Ciao a tutti cari lettori!
Mentre mi trovavo col libro di embriologia in mano ho iniziato a divagare. E
divagando mi è uscita fuori una storia! Una storia che forse, dopo parecchio
tempo, potrebbe darmi l’occasione di scrivere una long-fic!
Ancora una volta su Fairy Tail come potete vedere (Naruto è ancora fuori dal
mio circuito ispirativo): di sicuro questa serie offre molti spunti spassosi e
avventurosi, e quello che voglio regalarvi stavolta è per l’appunto spasso e
avventura!
Non voglio anticiparvi
nulla, per cui leggete questo primo capitolo e fatevi un’idea della storia e
dei personaggi principali! Buona lettura, commentate!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
NOTA: L’avviso SPOILER tra
gli avvisi si riferisce al fatto che io sono in pari col Giappone, ma non so il
manga italiano a che punto è, quindi occhio, potrebbero esserci dettagli
spoiler…
In una serena giornata di
primavera, un vecchietto, ma anche uno dei più potenti maghi al mando, percorre
a passo sostenuto, ma per nulla affrettato, la strada principale di Magnolia. È
molto basso, ma trasporta senza difficoltà una grossa sacca da viaggio su di
una spalla.
Il suo incedere è leggero
e per nulla faticoso, il suo viso è contento e soddisfatto, forse per il
contenuto del suo bagaglio, forse perché, in lontananza riesce già a vedere la
sua cara gilda. La sua Fairy Tail!
Non importava quanto si
assentasse, una settimana per qualche meeting, o un paio di giorni per una gita
di piacere come in quel caso; tornare lì, rivedere i suoi ragazzi, lo metteva
sempre di buon umore.
“Eccoci qua!” disse
Makarov tra sé e sé varcando il cancello.
Il portone del grande
edificio in pietra era come sempre spalancato, aperto a tutti, senza esclusioni
e distinzioni. Sfregò un paio di volte i suoi stivali sull’uscio ed entrò con
un piccolo balzo, pronto ad una calorosa accoglienza!
“Sono tornato!”
I maghi di Fairy Tail, in
qualunque cosa fossero impegnati in quel momento, una partita a carte o
un’accesa discussione, si fermarono tutti all’arrivo del loro Master,
salutandolo man mano che procedeva nella sala attraverso il corridoio centrale
tra i tavoli, diretto verso il bancone.
“Bentornato, Master!”
“Fatto buon viaggio?”
“Buongiorno Reedus! Ciao
Nab, sempre a ciondolare come tuo solito, eh? Wakaba e Macao, di nuovo a
discutere?”
Wakaba Mine mollò il
colletto della giacca bianca dell’amico, per voltarsi tutto sorridente. Il
tempo di un saluto e lo stava di nuovo strangolandolo con una faccia furiosa.
“Salve.” disse sorridendo
Gray Fullbuster.
“Un goccetto?” gli propose
Cana Alberona, rifiutando però con educazione.
“La vedo di buon umore,
master!” notò Lisanna.
“Bentornato, Master!
Felici di riaverla!” esclamò un grosso omone albino con una cicatrice in volto
con il braccio libero. L’altro era infatti già pronto ad una sfida a braccio di
ferro.
“Ehilà!” fece il suo
avversario, un ragazzo dai capelli rosa con una lunga sciarpa bianca al collo,
con ancora più entusiasmo.
“Natsu, Elfman, che sta
succedendo qui?” domandò il piccolo grande mago fermandosi.
“Umpf! Nulla di che,
questo moscerino sostiene di potermi battere a braccio di ferro! Eppure gli ho
spiegato che la sua virilità è almeno dieci anni dietro la mia per potermi sconfiggere!”
“Chiudi quella bocca, io
gli sbruffoni come te li infiammo e li mangio a colazione!”
Makarov sospirò: “Cercate
almeno di non farvi male… o di non sfasciare il tavolo.”
I due fecero una faccia
imbarazzata, come non potessero prometterlo con certezza…
Makarov si guardò intorno
in cerca di altri da salutare. “Ciao Gazille, vedo che hai appetito.”
