Il
passato torna sempre
Cap.
1
Un
dolore improvviso la colpì dietro alla nuca. Il suo corpo si
accasciò a terra e
la sua mente si chiese cosa diavolo stesse succedendo. Alzò
lo sguardo e vide
che c’era né un altro. Sbuffando stizzita,
scattò in piedi con un colpo di
reni. Fece girare il paletto nella sua mano destra, per poi ficcarlo
nello
sterno del suo avversario. Quello divenne cenere.
“Buffy”.
Il
sussurro di Giles la fece sorridere. Lo sapeva che né gliene
mancava ancora
uno. Sentì un rumore impercettibile e saltò verso
quella direzione.
Il
vampiro, anche se era appena uscito dalla tomba, era molto forte.
Sorrise, era
meglio così. Doveva sfogare il nervosismo che si era
accumulato in quei giorni,
e cosa c’era di meglio di una bella scazzottata?
I
pugni lo centrarono esattamente in pieno volto, facendolo barcollare,
ma Buffy
non era ancora soddisfatta. Aveva
appena
cominciato a scaldarsi.
“Buffy,
qui non siamo a Sunnydale. Inizia a far freddo”
balbettò Xander, soffiando
sulle proprie mani per scaldarsele.
Buffy
ridacchiò.
“Lo
sistemo subito!” gli disse con tono sicuro.
Il
vampiro, con cui stava combattendo, ringhiò il suo
disappunto.
“Ma
chi ti credi di essere? Nessuna ragazzina può battere un
vampiro” e detto
questo, si lanciò sopra di lei.
Buffy
sorrise. Estrasse il paletto d’emergenza dalla tasca del
jeans, e mentre il suo
avversario volava su di lei, disse:
“Una
ragazzina no, ma la Cacciatrice sì!”.
Il
paletto andò a segno e il vampiro si tramutò in
polvere.
Xander
e Giles si scambiarono un sorriso e si avvicinarono alla ragazza, la
quale
stava guardando la sua giacca di pelle. La sua faccia era una maschera
di terrore.
“Dawn
mi ucciderà!” borbottò Buffy, quando
vide la manica mezza staccata.
“Meglio
nascondere le armi, allora” ribatté Xander
seriamente.
Conosceva
Dawn e poteva immaginare che reazione avrebbe avuto la sorella di Buffy
quando
avrebbe visto la sua giacca preferita ridotta in quel modo.
“E
se chiedessi a Willow, di ripararla con la magia?” propose la
Cacciatrice.
“Willow
deve usare i suoi poteri solo in caso d’emergenza”
disse Giles, togliendosi gli
occhiali per pulirli.
“Ma
questa è un’emergenza!”.
Il
suo ex Osservatore alzò a malapena gli occhi su di lei,
limitandosi a rimanere
in silenzio.
“Ok,
forse non è proprio un’emergenza, ma ci si
avvicina molto” mormorò la
cacciatrice a bassa voce.
Xander
le cinse le spalle con un braccio e la tirò verso di
sé delicatamente.
“Appena
G-man va a dormire, noi andremo da Willow”.
Buffy
si limitò ad annuire con un sorriso.
Si
avviarono verso l’uscita del cimitero, sussurrandosi piani,
mentre Giles
camminava impettito davanti a loro.
Una
volta raggiunta la macchina, l’ex Osservatore si
fermò e si voltò verso di
loro, cogliendoli sul fatto.
“Anche
se sto invecchiando, non vuol dire che io stia diventando sordo o stia
perdendo
le mie capacità mentali. Quindi, niente incantesimi! Buffy,
tu spiegherai a
Dawn cosa è successo e se tua sorella tenterà di
ucciderti, credo che il fatto che
tu sia una Cacciatrice potrà rivelarsi utile per la tua
sopravvivenza! Adesso,
salite in macchina!”.
Xander
e Buffy si guardarono e, con un sospiro, seguirono in macchina
l’uomo che era
diventato un padre per tutti loro.
L’auto
scivolava per le vie buie di Cleveland, mentre una leggera pioggia
scendeva da
un cielo buio e senza stelle.
Buffy
stava osservando il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino. Tutti
quei
palazzi alti e anonimi le procuravano una fitta al cuore. Sapeva che
cos’era.
