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Autore: Mistral    14/11/2010    6 recensioni
Che il loro sacrificio non sia stato vano e ora, liberi dalle catene della guerra, possano finalmente riposare in pace...
[Studio su Komui Lee]
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Komui Lee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa one-shot originariamente voleva essere la prima di una raccolta di otto storie, tutte brevi e prettamente introspettive, incentrate ognuna su un personaggio diverso, analizzato dalla particolare angolatura offerta da una serie di canzoni di Fabrizio de André, un autore che io amo molto. In particolare avevo scelto i brani contenuti nel disco Non al denaro, non all’amore né al cielo, basato su una rielaborazione della Spoon River Anthology di E.L. Masters. In realtà temo che, soprattutto per mancanza di tempo, non riuscirò mai a portare a termine quel progetto, però almeno questa shot volevo pubblicarla.

Come vedrete, è incentrata su Komui e il pezzo scelto per lui è quello di apertura del disco, intitolato La collina (che, by the way, è anche la poesia di apertura dell’Anthology).

Spero che questo piccolo esperimento possa piacere.

Buona lettura!

 

 

Just Sleeping Under a Crossed Flag

 


 

Dove sono i generali

che si fregiarono nelle battaglie

con cimiteri di croci sul petto?

 

Dall’unità Tiedoll: Daysha Barry. Dall’unità Sokaro: Katherina Reed, Chalker Laboun. Dall’unità Klaud: Tina Spark, Gwen Frail e Soul Galen, per un totale di sei esorcisti deceduti. Includendo i finder, raggiungiamo le 148 vittime accertate.”

“Così tanti decessi in così pochi giorni…?”

 

Domanda retorica, quella, che senti pronunciare da chissà chi, frammista alle decine di altre che alle tue spalle si accavallano e si intrecciano, sgomente, spaventate, incredule.

Domande che non cercano una risposta perché, pur nella loro istintualità irrazionale e confusa, fin da prima di essere completamente pronunciate sanno benissimo che quella risposta non potranno mai averla - o averne una che sia diversa dalla silente sequenza di bare che si allarga davanti ai tuoi occhi.

Eppure, anche di fronte alla distesa di morte dispiegata davanti all’altare sotto il gigantesco stemma dell’Ordine, anche di fronte ad uno scenario del genere, quelle domande continuano ad inseguirsi, nel vano tentativo di sopraffare i lamenti di chi non ha potuto seguire i compagni là dove tutto questo non sarà che un ricordo.

 

Benché le voci che pronunciano quelle domande siano proprio dietro di te e Reever accanto a te abbia appena finito di recitare quel doloroso elenco, nonostante tutto in questo momento ti senti immensamente solo.

Sulla fila di casse allineate ai tuoi piedi, pietosamente coperte di bandiere non allo scopo di onorare il sacrificio dei morti quanto piuttosto di salvaguardare dall’orrore i vivi, su quei drappi si replica, ossessiva e macabra, la Rose Cross - quella croce che da simbolo di salvezza dal male si è fatta emblema di un martirio incomprensibile e senza senso.

 

Dove i figli della guerra

partiti per un ideale,

per una truffa, per un amore finito male?

 

…sei esorcisti?!”

“Questo non va bene… gli esorcisti non sono forse gli apostoli del Signore?”

“Loro non dovrebbero morire! Adesso che ne sarà di noi?”

 

Altre domande si inseguono alle tue spalle - domande retoriche, confuse e spaventate tanto quanto le prime. Domande che ti richiamano alla mente volti che mai e poi mai avresti la forza di pensare dentro una delle bare che ora ti si parano innanzi. Daresti qualunque cosa per avere la certezza che ciò non succeda.

Ti senti terribilmente ingiusto per aver formulato un pensiero del genere: tu sei il capo di tutti, come puoi permetterti di sperare che specialmente alcuni dei ragazzi affidati alla tua custodia non rimangano mai vittime di questa guerra assurda? Eppure, nella tua piccolezza di uomo, sai che non potrai mai fare a meno di pregare ogni mattina perché, tra tutti, specialmente loro tornino sempre a casa sani e salvi.

