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Autore: Sanya    14/11/2010    2 recensioni
Prima dell'amorevole Esme Cullen, c'era solo una piccola bambinetta capricciosa e invidiosa degli altri.
Chi sarà capace di svelare l'amore nascosto nel suo cuore?
Leggete per scoprirlo ^^
Prima classificata al "FriendS Forever Contest" indetto da ForgottenSnow sul forum di EFP
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Esme Cullen, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
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~ Insegnami ad Amare ~
Capitolo 3: Mandami un segno
 

Da quel momento, Esme non riuscì più a fare a meno del suo coniglietto. Passava ogni singolo giorno a prendersi cura di lui, a parlargli del più e del meno, iniziando discorsi infiniti che non portavano a nulla di concreto. Insieme a lui, passava pomeriggi interi a guardare le nuvole o più semplicemente a perdersi nei suoi movimenti goffi e indecisi.
Ora, nulla era più importante della gioia che il suo nuovo amico poteva offrirle. Non c’era niente di più speciale, di minimamente paragonabile alle emozioni vere e pure che il loro rapporto produceva.
Quando le amiche di Esme vedevano il profondo rapporto che legava i loro due corpi, storcevano il naso pensando che dei sentimenti del genere fossero esagerati, troppo potenti per essere ricambiati da un animale. Esme cominciò a non frequentarle più. Non aveva rimpianti per quanto riguardava quella scelta: dovette solamente scegliere tra i sentimenti limpidi e semplici e quelli complicati e basati solo su un desiderio momentaneo. La scelta fu semplice e scontata.
Il legame crebbe di intensità, diventò sempre più indissolubile ed essenziale. Alcune sere, quelle nelle quali la solitudine e la paura prendono il sopravvento sulla serenità del sonno, intrufolava di nascosto il piccolo coniglietto sotto le candide lenzuola e lo faceva dormire insieme a lei, perfino.
Le stagioni passarono, gli inverni si sostituirono alle estati, le primavere agli autunni.
Per Esme era facile andare avanti, nonostante i giorni fossero sempre conditi allo stesso modo. Provava un amore infinito ed era ricambiata, cosa poteva desiderare di più?

Salterellò senza fretta verso il recinto. Aprì il cancelletto cigolante e si voltò verso la piccola casetta di legno. Si insospettì: solitamente quando la mattina entrava a dare il buon giorno al suo piccolo coniglietto, questo zampettava ancora assonnato verso di lei in cerca della sua razione di coccole mattutine.
Lo chiamò più volte, cominciò a cercarlo sotto i cumuli di paglia secca. Ma niente. Sembrava scomparso nel nulla.
Sbirciò nella piccola apertura della casetta di legno e lo vide. Rabbrividì non appena si rese conto che non respirava, che il suo cuore aveva smesso di battere.
Tremante, raggiunse la madre, che sistemava le piccole aiuole, di corsa. Nascose il viso nella sua ampia gonna e cominciò a singhiozzare.
Erano lacrime di dolore, quelle, di puro dolore, che la perdita improvvisa aveva provocato. Improvvisamente sentì la terra che prima la sorreggeva franare e, da quel momento, niente sarebbe più stato sicuro.
Bastavano quattro anni di autentico amore a stemperare il dolore che d’ora in poi avrebbe preso casa nel suo cuore? No, non bastavano.
 
