Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |       
Autore: sakura2480    19/11/2010    5 recensioni
Nell'Akatsuki può succedere di tutto, e ho pensato di fargliene davvero succedere di tutti i colori a partire dalla coppia di compari che ammiro di più, Kakuzu e Hidan. L'inizio è abbastanza leggero e senza pretese, spero solo di strapparvi un sorriso. Buona lettura. Scusate ma non sono proprio capace di scrivere le introduzioni!!!
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Kakuzu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1 PRENDERE IN GIRO L'AKATSUKI E' UNA DELLE COSE PIU' DIVERTENTI CHE SI POSSONO SCRIVERE SU NARUTO, HO PRESO DI MIRA UNO DEI MIEI PERSONAGGI PREFERITI, HIDAN, CHE AL COMICO SI PRESTA BENE.
SPERO VI PIACCIA.
BUONA LETTURA.

Il posto era estremamente austero, ma non è che si poteva pretendere qualcosa di meglio, dopotutto si trattava di una delle famose "Stazioni" utilizzate per portare coloro sulla cui testa pendeva una taglia.
Naturalmente non fregava un benemerito cacchio a nessuno se questi erano vivi o morti.
Codesto simpatico e accogliente luogo era il balsamo per Kakuzu e l'agonia per Hidan.
Kakuzu perchè lui non sentiva minimamente la puzza di morto ma solo quella di soldi, Hidan perchè aveva imparato a pronunciare la stessa frase come un disco e questa frase era: "Per Jashin...le scale!"
Naturalmente questa frase non aveva nessun effetto sulle orecchie di Kakuzu, ormai piene di gomitoli di lana come il resto del corpo.
Scoprendo quanto il proprio compagno di ventura detestasse muovere il culo, Kakuzu lo portava sempre alla stazione più alta dove c'era un numero di scale da far paura, altezza che faceva invidia al K2, sempre con somma speranza ogni volta pregava che si sderenasse e che rendesse l'anima al suo dio preferito ma proprio non ne voleva sapere di abbandonare questo caldo e accogliente mondo.
Comunque, all'interno della struttura, Kakuzu parlamentava col boss di turno incaricato del ritiro pacchi.
- Signor Kakuzu, che piacere rivederla! Immagino che siate venuto per riscuotere. -
Il ragionier Kakuzu assentì.
- Si. - rispose buttando un cadavere ai piedi del necro-impresario.
- E' lui è lui è lui è lui è lui? - chiedeva impaziente.
Quello lo esaminava scrupolosamente e intanto chiacchierava con Kakuzu come se si trovasse di fronte a un ex compagno di scuola.
- Ma lei non aveva un compare? Mi pareva di si. -
- Si, si. - disse Kakuzu completamente disinteressato alle sorti del "compare" Hidan.
Aveva occhi solo per la valigetta di denaro appoggiata sul tavolo.
- No, davvero! Com'è che si chiama? O chiamava? Gitan? Fitan? -
- Ma chi se ne frega. Non importa nulla nemmeno a me figurarsi se deve importare qualcosa a lei.
- Ma è morto? - continuò imperterrito l'altro.
Kakuzo sbuffò.
- Se vuole vi faccio sposare visto che se ne preoccupa tanto. E poi... -
Alzò lo sguardo al cielo congiungendo le mani.
- Magari fosse che avesse raggiunto il suo dio! Purtroppo quello ci seppellirà tutti e non gli verrà nemmeno una ruga! Comunque sta cercando ancora di salire le scale. -
L'uomo lasciò perdere quell'argomento soprattutto dopo la parola matrimonio e si concentrò sul morto davanti a lui.
- Bene. E' il nostro uomo, può prendere la ricompensa. -
A Kakuzu brillarono gli occhi come un bambino di fronte alla vetrina dei dolciumi, afferrò il maltolto e se ne andò, mentre si avviava verso la porta ecco che la voce di Hidan, ormai prossimo all'infarto, si fece sentire.
- Kakuzu, questa...questa me la paghi! - strillava mentre sbuffava come un muflone.
Kakuzu fissò Hidan che si appropinquava a mettere il sandalo sull'ultimo scalino e dovette faticare per non scoppiargli a ridere in faccia.
Il sexi Akatsukiano si appoggiava sulla falce usandola come bastone e sembrava Mosè intento ad aprire il Mar Rosso.
