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Autore: Shannara_810    21/11/2005    12 recensioni
"Credo che tua madre avesse ragione" La sentì sussurrare. "Di solito ce l'ha".
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e mi raccomando recensite! Una piccola chicca in attesa della mia long fic.

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                              Una madre certe cose le sa

Solitamente, anche se erano soltanto loro due ad occuparla, la loro tavola non era così silenziosa. Solitamente, Narcissa avrebbe chiacchierato senza sosta: snocciolando l’ultimo pettegolezzo che si era sparso fra le sue amiche oppure raccontando a Draco della sua giornata, del nuovo paio di scarpe che aveva acquistato a Diagon Alley e, in caso straordinario quando tutti gli argomenti si erano esauriti, informandosi sulla vita di suo figlio. Narcissa aveva sempre, fin da quando Draco riusciva a ricordare, attentato alla salute mentale sua e di Lucius durante i pasti. Ma quella sera, no.

Dall'incarcerazione di Lucius l'anno prima, il morale a tavola era molto abbattuto. Il posto vacante a capotavola gettava una pesante ombra sull'intera stanza ma, giacché Lucius non sembrava proprio nella possibilità di comprarsi l'uscita da Azkaban tanto presto, Narcissa e Draco erano riusciti lentamente ad andare avanti nell’attesa del ritorno del padrone di casa.

Questo strano silenzio non solo era insolito, ma iniziava davvero a preoccupare il ragazzo. Sua madre stava certamente macchinando qualcosa. Avrebbe potuto scommetterci una bella cifra al riguardo.

Quando, poi, scorse quell'espressione pensierosa sul volto della donna, la sua preoccupazione iniziò a trasformarsi in paura allo stato puro.

"Draco". Gli chiese lei, infine. "Qual è il nome di quella ragazza? L'amica di Potter, quella con i capelli strani?"

"Granger". Rispose suo figlio, lentamente. Dove cavolo voleva andare a parare chiedendogli della ragazza zannuta… cioè ex-ragazza zannuta. Dopo il suo scherzetto, le zanne della Grifondoro gli erano parse notevolmente accorciate.

"No, il nome di battesimo, caro. Qualcosa con la H ... Hortensia, Harriet ...".

"Hermione. Ma perché t’interessa?".

Narcissa si limitò a scrollare delicatamente le spalle.

"Oh, ero solo curiosa… esce con Potter, per caso?"

"Come diavolo faccio a saperlo?". Draco replicò, scosso da un profondo ribrezzo al solo pensiero.

La cena continuò ancora in quell'assurda quiete. Perché sua madre fosse così interessata alla Granger, andava oltre la sua comprensione. Avrebbe sborsato volentieri un bel gruzzoletto pur di sapere cosa diavolo le stesse passando per la testa. Almeno per mettersi al riparo in vista di qualcosa di molto, molto imbarazzante. Sì, insomma, le solite sorprese da mamma.

"Credo che li inviterò per il the la prossima settimana". Narcissa sospirò d'un tratto, rompendo ancora una volta il silenzio.

"Chi, madre?".

"La signorina Granger e la sua famiglia, ovviamente. Giacché non posso contare su di te per le presentazioni ufficiali, credo che dovrò cavarmela da sola".

Draco la fissò sbalordito, quasi la donna avesse improvvisamente sviluppato una seconda testa o una dozzina di braccia in più.

"Perché, cavolo, avrei dovuto fare una cosa del genere?".

Narcissa sorrise. Quel suo sorriso così dolce e promettente che gli faceva battere i denti dal terrore. Se non si fosse trovato, per sua fortuna, a una distanza di sicurezza, sua madre avrebbe potuto anche dargli un pizzicotto sulle guance.

"Oh, tesoro. Sono tua madre e una madre sa sempre queste cose. So benissimo che lei ti piace".

Il cucchiaio si bloccò a mezz'aria, cadendo rovinosamente nella sua minestra francese e sbrodolandolo tutto. La bocca gli si paralizzò per il colpo.

"Madre, sto mangiando!". Obiettò, disgustato.

Narcissa sbatté il suo coltello sul tavolo con una tale forza da farlo sobbalzare. Gli puntò addosso un dito accusatore.

"Ecco. Vedi di cosa sto parlando!". Il suo tono non ammetteva repliche. "Sei troppo grande per questi comportamenti infantili, quindi è ora che tu ti scusi con lei per lo sciocco modo con il quale tenti di attirare la sua attenzione!"