Si sedette a cavalcioni sul grosso ramo dell’olmo che distava pochi passi dal torrente in secca. Alzò il naso verso le pallide nuvole simili a batuffoli di candido cotone.
Chiuse gli occhi e pregò il Signore con tutte le sue forze di mandarle un segno dell’anima del suo piccolo coniglietto. Un qualunque segno, qualsiasi cosa. Ma tutto rimaneva inalterato. Non c’erano cambiamenti: non un filo d’aria permetteva alle foglie di ondeggiare, non un rumore si alzava dal silenzio.
Con un filo di delusione e di rabbia, abbassò lo sguardo.
Erano passati sei mesi dal giorno innominabile. Sei lunghissimi ed eterni mesi senza poterlo coccolare, abbracciare, guardare.
Ancora faticava a credere che quel giorno facesse davvero parte del suo passato: preferiva credere che fosse uno scherzo, un gioco, anche se in realtà sapeva perfettamente che non poteva nascondere la realtà dei fatti.
Il veterinario, venuto dopo varie preghiere, spiegò che probabilmente era tutta colpa di un virus, di una malattia non facilmente curabile. Anche se fosse intervenuto in tempo, probabilmente non avrebbe potuto fare nulla di concreto.
Il piccolo coniglietto fu seppellito dal signor Sullivan la sera stessa. Esme non volle partecipare a quel rito: era già abbastanza doloroso il solo pensare di averlo perso, non sarebbe riuscita a contenere tutto il turbinio di dolore, rimorso e rabbia che imperversava nel suo animo.
Qualche giorno dopo la macabra scoperta, la madre, durante il pranzo, mentre Esme punzecchiava qua e là le patate bollite che il piatto conteneva, propose perfino di prendere un altro coniglietto. La reazione di Esme fu quella di gettare a terra la forchetta e di salire spedita in camera sua, non aprendo bocca.
L’unico leggero sollievo era quello di salire su quell’albero per pregare un segno che non arrivava. Lo faceva ogni giorno da quando era arrivata la primavera. Sperava, agognava ogni giorno maggiormente che il suo piccolino le mandasse un messaggio per farle capire che, dovunque fosse, ancora le voleva bene. Ma, più sperava, più ogni volta rimaneva delusa.
Cominciò a scendere, stando attenta a poggiare bene i piedi sui rami irregolari.
D’un tratto, si accorse che l’erba si avvicinava ad una velocità inaudita, il vento le colpiva le guance come un colpo di frusta. Con un tonfo, cadde sul manto verde. Provò ad alzarsi, ma una delle sue gambe non si decideva a muoversi. Si accasciò con la guancia premuta contro l’umido, denso terreno scuro.
Lasciò che delle lacrime mute gli scorressero sulle guance. Non aveva la forza, né fisica né mentale, per chiedere aiuto.
Sospirò e chiuse gli occhi.
«O buon Dio. Stai bene, piccola?» 

**********
Grammatica e Sintassi: 8.5/10
 
Grammatica quasi ineccepibile. Percentuale di parole scritte correttamente… diciamo un 80%. Nel primo capitolo ho trovato: un "perdi fiato" (si scrive "perdifiato", ma probabilmente è stato un errore di distrazione; un "con un tocco di principesco" (il "di" è errato), e l'espressione "piccola porticina" (si dice o "piccola porta", o semplicemente "porticina", altrimenti significherebbe "piccola porta piccola"). Stesso discorso vale per "piccola finestrella", nel secondo capito. Sempre a proposito della porta, ho notato una lieve contraddizione: prima la porta è piccola, nel rigo seguente è "pesante" [cit.], e mi è sembrato strano che una porticina potesse essere così difficile da aprire, anche per una bambina. Ancora, nel secondo capitolo hai scritto "infondo", mentre intendevi dire "in fondo", anche questo sarà stato un errore di distrazione; hai ripetuto il nome "Esme" per tre volte in tre righi, in questo punto: "Esme rimase impietrita" […] "si chiedeva confusa Esme" […] "ma, Esme" […]. Nel terzo capitolo c'è qualche errore di battitura in più, come ad esempio un "pregò" senza l'accento sulla o, un "qua e…" dove non c'è il "là" (qua e là), e "quel albero". Infine, riguardo alla punteggiatura, questa è indubbiamente presente e buona, anche se avrei inserito qualche punto e virgola in più e qualche virgola in meno.

