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Autore: manubibi    10/11/2010    8 recensioni
Una storia vissuta insieme, raccontata a piccoli frammenti. Il destino li unisce, ma può anche dividerli. "Raccolta" di flashfic riguardanti una vicenda RDJude di un universo parallelo. [Comprende anche appendice con versione alternativa dell'ultimo capitolo]
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ALTERNATIVE ENDING: DON'T STOP BELIEVING


 

 

Jude è morto.

Se n'è andato, non lo vedrai più.

Non vedrai più i suoi occhi, non lo guarderai più dormire, non toccherai più il suo corpo.

Il destino ti ha fottuto.

 

 

Si svegliò di soprassalto alle tre di mattina, sudato e con le lacrime agli occhi, il cuore che batteva a mille. Quella mattina avrebbero portato il suo Jude in sala operatoria. "Per un ultimo tentativo" avevano detto. L'assicurazione permetteva un altro intervento oltre alle due biopsie che erano già state effettuate e questa volta era stato chiamato il miglior neurochirurgo d'Europa, dicevano. 

Si stropicciò gli occhi, con il cuore che batteva a mille.

I rischi erano alti, l'intervento era delicato e gli avevano già detto di aspettarsi il peggio; lui l'aveva fatto. Ma il dubbio ti porta a pensare sia il positivo che il negativo, non sapere è la tortura peggiore, più del sapere per certo che andrà male, perché potrebbe anche andare bene...

I giorni precedenti, per strada, tornando dall'ospedale, aveva visto di sfuggita una chiesa.

Robert non aveva mai pregato in vita sua, ma quel giorno aveva deciso di farlo. Era entrato ed aveva subito sentito una strana forma di conforto e pace, qualcosa che fuori non si poteva trovare. Si era seduto e aveva guardato l'altare...Ti conviene farlo guarire, figlio di puttana. Ti conviene, o te la vedrai con me. Non era esattamente una preghiera, in effetti. Ma erano le uniche parole che sentiva. E il Tizio doveva sapere che dietro quella sfida presuntuosa da formichina che si solleva contro il piede umano c'era una supplica.

"Io me ne vado, voi restate". Quelle parole l'avevano tormentato i giorni successivi: appena pensava a come sarebbe stato se Jude fosse morto, si sentiva annullare.

No. Non poteva succedere. Il Destino li aveva messi insieme da piccoli, li aveva fatti ritrovare da adolescenti, aveva concertato le loro vite in modo che potessero stare insieme tutti quegli anni senza problemi - possibili moglie, fidanzate, figli, impegni lavorativi.

Li aveva presi in giro tutto il tempo? Sperava di no.

 

Ormai il permesso dal lavoro aveva sfiorato i limiti, quella mattina sarebbe dovuto andarci per forza e Jude l'aveva chiamato la sera prima obbligandolo ad andarci.

Avrebbe saputo tutto la sera.

Chiaramente non riuscì a dare nemmeno il minimo indispensabile ed il suo capo gli disse a chiare lettere che lui era completamente inutile, con aria bonaria, e che andasse pure in ospedale.

Guidò con impazienza e bruciò un paio di semafori ma arrivò sano e salvo in corsia. 

Il suo cuore mancò un battito quando la capo-reparto, Lucy, lo riconobbe e sorrise solare.

Rimase impietrito dalla sorpresa e tutto il suo corpo si bloccò.

Che...?

Fece per entrare, ma Lucy coi suoi occhi verdi riuscì, non sapeva come, a fermarlo.

-Fermo, Robert. Lui sta bene.

Il suo cuore si fermò per dei lunghi istanti, sentì tutto il corridoio girare e dovette appoggiarsi al muro.

-Cosa...?- mormorò al massimo della confusione.

-Sta bene, Rob. Tranquillo. Ma adesso non può entrare nessuno, è appena uscito dalla sala operatoria...E comunque non è qui.

Alzò gli occhi, improvvisamente spossato.

-Dove...?

-In terapia intensiva.