Sentiva terribilmente la mancanza di Sunnydale.
Dove
adesso c’era quel cratere profondo, un tempo sorgeva casa sua.
Lì
aveva trascorso i migliori anni della sua vita e conosciuto persone che
erano
entrate a far parte del suo destino. Molti erano sopravvissuti a quel
disastro,
ma i pochi che erano morti durante quei sette anni, pesavano sulla sua
anima
come macigni.
Sua
madre, Anya, Tara e Spike.
Al
pensiero del vampiro biondo, Buffy boccheggiò. Erano passati
due anni dalla sua
morte e lei non era ancora riuscita a farsene una ragione.
Si
chiese dov’era in quel momento. Sapeva che non poteva
trovarsi in quella sorta
di paradiso, dove un tempo lei era stata. Ma immaginarlo in una
dimensione
infernale, la faceva sentire colpevole di non averlo amato prima della
sua
morte.
Quando
gli aveva detto che lo amava, era chiaro che gli stesse mentendo, tanto
che lui
se ne era reso conto. Non avrebbe mai dimenticato lo sguardo che aveva,
mentre
lei correva per mettersi in salvo.
I
giorni successivi alla sua morte erano passati lenti e inesorabili.
Se non fosse stato per Willow, lei e Xander, distrutto per la morte di
Anya,
non avrebbero mai potuto farcela.
Era
stata la strega a spronarli ad andare avanti.
“Se
non lo volete fare per voi stessi, fatelo per loro” aveva
detto una volta,
quando li aveva visti particolarmente addolorati.
“Tu
vai avanti per Tara?” le aveva chiesto Buffy, pentendosene
quasi subito. La
morte di Tara era ancora un tabù per la
strega.
“Io
vado avanti solo per lei” aveva sussurrato la sua migliore
amica, prima di
lasciarli.
Con
il passare dei mesi, erano riusciti a risollevarsi ma la loro mancanza
si
sentiva sempre di più.
Adesso
vivevano a Cleveland, a guardia della nuova Bocca
dell’Inferno, mentre le altre
Cacciatrici erano distribuite per il mondo a combattere il male.
La
loro casa si trovava in periferia. Era una villetta antica, ma molto
comoda e
spaziosa e se c’era qualche problema, Xander indossava il suo
elmetto giallo e
li risolveva in un attimo.
Vivevano
tutti insieme: lei, Xander, Dawn, Willow con Kennedy e Giles; e si
mantenevano
soprattutto grazie alla strega, che aveva sviluppato un nuovo software
per il
quale tutte le aziende informatiche pagavano fior di dollari pur di
averlo.
Sembrava
che la loro vita procedesse bene, a parte uccidere vampiri e demoni e
sventare
qualche apocalisse ogni tanto, ma ai tre Scoobies mancava qualcosa e
quel
qualcosa era impossibile raggiungerlo.
Quando
Giles parcheggiò nel vialetto, i sensi di Buffy percepirono
del pericolo.
Aprì
con violenza la portiera, sradicandola, e si lanciò verso la
porta d’ingresso.
“Buffy!”
la chiamò Xander, mentre Giles guardava desolato la sua auto.
La
Cacciatrice non li aspettò e si fiondò dentro
casa, dirigendosi sulla sua
sinistra, verso il soggiorno.
A
separare Dawn e Kennedy, c’era un tavolino sul quale erano
appoggiati
recipienti pieni di patatine e popcorn. Le due ragazze urlavano
così forte, che
non si erano accorte della Cacciatrice ferma sulla soglia che le
fissava.
“Dov’è
andata?” gridò Kennedy, con tono minaccioso.
“Ti
ho detto che non lo so!”.
“Non
dire cazzate, Dawn. So che giorno è oggi!”.
“Allora
se lo sai, perché me lo chiedi?”
ribatté Dawn, ritornando per un istante a
essere la ragazzina pestifera che era stata un tempo.
Kennedy
sbuffò sonoramente e gettò indietro i suoi lunghi
capelli neri, per vedere
meglio la ragazza di fronte a lei.
“è
andata ancora da quella?” domandò freddamente.
Dawn
s’irrigidì.
“Ha
un nome”.