Stile: 9.5/10
 
Ho davvero apprezzato il tuo stile: non è pomposo e formale, ma neanche semplice e "scarno". Mi ha catturata e il tuo linguaggio particolarmente elegante mi è sembrato che si addicesse molto ad Esme. Quindi, complimenti^^ Dato che sono davvero una rompi****e, due piccoli appunti: "quando riuscì ad aprire la pesante porta […] "non riuscì a credere ai suoi occhi" (i due "riuscì" a troppa poca distanza), e "tempo vuoto" ("tempo perso"). Tutto qui, per il resto è perfetto^^

Originalità: 10/10
 
E qui il punteggio pieno non te lo toglie nessuno! È una storia davvero originale, gli eventi si susseguono in modo naturale ma al contempo inaspettato, e il finale ambiguo (davvero ambiguo, dato che sono andata a ricontrollare la mail, pensando di aver dimenticato di scaricare un capitolo xD) non mi è per niente dispiaciuto, anzi. Hai centrato in pieno il tema del contest e il piccolo coniglietto ha inciso in modo decisamente sorprendente nella vita di Esme, poiché non è cambiato quello che le stava intorno, ma lei stessa. La tua storia mi ha "presa molto"; figurati che, dopo aver letto il primo capitolo, ho dovuto portare il mio cane a fare i bisogni, e per tutto il tempo ho pensato a come sarebbe andata avanti e cosa sarebbe successo. Insomma, davvero brava :)

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
 
L'unico personaggio è Esme, e quindi posso giudicare praticamente solo lei. Bene, lei è talmente tanto IC che… non avrei saputo renderla meglio. Non ho mai letto una storia che tratti di Esme da piccola, eppure se avessi dovuto scriverne una me la sarei immaginata proprio così, delicata e con dei tratti fiabeschi…

Uso dei prompt:
1. animale: 10/10
 
Paradossalmente, quello che ho apprezzato di più del piccolo coniglio è che… beh, non gli hai dato un nome. Non so perché, ma l'ho trovato più che adeguato al ruolo che svolge. Ci sono rimasta malissimo quando è morto, anche perché anche io ho avuto due coniglietti, e ho sofferto tremendamente quando se ne sono andati (uno dei due, tra l'altro, anche prematuramente): quando hai descritto il momento in cui Esme lo trova, mi è sembrato di rivivere quello in cui l'ho trovato io. E no, non è una cosa brutta, non preoccuparti! Significa che hai descritto il tutto alla perfezione, anche perché anche quando hai presentato il rapporto tra la bambina e il suo animaletto mi ci sono rivista completamente^^

2. personaggio: 5/5
 
Punteggio pieno, e già ho spiegato prima perché. La bimba Esme che hai ritratto è destinata a diventare la Esme dei libri della Meyer, poco ma sicuro :)

Gradimento personale: 5/5
 
C'è bisogno anche che argomenti questo punteggio? Voglio dire, è una storia davvero, davvero bella. Mi ha colpita, mi ha emozionata e… beh, basti sapere che l'ho riletta per ben tre volte! Complimenti, sei stata davvero brava!^^
 
Totale: 58/62 

**********

 Ed eccolo, il finale. Triste, eh? Già, direi che è anche abbastanza scontato. 
Per quanto riguarda l'ultima frase, io ho sempre adorato/odiato i finali aperti: adorato, perchè posso intrepretarlo come più preferisco, odiato, perchè la storia era finita =( Comunque, vorrei lasciarvi campo libero, adesso: provate a pensarci...Sono davvvero curiosa di sapere quali saranno i vostri pensieri al riguardo ^^
Bene, bene, che dire, è stato bello scrivere questa storia. Mi sono divertita e oltretutto a avuto anche un buon risultato al contest =) Cosa potrei volere di più?!?
D'accordo, ora vi lascio...
Alla prossima =)

Risposte alle recensioni:
EleMasenCullen: Ele! Ebbene, è giunta la fine =(
Mia vicina di parrucchiera, penso che quello che dici sia totalmente insensato! Non è assolutamente vero! E il progetto che stiamo mettendo in piedi ne è la pura dimostrazione!!
Speriamo che vado in porto, quella idea astrusa che solo un cervello come il mio poteva partorire!! *ops, ho rivelato qualche Spoiler?! xD*
Grazie mille per il tuo aiuto, davvero!! ^^
Alla prossima =)


 

 
 

M
mandaMa 

   
 
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