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Autore: XShade_Shinra    18/11/2010    3 recensioni
Le forze mi stavano abbandonando, ero certa che fosse giunta la mia ora.
Ma, all'improvviso, il tempo si fermò.
E lui comparve dinnanzi a me, per vedere l'ultimo atto della mia battaglia.
L'Ellimist, il burattinaio.
[ SPOILER del volume #54 ]
[ FanFiction cassificata 7° al Contest "Time of Dying" indetto da amimy sul forum di EFP ]
[ FanFiction vincitice dell'awards come "Best Re-Write" al trentesimo turno dei Never Ending Story Awards ]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ellimist, Rachel, Tobias
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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-My Final Act - My Second Chance-
Le forze mi stavano abbandonando, ero certa che fosse giunta la mia ora.
Ma, all'improvviso, il tempo si fermò.
E lui comparve dinnanzi a me, per vedere l'ultimo atto della mia battaglia.
L'Ellimist, il burattinaio.
[SPOILER del volume #54]
FanFiction cassificata 7° al Contest "Time of Dying" indetto da amimy sul forum di EFP
FanFiction vincitice dell'awards come "Best Re-Write" al trentesimo turno dei Never Ending Story Awards 



Autore: XShade-Shinra
Titolo: My Final Act - My Second Chance
Rating: Arancione
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Malinconico, Sci-fict
Avvertimenti: One Shot, Retelling, E se...?, SPOILER!, Non per stomaci delicati
Fandom: Animorphs
Personaggi/Pairing: Rachel, Tobias, Ellimist, Controller, Tom, Nuovo personaggio / Tobias x Rachel
Prompts:
- fare in modo che il personaggio, per qualunque motivo, provi rimorso per qualcosa che ha fatto;
- fare sì che il personaggio voglia chiedere scusa a qualcuno per il motivo per cui prova rimorso;
- deve essere presente almeno un flashback;
- il personaggio deve pensare a qualcuno che ama.
Text:
corsivetto = telepatia
- txt - = dialogo vocale
Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento. Il nuovo personaggio, invece, è completamente inventato da me.
Note dell'autore: Come ho letto gli obblighi che doveva avere la FF di questo contest e ho visto che tra i Fandom c'erano gli "Animorphs", ho pensato subito a lei: Rachel, nel numero 54, ancora inedito in Italia. Ovviamente questa FF è uno spoiler di quel volume.
Nei siti con i riassunti dei libri c'è un grave errore: Tom è in metamorfosi da serpente sputatore! quindi non morde Rachel agli occhi - cosa piuttosto impossibile, al massimo la morderebbe al setto nasale -, ma le sputa del veleno in essi... Si può benissimo capire dalla frase: “A flash of movement, so fast it was a blur. Something in my eyes! Burning.
Quindi, visto che Tobias ha detto che si trattava di un cobra, non penso che si trattasse di una metamorfosi da Sputatore del Sudafrica (Hemachatus haemachatus), visto che in inglese si chiama "Rinkhals" e non è un vero e proprio cobra - ha il veleno simile a quello dei serpenti sputatori asiatici, il quale possiede non solo un effetto citotossico ma anche neurotossico. Penso dunque fosse un cobra della specie "Naja", esattamente un "Naja Nigricollis" (cobra dal collo nero o cobra sputatore), che si divide poi in tre diverse sottospecie, ma il libro non dà ulteriori elementi per poter essere così minuziosi. Penso che sia un Naja nigricollis perché è il serpente sputatore africano più comune. Ci tengo a precisare che questo suo veleno non è letale, ma causa cecità totale se non curato tempestivamente con il siero (prodotto in Francia); quindi, alla luce di ciò, Rachel non sarebbe morta se avesse continuato a combattere nella sua metamorfosi da grizzly.  Questo è il concetto che utilizzerò per il mio "What if...?": e se Rachel avesse continuato a combattere?
A proposito dello stile, ovviamente, essendo questa una FF tratta da un libro e non da un manga, ho cercato di riproporre uno stile simile a quella della Applegate: frasi corte, frasi che iniziano con la congiunzione e largo uso del punto fermo. Inoltre, anche il metodo di proporre le sequenze dialogiche è come quello usato dalla Mondadori.
Fondere il mio stile con questi accorgimenti è stata una sudata epica!
La storia inizia dal capitolo quattro, riprendendone l'incipit (Retelling con modifiche), per poi proseguire con la parte inventata (E se…?). La parte iniziale (in corsivetto, allineato a destra) è solo per figura, nulla di più.
P.S. Nell’ultimo libro, nella lettera ai fan, c’è scritto esattamente: “Mostly, I want to thank you guys, the readers.[…] and you wrote fan fiction”. La stessa K.A. Applegate ringrazia chi aveva scritto FF durante la serializzazione della sua saga. Da quando lessi quella lettera, avevo sempre voluto scriverci una storia sopra, perché non avevo mai sentito di autori che ringraziassero per quel motivo i loro lettori. E ora ho avuto finalmente l’opportunità di poter scrivere anche io una FF su questa bellissima serie. ♥
Buona lettura!
 


