Questa one-shot originariamente voleva essere la prima di una
raccolta di otto storie, tutte brevi e prettamente introspettive, incentrate
ognuna su un personaggio diverso, analizzato dalla particolare angolatura
offerta da una serie di canzoni di Fabrizio de André, un autore che io amo
molto. In particolare avevo scelto i brani contenuti nel disco Non al denaro, non all’amore né al cielo,
basato su una rielaborazione della Spoon River Anthology di E.L. Masters. In realtà temo che, soprattutto per mancanza di
tempo, non riuscirò mai a portare a termine quel progetto, però almeno questa shot volevo pubblicarla.
Come
vedrete, è incentrata su Komui e il pezzo scelto per
lui è quello di apertura del disco, intitolato La collina (che, by the way, è anche la
poesia di apertura dell’Anthology).
Spero
che questo piccolo esperimento possa piacere.
Buona
lettura!
Just Sleeping Under a Crossed Flag
Dove sono i
generali
che si
fregiarono nelle battaglie
con
cimiteri di croci sul petto?
“Dall’unità Tiedoll: Daysha Barry. Dall’unità Sokaro: Katherina Reed, Chalker Laboun. Dall’unità Klaud:
Tina Spark, Gwen Frail e Soul Galen, per un totale
di sei esorcisti deceduti. Includendo i finder,
raggiungiamo le 148 vittime accertate.”
“Così tanti decessi in così pochi giorni…?”
Domanda retorica, quella, che senti
pronunciare da chissà chi, frammista alle decine di altre che alle tue spalle
si accavallano e si intrecciano, sgomente, spaventate, incredule.
Domande che non cercano una risposta
perché, pur nella loro istintualità irrazionale e
confusa, fin da prima di essere completamente pronunciate sanno benissimo che
quella risposta non potranno mai averla - o averne una che sia diversa dalla silente
sequenza di bare che si allarga davanti ai tuoi occhi.
Eppure, anche di fronte alla distesa
di morte dispiegata davanti all’altare sotto il gigantesco stemma dell’Ordine,
anche di fronte ad uno scenario del genere, quelle domande continuano ad
inseguirsi, nel vano tentativo di sopraffare i lamenti di chi non ha potuto
seguire i compagni là dove tutto questo non sarà che un ricordo.
Benché le voci che pronunciano quelle
domande siano proprio dietro di te e Reever accanto a
te abbia appena finito di recitare quel doloroso elenco, nonostante tutto in
questo momento ti senti immensamente solo.
Sulla fila di casse allineate ai tuoi
piedi, pietosamente coperte di bandiere non allo scopo di onorare il sacrificio
dei morti quanto piuttosto di salvaguardare dall’orrore i vivi, su quei drappi
si replica, ossessiva e macabra, la Rose Cross - quella croce che da simbolo di
salvezza dal male si è fatta emblema di un martirio incomprensibile e senza
senso.
Dove i
figli della guerra
partiti per
un ideale,
per una
truffa, per un amore finito male?
“…sei esorcisti?!”
“Questo non va bene… gli
esorcisti non sono forse gli apostoli del Signore?”
“Loro non dovrebbero morire! Adesso che ne sarà di
noi?”
Altre domande si inseguono
alle tue spalle - domande retoriche, confuse e spaventate tanto quanto le
prime. Domande che ti richiamano alla mente volti che mai e poi mai avresti la
forza di pensare dentro una delle bare che ora ti si parano innanzi. Daresti
qualunque cosa per avere la certezza che ciò non succeda.
Ti senti terribilmente
ingiusto per aver formulato un pensiero del genere: tu sei il capo di tutti,
come puoi permetterti di sperare che specialmente alcuni dei ragazzi affidati
alla tua custodia non rimangano mai vittime di questa guerra assurda? Eppure,
nella tua piccolezza di uomo, sai che non potrai mai fare a meno di pregare
ogni mattina perché, tra tutti, specialmente loro tornino sempre a casa sani e
salvi.