Tua sorella Linalee, figlia della guerra cui la guerra ha rubato l’infanzia vera, costringendola a viverne un’altra fatta di combattimenti e missioni ogni volta più lunghe e pericolose.

Allen, lui che nella guerra ci è rimasto coinvolto suo malgrado fin dalla nascita, ma che proprio nel combattere questa guerra ha trovato una ragione di vita.

Kanda, riportato con l’inganno sul campo di battaglia, caricato nuovamente del fardello dell’Innocence dopo che già una volta la morte l’aveva liberato da quel peso.

Crowley, catapultato in questo conflitto infinito per una casualità tanto incredibile da farti dubitare che sia stata tale, costretto dal destino a pensare la sua amata come nemico e ad ucciderla per non essere ucciso da lei.

E poi Lavi, Miranda, Marie, Suman e tutti gli altri che non sono più…

 

Hanno rimandato a casa

le loro spoglie nelle bandiere

legate strette perché sembrassero intere

 

Sgomento, ti trovi a domandarti quante altre volte sarai costretto a trovarti in una situazione simile e quante altre volte l’hai già vissuta.

Ormai quasi ogni giorno qualcuno perde la vita in missione; la sua bara viene portata in questa sala per ricevere l’ultimo omaggio e quindi il corpo viene sùbito cremato, in silenzio e in segreto, senza che la famiglia ne sappia nulla, nel timore che il Conte approfitti dei vostri morti per ritorcerli contro di voi.

Spesso, però, nemmeno c’è bisogno di procedere alla cremazione: spesso le bare allineate ogni volta ordinatamente una a fianco all’altra sono vuote - e se non fosse che controlli tu stesso, potresti persin pensare che siano sempre le stesse: dei corpi di coloro che sono stati uccisi dal veleno degli akuma non è rimasto nulla. E di quei pochi di cui è rimasto agli amici almeno un cadavere sui cui piangere, è compito tuo accertarti che sparisca al più presto ogni traccia.

Non un osso rimarrà nell’immenso cimitero disteso nei sotterranei dell’Ordine: cupo camposanto, inaccessibile a chiunque, costellato di croci bianche tutte uguali, con iscritto solo un nome e una data, la cui funzione non è fungere da lapide per un’inesistente sepoltura, ma solo permettere ai posteri il conto dei caduti.

 

“Zitti! Piantatela di piagnucolare e lamentarvi di fronte ai vostri amici che hanno dato la vita per una giusta causa!”

 

La voce di Reever, triste e nervosa, ti impedisce di sprofondare ulteriormente nel baratro dei tuoi pensieri funesti.

Ha ragione: non puoi e non devi lasciarti trascinare dall’onda dei sentimenti, perché così facendo la disperazione finirebbe per travolgerti e allora ogni sacrificio sarebbe stato vano.

Devi riscuoterti e tornare a svolgere il tuo compito di guida salda e incrollabile, punto di riferimento per coloro che hanno scelto di dedicare la loro vita alla salvezza di tutti. Lo devi a chi non c’è più, lo devi a Linalee, ad Allen, a Kanda e a Crowley, lo devi a tutti gli esorcisti, perché non vuoi più vedere il nome di nessuno iscritto su una croce bianca o su una bara vuota coperta da una bandiera.

Pur nel dramma infinito che ti circonda e ti stordisce, quella convinzione ti fa trovare la forza di accennare un sorriso stanco. Con un gesto lento e solenne ti togli il basco, portandotelo al cuore, quindi ti pieghi in un inchino di silente omaggio.

 

“Bentornati a casa… vi ringrazio per il vostro impegno.”

 

Che il loro sacrificio non sia stato vano e ora, liberi dalle catene della guerra, possano finalmente riposare in pace.

 

Dormono, dormono sulla collina

dormono, dormono sulla collina

 


 

Le battute in corsivo sono prese dal manga, cap. 44 pagine 7-11 mentre i versi sulla destra sono tratti dalla canzone La collina, contenuta nell’album Non al denaro, non all’amore né al cielo di Fabrizio de André.

   
 
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