Neve

- Mi hai sempre detto tutto? -

Akito la guardava serio.
La sua espressione non prometteva nulla di buono.

- Certo! - Sana ne era sicura, quella domanda era solo un punto interrogativo nella testa del suo ragazzo.

Non sentì ribattere e titubante domandò – E tu? -

Hayama abbassò lo sguardo – No. -

Il respiro le si mozzò, e il sorriso che aveva sulle labbra scomparve.

Il pensiero di lei volò a Fuka, l'ex.

Quell'ex che l'aveva sempre spaventata.

Quell'ex che per lui era sempre stata così importante.

Ma il motivo non era quello.
Non era così semplice.
Non lo sarebbe più stato, e presto l'avrebbe capito.

Capitolo 1

Un mese prima

- Ciao, sono Sana... Posso parlare con Akito? -

Una voce distaccata dall'altra parte del telefono sbuffò. Non era ben chiaro il motivo per cui il padre di Hayama da quando si erano trasferiti non era più felice che i due si frequentassero.
Eppure sembrava essere così contento... Prima.

- Ciao Sana!! Come stai? - La voce del giovane invece era raggiante, tutte le volte che si parlavano si sentiva bene. Stavano cercando di portare avanti una storia a distanza, che non era proprio il massimo della semplicità. Da quando la famiglia di lui aveva deciso di trasferirsi dall'altro lato del Giappone per motivi di lavoro vedersi non era più così facile, o scontato.

- Tra tre settimane allora vengo da te... Ho già prenotato il viaggio. Tua madre alla fine che fa, va in vacanza? - Era diventato molto più ciarliero, dopo tutto se non avessero parlato la loro relazione non sarebbe mai esistita.

La signora Kurata andava in vacanza, una piccola settimana alle Maldive per svagarsi un pò. Aveva persino invitato Oliver, dato che la scadenza era ormai passata e lei non dava cenni di terminare il suo prossimo romanzo. Akito sarebbe così andato da Sana e avrebbero potuto passare molto più tempo insieme.

I due attaccarono, e la ragazza sospirò.

Un'altra serata con Aya, Tsu e gli altri.

Una strana malinconia la pervase, si lasciò cadere sul letto e iniziò a fissare intensamente il soffitto, come se ci fosse scritto sopra qualcosa di estremamente interessante. Quell'estate lui sarebbe andato al mare con gli amici e Sana aveva deciso di accettare l'invito di Margareth per andare a trovare dei suoi parenti al mare. Non era colpa sua se questi abitavano proprio nel paese dove il padre di Akito aveva una casa e usava passarci le vacanze.

Quella era stata la litigata più stupida del secolo.

Sorrise al pensiero, ma poi la telefonata avuta due settimane prima le tornò alla mente. Come qualcosa che cerchi di dimenticare ma nonostante tutto continua ad uscire fuori.

A perseguitarti.
Si domandò se fosse possibile denunciare i pensieri per molestia...

- Che hai fatto poi ieri sera? Non mi hai più chiamata... - domandò agitata lei.

- Ora non posso dirtelo, appena ci vediamo però ti racconto tutto. Siamo andati a casa di uno conosciuto in un pub, eravamo davvero di fuori... dovevi vedere! Ken e Toshio si sono baciati in bocca... - rise.

- Sì, mi immagino... Ma non puoi accennarmi niente? Sono curiosa... -

- No... Aspetta fino a sabato, tanto ci vediamo e ti dico! Stai tranquilla però! - vano tentativo di rassicurarla.

- Ok, ora devo andare... E' pronta la cena... Ci sentiamo dopo! - Era un saluto freddo, è vero, ma ultimamente la innervosiva. 

Ken e Toshio erano due cretini, simpatici sì, ma veramente cretini e purtroppo avevano una pessima influenza su Akito.

No, i nuovi amici di Hayama non le piacevano.
Per niente.

Guardò l'ora e a passi lenti si diresse verso il bagno dove iniziò a truccarsi. Era già tardi e Aya la stava aspettando da un quarto d'ora sul suo nuovo motorino. Appena Sana fece capolino dal cancello le lanciò il casco – Muoviti!! Nao ci aveva minacciate che se fossimo arrivate tardi anche stasera ci sarebbe toccato offrirgli da bere... -

- Oh no, di nuovo!! Corri Aya, corri!! - Strillò Sana affrettandosi a salire.

 

***

- Bene bene... Anche stasera risparmio! - disse compiaciuto un ragazzo particolare, evidentemente invecchiato precocemente o semplicemente con gusti strani, così tanto da portarlo ad avere capelli grigi a soli 17 anni.

Le due lo guardarono malissimo, e Sana lo colpì con la borsa.

Fuka e le altre guardavano la scena divertite, ormai era di abitudine che Kamura si facesse pagare da bere. Tsuyoshi raggiunse Sugita saltellando e volteggiando su se stesso, prima di baciarla delicatamente.

Lasciandoli piccioneggiare il gruppo si diresse nel pub... Pronti ad un' altra ubriacata collettiva.

Quel pub era sempre pieno di gente, e nel piano sotterraneo era permesso fumare. Cioè: non si respirava. Il karaoke che ogni venerdì sera veniva fatto talvolta era straziante.

Quella volta era straziante.

Naozumi era sul palco e cantava in maniera a dir poco orribile. Forse era tutto l'alcol che aveva ingerito che non aiutava quella situazione. La camicia sbottonata faceva vedere un petto sottosviluppato, bianchiccio... Ma nonostante ciò una scia di ragazzine lo circondava urlante.

Gomi era così intento a farsi una sigaretta che non si rese conto quando Kamura, eccitato per l'esibizione, Poker Face di Lady Gaga, ammiccò verso di lui.

Scena inquietante, sì.

Sana prese il cellulare per mandare un messaggio ad Akito. Sapeva che era fuori anche lui, ma voleva tenerlo al corrente di quello che stava succedendo. Erano momenti di vita che era meglio non perdersi. La risposta di lui però tardò ad arrivare. Molto. Forse anche lui stava assistendo a cose simili.

La serata finì con Nao che lasciava scie di vomito, Gomi che aveva fumato troppo e si sentiva male (Margareth continuava ad urlare che stava andando in overdose da nicotina, ma nonostante questo nessuno si preoccupò) mentre Aya e Tsuyoshi erano spariti da ben... Insomma, da quando si erano trovati tutti davanti al pub.

Sana si ritrovò a tornare a casa a piedi. Faceva fresco, il venticello le smuoveva i capelli provocandole qualche brivido.

Aveva visto Akito una settimana e mezzo prima, era bello quando anche lui era li. Sembrava di tornare ai vecchi tempi.

Una sera erano tutti fuori a sedere intorno ad un tavolino, ridevano e scherzavano... Il braccio di Hayama circondava Sana, la stringeva forte.

Si sorrisero.

- Già, che mi dovevi raccontare? - esitò, in ricordo della telefonata di qualche giorno prima. - Ah, sì... Eravamo andati a casa di questo, no? Ed eravamo davvero fuori... Quando siamo arrivati lì abbiamo iniziato a fumare, che Ken aveva portato del fumo buonissimo... -

La mano di Sana ebbe uno spasmo.
Le dava noia pensare che il suo ragazzo fumasse così tante schifezze. In realtà quello che provava non era noia, era rabbia.
Nervoso.
Ansia. Ma lui non sembrava essersi reso conto della reazione di lei e continuò – … Io non so perchè, ma poi il padrone di casa ha tirato fuori un sacco di... -

Sana si strinse nel giubbotto e accellerò il passo.

Gli avrebbe creduto.
Voleva credergli.
Doveva.