“Non
ho nessuna intenzione di pronunciare il nome che mi ha perseguitato da
quando
ho conosciuto Willow!”.
“Perseguitato?
Ma cosa ti aspettavi, eh? Tara è stata l’amore
della sua vita. È ovvio che sia
andata da lei, oggi” urlò Dawn, rossa in viso.
“è
morta!” esclamò Kennedy. “Il suo corpo
non esisterà neanche più. È solamente
polvere!”.
La
faccia di Dawn si contorse e la ragazza cercò in un tutte le
maniere di non
piangere.
Quando
Buffy sentì le parole di Kennedy e vide sua sorella
scoppiare in lacrime,
decise d’intervenire.
“Kennedy”
disse, annunciando la sua presenza.
Le
due ragazze brune si voltarono verso di lei.
“Buffy”
la salutò la Cacciatrice più giovane.
“Chiedi
scusa a mia sorella e a me…”
“E a me”.
Xander
entrò anche lui in salotto e si affiancò a Dawn,
prendendola tra le sue braccia
e confortandola.
“Ci
sono anch’io” aggiunse Giles, facendo il suo
ingresso.
Kennedy
guardò ciascuno di loro, per poi assumere un atteggiamento
strafottente.
“Chiedere
scusa di cosa?” domandò con finto tono innocente.
Buffy
strinse le mani a pugno e tentò di calmarsi facendo lunghi e
profondi respiri.
Un
silenzio carico di tensione calò su di loro, in attesa che
qualcuno dicesse o
facesse qualcosa.
A
un tratto sentirono un tintinnare di chiavi e il cigolio della porta
d’ingresso
che si apriva.
“C’è
nessuno?”.
La
voce di Willow giunse fino a loro.
“Willow,
siamo qui in soggiorno” gridò Buffy.
La
strega li raggiunse. Era molto pallida e i suoi strabilianti occhi
verdi erano
spenti e arrossati. Non ci voleva molto a capire che aveva da poco
finito di
piangere.
“Ma
siete impazziti a lasciare la porta aperta? Ho immaginato le cose
più orribili!
Demoni che sono entrati e che vi hanno ucciso. Cioè, non sto
dicendo, Buffy,
che tu non riusciresti a tenerli a bada. Anzi, sicuramente li avresti
abbattuti
tutti in due secondi. Con una mano legata dietro alla
schiena… e anche con gli
occhi bendati… e…”Willow
s’interruppe.
Il
suo sguardo si spostò da Buffy a Kennedy, per poi puntarlo
su Giles e infine su
Xander, che teneva ancora stretta Dawn tra le sue braccia.
“Che
cosa sta succedendo?” domandò con voce tremante,
rimanendo a debita distanza da
loro.
“Stiamo
avendo un piccolo diverbio…”iniziò a
dire Giles.
“Oh,
chiuda il becco” sbottò Kennedy, muovendo qualche
passo verso la sua ragazza.
“Dove sei stata?”.
Gli
occhi di Willow si spalancarono . “A un incontro di
lavoro…”.
“Adesso,
portare i fiori su quello che è rimasto della tomba della
tua ragazza defunta,
è andare a un incontro di lavoro?”
“Kennedy,
io…”
“Basta, Willow! Non ne posso più di combattere
sempre contro un fantasma.
Sarebbe stato meglio che non l’avessi mai incontrata. Ti ha
rovinato la vita! È
stata la cosa peggiore che ti sia mai capita…”.
Lo
schiaffo che la colpì in viso, la azzittì
all’istante.
Willow
respirava velocemente, mentre tentava in tutti i modi di non perdere il
controllo. Buffy, notando la battaglia che infuriava dentro la sua
migliore
amica, si avvicinò a lei. Le abbassò
delicatamente il braccio, per poi
rivolgersi a Kennedy.
“è
meglio se te ne vai, prima che non risponda delle mie
azioni!”.
“Non
mi fai paura, Buffy. E non sei tu che mi stai cacciando, sono io che me
ne
vado! Non posso continuare a vivere in un mausoleo”.
“In
che cosa?” domandò Xander.
