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Autore: The_Makers_Dream    07/11/2010    3 recensioni
"Oggi è il sessantatreesimo giorno che sono chiuso tutto solo in questa gabbia.
Ho anche dimenticato cosa voglia dire voler bene."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' il sessantatreesimo giorno che sono chiuso tutto solo in questa gabbia.

Voglio mangiare e mi portano due pezzi di pane.

Voglio bere e ho l'acqua sempre con me.

Queste non sono cose brutte ma le due cose più importanti che vorrei non posso averle : qualcuno che mi voglia bene e la mia mamma.

Il mio primo e ultimo ricordo che ho di mia madre è la vista di un cane come me in mezzo ad una strada,sdraiata con gli occhi chiusi,come se stesse dormendo,immersa in una pozza rossa.

Solo ora ho capito che quello era sangue e che mia madre non dormiva : era morta.

Ma la cosa più brutta fu che io non lo capii e che cominciai a dire - che gioco stai facendo mamma? Dimmelo così gioco anche io. - E da questo ricordo deduco che mia madre giocasse spesso con me.

Di mio padre non ho nemmeno un briciolo di ricordo.

Ovviamente appena qualcuno mi si avvicinò io ringhiai.

Non volevo che mi portassero via dalla mia mamma.

Ma ero appena un cucciolo,e anche volendo non sarei mai riuscito a farmi rispettare.

Così mi portarono in una casa piccola senza nemmeno un angolo di giardino.

Ma nonostante questo con me c'erano due anziani che mi volevano bene.

E di qualunque cosa avessi bisogno loro me la davano.

Con loro ero di nuovo felice.

Per me La Signora era come una seconda mamma.

Ma lei era molto vecchia così un mese dopo morì.

Erano tutti molto tristi ma Il Signore mi rendeva felice quasi come la signora e io volevo molto bene anche a lui.

Ma poco tempo dopo morì anche Il Signore..insomma venne ucciso.

Cercai di proteggerlo ma venni preso da un uomo con il viso coperto che mi tirò tante bastonate fino a farmi svenire.

Ero sempre un cucciolo e non potevo fare molto.

Quando mi risvegliai mi ritrovai sdraiato vicino al Signore,lui morto e io dolorante.

Finalmente il giorno dopo della gente ci trovò.

Una persona portò me dal veterinario e tre persone Il Signore dal dottore.

Se avessi avuto un po' più di forza avrei opposto resistenza per seguire L'Uomo che mi aveva reso felice.

Ma mi faceva male dappertutto e non riuscii a muovermi.

Arrivato dal veterinario mi curarono e la settimana dopo ero già pronto per ripartire.

Dopo aver passato altre due settimane in clinica una famiglia formata da un uomo,una donna e due bambini mi adottò.

I primi cinque giorni li passai beato fra le coccole di questa gente.

Ma il sesto giorno successe una cosa che segnò la mia esistenza.

Uno dei due bambini prese un bastone,lo alzò e si diresse verso di me,per giocare ovviamente.

Ma io in quell'attimo ebbi il flashback dell'uomo che aveva ucciso Il Signore e che mi aveva bastonato.

Venni accecato dalla rabbia emisi un ringhio e mostrai i denti.

Il bambino urlò terrorizzato.

I genitori accorsero subito e mi buttarono fuori di casa.

Non capivo perchè avessi ringhiato al bimbo,volevo solo tornare indietro e chiedere scusa.

Ma ero in mezzo ad una strada e non sapevo cosa fare.

Così poco dopo mi sdraiai in un angolo e rimasi lì per due giorni pensando solo che volevo una delle mie due mamme : la mia mamma biologica o La Signora.

Ma erano tutte e due morte.

E rimasi lì solo.

Poco dopo arrivò il nemico di tutti i cani : L'accalappiacani.

Ma ero troppo debole per scappare.

Però nonostante non fossi in forze quando sollevò il bastone per farmi alzare,riebbi il flashback,scattai in piedi e cominciai a ringhiare.

Quando vidi che mi si avvicinava cominciai a tirare morsi e nonostante gli dessi a caso penso di avergli morso anche una mano.

A questo punto ricordo solo che ebbi un forte dolore al collo e tutto si fece buio.

Non appena mi sono svegliato mi sono ritrovato nella Gabbia.

Poco dopo mi accorsi che davanti a me c'erano altre gabbie,con altri cani,davanti alle quali molte persone giravano intorno e ridevano.

Ma quando qualcuno si avvicinava alla mia gabbia l'uomo che mi aveva preso urlava - NON AVVICINATEVI,E' PERICOLOSO,GUARDATE COSA HA FATTO ALLA MIA MANO!- E mostrava la mano fasciata.

Io invece dicevo - AVEVO PAURA,IO NON VI FARO' DEL MALE!- Ma ovviamente la gente non mi capiva e non mi capisce tutt'ora,perchè mi esce solo un forte abbaiare e a loro viene paura.

Oggi è il sessantatreesimo giorno che sono chiuso tutto solo in questa gabbia.

Ho anche dimenticato cosa voglia dire voler bene.

Io non sento di volerne a nessuno.

Ma in questo momento una ragazza si sta avvicinando a me.
Le urlano la solita frase.

Ma lei continua ad avanzare.

A questo punto mi alzo e lei si avvicina al mio muso con il suo viso e sento che non ha paura.

Così a bassa voce dice - So che avevi solo paura povero cagnolino.

Stai tranquillo,ti porterò via di qui.

La nonna diceva che eri un cane stupendo.- Io la guardo dritta negli e capisco.

La nipote della Signora,lo leggo nei suoi occhi.

Ha la stessa scintilla di vitalità che aveva lei.

Così dopo aver fatto aprire la gabbia mi prende in collo.

E io sento dentro di me un calore,molto piacevole,ed è quel calore che aveva sentito solo a contatto con la signora.

Ma che cos'è?

La Ragazza Salvatrice mi stringe ancora più a lei.

Ora ho capito.

Le voglio bene.

  
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