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Autore: Dakota94    13/11/2010    5 recensioni
Clic... clac... clic... clac...Uno... due... uno... due. Il rumore delle gocce che scandiscono il passare del tempo ed una giovane che aspetta solo di poter riassoporare la libertà.
La ciurma di Monkey D. Rufy solca le onde del mare alla ricerca di nuove avventure per raggiungere i loro obbiettivi. Riusciranno nella loro impresa?
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola premessa: Voglio ringraziare di cuore la mia beta Beat che mi ha aiutato in questo capitolo e la mia fidata amica Estre, che mi ha sopportata e supportata per tanto tempo dandomi dei preziosi consigli! Questo è una parte del suo regalo di compleanno (anche se in ritardo di un mese e più ahaha). Questo capitolo è dedicato a voi due!






Piccole Gocce.


HANABI.


Clic... clac... clic... clac...Uno... due... uno... due.

Le gocce d'acqua filtrano attraverso il soffitto pietroso della cella in cui sono tenuta prigioniera aumentando così il grado di umidità al suo interno rendendomi difficile la respirazione. Stanca cerco di appoggiare la schiena al muro dietro di me e al contatto freddo con la parete vengo percorsa da leggeri brividi. I piccoli tagli che ho su tutto il corpo iniziano a bruciarmi e da alcuni ancora non rimarginati esce del sangue che prontamente lecco per disinfettarmi, o almeno cerco.

Mi guardo poi in giro ma l'oscurità non fa altro che avvolgere lo spazio in cui mi trovo, rendendomi cieca come una talpa; tutto ad un tratto però sento il cigolare di una porta e della luce penetra all'interno della stanza, illuminandomi.

- Su alzati; è ora della visita medica - dice rudemente la guardia con un ghigno sul suo losco volto.

Mi alzo traballando sulle gambe, stremata ed impaurita per quello che mi attende una volta varcato quel confine che mi reclude da ogni contatto umano. Una volta uscita l'uomo mi afferra bruscamente il braccio e mi trascina velocemente verso un'altra stanza, strattonandomi ogni qualvolta perdo l'equilibrio.

Arrivati a destinazione si accinge ad aprire la porta davanti a noi e allo stesso modo di come mi aveva tirato fuori dalla mia cella, mi ci butta dentro.

La stanza di un colore bianco immacolato presenta un arredamento molto spartano e la forte luce al neon mi rende difficile tenere aperti completamente gli occhi, ormai abituati al buio pesto della stanza in cui ero tenuta fino ad un attimo prima.

- La prego di sedersi sul lettino - mi intima la voce di una dottoressa seduta dietro ad una scrivania; attraverso gli occhiali da vista mi scruta con sguardo superiore, poco dopo si alza e si avvicina al lettino su cui mi sono stesa.

Con un stetoscopio inizia a controllarmi il battito cardiaco per poi cominciare a medicare i tagli spalmando su di essi una pomata verde che poi si appresta a mettere via all'interno di armadietto.

- Bene il battito cardiaco è regolare e grazie a questa pomata cicatrizzante i tagli si rimargineranno-mi dice- la prego di seguirmi ora - finisce poi per dire e si avvia verso un'altra porta che mi conduce nella solita stanza degli esprimenti.

- No vi prego basta...non voglio...vi prego - supplico i vari scienziati, mentre disperata mi butto a terra e mi trascino verso la parete; quelli però mi scrutano ansiosi pronti ad infilare le loro siringhe sotto la mia pelle.

Due di questi si avventano subito su di me prendendomi per le braccia e nonostante sia priva di forza tento di liberarmi strattonandomi da una parte all'altra, ma senza successo.

- Mettetela sulla barella - ordina un altro scienziato scuro di capelli e dagli occhi nascosti da spessi occhiali.

Con noncuranza vengo deposta sopra la barella e legata ad essa con delle cinghie in cuoio che, stringendomi, strofinano contro la mia pelle facendomi male ogni qualvolta tento di liberarmi.