Il nerboruto dragone
metallico rispose con un cenno della mano e un verso a bocca piena senza
neppure voltarsi, concentrato sul suo piatto preferito: schegge d’acciaio
spolverate allo zinco! Le adorava! E soprattutto alla fine adorava papparsi il
cucchiaio quando finiva!
Si risistemò il sacco
sulle spalle, salutò un altro po’, ed arrivò finalmente al bancone. Scagliò il
sacco su di esso e, con un balzo eccezionale per uno della sua statura e della
sua età, vi salì anche lui, trovando ad accoglierlo come sempre una ragazza dal
viso angelico.
“Buongiorno, Mira!”
“Eccola qui, master! Sembra che la vostra gita vi abbia messo di buon umore!”
Il vecchietto incrociò le
braccia esibendo un largo e compiaciuto sorriso: “Umpf, eccome! È stato un
viaggio speso bene! Il gran mercato della magia di Harujion si tiene solo tre
volte l’anno ed è in primavera che si può trovare la merce migliore!”
“Ed anche tanta
concorrenza.” fece una ragazza in armatura avvicinandosi.
Erza Scarlet, una delle
sue migliori scoperte, orgoglio della gilda, nonché qualcuna in grado di tenere
a freno l’idiozia dei compagni qualora iniziasse a dilagare. A meno che non
fosse lei a provocar danni, ma accadeva poco spesso per fortuna…
“Si, è vero. In primavera
il mercato è decisamente molto più affollato che in estate o in autunno: molti
maghi ricchi e potenti vi arrivano in cerca di pozioni, incantesimi, pergamene
e altri pezzi rari.” –disse il master, ma con un sorrisetto di superiorità,
come la cosa non lo riguardasse- “Per fortuna io ho il mio amico Rufus! È un
po’ duro d’orecchi e devo ripetergli le ordinazioni tre o quattro volte, ma
alla fine mi fa sempre trovare tutto quello che gli chiedo con puntualità! Così
c’è chi resta in mezzo alla folla per ore a cercare qualcosa d’interessante e
chi, come il sottoscritto va e torna come una semplice passeggiata! Ah ah ah!”
Mirajane, seduta sullo
sgabello dietro il banco, si esibì per lui in una delle sue più dolci risatine:
“E dica master, che cosa ha portato stavolta?”
“Oh, un bel po’ di roba
buona!”
<< Che buffo! >> pensò Mirajane
vedendo sbucare dal sacco solo un paio di stivali. Questo infatti era grosso
almeno il doppio del vecchio e per rovistarci ci si era infilato dentro.
Erza, incuriosita, si
avvicinò anch’essa.
Nella sala nel frattempo
gli altri maghi, meno interessati alle cianfrusaglie che il master si era
portato dietro, avevano ripreso le loro attività con rinnovato buonumore.
Macao e Wakaba
continuavano a discutere animosamente su quale delle loro mogli fosse la
peggiore: l’acida che aveva fatto pentire il primo o la cicciona che aveva
incastrato il secondo.
Gray recuperava un po’ di
sonno disteso su una tavola occupata tutta per sé, cercando di non pensare
troppo a Juvia che, seduta proprio lì, lo guardava trasognata sospirando...
Gazille continuava ad
accontentare il suo stomaco di ferro.
Jet provava a togliere un
po’ di soldi all’amico Droy con il giochino delle tre carte insegnatole da Cana.
Natsu e Elfman avevano
frattanto iniziato la loro sfida, arbitrata dal neutrale Warren.
“Gomiti sul tavolo… Pronti? VIA!”
“GNNNN! I MOSCERINI COME
TE NON SONO ABBASTANZA VIRILI PER QUESTO SPORT!”
“GNNNN! QUESTO NON è UNO SPORT, MA TANTO TI BATTO LO STESSO!”
“TSK! PRENDERAI FUOCO PRIMA! SEI GIà TUTTO ROSSO!”
“PENSA PER TE!”
“Forza fratellone!” gridò
Lisanna alle sue spalle!
“NON VALE, TI SEI PORTATO
DIETRO LA TIFOSERIA! BEH, HO ANCHE IO LA MIA! HAPPY, VIENI E SOSTIENIMI…
HAPPY?”
Happy, il suo gattino blu
parlante alato era al secondo piano, impegnato in un’attività più piacevole.