"Ma madre, è una mezzosangue. E i suoi genitori sono Babbani. E poi, secondo te, chi mi ha insegnato a comportarmi così!". Sbraitò inferocito, in un ultimo assurdo tentativo di arginare la catastrofe che stava per abbattersi nella sua vita.

"Lo so benissimo, amore. Ma, essendo un purosangue di buona famiglia, dovresti capirla meglio. Non è colpa della ragazza se è solo una povera mezzosangue. Sta a te darle il buon esempio. Come ti spetti che capisca che il suo atteggiamento è sbagliato, se continui ad abbassarti al suo livello?”.

Narcissa riprese nuovamente tra le mani forchetta e coltello, tornando a mangiare.

"Ma madre". Era la sua ultima carta e lo sapeva bene. Nessuno poteva opporsi a Narcissa Black Malfoy quando si metteva qualcosa in testa.

"Niente ma, Draco. Ho già spedito gli inviti. La signorina Granger e i suoi genitori saranno qui venerdì e non voglio sentire altre discussioni”.

"Ma mio padre..."

"Non preoccuparti di tuo padre, caro. A lui ci penso io". Stavolta, il Serpeverde non riuscì a contenere il brivido che gli percorse la schiena. Altro che disastro… sarebbe stata l’Apocalisse!

La donna sorseggiò un po’ del suo vino prima di continuare la loro conversazione, completamente ignara delle preoccupazioni del suo bambino. "Allora, tesoro, com'è stata la tua giornata?"

Che cosa altro avrebbe potuto dirle se non... sì, signora.

******

Sorrideva troppo e a Draco non piaceva per niente. Sorrideva, mentre si occupava dei suoi ospiti, sembrando particolarmente e subdolamente interessata all'attività dei Babbani. Aveva anche fatto in modo che Draco ed Hermione sedessero vicini, aspettandosi chiaramente che suo figlio intrattenesse la compagna di scuola. Infatti, raramente rivolgeva la parola alla ragazza più giovane.

Il risultato di tutta quella pagliacciata era un silenzio snervante che gli faceva desiderare ardentemente di trovarsi in un qualsiasi altro posto sulla faccia della Terra, persino l'Himalaya andava bene. Uno sguardo ad Hermione gli fece capire che non era il solo a sentirsi così.

I genitori della Grifondoro, d’altro canto, sembravano all'oscuro di tutto. Ricambiavano i loro sorrisi rispondendo alle domande della padrona di casa, chiaramente onorati dall'essere stati invitati in una lussuosa dimora di maghi. Come era giusto che fosse.

Draco provò un profondo sollievo quando l'ora del the si avvicinò. Fortunatamente per lui, i Babbani se ne sarebbero tornati a casa loro molto presto, lasciandogli spendere il resto della giornata come meglio preferiva.

Per colpa di quella buffonata, tutta la sua settimana era stata rovinata. Aveva continuato a sperare che Narcissa rinsavisse e abbandonasse l'idea di quello stupido the, o almeno che la sua eccitazione al riguardo diminuisse, ma niente.

Aveva provato a parlarle un paio di volte, macché, tutto inutile. Lo aveva perfino mandato a letto senza cena e questa era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

I suoi pomeriggi erano trascorsi in assurdi piani su come si sarebbe vendicato della Mezzosangue, la sua rabbia e indignazione sull'ingiustizia di sua madre che crescevano sempre di più.

"Vi piacerebbe vedere il resto della casa?" Chiese Narcissa, alzandosi con leggiadria.

Dite di no, Draco pregava in silenzio. Vi prego, dite di no.

"Oh, con piacere". La signora Granger calpestò senza pudore le sue speranze.

"Draco, perché non mostri alla signorina Granger i nostri giardini?" Narcissa gli scoccò uno sguardo pieno d'incoraggiamento prima di tornare ai suoi ospiti. "Una fanciulla ammirevole, vostra figlia". Le sentì dire ai Babbani mentre lasciavano la sala da the. Draco sospirò esasperato, gettando il tovagliolo sul tavolo.

"Andiamo Granger. Prima cominciamo, prima sarà finita per tutti".

******

Draco aveva notato lo sguardo sospettoso sul viso di Hermione ed era sicuro che non fosse sfuggito nemmeno a sua madre, anche se la donna aveva scelto di ignorarlo. Si era fissata sul suo piccolo progetto ed era in momenti come questi che il biondo desiderava che suo padre fosse ancora nei paraggi. Almeno lui avrebbe tentato di porre fine a quest'assurdità, ma dire che Lucius era ad Azkaban era come dire che fosse praticamente sulla luna.