- Stai giù brutta idiota;è inutile che ti ostini ormai dovresti sapere che non puoi più fare niente - continua a dire lo scienziato di prima ridendomi in faccia.

Esatto...ormai sono rinchiusa in questo oblio da molto tempo...da quando il signore dell'isola mi ha catturata e portata via dalla mia famiglia. Tutto a causa del mio potere...quanto vorrei non essere nata.

Da quando sono qui vengo continuamente sottoposta a esperimenti per poter imparare ad usufruire di questo mio “pregio” per rendermi utile al lord...un uomo avaro che non pensa ad altro che al proprio interesse.

Sento il grosso ago di una siringa penetrarmi una vena ed allora urlo di dolore ma la mia bocca viene prontamente tappata con una mano ed un pugno non tarda a colpirmi il viso.

Sputo del sangue e vado ad osservare il buco da cui ora hanno tolto quell'aggeggio, fa male...molto male...sento bruciare...mi sento bruciare dentro.

Il mio respiro inizia a farsi più affannato, la vista si annebbia ed il dolore all'interno del mio corpo aumenta e in preda a delle convulsioni inizio a agitarmi.

- Finalmente...il siero sta avendo effetto...abbiamo trovato la formula giusta! - esclama esaltata l'infermiera che prima mi aveva visitato.

- Sì Lord Evans sarà felice di questa novità - sento la voce di un altro scienziato ma non riesco a guardarlo ormai in preda alle convulsioni, che tutto ad un tratto smettono quando, tramite un'altra siringa, mi iniettano dentro una sostanza soporifera che in pochi minuti mi fa addormentare, ed ancora una volta il mio mondo diventa nero come la pece.

Clic... Clac... Clic... Clac... Uno... Due... Uno... Due.

Apro lentamente gli occhi...sentendoli pesanti come tutto il corpo del resto...mi guardo attorno per vedere se sono ancora in quell'orribile stanza di tortura ma con mia gioia sono nella mia cella.

Perfino un posto buio e lugubre come questo è meglio a quella stanza.

Richiudo gli occhi per riposarmi ancora un po' ma all'improvviso un forte bruciore interno mi fa urlare di dolore e in un attimo mi ritrovo avvolta dalle fiamme... continuo ad urlare finché dalla porta d'ingresso non entrano di corsa la dottoressa e lo scienziato dagli occhiali spessi che alla vista di quello che mi sta accadendo rimangono alquanto allibiti ed inorriditi... ma subito si accingono a buttarmi addosso un secchio d'acqua portato lì nel frattempo dalla guardia. Una volta spento il fuoco che mi avvolgeva si apprestano a mettermi un collare di bronzo intorno al collo e posso vederli tirare un sospiro di sollievo prima che lascino di nuovo la cella... prima che io mi addormenti di nuovo.



Intanto in un altro luogo, nell'oceano, la ciurma di Cappello di paglia, insieme alla fidata nave Going Merry, compagna di mille avventure, solcava le onde avanzando verso la nuova meta.

-Ho fame!-urla affamato Rufy ed il rumore del suo stomaco che reclama il cibo non tarda ad arrivare-Perché questi pesci non abboccano? Uffa! Dai pesciolini abboccate e fate felice paparino- finisce di dire mentre fa ciondolare le gambe dal bordo della nave.

- Anche io ho fame - si lamenta il piccolo dottore che in parte al capitano dà una mano nella pesca.

- No abbiate timore compagni miei tramite la mia nuova invenzione riusciremo ad approvvigionarci tanto buon pesce! - urla Usop mettendo una gamba sopra il bordo della nave e facendo segno di vittoria mentre mostra il suo ultimo marchingegno appena inventato.

- Sei grandioso Usop! - esultano in coro Chopper e Rufy con le stelle agli occhi, impazienti di vedere all'opera la nuova diavoleria.

- Lo so lo so... cari senza di me sareste perduti - dice il moro vantandosi delle sue “abili” doti - ed ora state bene a vedere perché una montagna di pesce così grande non l'avete mai vista in vita vostra - e per completare il suo discorso lancia la sua nuova canna da pesca retata in mare.

