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Autore: Ellens    09/11/2010    4 recensioni
- Tu. Mi hai sporcata. Sei entrato con quel cazzo di pennarello rosso e mi hai sporcata-
- Io non ho pennarelli-
- No! Cioè, sì. Cioè, forse. Sentimi bene. Io credevo che sarei rimasta immune da tutti, da te, dalla specie maschile, okay? Credevo che il mio cuore sarebbe rimasto bianco abbastanza a lungo, no? E tu mi hai sconvolto i piani-
Continuava a non capire.
Potevo scegliermelo più vispo, però.
- Derek, tu hai fatto un cazzo di puntino rosso nel mio cuore-
Okay, non attaccava.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio cuore era bianco

Il mio cuore è rosso e bianco

 

 

 

 

 

Il mio cuore era bianco.

Bianco come un foglio di carta immacolato.

Bianco come le nuvole nel cielo, agli inizi di settembre.

Bianco come sempre, oserei.

Cioè che differiva dal solito "sempre", era quel puntino.

Uno proprio piccolo, effettivamente, piccolo e rosso.

Come il sangue, che avrebbe dovuto essere pompato ogni millesimo di secondo nel mio corpo, ma che sembrava lasciare il mio cuore candido.

Sempre.

O meglio, sempre, fin'ora.

Il mio cuore era bianco e rosso, quindi.

Tanto bianco, davvero tanto.

Ma anche rosso.

La domanda che quindi danzava in quel mare fastidiosamente incolore, era "Perchè?"

O meglio, quando?

O meglio ancora, tu?

No, perchè mi pareva una cosa alquanto improbabile.

Difficile.

Fastidiosa.

Perchè tu sei...tu.

Ed io sono io. E non esistono le storie dei film, in cui Hilary Duff si fidanza a destra e a manca, no.

Non c'è nessun noi, non c'è nessun insieme, né, tantomeno, nessun per sempre.

Suvvia, quella parola non esiste.

La mettono nelle favole per far smettere di frignare i mocciosetti.

Comunque fosse, il mio cuore era bianco. E rosso.

E la colpa, oggettivamente, era tua.

Sì, direi proprio di sì.

Ora, caro, ti dovevi prendere le tue responsabilità.

Perchè avresti dovuto seriamente, santo cielo.

Eri entrato nella mia vita da solo, come nessuno aveva mai fatto, ti eri infiltrato tra i miei pensieri con quel sorriso prepotente che mi faceva sciogliere le gambe, e ti eri appollaiato amabilmente al mio interno.

Il che non era affatto giusto. No.

Perchè eri armato, tu. E io no.

Io non avevo difese, non avevo scuse, non avevo niente a mio favore.

E tu, invece, avevi uno stupido pennarello rosso.

Che, oddio, a meno che non fosse stato un pacco bomba, sarebbe stato innocuo.

Ma quel santo pennarello rosso lo avevi posato sul mio cuore; ci avevi fatto un dannatissimo puntino sopra. Indelebile, come il vino.

E io con le lavatrici ero negata, figuriamoci a smacchiarmi il cuore.

Okay, mi sentivo vagamente scema.

Quando, poi?

Il giorno prima?

Il giorno stesso?

O nel momento preciso in cui ti presentasti?

Quando?

 

Si doveva agire, dunque.

E' così che si faceva in 'ste situazioni, no?

Sì, è così, perchè lo dico io.

Il mio cuore era bianco e rosso, e lui lo aveva macchiato.

Quindi, stava a lui macchiarlo definitivamente, oppure tagliare quel dannatissimo pezzetto rosso.

Il che era difficile, essendo questo nel centro del cuore.

Oddio, stavo delirando.

Presi la borsa con il libro di matematica che pesava amabilmente sulla mia spalla, e mi addentrai nella tana del lupo.

Nel corridoio, intendo.

Lo intravidi, in un angolo, a chiacchierare con Jasmine.

Il che non mi dava fastidio, no.

Solo, quel cazzo di puntino bianco pungeva fastidiosamente.

Ma non era un problema.

No.

Dieci passi, quattro passi, tre.

Voltò lo sguardo, e incontrò i miei occhi.

Marroni.

No, cielo, io volevo gli occhi azzurri, giusto per fare più scena.

- Scarlett-

- Non. Parlare- sussurrai.

No, non era un buon inizio. No.

Forza Scarlett, dov'era finito il leone che era in te?

- O-Okay-

- Mi... Mi dai dieci minuti?-

- Certo-

- Nel bagno?-

Mi guardò riluttante, poi annuì.

Sì, per una dichiarazione, il bagno era il luogo giusto.