Kennedy
si voltò verso lui. “Willow non è
l’unica che vive nel passato, pure tu e Buffy
siete ancora legati a esso. Voi tre siete ancora innamorati di gente
che non
potrà mai, e dico mai tornare. Dovete ficcarvi in testa, che
Tara, Anya e Spike
sono morti. Tenete le loro cose, convinti che ritorneranno, ma non
sarà così!
Siete patetici!”.
Kennedy
rivolse a loro un sorrisetto, per poi rivolgersi a Willow.
“Sai
dove trovarmi, ma sono sicura che non ti rivedrò. Continua
pure a stare insieme
a una persona morta, se questo ti rende felice…”.
La
Cacciatrice più giovane superò Buffy e Willow,
dirigendosi verso le scale.
Nessuno
mosse un muscolo, anche se si potevano udire ancora i singhiozzi di
Dawn. I tre
Scoobies evitavarono di guardarsi. Le parole di Kennedy erano vere.
Erano
ancora innamorati del passato.
Giles,
sapendo perfettamente cosa stava succedendo ai suoi ragazzi, decise di
prendere
in mano la situazione.
“Perché
non andate in cucina, mentre io mi assicuro che Kennedy abbia tutto
l’aiuto di
cui ha bisogno”.
Xander
si riscosse. “Sarà Giles ad aiutarla o
Ripper?”.
L’ex
Osservatore nascose un sorriso mentre saliva le scale.
I
ragazzi si diressero in cucina. Willow, Xander e Dawn si sedettero al
piccolo
tavolo, mentre Buffy si avvicinava ai fornelli per mettere su un
po’ di the.
Scosse la testa, notando quanto le abitudini di Giles si erano radicate
in lei.
Una
volta servito, i quattro presero tempo soffiando sulle loro tazze
bollenti.
“Sapevo
che sarebbe andata a finire così” disse tutto a un
tratto Willow.
“Willow...
”.
“No,
Xander. Ha ragione Kennedy. Se fossi stata veramente innamorata di lei,
oggi
non sarei andata a Sunnydale”.
“A
proposito, come hai fatto ad andare e a venire così
presto?” domandò Dawn,
aggrottando la fronte.
Willow
sorrise maliziosamente. “Magia…”.
I
quattro ridacchiarono, per poi interrompersi di colpo quando sentirono
dei
passi scendere le scale. Quando udirono il tonfo della porta
richiudersi,
rilasciarono tutti un sospiro di sollievo.
“Non
so cosa mi abbia trattenuto dal saltarle addosso”
borbottò la Cacciatrice.
“Il
fatto che lei abbia centrato il punto”.
Giles
era appena entrato in cucina, rispondendo alla sua domanda.
“E anche…” aggiunse,
una volta preso del tè e seduto di fianco a Dawn,
“ che tu sei la Cacciatrice
in capo”.
“Non
mi sembrano ancora dei motivi validi”.
Giles
decise di sorvolare sull’ultimo commento della sua protetta,
per focalizzare la
sua attenzione su Willow.
“Le
hai fatto gli auguri anche da parte nostra?”.
Gli
occhi della strega divennero lucidi, ma non una sola lacrima
riuscì a rompere i
loro argini.
“Sì,
e tanto che c’ero, ho salutato anche gli
altri…”.
“Grazie”
le sussurrò Xander.
Willow
sorrise e gli strinse una mano.
“Mi
dispiace per Kennedy” le disse Dawn.
“Non
ti preoccupare. Non sarebbe durata ancora a lungo. Se non fosse stata
lei,
sarei stata io tra non molto…”.
“A
me, invece, non dispiace per niente” sbottò Buffy,
ancora arrabbiata per via
della discussione avvenuta prima. “Ma chi si crede di essere
quella ragazzina?
Non ha nemmeno vent’anni!”.
“E
con questo, cosa vorresti dire?” indagò Dawn,
fulminando sua sorella.
“Oh,
andiamo. Non avete la maturità necessaria per permettervi di
giudicare gli
altri. E le cose che ha detto, poi…”.
“Perché
che cosa ha detto, mentre io non c’ero?” chiese con
un sussurro Willow, ma la
risposta non arrivò mai, perché Dawn si era
alzata in piedi, furiosa.