Robert ansimò. Non pensava più a niente, fu assalito dal terrore che fosse tutto falso, un sogno. Scivolò lungo il muro e Lucy dovette chiamare un collega per aiutarlo a sedersi in attesa.

-Robert, sarebbe meglio se tornassi a casa. Resterà lì tutta la notte, per ora non c'è niente da fare- disse lei, azzardandosi ad accarezzargli i capelli.

Ormai lì dentro gli si erano affezionati tutti.

-...Sorridi! Va tutto bene!- esclamò poi lei, sorridendo di nuovo. Robert la guardò come fosse un alieno, ancora completamente fuori di sé.

-Va...Va bene- soffiò, posandosi una mano sul cuore che, sorprendentemente, galoppava. -Non...Posso nemmeno guardarlo da fuori? Perché...Potrei fare un infarto in questo momento.

Lucy ridacchiò intenerita.

-Lo ami davvero...- disse, un pò malinconica.

Robert annuì. -Se...Se morisse, io...- cominciò, ma dovette interrompersi. Qualche giorno prima sarebbe riuscito a finire la frase, ma in quel momento si sentiva troppo sottosopra per pensarci.

-Devi aver sofferto tanto...- pigolò lei, guardandolo con tenerezza e simpatia.

La guardò e con un solo sguardo cercò di esprimere la risposta senza parole, lei allargò gli occhi e si commosse.

-Però vedi, è andato tutto bene, no? Davvero, Robert...Torna a casa. 

-Qando...Quando potrà tornare anche lui?- mormorò, dopo qualche secondo.

-Oh, non presto. Almeno due settimane- disse lei, in tono improvvisamente distaccato.

La guardò e finalmente annuì.

Quella sera riuscì a dormire e dormì per tutto il giorno successivo, svegliandosi solo per cenare.

Spossato, riuscì anche a lavorare, con il solo pensiero di Jude vivo che lo spingeva ad agire.

Poi la sera si diresse in ospedale, di nuovo. Quasi si mise a correre e fermò un'altra infermiera, chiedendo a frasi spezzate dove lui fosse.

Lei lo guardò ed incrociò lo sguardo di Lucy che passava ed annuì.

Aveva paura di entrare, improvvisamente. Ma mise piede nella stanza e guardò.

Jude era sdraiato, la schiena appena alzata, un tubetto di plastica nel braccio collegato ad una fisiologica; un altro tubo un pò più grande che usciva dal cranio e drenava il sangue in un altro contenitore appoggiato al letto; una macchina che monitorava il battito cardiaco. Ma soprattutto, gli occhi aperti e vigili.

Si fermò sulla soglia, sentendo i suoi riempirsi di lacrime.

Non dissero nulla, Robert si limitò ad avvicinarsi di qualche passo, ma subito sentì qualcosa trillare. Jude impallidì e lo fissò, con gli occhi sgranati, come se si sentisse male. Quasi subito un infermiere entrò nella stanza e con qualche parola lo costrinse di nuovo fuori chiudendo la porta dietro di sé.

Robert cadde nel panico e si chiese cos'era successo, ma lo venne a sapere solo dieci minuti dopo, quando l'infermiere uscì e lo guardò severo.

-La tachicardia è aumentata di colpo quando lei è entrato. Non so perché, ma comunque è meglio che lei resti fuori, oggi.

Robert lo fissò. Si sentì trafiggere al pensiero che Jude si era emozionato tanto da sentirsi male. Forse era meglio rimanere ancora un giorno lontano, si disse. Improvvisamente si sentì più disposto a farlo.

Sentì però la sua voce da dentro la stanza, flebile ma decisa.

-Ro...bert...

Non sapeva cosa fare. Si guardò intorno col cuore in gola.

-Rob...- supplicò di nuovo la voce dall'interno.

Si morse il labbro e sospirò. Non voleva farlo stare male di nuovo, ma alla fine si costrinse ad entrare. 

Jude lo guardò ed emise un lungo respiro per calmarsi, continuando a fissarlo, gli occhi che brillavano.