 - My Final Act - My Second Chance -


- Rispondi a questo, Ellimist: Io ho... io ho fatto la differenza? La mia vita, la mia... la mia morte... Ne è valsa la pena? La mia vita è stata veramente importante? -
- Sì. - disse. - Tu eri coraggiosa. Tu eri forte. Ti eri buona. Tu hai avuto importanza. -
- Sì. Va bene, allora. Ok. -
Mi domandai se —
[Rachel - Capitolo 4 - Animorphs #54 - The Beginning]


Sentivo ancora il sapore di Tom tra le fauci, il sapore del sangue di quel cobra.
Ormai la vista mi era stata quasi del tutto negata, ma sapevo che Tom era morto, e con lui sarebbe deceduto anche lo Yeerk che lo aveva infestato.
Molte volte mi era capitato di chiedermi cosa avrei fatto se fossi diventata l'ospite di uno di quei lumaconi parassiti e sono sempre arrivata alla conclusione che avrei scelto la morte, piuttosto che una vita del genere.
Però, quella volta, la morte aveva bussato lo stesso alla mia porta, spalancandola senza nemmeno attendere il mio permesso, anche senza che avessi alcuno Yeerk in testa.
L'orso polare che stavo affrontando fu in netto vantaggio dopo l'intrusione di Tom nella battaglia. Eppure Tobias mi aveva avvisata... ma io non avevo compreso le sue parole, troppo euforica, troppo eccitata per quello scontro.
Ero sempre la solita, debole, umana.
L'umana che stavo tornando ad essere in toto, invertendo la metamorfosi.
Stavo ritornando Rachel, abbandonando per sempre la mia metamorfosi da battaglia, il mio orso grizzly... il mio compagno contro gli alieni... il mio vecchio e caro assetto da combattimento preferito...
Potevo scorgere gli altri Animorphs sugli schermi e riuscii a vedere anche Tobias: aveva usato il potere della metamorfosi e aveva assunto le sue sembianze umane per poter esprimere tutto il suo dolore.
Piangeva.
Una volta gli Yeerk gli tesero una trappola, parlandogli del suo vero padre - Al Fangor, alias Elfangor-Sirinial-Shamtul -, ma nemmeno una lacrima uscì dai suoi occhi, che non si inumidirono nemmeno davanti a quella assurda verità; tutto grazie al fatto che aveva imparato a non palesare i suoi sentimenti, poiché i falchi non piangono e non muovono il viso come noi umani1. Una volta mi disse addirittura che pensava di aver perso la capacità di piangere.
Però, in quel momento, la sofferenza fu così grande che le lacrime riuscirono a rigargli il viso, mentre diceva di amarmi, oltre quel freddo schermo a cristalli liquidi che ci separava.
- Ti amo… - le sue parole mi diedero la forza di sorridere.
Sorrisi per lui.
Perché avevo compiuto la mia missione ed ora, senza Tom - senza il mio stesso cugino - noi Animorphs avremmo avuto un’occasione in più per vincere la nostra battaglia.
Per colpa di quella guerra non avevo mai vissuto veramente. Non avevo mai vissuto una normale vita. La vita che vorrebbero tutti: studio, amici, divertimento, famiglia… un ragazzo.
Lo studio andava uno schifo, ormai non avevo più tempo di vedere i miei amici - esclusi i miei compagni di squadra -, il divertimento non sapevo cosa fosse, la mia famiglia aveva tentato più volte di scappare dal rifugio dove l’avevo costretta affinché stesse al sicuro, e il mio ragazzo… era là, così vicino a me da poterci scambiare pensieri telepatici, ma così lontano da essere divisi da uno schermo.
E Tobias era il mio unico rimorso.
La verità era che non avrei mai e poi mai dovuto amarlo durante una guerra - bastavano già Jake e Cassie.
Nemmeno lui era una cosa normale nella mia vita, dato che era un nothlit2, intrappolato nel corpo di un falco dalla coda rossa, ma non ero riuscita a fare nulla contro quel sentimento d’amore che avevamo scoperto di provare reciprocamente.
Se non mi fossi mai innamorata di lui, non ci saremmo mai messi insieme e lui non avrebbe sofferto maledettamente per la mia morte.
Avevo fatto uno sbaglio: mi ero innamorata.
Non avrei mai dovuto farlo.
Volevo chiedergli scusa per essere stata così debole da cedere alle emozioni, per una volta.
Marco diceva sempre che ero forte, ma se lo fossi stata davvero, avrei messo il lucchetto al mio cuore e avrei rimandato i miei sentimenti alla fine della guerra.
- Scu—sami… - biascicai con un fil di voce verso Tobias.
Sperai che potesse accettare quelle mie scusa e capisse quanto davvero tenevo a lui.
Perché lo amavo.
Lo amavo così tanto che, se avessi potuto continuare a vivere, avrei tanto desiderato sposarlo.
Volevo scusarmi per essermi innamorata. Per essere debole. Per non poterlo più riabbracciare e baciare come quelle volte a casa mia quando non c’era nessuno o nel bosco dove abitava, quando Ax ci lasciava da soli, dove ci scambiavamo promesse d’amore con il corpo e con la mente per quelle due ore nelle quali tornava umano, per me.
Ricordavo le sue mani sulla mia pelle, tra i miei capelli… I nostri fiati che si mischiavano, diventando un unico sospiro che moriva tra le nostre labbra desiderose di unirsi in un bacio mozzafiato, mentre i nostri corpi - distesi sull’erba umida della notte o su un comodo e soffice letto - si cercavano e fremevano, perdendosi nei piaceri della carne. Erano ricordi che non avrei mai potuto dimenticare. Istanti dove ero realmente felice in quella vita da soldato in una guerra molto più grande di noi.
Hai combattuto bene, umano3 mi disse il mio avversario, l’orso polare, trascinandomi alla realtà dopo i miei pensieri durati un millesimo di secondo, prima di sferrare un colpo micidiale.
Quel colpo che mi avrebbe uccisa.  