I tre attendono trepidanti il segnale della cattura della tanto attesa preda quando, ad un tratto il filo della canna inizia a tendersi e a tirare la canna dentro l'acqua.

- Ha abboccato - esclama Usop tirando verso di lui la canna non riuscendo però nell'impresa - ma che state a guardare voi!!! Datemi una mano! - urla poi in preda all'agitazione ed allora sia Rufy che Chopper aiutano Usop nell'ardua impresa quando una grande ombra non appare tra le acqua cristalline.

- Un mostro marino! Non vedo l'ora di mangiarlo - dice Rufy ed allora inizia a tirare più forte fino a quando, ormai al limite, la canna non si spezza in due lasciando i tre caparbi pescatori a bocca asciutta.

- Oh no!!! E adesso? Volevo tanto mangiarlo - deluso il capitano della ciurma si butta a terra mentre gli altri due compari, scampati al mortale pericolo tirano un sospiro di sollievo.

- Fiu per fortuna la canna si è rotta - asserisce Usop riprendendo colorito - Si davvero... per fortuna che anche questa tua invenzione non ha funzionato - aggiunge poi Chopper.

- Si si... aspetta... come hai detto scusa?! - urla l'inventore nei confronti del medico e subito inizia a rincorrerlo per tutto il ponte della nave nell'intendo di prenderlo e di fargli rimangiare le parole appena dette. Nel frattempo Rufy ride a squarciagola per la scenetta comica che gli si presenta davanti.

- La volete piantare di fare tutto questo baccano?! - urla Nami mentre tira un violento pugno in testa a tutti e tre - Grrr voglio un po' di pace! Capito?! - finisce poi per dire mentre digrigna i denti come un cane furente.

- Ahia Nami ci hai fatto male - piagnucola cappello di paglia in nome di tutti i tre malcapitati, mentre si massaggiano un bernoccolo dolorante spuntato in testa.

- Guardate ragazzi c'è un isola davanti a noi - asserisce Zoro indicando con la mano una piccola isola dall'aria confortevole.

- Siiiii finalmente si mangiaaa! - e felicemente Rufy, Chopper e Usop saltellano da un punto all'altro della nave.

- Ho detto di piantarla! - li sgrida di nuovo la navigatrice in preda ad una crisi di nervi-una volta approdati penserò a comprarmi qualcosa di carino tu vieni con me Robin? - chiede poi all'archeologa.

- Certamente - le risponde lei in modo gentile,sorridendole.

- Ogni cosa che comprerete vi starà bene, o mie care! - le adula nel frattempo Sanji.

Pochi minuti dopo tutta la ciurma si appresta a scendere dalla Going Merry, in cerca come prima cosa fondamentale di un posto dove potersi rifocillare.

Intanto una giovane ragazza dell'età di circa diciassette anni passa vicino alla truppa e osservandoli spalanca gli occhi.

- Voi siete la ciurma di cappello di paglia? - chiede ansiosa.

- Certo siamo noi! - risponde Rufy alzando il pollice nella sua direzione, ricevendo poi una sberla da Nami.

- Non puoi andare in giro a dire chi siamo alla gente, se la marina ci scoprisse sarebbero guai - gli sussurra poi all'orecchio.

- Vi prego aiutami! Vi scongiuro ho bisogno del vostro aiuto! - chiede poi in ginocchio la giovane con le lacrime agli occhi mentre i ragazzi la osservano allibiti per la sua reazione.

- Avanti dicci di cosa hai bisogno - risponde Rufy serio mentre la osserva singhiozzare ed in quel momento la ragazza alza gli occhi azzurri verso di lui, finalmente riaccesi da una nuova speranza.

 

DAKOTA TIME:

Hello everybody! Io sono Dakota e questa è la mia prima storia che scrivo sul mondo di One piece.

Ringrazio prima di tutto coloro che sono arrivati fino a questo punto, compiendo quindi l'ardua impresa di leggere il primo capitolo della mia fan fiction. Rivolgo anche un grazie a chi gentilmente lascerà un commento. Saluti da Dakota!


  
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