“Charle, guarda che bel
pesciolino!”
La gattina bianca non si
voltò nemmeno: “La vuoi piantare con queste ripetitive avances?”
“Stavolta ci ho messo un fiocchetto rosso! Guarda che bello!”
“Uh, allora devo
assolutamente guardarlo…” fece lei con sarcasmo.
“Allora perché non ti
volti?”
“… Sigh!”
Sotto di loro intanto,
Makarov stava facendosi bello davanti gli occhi di Mira e Erza mostrando le
meraviglie che aveva acquistato ad Harujion. Lo stupendo globo degli arcobaleni
vorticanti, colorata chicca da esibire in soggiorno, il raro sonaglio del
sorriso, capace di far ridere chiunque ascolti il suo suono, la dimenticata
maledizione del pollo in testa, da tenere rigorosamente sotto chiave,
l’utilissima pozione telomerasica, capace di far ricrescere i capelli (o così
lui sperava…), il cappello piumato appartenuto al mago Zurlinus di Caldia, il
libro di canzoni della strega stonata del Bosco delle Orecchie Tappate e tanto
altro ancora.
“Sono soprattutto
patacche.”
“Ma quali patacche!”
-protestò Makarov come punto nell’orgoglio- “Tutto ciò che vedi qui sono
oggetti magici e cimeli antichi per cui qualunque mago che si rispetti farebbe
i salti mortali pur di accaparrarsene! Guarda, questo è un dipinto originale di
un mago che cento anni fa apparteneva al Consiglio della Magia: esponilo in
soggiorno e sai quanto potrai vantarti coi tuoi ospiti? Eh eh!”
“Ma è uno sgorbio…”
commentò lei senza riserve e senza tatto.
“Beh, si… però è uno sgorbio
di cui puoi vantartene!”
“Ih ih ih!”
“Ad ogni modo ho preso
anche qualche regalo: tieni Erza.”
“OOOOH! Qu-quella è…”
Una spada sulla cui elsa era incisa una bocca spalancata.
“La Spada Canterina delle
Valchirie!” disse strappandogliela di mano con gli occhi sbrilluccicosi.
“E cosa fa di speciale?”
domandò Mira.
“Quando la sguaini canta!”
Eccitatissima, Erza la
provò subito, e un coro di potenti voci femminili si levò nell’aere, cambiando
intonazione man mano che la roteava in aria.
“Uh? Ma dove siamo, all’opera
lirica?” si domandò Elfman.
“Ehi, non osare
distrarti!”
“Umpf, scusa, fai così poca pressione…”
“AH, SI? GNNNN!”
“URYA!
“Magnifica! Grazie
master!”
“E che cosa te ne fai?” domandò ancora Mira.
“Nulla. È un pezzo da
collezione!”
<< E lei aveva da ridire sulle patacche…
>> pensarono nello stesso istante gli altri due.
“Per te Mira: sciroppo
musicale! Ti fa parlare come se fossi uno strumento musicale a tua scelta.
L’effetto sparisce se bevi qualcos’altro.”
Mira ne assaggiò un
sorsetto e provò a dire qualcosa, ma dalla sua bocca uscirono invece le note di
un violino. Provò ancora ed uscì una soave melodia di pianoforte. Sorrise e
ringraziò con un fischio di flauto.
“Sai fare anche l’organo o
il corno da guerra?” domandò Erza.
Mirajane provò.
Natsu era ormai una
maschera di sudore: “Ah ah! Lo senti l’organo Elfman? Sta suonando il requiem
della la tua fine! Ormai sei affaticato!”
Elfman stringeva i denti,
stringendo la faccia in un esercito di rughe e nervi a fior di pelle: “Ma quale
affaticato! Tu piuttosto lo senti il corno? La mia carica sta per abbattersi
impetuosa sul tuo misero braccino!”
Warren sospirò: “Sigh,
perché non la dichiarate patta? Mi sto annoiando…”
“MAI!”
“Eh, si, se ne trova di
roba interessante al mercato di Harujion. Guardate qui ad esempio!”
Infilò una mano nel sacco,
cercò un po’, e mostrò, nel palmo della sua mano, un modellino che lo ritraeva
con l’indice sollevato e lo sguardo fiero.
