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Autore: itsjones_    07/11/2010    3 recensioni
C’era il tempo di domandarsi perché, perché la vita era fatta anche da quei momenti, momenti che ti lasciavano un segno, anzi, una ferita nel cuore, una ferita che si cicatrizzava e rimaneva lì, senza mai andarsene, ti buttava giù al solo pensiero, ti distruggeva in tutti i sensi, ma c’era la voglia di andare avanti anche se quella ferita continuava a riaprirsi ogni volta,ogni maledetta volta.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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it's time to say goodbye.








La mattina profumava di granturco e di pane appena sfornato, c’era sempre un odore fresco nell’aria dei giorni passati insieme. C’era la voglia di non arrendersi mai, e c’era il tempo per sognare, il tempo per divertirsi, ma anche il tempo di dire addio. Quel tempo che non si sarebbe mai voluto raggiungere.
Avremmo voluto non farlo finire mai.
«Ace! Luffy!» gridò Sabo da lontano, alzando le mani al cielo
I due bambini lo raggiunsero a passo veloce
«Sabo,ti sei svegliato prima del solito!» ridacchiò Ace arricciando il naso
Il biondo portò le mani dietro la testa e annuì «dovevo fare alcune cose, venite»
I due lo seguirono incuriositi nella foresta
«oh--wow! Si mangia!» ruggì Luffy affamato come suo solito
«benfatto!» fece invece Ace strabuzzando gli occhi
C’era la voglia di rimanere insieme per sempre, quella voglia che ti distruggeva il cuore, perché sapevi, sapevi che prima o poi sarebbe finita.
Sabo si mise al centro del modesto tavolino apparecchiato al centro della radura e prendendo un bicchiere dimostrò tutto il suo entusiasmo: «oh, sono felice che vi piaccia, però ragazzi, io direi di brindare!»
Gli altri due si guardarono e poi si avvicinarono al banchetto
«brindare per cosa?» rise il piccolo Luffy
«mi sembra ovvio, alla nostra Amicizia!» fece Ace dando una pacca sulla testa del fratello minore
Sabo annuì entusiasta che l’amico avesse capito.
C’era l’imbarazzo, l’imbarazzo di avere persone con cui confidarti e l’imbarazzo di dire ‘sono importanti per me’ e ti vergognavi ogni volta che aprendo gli occhi al mattino sorridendo pensavi che c’erano loro, loro fuori ad aspettarti.
«promettetemelo, promettete che rimarremo insieme per sempre» esclamò Luffy a quel punto
Il fratello alzò dunque il bicchiere colmo di limonata «è ovvio Luffy, noi tre siamo..» si sentì mancare le parole, quella parola che avrebbe voluto dire, ma si sentiva troppo forte per dirla..
«..fratelli» finì Sabo seguendo il gesto dell’amico
C’era quella promessa, fatta da bambini, c’era l’essersi detti di non abbandonarsi mai, e c’era il volersi bene come fratelli.
«davvero? Fratelli?» fece Luffy quasi incredulo, ma felice come una pasqua
Poi anche lui alzò in alto il bicchiere e brindarono entusiasti
«e da questo giorno, noi siamo fratelli!» gridarono insieme, accompagnati dal leggero vento che tirava quella mattina autunnale.
C’era ogni giorno, ogni giorno dopo quello che diventava sempre piu bello. Ma c’era anche il dovere, il dovere di rispettare i proprio impegni. C’era il dover dire addio alle esplorazioni a caccia di tesori di Sabo, alle storie dell’orrore a notte fonda di Ace e alle pazzie del piccolo Luffy, e a tutte le altre cose fatte insieme.
«devo andare.» disse infine
Luffy già piangeva, già le sue lacrime avevano bagnato i suoi abiti sporchi di fango
«Sabo.. Non sei costretto!» ringhiò Ace irritato da una partenza così inaspettata
«invece sì, se non seguo gli ordini di mio padre, voi morirete, vi ucciderà» disse freddo, infondo, non l’avrebbe voluto.
«no! Sabo,no!» urlò Luffy continuando a versare lacrime
Il fratello maggiore gli prese la mano tremante e la strinse, doveva capire.
«mi dispiace» li abbracciò, cercò di trattenere il respiro prima di cadere anche lui nella morsa sfuggente di un pianto liberatorio
«addio» fece infine, allontandosi sulla sua barca.
Il loro patto non c’era piu? Erano cresciuti, ma quel patto, quella promessa, che fine aveva fatto?
«non dimenticare! Non dimenticare mai!» urlò Ace immerso nel dolore.
L’amico si allontanava, portando con se, ogni ricordo, ogni sogno, che non sarebbe mai stato infranto.
C’era il tempo di domandarsi perché, perché la vita era fatta anche da quei momenti, momenti che ti lasciavano un segno, anzi, una ferita nel cuore, una ferita che si cicatrizzava e rimaneva lì, senza mai andarsene, ti buttava giù al solo pensiero, ti distruggeva in tutti i sensi, ma c’era la voglia di andare avanti anche se quella ferita continuava a riaprirsi ogni volta,ogni maledetta volta.
«no! Non l‘accetto Ace! Non di nuovo, dal mio fratellone, no!» grugnò Luffy con voce piena di rancore
«non me ne sto andando, questo non è un addio!» rispose il maggiore facendo entrare la piccola imbarcazione nell’acqua nel gelido mare
Luffy scosse il capo furioso «NO! Ace! Partiremo insieme, fra tre anni, quando anche io ne avrò diciassette, quando sarò abbastanza grande per poter essere un pirata!»
Ace sbuffò «quando tu ne avrai diciassette, tra tre anni, io ne avrò venti, no, devo partire subito» 
Il minore cercò di trattenersi, ma per queste cose era troppo sensibile.
«ci rivedremo, Ace?» chiese soltanto
Il riccio annuì sorridente «ovviamente»
C’era il tempo per fare tutto, il tempo di essere liberi, il tempo per non avere ostacoli, il tempo per avere un traguardo da superare. Il tempo di crescere.
Quel tempo non era finito, era lì, fermo, che aspettava, il tempo per ogni pirata di partire, salpare per mari sconosciuti e avventurarsi in terre desolate.
 
C’era il tempo di Sabo.
C’era il tempo di Ace.
E c’era il tempo di Luffy.
C’era il tempo di dirsi addio,c’era il tempo di ritrovarsi e stare insieme.
Ovunque ci si trovasse.
 
«ve lo prometto,un giorno,quando sarò diventato re dei pirati e avrò trovato il One Piece, avrò vissuto la mia vita e sarò diventato vecchio, arriverò, ci rivedremo e brinderemo di nuovo come un tempo. Fratelli.»








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Ho fatto questa ficci,in onore dei miei tre pirati preferiti, dei tre piccoli sognatori che speravano di salpare insieme e di condividere tutte le loro emozioni. sfortunatamente due dei tre piccoli sognatori hanno lasciato la mare per dirigersi in cielo, e il terzo piccolo sognatore, continua a sognare, continua a sperare che un giorno riuscirà a rivederli. mi commuovo sempre a parlare di loro tre. li adoro. e spero che Oda continui ad onorarli con i suoi meravigliosi disegni :) grazie per aver letto.
SUSY.
  
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