“Buffy
Anne Summers, come puoi dire una cosa del genere, quando tu a
vent’anni hai
combattuto contro Glory, sacrificandoti per salvarmi!”.
“Ma
quello è stato diverso!” si difese Buffy.
“Diverso?”
“Will,
prepara i popcorn. Stiamo per assistere a un litigio in pieno stile
Summers”
mormorò Xander a Giles e a Willow, entrambi imbarazzati.
All’improvviso,
qualcuno bussò alla porta d’ingresso.
Immediatamente, le due sorelle si fecero
silenziose.
Il
bussare continuava, diventando sempre più insistente.
Buffy
gettò un’occhiata verso l’orologio e
vide che erano le tre del mattino.
“Chi
può essere?” sussurrò Dawn.
“Niente
di buono” rispose Buffy, dirigendosi verso
l’ingresso.
Prima
di aprire la porta, afferrò la spada appoggiata alla parete
e dopo aver fatto
un cenno agli altri, che l’avevano seguita, aprì
la porta.
Una
ragazza con lunghi capelli neri e grandi occhi castani si reggeva a
malapena in
piedi.
Aveva
tagli ed escoriazioni su tutto il corpo e un’enorme ferita
era ricamata sul
lato sinistro dello stomaco.
“Ciao,
B. Posso entrare? Giuro che cercherò di non sporcarti il
tappeto” disse Faith,
cercando di sorriderle.
Buffy
agì d’istino, la prese tra le braccia e la
portò subito in soggiorno. La fece
stendere sul divano e poteva sentire i membri della sua famiglia darsi
da fare
per aiutare la ragazza.
“Chi
ti ha ridotto così, Faith?” chiese Buffy.
Faith
si limitò a sorridere. “ Se te lo
raccontassi”, disse” non ci crederesti!”.
“Buffy,
spostati. Devo fare un incantesimo di guarigione”.
La
Cacciatrice si volse verso la strega.
“Sei
sicura? Te la senti?”.
“Se
non lo faccio, morirà” sussurrò Willow,
posizionando le sue mani sulle ferite
di Faith.
La
strega tentò un paio d’incantesimi e con molta
lentezza, le ferite smisero di
sanguinare, ma Buffy e gli altri si accorsero della sua espressione
accigliata
e confusa.
“La
maggior parte di queste ferite sono magiche” disse Willow,
guardando la
Cacciatrice bruna.
“Esatto,
Red”.
“Ma
l’energia che sento non può essere
reale”.
“Certo
che lo è. È esattamente quello che la tua
testolina rossa sta pensando”.
“A
che cosa stai pensando, Willow?” domandò Dawn,
divorata dalla curiosità.
La
strega scosse la testa e alzò lo sguardo verso di lei.
“A
una cosa impossibile, Dawnie”.
“Cioè?”
insistette Xander.
Ma
Willow non rispose e tornò a fissare Faith.
“Chi
è stato?”.
La
Cacciatrice bruna sorrise nuovamente, alzò il bracco e
indicò una foto appesa
sopra il baule delle armi.
La
foto era stata scattata tanto tempo fa, a Sunnydale. Mostrava due
ragazze e un
ragazzo, biondi tutti e tre, anche se di sfumature diverse. La ragazza
più
piccola sorrideva apertamente verso la fotocamera, mentre
l’altra tentava di
nascondere il viso sorridente coprendolo con i suoi lunghi capelli. Il ragazzo, invece, aveva
un’espressione
infastidita, anche se si poteva notare il sorriso che aleggiava sulle
sue
labbra.
Quella
era l’unica foto che avevano scattato insieme, dopo molte
insistenze da parte
di Dawn, ed era stata battezzata con il nome “ Nuovi
Scoobies”.
Mentre
Faith la indicava, Tara, Spike e Anya continuavano a sorridere dalla
foto che
li aveva immortalati.
Buongiorno
a tutti.
Spero
che vi sia piaciuta e che commenterete (anche per dirmi che non vi
piace).
Nel
corso della FF farò dei riferimenti all’ottava
stagione, ma il nemico sarà
diverso.
Non
ci saranno accenni di Angel, perché lo ammetto, lo spin off
non l’ho mai visto,
a parte qualche puntata. ^_^
Grazie
a tutti,
Asiel