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Autore: lud_194    16/11/2010    9 recensioni
Castle la guardò. Avrebbe voluto fare una fotografia a quel momento.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel preciso istante in cui incrociò il suo sguardo, Castle capì che qualcosa la turbava. Poggiò i due caffè sulla scrivania colma di documenti, con attenzione. Già troppe volte, con quel pizzico di goffaggine, aveva rovesciato tutto.

Beckett era in piedi con la schiena al muro, si tormentava i pollici e distolse subito lo sguardo da lui. La detective non era il tipo da gesti nervosi, no. Ogni tanto però, quando si sentiva in imbarazzo, guardava altrove e apriva un po’ la bocca, come per inglobare più ossigeno. Castle era un buon osservatore. Specialmente delle cose che lo affascinavano.

“Va tutto bene?” Sperava davvero che non gli rispondesse sì, tutto bene. Non avrebbe potuto convivere con il desiderio di sapere cosa le passava per la testa per tutto il giorno. Lui voleva, ma  più che altro quasi se lo imponeva, conoscere le sue sensazioni. Sempre. O almeno adorava immaginarle, leggendole sulle mille espressioni del suo volto.

“No. Dietro quella porta c’è la mia paura.” Fu davvero strano sentire la parola paura uscire dalle labbra di Beckett.

“La tua.. paura?” Castle si fece più vicino, istintivamente.

“C’è una bambina di là, in sala d’attesa. Ha 6 anni, si chiama Melanie. E’ estremamente intelligente.” Parlò senza guardarlo. Sembrava stesse parlando con i suoi pensieri.  

“E allora? Ci sai fare con i bambini, abbiamo affrontato casi di rapimento insieme, o comunque casi collegati a tanti bambini e tu te la sei cavata alla grande e..”

“No, Castle. Stavolta è diverso.” Adesso lo guardava.

“Melanie è stata portata qui stamattina da un agente. Ha perso il padre quando aveva appena 2 anni. Ieri sera sua madre è stata uccisa, in mezzo ad una strada, mentre tornava dal lavoro. Una stupida e brutale rapina. Quella donna lavorava 11 ore al giorno, e bastava appena per mantenere la sua bambina. Ma era instancabile, a detta dei suoi colleghi. Ed io lo credo, lo credo bene, perché stamattina Melanie mi ha raccontato della sua mamma.” Beckett si fermò per deglutire e respingere a tutti i costi le lacrime. Non poteva farsi vedere così. Castle portò la mano sulla sua spalla, ma ancor prima che la poggiasse, Beckett l’aveva scansata.

“Mi ha raccontato della sua mamma e l’ha dipinta come la migliore al mondo. Non le faceva mancare niente, mai, anche a costo di fare mille sacrifici. Mi ha detto che lei non ha mai sentito la mancanza di un papà, perché la sua mamma aveva la forza di una famiglia intera. E poi.. poi mi ha chiesto Detective, adesso lei dov’è? E’ stato orribile, Castle. Non ho mai sofferto così tanto nel dare la notizia. E’ stato come rivivere la morte di mia madre, di nuovo.”

“Oh Beckett..” Improvvisamente Castle la guardò con gli stessi occhi con cui guardava Alexis. E come un padre, ebbe un’ enorme voglia di stringerla, di accarezzarle i capelli e di dirle che sarebbe andato tutto bene. Ma Beckett non era la sua bambina..

“Adesso io devo tornare di là e prendermi cura di lei, almeno per un po’. Oltre la madre, non aveva nessun’altro familiare. Ti andrebbe di aiutarmi, Castle?”

“So che in pratica potrebbe sembrare il contrario, ma.. teoricamente sono qui per questo.” Le offrì uno dei suoi sorrisi più sinceri e le strinse la mano. Stavolta lei non oppose nessuna resistenza, ma anzi, chiuse gli occhi a quel contatto per sentirlo ancora più suo.

Castle fece capolino nella stanza, Melanie era seduta su una poltrona e stringeva forte un peluche. I capelli dorati le incorniciavano il viso paffutello e delicato, mentre gli occhi azzurri più del cielo sembravano non aver perso la loro vivacità.

“Ehi, tu sei Melanie, giusto?” Castle si accovacciò di fronte a lei. Beckett invece rimase indietro, ma guardava attentamente entrambi.

“Si.”

“Beckett, non mi avevi detto che era anche estremamente bella.” Kate sorrise, e un piccolo sorriso apparve anche sulla faccia di Melanie.

“Grazie.” Rispose educatamente un po’ imbarazzata.

“Io sono Richard, ma puoi chiamarmi Rick. Voglio che tu sappia una cosa, Melanie. Io e Kate ti aiuteremo in questo periodo non facile, ci prenderemo cura di te, è una promessa.” Castle sapeva che stava parlando ad una bambina sveglia ed intelligente, non usò giri di parole.

“La mia mamma mi ha insegnato che le persone che ci amano ci guardano sempre, ovunque loro siano. Anche in cielo. Lei adesso mi sta guardando, non è vero?” Beckett avanzò e si sedette accanto a lei, guardando quegli occhi che stavano diventando lucidi.

“Si, Melanie. Lei ti sta guardando, lei ti guarderà sempre e veglierà su di te. La tua mamma è accanto a te. Le persone che ci amano sono sempre accanto a noi, e non è importante vederle, ma.. sentire la loro presenza, ed il loro amore.” Castle la guardò. Avrebbe voluto fare una fotografia a quel momento. Era incredibilmente bella Kate, con quegli occhioni da cerbiatta commossi e quel sorriso dolce, materno. Pensò a quanto fosse bello conoscerla sotto tanti altri aspetti della vita. Sì, lui voleva conoscerla, scoprirla, leggere dentro di lei fino a stancarsene, ma era già consapevole che quella donna non l’avrebbe mai e poi mai stancato.

Tornò alla realtà e spostò lo sguardo su Melanie.

“Senti piccola, che ne dici se, fin quando non ti troviamo un’altra bellissima casa, vieni a stare da me? Ho una figlia che morirebbe dalla voglia di conoscerti e di giocare con te. Ha una cameretta da vera principessa e tanti giocattoli conservati..”  Rick le sorrise e Melanie non riuscì a non fare altrettanto. Kate lo guardò quasi incredula.

“Castle, non sei obbligato a..” Gli sussurrò, ma lui non le diede alcuna importanza.

“Allora, che ne dici? Ti va?” Melanie annuì e gli buttò le braccia al collo. Castle la prese in braccio e iniziarono a parlarle.

Il Capitano Montgomery si avvicinò alla detective, rimasta a guardare i due che si allontanavano.

“E’ incredibile quanto ci sappia fare con i bambini..” Le disse.

“Già.. siamo davvero fortunati, capitano, ad averlo qui. Me ne rendo conto ogni giorno di più.”

“Immagino che questo, Castle, non se lo sentirà mai dire da te.”

“Ovviamente.”

“Non lasciartelo scappare, Beckett.”

“Beh, se lui un giorno deciderà di andarsene, non dipenderà da me..” Montgomery la guardò negli occhi.

“E invece sì, Beckett. Dipenderà solo da te, e tu questo lo sai.” Kate Beckett guardò altrove di fronte all’indiscutibile verità. 

  
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