Chi non muore di rivede, ne? xD
Oggi, voglio proporvi una mia One-Shot scritta in un momento in cui ero particolarmente ispirata..
Parla di una giovane ragazza anonima (non ho messo il nome apposta perchè così ci si può immedesimare di più nel personaggio) che deve affrontare il periodo più brutto, a parer mio, che una persona può affrontare.
Spero vi piaccia..
Sto sognando? Vedo
oscurità. Ma come faccio a vederla? Se è oscurità
non dovrei vedere nulla, no?
Eppure la vedo. La percepisco.
Buio.
Non so se mai mi
risveglierò. Può capitare in alcuni casi, ma non
a me. Almeno, non credo. Anzi, lo so.
Sento qualcuno chiamarmi.
Immaginazione? No. Lo sento davvero.
Apro gli occhi.
Alessio?
«Ciao.» mi
disse.
«Ciao. Che ci fai
qui?» il tono neutrale lo sentivo solo io. Speravo.
«Sono venuto a trovarti.
Ho saputo ieri sera dell’incidente.> Incidente. Urla
pianti, i miei.
Alessio. Il mio migliore amico. Gli
voglio un mondo di bene. Ma ormai non conta più. Io non
esisto più.
«Grazie.» non
riesco a dire nient’altro. Non ce la faccio.
«Allora? Qual
è il verdetto?» cercava di celare la sua
curiosità e preoccupazione dietro un tono ironico.
Verdetto.
«Non voglio
parlarne.» chiara e concisa.
«È
successo qualcosa di grave?»
No
guarda. Se non fosse successo qualcosa di grave non sarei ancora qui in
questo fottuto ospedale.
«Si.»
Lo vidi trattenere le lacrime. In
fondo, anche se non mi amava, mi voleva un bene dell’anima.
Mi commossi.
«Ok. Ti
racconterò tutto, siediti però. Vieni.»
cercai di alzarmi, con poco successo.
Infatti, avevo completamente le due
gambe ingessate, con escoriazioni sulle braccia e ovviamente quella.
Cercai comunque di sollevarmi, poggiandomi sulle braccia.
«No, fermati. Non
sforzarti.» mormorò, implorandomi di restare
sdraiata e immobile.
«Ce la faccio.»
fu la mia risposta. Mi misi accanto, sul fianco, mentre lui era
indeciso se sedersi o meno.
Quando finalmente si decise,
iniziai il mio racconto.
«Ieri, come ben sai,
volevo andare in biblioteca a prendere alcuni libri di cui avevo
sentito parlare. Visto che mia mamma non poteva accompagnarmi in
macchina, decisi di andare in moto. Ero quasi giunta a
destinazione..»
Il mio sguardo si perse nel vuoto.
«..Quando quella macchina, contro mano, mi venne addosso. Fu
un impatto frontale. Finii sul parabrezza dell’auto, almeno,
così mi dissero. Quando riaprii gli occhi ero in questo
letto, con le sbarre. Ripensai alla giornata trascorsa e, alla fine
ricordai: ricordai un dolore tremendo all’addome, in
prossimità delle anche. Spostai le coperte e mi alzai il
camice: vidi una grossa sfilza di punti, che partivano, come ti ho
detto prima, da un’anca all’altra. E, in quel
momento, capii cosa fosse successo. Riconobbi la parte in cui ci
fossero i punti e mi fu tutto chiaro..» ormai, non riuscivo
più a controllare i singhiozzi. Non più.
«Tu che sei un patito di scienze, avrai di sicuro capito di
che parte si tratta, no?
Urlai e mi dimenai, facendo
spaventare i medici che accorsero preoccupati.
“Cosa mi è
successo?” piansi. “Mi dispiace molto”
almeno quel dottore aveva un po’ di tatto. “Il
manubrio della sua moto le ha reciso l’addome. Non abbiamo
potuto fare niente. Le abbiamo dovuto asportare l’utero.
” Capisci Ale? L’utero. “Non
potrà avere figli.” Non potrà avere
figli?! Sai cosa significa sentirsi dire, perdi più se sei
una donna, non potrai avere un bambino?»
Strinsi
le braccia attorno al mio corpo scosso nuovamente da singhiozzi.
«Perché Ale?
Perché a me? Ti ricordi quando sono andata con la mia
famiglia a bere la cioccolata calda due domeniche fa? È
stata in quella occasione che ho espresso il desiderio di andare
all’università per poter diventare maestra
d’asilo. Ti rendi conto? » crollai disperata,
osservando il soffitto.
«Ora non potrò
più. Non so nemmeno se riuscirò ad alzarmi dopo
questa batosta. Vorrei morire, sai?
La mia vita non ha più
senso. Io, proprio io, che adoro i bambini. La vita può
essere più ingiusta?
Ogni volta che guardavo un film
dove nascevano dei bambini mi commuovevo, mi toccavo la pancia e mi
dicevo “Pensa. Un giorno sarai come loro”. Che
cazzata. Non sarò mai come l’oro. Non
più. Ormai mi resta solo la consapevolezza di
non esistere.»
Finii. Ormai non avevo
più fiato, piangevo e basta.
Sentii la mano di Ale avvolgere la
mia. Mi ero quasi dimenticata della sua presenza. Lo guardai. Piangeva
anche lui.
«Mi dispiace averti fatto
piangere.» Il primo sorriso dopo ore e ore di disperazione.
Mi dispiaceva farlo soffrire, dovevo fare qualcosa.
«È il primo
sorriso che faccio. Dovresti essere fiero di te stesso.»
Sorrisi ancora. «Sai. Sono masochista. Indovina dove sono
andata stamattina? Mi sono alzata, ho preso la carrozzina e ho iniziato
a spingere. Il mio cuore mi ha guidata fino al nido.
Quanti bimbi. Mi osservavano con i loro occhietti vispi, curiosi di
scoprire quante più cose del mondo. Vidi anche alcune mamme
che allattavano le proprie creaturine. Mi sono
appoggiata con la fronte e una mano sul vetro, osservando.
Davanti a me un bimbo con gli occhi
verdi. Come i miei. Mentre lo fissavo, calde lacrime scorrevano sul mio
viso. Il bambino, notando la mia tristezza, iniziò a
piangere anche lui, come a volermi dimostrare che era dispiaciuto per
me. Come se, con il suo pianto, volesse esprimermi la sua presenza,
ossia: “Io ci sono”. Ma, cosa
può fare un bambino di due giorni da solo, con le proprie
forze? Un’infermiera mi notò e mi riconobbe. Ormai
la storia della ragazzina sterile aveva fatto il giro
dell’ospedale. Mi venne incontro, mentre avevo la testa tra
le mani e, senza dirmi nulla, mi riportò in camera.
Apprezzai il suo gesto.
Alcune volte è
necessario soffrire per conto proprio. Odio le persone che dicono
“Mi dispiace” sempre la stessa solfa.
Mi dispiace?! “Sai mi
dispiace di più a me.” Vorrei rispondere. Alcune
persone però, lo ammetto sono dispiaciuti veramente. Come
quel dottore. Era triste quando me l’ha detto, sai? Mentre i
suoi colleghi erano impassibili.»
Sospirai.
Rimasi in silenzio, mentre
osservavo il mio Ale. Gli accarezzai la testa.
Piangeva ancora.
SWC's Space
Un bacio
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Altre mie Ficcy:
- Fight For Life
- Crystal Drops: La Mia Vita Senza Te
- Tears Of Joy
- Romeo x Juliet: Il Cuore ha le sue Ragioni che la Ragione non Conosce
- Silence: My Silent Angel
- La
Vita? Un'ipotesi