Puzza di cacca e pipì.

Evviva, la relazione sembrava terminare senza essere nata.

Nella merda, oltretutto.

Quando entrammo in quello del seminterrato, in cui non c'era mai anima viva, posai la borsa sul pavimento.

- Dimmi-

- Ciao-

Mi guardò male. Cristo, potevo mai iniziare con ciao?

- Ciao..?-

- Okay, andiamo al dunque. Sì. Bene. Ehm. A me piace il bianco-

- Va bene-

- No, fammi finire. A me piace il bianco. Il bianco puro, senza macchia. Non mi piacciono le macchie; tu mi hai sporcata-

- Io...cosa?-

Okay, Scarlett, l'inizio era una merda, ma potevi migliorare.

- Tu. Mi hai sporcata. Sei entrato con quel cazzo di pennarello rosso e mi hai sporcata-

- Io non ho pennarelli-

- No! Cioè, sì. Cioè, forse. Sentimi bene. Io credevo che sarei rimasta immune da tutti, da te, dalla specie maschile, okay? Credevo che il mio cuore sarebbe rimasto bianco abbastanza a lungo, no? E tu mi hai sconvolto i piani-

Continuava a non capire.

Potevo scegliermelo più vispo, però.

- Derek, tu hai fatto un cazzo di puntino rosso nel mio cuore-

Okay, non attaccava.

- Derek, io ho un neurone, mettiamola così. Uno solo, va bene? Ecco, tu mi sei entrato in testa e.. e.. il neurone non è più quello di un tempo, capisci? Me lo hai scombussolato. Quindi, sinceramente, o tutto scemo, o mezzo scemo e mezzo normale, no?-

- Sì?-

Non era convinto.

- Io opto tutto scemo-

- E perchè non tutto normale-

Ehi, era una mia impressione o mi aveva rifiutata?

Il mio primo amore.

Il mio primo rifiuto.

Bella merda, come quella dei cessi.

- Ah-

Lui non rispose.

Bene.

Davvero, davvero, bene.

- Senti...-

No.

Il senti no, cazzo.

Lui mi aveva fatto quel dannatissimo puntino rosso, e ora osava anche dirmi senti?

- No. E' tutto okay-

- No, non lo è. Senti, te lo dico davvero, tu sei perfetta ma...-

- No. Non sono perfetta. Fa niente, davvero-

Indietreggiai di passi sufficienti per scomparire dalla sua vista, poi me ne andai nel parcheggio vuoto, giusto per una lacrimuccia.

Una sola.

 

 

 

 

 

 

 

Cappuccio sulla testa, la migliore medicina.

Mi nascosi tra i corridoi, pregando Iddio di non incontrare Derek.

Quando, finalmente, trovai l'aula di algebra, la lezione era già iniziata.

Mi sedetti al banco, senza neanche far caso a Rose che si muoveva preoccupata sulla sedia: non aveva capito le disequazioni.

- Sono nella merda- disse, infine.

- Anche tu?-

- Fino al collo-

- Benvenuta nel club-

- Me le spieghi?-

- Forse-

- Che razza di amica sei?-

- La migliore-

- Ma taci-

- Anche io ti amo-

Toc-toc alla porta.

Un secondo dopo Derek era in classe, tutto sorridente.

Che cazzo sorrideva, poi?

- Professore, può uscire Sunders?-

Ops.

Ero io?

- Sei tu?- mi sgomitò Rose.

- Non lo so-

- Certo che sei tu, deficiente-

- Sì, ma veloci- asserì l'uomo.

Io amavo matematica, amavo lui e amavo Derek

Ma ancora per poco.

Quando ci trovammo fuori dall'aula, lui mi guardò.

Io lo guardai.

Non era una roba sdolcinata, era solo che non sapeva che dire.

Io men che meno.

- Se... se ieri non te ne fossi andata, forse ora non sarei qui-

- Non c'è bisogno-

- Certo, invece. Tu sei perfetta,Scarlett, ma fai discorsi troppo contorti-

Oddio era scemo.

- Ma ero stata chiara-

Lui mi attirò a sé di colpo, baciandomi.

Ops.

- Questo- disse, quando le sue labbra furono abbastanza lontane dalle mie- questo è essere chiari-

E mi baciò di nuovo.

Altro che puntino rosso, gente; ero totalmente, perfettamente immersa nel fuoco.

Rosso come il sangue.

Rosso come un puntino.

Sublime come infinite palle vermiglie, però.

 

 

 

Non so cosa sia, gente.

Spero vi piaccia :D

Caramella

   
 
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