Mira, fattasi tornare la voce con un sorso d’acqua: “Carino! È un suo action
figure?”
“Non un semplice action
figure! Guarda!”
Makarov toccò la testa del
modellino e questa prese a muoversi e rimbalzare.
“Uhm, è un movimento che
da assuefazione…” constatò Erza mentre osservandolo le veniva voglia di
dondolare anche lei la testa.
Makarov si sedette e prese
a colpirlo di nuovo: “Ah ah ah ah! Lo adoro! Lo adoro! Ah ah!”
Mira provò a dare anche
lei un’occhiatina in cerca di altro e l’occhio le cadde su una boccetta di
vetro con tappo contagocce. Conteneva uno scintillante liquido rosso.
“E questo? È un profumo?”
“Profumo?” -fece Makarov
sollevando un secondo gli occhi dal suo trastullante pupazzetto- “Ah, no, non è
un profumo. È una pozione: si chiama Incanto Ceruleus. Chi la beve può
dipingere qualsiasi cosa in qualsiasi tonalità di blu usando semplicemente le
dita della mano. Pensavo di regalarla a Reedus per i suoi quadri, così
risparmia sui colori… Strano però: dovrebbe essere azzurra, non rossa.”
Si alzò in piedi sul
bancone e prese la boccetta per leggerne l’etichetta. Forse Rufus si era
sbagliato.
?!?!?!?
Si! Si era sbagliato! E di
grosso anche!
“Master! Tutto bene? È
sbiancato all’improvviso!”
Non solo, aveva anche gli occhi strabuzzati! Improvvisamente quell’innocente
boccetta di liquido rosso lo stava facendo tremare tutto!
“Questo… questo…”
“Il suo amico non le ha
dato ciò che voleva?”
“Lui… lui… è un bel po’
duro d’orecchi… accidenti…”
Erza si accigliò: vedere un mago potente come il loro master preoccuparsi non
era certo un buon segno: “Insomma, che cos’è?”
“I-I-I… Incanto Cupidus! OH, NO!”
Il vecchietto si lanciò
subito in corsa verso il portone, lasciando sul posto le due allibite ragazze!
<< Maledetto Rufus, sordo come una campana!
Come ha potuto darmi sul serio una pozione simile? Devo liberarmene! Devo
liberarmene prima che provochi qualche grosso gua… >>
“URRYAAAAAAHHH!”
Facendo ricorso a tutte le
sue energie, il virilissimo Elfman aveva trionfato! Lui era caduto a terra
stremato e festeggiato dalla sorellina, il tavolo, come previsto, si era
sfasciato per la forza con cui ci aveva abbattuto Natsu, e quest’ultimo,
scagliato via, si sarebbe abbattuto sul primo malcapitato a passare lì vicino
quel tavolo.
Ossia il Master con la
boccetta di vetro tra le mani!
“URGH!”
“ARGH!”
Il drago di fuoco si
ritrovò così sconfitto e disteso a terra.
“Accidenti… Ho perso… Ma
che… ?”
C’era qualcosa che lo spingeva
da sotto la schiena…
“Natsu! Accidenti a te,
togliti di dosso!”
Poi si accorse di un
dettaglio molto importante.
“LA BOCCETTA! DOV’è LA
BOCCETTA?!?”
“Che boccetta? Quella lì?”
Makarov alzò gli occhi e
inorridì.
La boccetta dell’Incanto
Cupidus, di fragilissimo cristallo, stava volando, o meglio, precipitando,
verso un tavolo vicino.
Makarov (Rallentatore):
“NUUUUUOOOOOOOOOOOOOO!!!”
CRASH!
Gazille (Rallentatore):
“AHIOOOOOOOOOOOOO!!!”
Natsu (Rallentatore):
“EEEEEEEEEEHHH?”
Gli occhi del master si
erano svuotati per l’orrore. Gli scese anche una lacrimuccia.
Gazille invece si alzò
bruscamente massaggiandosi la testa: “Ehi, che scherzi sono questi? Chi mi ha
tirato un pezzo di vetro? E cos’è questa roba che ho addosso?”
Ringhiando si portò indietro
i capelli gocciolanti e squadrò Natsu: “Sei stato tu, vero?”
