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Autore: Lily_Rose    14/11/2010    5 recensioni
Arianna, IV B. Attratta e impaurita dagli uomini nello stesso tempo.
Daniele, V F. Le donne non hanno segreti per lui (o forse sì?).
Tra colpi di scena e scherzi del destino, capiranno cosa vuol dire davvero innamorarsi?
“Anche se non mi fido degli uomini, sono innegabilmente attratta da loro. Non posso impedirmi di fissare –talvolta imbambolata- certi ragazzi che, fisicamente parlando, mi stendono gli ormoni fino al knock-out.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 CAPITOLO I

L’illustre sconosciuto

 

 
 
Ho 17 anni, sei mesi e ventiquattro ore. Frequento la 4° linguistico del liceo Monti, a *****, città dove sono nata. Sono sensibile, schiva e molto studiosa. Non ho una lunga schiera di amici. Con qualche ragazza della mia classe mi trovo bene, ma non riesco a creare rapporti tanto solidi. Con i ragazzi poi, neanche a parlarne.
Non mi fido di loro. Sono rumorosi, insolenti, sciocchi. E poi…non fanno altro che pensare al modo migliore per stare con una ragazza, e con stare non intendo affatto parlarci o trascorrere del tempo insieme. Avete capito cosa intendo.
«Sei proprio una suora!», mi ha detto uno di loro l’anno scorso, uno a cui –errore tremendo!- ho dato il beneficio del dubbio e che ha deciso di approfittare dell’occasione. In quel momento l’ho presa anch’io la mia decisione: nessun uomo che non fosse sensibile, galante e generoso mi avrebbe più avvicinata. Mi sarei limitata a guardarli, ad osservarli, a scrutarli, in attesa di quell’idea di uomo che avevo bene in mente.
 
Beh, la faccenda del guardare-osservare-scrutare è una cosa che accade spesso.
Anche se non mi fido degli uomini, sono innegabilmente attratta da loro. Non posso impedirmi di fissare –talvolta imbambolata- certi ragazzi che, fisicamente parlando, mi stendono gli ormoni fino al knock-out.
Sì, sono una ragazza molto ormonale. Potrei sembrare una pazza psicopatica per via di questo mio fissare, e non ho ancora capito se è solo una mia idea o se è la verità. Forse sono davvero una pazza psicopatica!
- Un caffè d’orzo. – ordino al bar. Mi fermo sempre al bar a bere un caffè prima di andare a scuola, perché la mattina mi alzo troppo presto per fare colazione. E ordino l’orzo. Come le nonne. Mi fa pensare al Natale.
Anche stamattina sono qui, con il mio orzo e il mio libro di storia (oggi compito in classe), solo che stamattina accade qualcosa di diverso. Di punto in bianco, nel bar entra un tizio. Un bel tizio. Un bel ragazzo, oddio!
Arrossisco. E lo fisso come un ebete.
Capelli castani… occhi color cioccolato… alto, bello…
Ops.
Quello si accorge che gli sto facendo una radiografia completa e mi lancia un sorriso di zucchero.
Punto gli occhi sul libro. Al diavolo! È un maledetto esibizionista, come tutti gli altri!
Odio gli esibizionisti. Odio quei ragazzi così, perché quelli ti trattano come un oggetto, come un giocattolo. Ti fanno innamorare e poi… puah!
- E’ libero?
Alzo gli occhi. Gesù, è lui! È qui! Vuole sedersi con me! Questo crede che io gli muoia dietro!
Beh, non ha tutti i torti, è proprio carino… Ma non deve capirlo. Anche se credo che lo sappia già. Da come mi guarda, ha capito tutto. Porca miseria!
- Tutto ok? – mi fa ancora, con un altro sorriso diabetico.
- E’ occupato. - farfuglio. Fisso il libro. Devo essere viola in faccia, suppergiù.
- Attendi il tuo ragazzo? – mi chiede lui.
E a te che te ne frega, coso?
- No, non è possibile. – ride poi.
Gli punto in faccia due occhi al vetriolo. Come si permette? Pensa che non potrei avere un ragazzo? Ok, sto facendo la figura della scema con i miei silenzi e le mie guance viola, ma quante sceme ci sono che hanno un ragazzo, eh? Che problema c’è?
Apro la bocca per rispondergli a tono, ma poi mi blocco. È un esibizionista, un fantoccio, non vale la pena sprecare fiato con lui. Una bella x rossa sopra quest’incontro, e passa tutto.
Punto di nuovo gli occhi sul libro, fingo di leggere e non lo guardo più. Lui resta un po’ imbambolato e poi alza i tacchi, senza salutare.
Ho scalfito il suo orgoglio smisurato, probabilmente. Ci metterà due secondi, il tempo di trovare un’altra ragazza, per portarlo ai livelli di prima. E forse anche più in alto.
 
