie con una finta aria da snob. “Io non sarò in servizio fino a domani mattina sul tardi. Che ne dici di aiutarmi a riscuotere la mia vincita?”
Scott sogghignò. “Sarà un vero piacere, dottore.”    




L'indovinello iniziale è tratto da un numero non bene identificato di Focus uscito quest'estate ^^ Il secondo, invece, me l'ha posto come sempre uno dei miei cari e adorati cuginetti... e ammetto con somma vergogna di esserci caduta in pieno per l'ennesima volta =_=" Cavoli, non so proprio il perché, ma sono un vero disastro con gli indovinelli! (tanto da aver rischiato seriamente di cannare la risposta al gioco di parole "Di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?"... e non sto scherzando!! O____O" Fate un po' voi... XD)



Voglio ringraziare tanticcimiccimo Flan, Rei, MkBDiapason, data81, Fata, Xenophilia, Nemeryal, Thiliol e Arin per i loro fentastici commenti a "Halloween Party"!!! THANX!! *3*
   
 
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