“Bah, non guardarmi così,
era solo una boccetta di vetro, figuriamoci se basta a far male a uno come te.”
“Allora lo ammetti, eh?”
“Ehi, è stato un
incidente!”
Mentre Gazille si faceva
avanti con una vena pulsante, il master Makarov, a gattoni sul pavimento,
osservava sconvolto i pezzetti di vetro sparsi a terra.
“No… no… no… noooo! Sigh! Sigh! Sigh!”
Natsu e Gazille stavano
ringhiandosi addosso: due draghi che battibeccano non sono una buona cosa, ma
Makarov sapeva che ora sarebbe sorto un problema ben più grande.
“Master, diglielo anche
tu, dai!”
“Ma che gli prende?”
Lo stava guardando a bocca
spalancata e con le mani tra i capelli.
Incerto, Gazille provò a
guardarsi addosso: non gli sembrava di avere nulla che non andasse, le schegge
di vetro non avevano neanche intaccato il suo corpo metallico, e i suoi vestiti
erano solo bagnati, non macchiati.
“Qualcosa non va,
vecchietto?”
“Oh, no… Poveri noi!
Poveri noi! Nasconditi Gazille!”
E urlando così scappò di
nuovo verso il bancone.
“Tu ci hai capito niente?
Ho per caso qualcosa che non va?”
“A parte essere un
attaccabrighe?”
“IO RISSOSO? SENTI CHI PARLA!”
Come era potuto accadere?
Quella mattina era tornato alla gilda così rilassato, ora doveva sbrigarsi a
prendere contromisure prima che il potere dell’Incanto Cupidus si manifestasse!
Della serie “Come rovinare una bella giornata”! Era mai possibile che alla sua
età dovesse tollerare ancora simili stress?
“Erza, presto! Prendi
tutte le ragazze e portale fuori! Non devono vedere Gazille! … Erza?”
“……”
Palpebre spalancate,
sguardo come sorpreso, immobilità pressoché totale.
Sembrava imbambolata, ma
purtroppo non era così.
Non stava fissando l’aria,
stava fissando qualcuno ben preciso.
“Oh, no!”
“Chiedimi scusa per aver disturbato
il mio pasto!”
Se c’era qualcosa che non
sopportava era essere interrotto mentre mangiava le schegge d’acciaio
spolverate allo zinco!
“Solo se mi batti a
braccio di ferro! Ma stavolta voglio una tifoseria!”
Il battito di alucce
piumate precedette il suo fraterno e felino amico: “Aye! Eccomi!”
“Ah, si? Anch’io ho una tifoseria! Lily!”
Un gattino nero in pantaloncini dall’aria marziale saltò pronto sulla sua
spalla: “Eccomi.”
“Accetto la sfida! Sfidare
a braccio di ferro me, devi essere
proprio…”
?!
“Eh?”
Qualcosa gli si era
abbracciato alla gamba… Ma cosa? O chi?”
Natsu inarcò un
sopracciglio: “Erza? Che stai facendo?”
“Giusta domanda! Che ti
prende? Scollati!”
Per tutta risposta la
rossa alzò gli occhi.
Uno sguardo che metteva
paura…
UNO SGUARDO LANGUIDO!
“Oh, Gazille…”
O__O “?!?!?!?”
°___° “?!?!?!?”
Makarov aveva osservato
tutta la scena.
Se i suoi capelli non
fossero stati già così pochi se li sarebbe strappati!
“OH, NO! HA COMINCIATO!”
Eh, si, si comincia, e non
nel migliore dei modi! Natsu è stato sconfitto, Gazille si è beccato un
boccetta di vetro in testa e Erza sembra improvvisamente impazzita!
La bella giornata del
master Makarov sembra ormai rovinata! Che cosa si può fare?
Riguardo questa storia,
come detto, cercherò di realizzarla come long-fic, anche se frequentando
l’università non potrà certo procedere a tempo spedito. Spero tuttavia di
riuscire almeno a completarla, anche scrivendo capitoli brevi! ^__^
Ed ora sotto coi commenti! L’incipit è una parte importante della storia e
voglio proprio sentire se sono riuscito ad acchiappare la vostra curiosità!
Al prossimo capitolo, con altre risate, altre botte e… vedrete!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!