All’improvviso il tempo si fermò.
Bloccandosi un attimo prima che quella zampa artigliata mi colpisse.
Un attimo prima che io morissi.
Non ebbi alcun dubbio. Non era opera di Dio: era stato l’Ellimist, il burattinaio, comparso dinnanzi a me per vedere l'ultimo atto della mia battaglia.
- Tu - dissi in tono quasi accusatorio.
- Sì - rispose l’Ellimist, senza fare una piega, probabilmente divertito dalla mia spavalderia verso una creatura con i poteri equipollenti ad un dio.
- Chi sei tu? - domandai. - Chi sei tu per permetterti di giocare con noi? Appari, scompari, ci usi… Chi sei? Cosa sei? -
Anziché rispondere alle mie domande, però, mi disse dell’altro.
- Perché hai smesso di combattere? - mi chiese.
Che essere stupido…
- Tom mi ha avvelenata, morirei comunque. Intanto ho completato la mia missione kamikaze. Volevo morire come Rachel, da umana. -
- Gli umani sono stupidi… - disse, ridacchiando. - Non saresti morta. -
Raggelai.
- Co—Cosa? - chiesi, non comprendendo quelle sue parole.
- Eppure proprio voi che combattete sfruttano le capacità degli animali, dovreste studiarli… - osò fare del sarcasmo. - Il serpente che ti ha morso non possiede un veleno mortale4. -
Le sue parole mi rimbombarono in testa.
Quindi… Xena, la Principessa guerriera, si era lasciata battere dall’ignoranza? Avevo dunque gettato la spugna quando avevo ancora l’opportunità di vincere?
L’Ellimist mi diede qualche secondo, poi continuò:
- Se riprendi il combattimento potresti morire per davvero, ma potresti anche vivere - proseguì a dirmi. - Però rimarrai cieca nel novantanove percento dei casi, poiché nessuno dei tuoi alleati possiede un siero. -
- Perché mi dici questo? - lo affrontai - Perché?! -
- Qual è, dunque, la tua risposta? Continuare a combattere con la quasi certezza che diventerai cieca o morire senza opporre più alcuna resistenza? -
- Io voglio combattere - dissi in tono sicuro. Per me e per Tobias, stavolta.
E ritornai dove il tempo si era fermato.

