Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: earien    19/11/2010    3 recensioni
"Quando avevo sei anni ero terrorizzato dal buio.
Undici anni dopo, è ancora così.
"
E' soltanto una piccola storia scritta per la scuola, un tema sulle discriminazioni. Sulla crudeltà di questo mondo, dove nonostante ci sia sempre qualcuno pronto a dichiarare un abominio l'omosessualità, le anime pure che sperano in un futuro migliore esistono ancora. E sono davvero le uniche che brilleranno, domani.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Consiglio ai lettori di ascoltare ciò che ho ascoltato io mentre scrivevo questa storia. Per farlo, potete cliccare  QUI.
Buona lettura ^^





Quando avevo sei anni ero terrorizzato dal buio.
Undici anni dopo, è ancora così.
 
I soffitti degli ospedali fanno venire i brividi. Sembra sempre che fiumi di insetti ci scorrano sopra, che possano caderti addosso, entrarti nei vestiti, nella pelle. E divorarti dall’interno.
Ma io non li vedo, ora. Gli occhi bruciano troppo, perché io li lasci aperti. Bruciano di lacrime salata che ancora adesso mi bagnano le guance, mentre sono appeso alla vita dal filo della flebo.
Una linfa che sa di antidoto, troppi gli insetti che alla fine sono riusciti ad entrare. Brucia, ma fa bene.
Anche i soffitti dei vicoli fanno venire i brividi. Squarci di cieli scuri e stelle troppo distanti per raggiungerti ed illuminarti dall’interno, lasciarti brillare l’anima. Mentre qualcuno la spezza, e la sporca. Una pezza logora, e macchiata. Arrivata al capolinea, quasi. Pesante.
Non fluttua, leggera e libera, non più.
Incastrata, bloccata, come lo ero io, prima. Non so quanto tempo sia passato, ma il buio di quel cunicolo me lo porto dentro.
Una sera, una sera come tante. Ed ero uscito dal “The Garden” con ancora l’aria frizzante addosso, le tempie sudate e le ginocchia tremanti – un po’ per l’aria fredda della strada, un po’ per lo scorrere frenetico dei corpi sotto le luci della pista. Nervi scarichi, cuore libero, giovane, gay. E a me stava bene, sta bene da sempre. Ma l’aria della notte era gelida e crudele, e picchiava sulla pelle, più forte degli insulti che aspettano quelli come me dietro ogni angolo.
Quella sera, il vento del destino mi ha gettato nel buio. In quel vicolo oscuro, ignoto e silenzioso. E poi i passi hanno rimbombato battendo sulle pareti di mattoni ed erano tante le mani che mi hanno strappato i vestiti, che hanno inciso con forza sulla mia pelle. E di lividi ne avrò ancora, anche quando saranno spariti. E di graffi ne avrò ancora. Ma l’anima, forse quella non ce l’ho più. Se ne è andata di notte, assieme alle urla. Ci sono state, sono smesse presto. Pugni, e morsi, e fiato spezzato.
E il rumore umido della mia bocca costretta ad andare incontro all’inguine di un uomo di cui non ho mai visto il volto. O forse non lo ricordo.
Ma ricordo la schiena nuda sui mattoni ruvidi, la pelle d’oca, i polsi stretti in una morsa, mani che strattonano la testa stringendo i capelli. E il sapore pungente dello sperma sulla lingua, e poi giù in gola. Per una, due, tre, per non so più quante volte.
Mi ricordo la voce, il ‘frocio di merda’ sussurrato appena.
E poi più niente, se non il gelo del marciapiede, e altri calci e sputi. E la puzza del vomito.
 
Quando avevo sei anni ero terrorizzato dal buio.
Undici anni dopo, è ancora così.
Ed è un buio costretto, imposto, da palpebre troppo pesanti per aprirsi ancora.
Da realtà troppo crudeli, perché qualcuno abbia voglia di vederle.
Da un mondo omofobo che sparge sangue, nascosto nell’ombra.
E aspetto il giorno in cui ci sarà luce, anche per me.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: earien