Tua sorella Linalee, figlia della guerra cui la guerra ha rubato
l’infanzia vera, costringendola a viverne un’altra fatta di combattimenti e
missioni ogni volta più lunghe e pericolose.
Allen, lui che nella guerra
ci è rimasto coinvolto suo malgrado fin dalla nascita, ma che proprio nel
combattere questa guerra ha trovato una ragione di vita.
Kanda, riportato con l’inganno
sul campo di battaglia, caricato nuovamente del fardello dell’Innocence dopo che già una volta la morte l’aveva liberato
da quel peso.
Crowley, catapultato in questo
conflitto infinito per una casualità tanto incredibile da farti dubitare che
sia stata tale, costretto dal destino a pensare la sua amata come nemico e ad
ucciderla per non essere ucciso da lei.
E poi Lavi, Miranda, Marie,
Suman e tutti gli altri che non sono più…
Hanno
rimandato a casa
le loro
spoglie nelle bandiere
legate
strette perché sembrassero intere
Sgomento, ti trovi a
domandarti quante altre volte sarai costretto a trovarti in una situazione
simile e quante altre volte l’hai già vissuta.
Ormai quasi ogni giorno
qualcuno perde la vita in missione; la sua bara viene portata in questa sala
per ricevere l’ultimo omaggio e quindi il corpo viene sùbito
cremato, in silenzio e in segreto, senza che la famiglia ne sappia nulla, nel
timore che il Conte approfitti dei vostri morti per ritorcerli contro di voi.
Spesso, però, nemmeno c’è
bisogno di procedere alla cremazione: spesso le bare allineate ogni volta
ordinatamente una a fianco all’altra sono vuote - e se non fosse che controlli
tu stesso, potresti persin pensare che siano sempre
le stesse: dei corpi di coloro che sono stati uccisi dal veleno degli akuma non è rimasto nulla. E di quei pochi di cui è rimasto
agli amici almeno un cadavere sui cui piangere, è compito tuo accertarti che
sparisca al più presto ogni traccia.
Non un osso rimarrà
nell’immenso cimitero disteso nei sotterranei dell’Ordine: cupo camposanto,
inaccessibile a chiunque, costellato di croci bianche tutte uguali, con
iscritto solo un nome e una data, la cui funzione non è fungere da lapide per
un’inesistente sepoltura, ma solo permettere ai posteri il conto dei caduti.
“Zitti! Piantatela di piagnucolare e lamentarvi di
fronte ai vostri amici che hanno dato la vita per una giusta causa!”
La voce di Reever, triste e nervosa, ti impedisce di sprofondare
ulteriormente nel baratro dei tuoi pensieri funesti.
Ha ragione: non puoi e non
devi lasciarti trascinare dall’onda dei sentimenti, perché così facendo la disperazione
finirebbe per travolgerti e allora ogni sacrificio sarebbe stato vano.
Devi riscuoterti e tornare
a svolgere il tuo compito di guida salda e incrollabile, punto di riferimento
per coloro che hanno scelto di dedicare la loro vita alla salvezza di tutti. Lo
devi a chi non c’è più, lo devi a Linalee, ad Allen,
a Kanda e a Crowley, lo
devi a tutti gli esorcisti, perché non vuoi più vedere il nome di nessuno
iscritto su una croce bianca o su una bara vuota coperta da una bandiera.
Pur nel dramma infinito che
ti circonda e ti stordisce, quella convinzione ti fa trovare la forza di
accennare un sorriso stanco. Con un gesto lento e solenne ti togli il basco,
portandotelo al cuore, quindi ti pieghi in un inchino di silente omaggio.
“Bentornati a casa… vi
ringrazio per il vostro impegno.”
Che il loro sacrificio non
sia stato vano e ora, liberi dalle catene della guerra, possano finalmente
riposare in pace.
Dormono,
dormono sulla collina
dormono,
dormono sulla collina
Le battute
in corsivo sono prese dal manga, cap. 44 pagine 7-11 mentre i versi sulla
destra sono tratti dalla canzone La collina, contenuta nell’album Non
al denaro, non all’amore né al cielo di Fabrizio de André.