Ero su quello scarlatto e puzzolente pavimento scivoloso, con il Controller in metamorfosi da orso polare che stava per sferrare il suo colpo. Fendente che non andò mai a segno, bloccato con la mia zampa da grizzly.
Cosa?! si chiese lo Yeerk, sbigottito.
Avevo fatto come Marco quando stava per rimanere intrappolato nella sua metamorfosi e la mia migliore amica Cassie, la estreen5, lo aveva aiutato a tornare umano.
C’ero riuscita riacquistando tutta la lucidità, la voglia di vivere e tutta la furia cieca che avevo in me.
Avevo trasformato per prima cosa il mio arto superiore, poi iniziai a mutare tutto il resto del mio corpo.
La vista ridotta alle sole ombre.
Spiacente, ma non ho ancora finito, qui! dissi, scagliandomi a fauci aperte contro il collo bianco del plantigrado.
- Rachel! - esclamò Tobias, in tono felicemente sorpreso.
Io non mi darò mai per vinta, ricordatelo gli dissi in un pensiero telepatico privato, mentre il sangue dell’orso mi colava lungo la pelliccia bruna e tra le fauci, mischiandosi al saporaccio di Tom. Aspettami, Tobias, tornerò da te. Viva.
E, con quel pensiero in testa, continuai a battermi, con gli occhi che mi bruciavano come se fossero trapassati da mille pugnali.
E tutto diventava buio, solo il nero regnava - sovrano incontrastato.
Nemmeno invertendo ancora la metamorfosi sarei tornata a vedere, visto che il veleno era dentro il mio corpo, ma quella era stata la mia decisione, e quando non udii più nessuno dei Controller respirare accanto a me, capii che fu l’unica decisione che potessi prendere: li avevo uccisi tutti e non avevo fatto sporcare le mani a nessuno dei miei compagni.
Come mi ero sempre ripromessa di fare per proteggere la loro umanità.  

~†~

Ora sono cieca.
Completamente.
Non vedo nemmeno la più piccola luce ed il calore del sole lo avverto solo tramite la pelle.
Tuttavia...

- Amore! - mi chiama Tobias, nella sua forma umana. - Ho finito di cucinare - mi avvisa.
- Arrivo - gli rispondo, sollevandomi dal divano, mentre tengo in braccio nostra figlia, dormiente.
- Vuoi aiuto con la piccola Edelfa6? - mi domanda, apprensivo. Ha sempre paura che possa cadermi.
- No - lo tranquillizzo, prendendo il bastone con una mano, mentre continuo a cullare la piccola.
I miei passi sono incerti ma solidi, e so che Tobias è fiero di me.
Io sono forte e devo dimostrarlo.
Sempre.
- Vieni... - mi dice gentile, prendendomi a braccetto e facendo per togliermi di mano il bastone. - Andiamo a mangiare - so che sta sorridendo, lo sento dalla sua voce.
E io ne sono felice, anche se riafferro il bastone e continuo a camminare da sola.
Mi sono ripromessa che non sarei mai dipesa da nessuno.
Mai.
- Sì - sorrido di rimando, andando con lui verso la stanza dalla quale proveniva un buon odorino di carne.
Dopo mesi dalla fine dell'ultima battaglia contro "The One", finalmente è tornata la pace.
Ora ho un marito, una figlia e tanti amici - gli altri Animorphs, anche se, ormai, dopo la fine della guerra e il salvataggio di Ax, il gruppo si è sciolto.
Tobias ha deciso di rimanere intrappolato nella sua metamorfosi, in quella con il suo stesso aspetto da umano. Non potrebbe mai più combattere, ma ha scelto ciò per il bene di nostra figlia. Perché lei non dovrà mai sapere degli Yeerk. Lei vivrà felice.
Una volta, Jack, mio cugino, mi raccontò che l'Ellimist lo aveva trasportato in un tempo - un universo - parallelo: un ipotetico futuro dove sarei stata costretta sulla sedia a rotelle. Senza le gambe. Senza un occhio. Senza un braccio. Ma nonostante questi miei handicap avrei continuato a fare la mia parte in un mondo dove gli alieni parassiti avevano vinto7.
Perché, nonostante tutto, nonostante la guerra sia finita, continuerò sempre a lottare.
Per me e per la mia famiglia.

Ora sono cieca.
Completamente.
Non vedo nemmeno la più piccola luce ed il calore del sole lo avverto solo tramite la pelle.
Tuttavia... sono felice.
Sono felice di essere ancora viva e poter vivere in questo mondo senza più Yeerk e senza più paure, nonostante, qualche volta, senta la mancanza del campo di battaglia.


§The End§
XShade-Shinra




-Note:
1 Episodio accaduto nel volume numero 23, “Il Tranello”.
2 Essere intrappolato in una metamorfosi.
3 Ovviamente il Controller non sa che Rachel è una femmina, quindi usa “umano” in termine generale.
4 La storia del serpente e del suo veleno è già stata ampiamente spiegata nelle note ad inizio FF.
5 Il termine, in lingua andalita, indica le persone che hanno un’innata capacità di manovrare la propria metamorfosi.
6 Ho scelto il nome Edelfa per la loro figlia in memoria di Elfangor, padre di Tobias e colui che permise loro di conoscersi meglio grazie al gruppo che andarono a creare: gli Animorphs.
7 La Rachel menomata raccontata da Jake è, ovviamente, quella del volume numero 41, “Il Familiare”.
  
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