- Arianna, ciao!
E’ Silvia, la mia compagna di banco. Si siede al tavolino con me, sulla sedia in fianco alla mia.
Alzo gli occhi per vedere dove sia finito il tizio, ma non lo vedo più.
- Che voleva Daniele Ferri da te? – mi fa lei.
- Chi…? – la guardo confusa.
- Daniele Ferri. – ripete lei, con l’aria di chi non può nemmeno concepire che non si conosca per fama un simile nome.
- E chi è?
- Dio, Ari! Quando imparerai ad aprire gli occhi?
Sorrido. Se sapesse quanto li ho aperti, poco fa…
- Daniele Ferri, il ragazzo che stava parlando con te fino a due secondi fa.. – mi spiega- E’ il più.. il meglio.. oh, non si può spiegare! Ma dove vivi, che non sai chi sia?
- Veramente io…
- Non negare di avergli parlato! Vi ho visti mentre entravo!
- Sssì, è venuto un tipo qui, prima. – spiego con calma. – Ma è andato via subito.
- Cosa voleva? – mi fa Silvia. Mi sta divorando con gli occhi.
- Boh, forse bere il caffè seduto. – spiego, notando che tutti gli altri tavolini sono occupati. Può funzionare come balla? Mi crederà?
- Ed è venuto proprio da te? Come mai? – Silvia ha gli occhi a cuore. No, non mi crede.
- Non lo so. – riapro il libro di storia, sperando che questo gesto possa interrompere l’imbarazzante interrogatorio.
- Sono quasi 4 mesi che si è lasciato con Sabrina. – prosegue Silvia. – Non è da lui restare da solo per così tanto tempo.
Mi guarda. Embè, dovrei commentare?
- Sta certamente cercando qualcuna. – prosegue.
Io sto zitta.
- Ma sei sveglia? – mi fa. Poi sorride maliziosa. – Ti ha steso, eh? Sei cotta!
- Ma che dici? – di nuovo un vago rossore sulle guance. – Non mi piacciono i tipi come lui.
- Già, dimenticavo.. la nobiltà d’animo.. la generosità, la cavalleria… e tutte quelle balle! Ragazzi così non esistono, Ari, mettitelo in testa!
- E vabbè, si vede che quelli che esistono non fanno per me! Primo fra tutti, Daniele-sono-il-migliore-Ferri, o come cavolo si chiama. È un arrogante.
- Allora lo conosci?
- No, ma lo immagino. Tipi come lui sono facili da decifrare: due sorrisi affascinanti, ti offrono da bere, ti accarezzano la schiena per vedere se ci stai e poi, appena abbassi la guardia…zac!!
- “Zac” che? – Silvia mi guarda basita.
- Diventi la preda numero diecimilaeuno. – termino tetra. – E a me non va.
- Ok. – Silvia si appoggia allo schienale. – Mettiamo che tu abbia ragione. Mettiamo che lui voglia farti diventare la sua preda numero diecimilaeuno. Pensi che sarebbe un male?
- Che domanda è? Certo che lo sarebbe!
- Dio, Ari, come sei perbene. – mi guarda schifata. – Più della metà delle ragazze del nostro liceo vorrebbe farsi Daniele Ferri, e non una volta sola.
- E l’altra metà?
- Finge di non essere interessata. Ma è solo una finzione, appunto. Tu in che metà sei?
- A me lui non interessa davvero. – le rispondo. E poi mi alzo. Sono quasi le otto.
 
 
 

 
 
Note dell’autrice
Ciao a tutti! Intanto grazie di cuore per aver letto fino a qui la storia. Spero davvero che vi piaccia. Accetto (e attendo) di tutto: commenti, critiche, e anche suggerimenti/aspettative, visto che la storia non l’ho ancora decisa del tutto e per il momento il finale è ancora piuttosto vago nella mia testa…
Per ora ho solo due comunicazioni di servizio: la prima, spero di aggiornare con un capitolo a settimana, in media. Il secondo però è quasi pronto, quindi forse a metà della settimana prossima lo posto. Seconda cosa: il rating forse diventerà arancione nei prossimi capitoli, ma non ho ancora ben deciso (sì, sono un po’ confusa XD).
Al prossimo capitolo!

   
 
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