Robert rimase immobile un paio di secondi, poi si avvicinò al letto con espressione seria, come se temesse che Jude potesse ancora morire da un momento all'altro. Jude seguì tutta l'operazione, raddrizzandosi sul letto.

Robert si sedette e non parlò. Poi guardò in basso e si coprì il viso, cercando di trattenere le lacrime e sospirando ancora, cercava di controllarsi. Era troppo, tutto in un colpo.

Jude lo guardò malinconico, poi maldestramente si allungò verso di lui, toccandogli un braccio.

Robert scoprì il viso bagnato ed affondò nei suoi occhi. Erano aperti, erano vivi.

-Jude...- mormorò impaurito.

Temeva ancora che fosse tutto irreale, un inganno. Fino a due giorni prima pensava che fosse tutto finito...

-Sono qui.

Lo fissò e finalmente decise che era tutto vero, che poteva abbandonarsi. Scattò in piedi e si chinò su di lui, premendo le labbra sulle sue, pur con prudenza, sentendole muoversi ed aprirsi docilmente; con una mano accarezzò la sua guancia, sospirando sulla sua bocca e cercando di trasmettergli tutta la gioia che pian piano stava cominciando a provare da sotto lo strato di incredulità. Il sapore era orribile, ma quel bacio era il più intenso di tutta la sua vita e si sentì girare la testa, i pensieri annullati.

Jude semplicemente iniziò a piangere, singhiozzando istericamente mentre ancora le loro bocche erano unite. Robert sentì il cuore gonfiarsi e quasi scoppiare, staccando le labbra dalle sue. Sentì un moto di tenerezza nel petto mentre continuava ad accarezzargli le guance, entrambe, mentre lo osservava piangere, perché d'ora in poi non avrebbe voluto più perdersi niente, neanche i momenti imbarazzanti.

Jude non si preoccupò nemmeno di coprirsi il viso ma lo guardava negli occhi mentre piangeva come un bambino. Robert si limitò a stringergli la mano libera dalla flebo, troppo impacciato dalla presenza del drenaggio e di tutti quei fili.

Ci mise venti minuti buoni a calmarsi, ma finalmente Jude smise di singhiozzare e sospirò di nuovo, gli occhi ancora lucidi.

Poi sorrise. 

Il cuore di Robert fece un balzo quasi doloroso mentre le sue labbra si distendevano a loro volta senza che lui ne sapesse niente.

-Ciao- disse semplicemente.

Jude rise debolmente.

-E' il massimo che riesci a tirare fuori? "Ciao"? Diavolo...

Robert sorrise ancora.

-Non mi prendere in giro, ho rischiato di svenire troppe volte in questi giorni per tirare fuori qualcosa di meglio- ribatté. -E comunque non mi rubare le battute, questa è la mia attitudine!

Jude alzò una mano per portarla al suo viso e Robert la prese, tenendola lì. Non era più fredda come prima.

-Beh...Adesso siamo qui.

Lo guardò ed annuì, baciando il palmo della mano, lentamente e col prudenza, come se anche quella fosse fragile come un vaso di porcellana.

Jude lo osservò sempre più intenerito.

-Dov'è finito il tuo orgoglio, Rob?

Lo guardò quasi con aria di sfida.

-Lascia che mi riprenda, appena i neuroni funzioneranno di nuovo vedrai che tornerà anche lui.

Jude rise debolmente eppure Robert si sentì bene. Se avesse avuto una coda avrebbe scodinzolato.

Rimasero qualche minuto a guardarsi negli occhi, Robert che non osava toccargli nemmeno la fronte o guardare il tubo un pò più grande di una flebo che trasportava liquido rosso vivo.

-Ho avuto paura- sussurrò Jude, sentendo quasi gli occhi inumidirsi di nuovo. Robert assunse un'aria lievemente triste e gli accarezzò la guancia col dorso della mano; Jude socchiuse gli occhi come un gatto.