"Oh, Malfoy. Credo che questo sia il momento giusto per le spiegazioni!". Lo affrontò lei, non appena ebbero varcato le colonne del solarium. "Perché ci hai invitati?"

Draco sollevò le spalle. "Molto semplice: mia madre è impazzita".

Hermione inarcò un sopracciglio, scettica. "Cioè?"

"Mi ha ordinato di scusarmi con te. Quindi, mi dispiace". Buttò lì, senza nemmeno guardarla in faccia.

“È un inizio, suppongo". Rimuginò la Grifondoro. "Prova di nuovo quando sembrerai almeno lontanamente sincero".

Draco sospirò ancora. Era consolante sapere che anche Hermione trovava tutta quella storia assurda e stupida.

"Come le è venuta questa idea?"

Draco ghignò e alzò gli occhi al cielo. “È convinta che tu mi piaccia". Rise follemente di quell’idea.

Fu, quindi, il turno di Hermione di sorridere. "Ma è vero".

La risata del biondo si spense bruscamente. Questa non era di certo la risposta che si aspettava. Shock, incredulità. Anche magari un po’ di paura. Ma non questo. Non quell'irritante aria delle donne tipo So-Qualcosa-Che-Tu-Non-Sai.

La ragazza non parve scomporsi a quella reazione. "Lo so da anni. È un classico! Non è socialmente accettabile per te corteggiarmi in modo normale - o magari ti senti anche insicuro al riguardo -, così preferisci fare lo scemo per attirare la mia attenzione".

Oh, come odiava quel sorrisetto da saputella! Si stava preparando per un bell’insulto quando, d'improvviso, fu attraversato come da un flash.

"Gli insulti non provenivano esattamente solo da me, Granger". Ora ghignò più che mai. "Secondo la tua logica, quindi, anch’io non ti sono del tutto indifferente".

Il suo riso maligno patentato si tramutò in un puro sorriso diabolico, frattanto che osservava la sorpresa sul viso di lei, mentre rifletteva su quella considerazione.

"Non ci avevo pensato". Ammise candidamente la Grifondoro. "Ma credo che tu abbia ragione".

Cosa?! Ma che diavolo aveva di sbagliato questa donna? Lei doveva controbattere, insultarlo, così lui avrebbe potuto farla infuriare ancora di più e sarebbe stato finalmente esonerato dal giocare al perfetto gentiluomo. Che razza di risposta era "Credo che tu abbia ragione"?

"Questo è ridicolo. Non c'è alcun tipo di attrazione fra noi due né ci sarà mai. Sta a vedere". Draco la afferrò per le spalle, piantando le sue labbra su quelle della mora. Approfittando della sua bocca lasciata schiusa, il ragazzo approfondì il bacio e in un nano secondo si accorse che lei gli stava rispondendo. Quando infine si allontanò, erano entrambi senza fiato.

Non riusciva a staccare gli occhi da quelle labbra di miele leggermente gonfie che sembravano invitarlo ad assaggiarle nuovamente.

"Vedi?" Riuscì a farfugliare.

"Non ne sono sicura". Notò il rossore che stava lentamente imporporando le guance della ragazza. "Dovremmo provare di nuovo".

"Credo anch'io. Così, solo per essere sicuri".

Questa volta, la strinse tra le braccia e lei gli circondò il collo. Quel nuovo bacio fu molto più gentile ma le scintille di passione, che il precedente aveva risvegliato, si tramutarono presto in un incendio senza fine.

Hermione ne era affetta almeno quanto lui a giudicare dai suoi gemiti, mentre la stringeva ancora di più a sé. Gli sembrava di annegare e bruciare al tempo stesso. Non aveva idea di quando le sue mani si fossero spostate sul fondoschiena della mora o lei avesse portato le dita tra i suoi soffici capelli biondi. Non aveva idea di quando avesse smesso di baciarla per mordicchiarle il collo, proprio sotto l'orecchio, e sinceramente non gliene importava.

"Penso che tua madre avesse ragione". Le sentì sussurrare.

"Di solito ce l'ha". Mormorò, scostandosi lievemente. Lanciando un breve sguardo al Maniero, il Serpeverde notò una folta chioma dorata e un sorriso trionfante. Sollevò gli occhi al cielo e prese Hermione per mano, allontanandosi da quella casa piena di occhi indagatori verso un posto dove avrebbe finalmente potuto sbaciucchiare la sua ragazza in santa pace!

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Note: piaciuta? Non ricordo bene dove ho letto o visto in un film uno spunto al riguardo, ma ho trovato la cosa alquanto tragicomica così ho pensato di riadattarla.

  
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