-Anch'io.- affermò, sospirando brevemente poco dopo. -Ho avuto paura di...venire in ospedale e non trovarti più. Avevo paura di non poterti neanche sal-

Si interruppe prima che la voce gli si incrinasse ed abbassò lo sguardo.

Jude sorrise appena con aria triste e gli toccò confusamente i capelli.

-Non potevo lasciarti solo dopo tutta una vita, no?

Robert alzò lo sguardo e lo fissò nel suo: non gli pareva vero che avrebbe ancora potuto guardarlo negli occhi.

-No. Non te l'avrei mai perdonato. E nemmeno a lui- aggiunse, indicando in alto.

Jude ridacchiò con voce flebile, poi sospirò.

-Ho...Mi sento stanco, sai...- disse.

Robert dichiarò che sarebbe rimasto lì a vegliare su di lui e Jude si addormentò lentamente, assumendo la sua solita aria cristallina.

Più Robert lo guardava più si stupiva di quanto fosse bello e, intimamente, forte. Dopo aver passato una vita a pensare di doverlo proteggere, Jude aveva dimostrato resistenza, forza, vitalità.

Qualcuno gli aveva detto che se pensi di non farcela è più facile che le cose vadano male, anche nelle operazioni chirurgiche.

Jude, evidentemente, aveva creduto di potercela fare.

E Robert, fino all'ultimo, da qualche parte aveva sempre immaginato che le cose sarebbero andate così.

Alla loro età, potevano ancora essere bambini e i bambini hanno sempre ragione.

 

 

[Ed ecco la versione alternativa .-. effettivamente preferisco l'altra, sisi. Però boh, ho pensato di pubblicarla comunque, dato che ultimamente amo il mio fluff XD però non m'è venuto bene e qui non potete contraddirmi ò.ò anche perché preferisco un positivo raggiunto attraverso la sofferenza piuttosto che un lieto fine dove si ottiene la situazione perfetta. Però ci ho provato. Diciamo che volevo scriverlo perché per me è andata così. Più o meno .-. non ero in fin di vita ma sono stata spaventata anch'io all'idea di morire ç_ç perché lo sto scrivendo qui? O_O

Ho anche in mente una one-shot, una scena di sequel per questa fic, basata sul "vero finale" come l'avete battezzato voi :D

E ascoltando In My Dreams rispondo alle vostre recensioni XD 


Ilaria1993: Cavolo! O_O allora sono contenta di non essermi dilungata in pippe psicologiche XD mi spiace :(


Barlowen: Grazie a te per aver colto i temi e per aver capito quello che volevo dire *_____________* io cerco sempre di metterci qualcosa, un pseudo-messaggio, è bello quando qualcuno lo coglie <3


CheNeSo_: Sai, una volta ero specializzata in crack!fic .-. non so perché questa svolta °A° Eccoti il finale allegro! ripeto, non è un gran ché, però ci ho provato XD sarà che ero più convinta in quello precedente...


_Bina90_: Si, l'immagine dei due bambini ce l'avevo in testa già da giorni <3 ho pensato che Rob si riconoscesse in loro per pensare che anche loro sarebbero finiti come lui e Jude <3<3<3 ma quanto sono romantica? Mi faccio schifo LOL Quindi a te la dedica di questo capitolo, anche se hai preferito l'altro spero non ti dispiaccia :(


barbydowney: Ma io ti amo. Scusa, non so che altro dirti *__________* fiera di essere la tua amante *O* anche se vorrei qualcosa di più :'(

LOL, jk xD


SeptemberRain: Per fortuna! A dire il vero cerco sempre di dilungarmi sulla introspezione XD GRAZIE MILLE!!!! *________________*


laurarom89: spero ti sia piaciuto! :D


BlackCobra: Grazie a te *commossa* Sono contenta che il capitolo vi sia piaciuto e che lo consideriate il "vero" finale, questa è un'appendice xD grazie mille davvero!!! *si inquina* 


Grazie donne...alla prossima! ;D *rotola via*]

   
 
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