- Mezz'ora per salire due gradini? Complimenti, un record! Comunque io ho finito, possiamo andarcene. -
Hidan si sentì crollare nella disperazione più buia, quella degli Abissi del Tartaro.
- Figlio di...mi hai aspettato apposta per poi scendere di nuovo appena mi vedevi? -
- Senti, dovresti essermi grato. Grazie a questa ginnastica puoi mantenere quel fisico statuario e quelle belle chiappe all'insù che piacciono tanto a Konan. -
Il cassamortaro di sopra li guardava.
- Andiamo, non litigate. Signor Gitan vuole un po' d'acqua? -
- No, e poi come mi hai chiamato? -
- Mi scusi, signor Fitan. Non volevo sbagliare nome. -
- Hidan! Mi chiamo Hidan. -
- Se lo dice lei...io ci sto. -
- Come sarebbe? Lo conoscerò il mio nome! O pensa che nemmeno lo ricordo, brutto gatto smermellato sull'asfalto? -
Kakuzu non l'ascoltava, o meglio cercava di fare di tutto per non ascoltarlo altrimenti gli avrebbe strappato la testa a morsi.
- Hidan falla finita! Questo è quello che ci paga meglio di tutti. -
Dopo un litigio che non finì più con Kakuzu che rischiò di essere impalato a terra dalla falce di Hidan e lo stesso Hidan che rischiò di finire soffocato da un gomitolo di Kakuzu, i due riuscirono a ritrovare un po' di armonia.
Dopo aver salutato l'accomodante becchino, il commercialista e Mister Akatsuki nell'Universo discesero le scale.
Kakuzu davanti reggeva la valigetta come se fosse un'estensione del suo corpo, dietro Hidan che lo guardava.
- Ehi, Kakuzu, se vuoi la porto un po' io. -
- Muori! -
- Tu mi porti la falce e io porto la valigetta. -
- Scoppia! -
- Ma... -
- Hidan, basta per carità! -
- Perchè non ci fermiamo a prendere qualcosa da mangiare? Sto morendo di fame. -
Kakuzu stavolta esplose.
- Hidaaaaaaan! Basta! Tappa quel forno! E poi dobbiamo tornare al covo, oggi c'è pure Pain. -
- Che culo! -
Restarono in silenzio per un paio di minuti, poi Kakuzu si voltò nel momento in cui non sentì più la fastidiosa presenza di Hidan dietro di sè.
Tornando indietro lo trovò prostrato per terra intento a pregare il suo Jashin in tutte le lingue che conosceva.
Quando Kakuzu lo vedeva fare così gli saltavano letteralmente le cervella.
- Chè è l'ora della preghiera? Già ti devi voltare verso la Mecca?-
- No, però così non penso che c'è Pain! Porca miseria non lo sopporto proprio! -
Ad un certo punto entrambi avvertirono una nuova presenza vicino a loro.
- Hidaaaaan! Sei un maleducato! Sei andato via senza salutarmi! -
Hidan, steso a terra, sgranò gli occhi per poi voltarsi verso la voce che, purtroppo per lui, aveva riconosciuto benissimo.
- Oh mamma...porca vacca! Kakuzu, andiamo? -
Kakuzu non vedeva mai Hidan interrompere una preghiera a Jashin, però in questo caso riusciva persino a capirlo.
La voce, che quando aveva pronunciato il nome di Hidan assomigliava a quella di uno scaricatore di porto mentre perdeva a poker, apparteneva alla figlia del becchino di poco prima.
Era costei una fanciulla verso cui la natura non era stata propriamente generosa e in più lei non faticava per niente per cercare di migliorarsi.
Hidan la prendeva sempre in giro dicendo che assomigliava ad una cacciatrice di dinosauri sopravvissuta alla preistoria, ma siccome era costei masochista e le piaceva soffrire, quelli per lei erano complimenti.
Il tonto non lo aveva capito per niente e a furia di prendere in giro firmò la sua condanna a morte poichè la fanciulla se ne era innamorata follemente.
- Guarda, Hidan, c'è la tua fidanzata. -
Hidan, come detto prima, si alzò di scatto e cominciò ad indietreggiare, poi si sollevò la nera veste e se la diede a gambe.
- Ciao, Kakuzu, io vado avanti. Ci vediamo dopo. -
Kakuzu rimase sbalordito.
- Wow, che velocità! -
Non appena la Neanderthal raggiunse Kakuzu questi, in un impeto di generosità, decise di coprire la fuga del compagno.
- N'giorno. -
- Bando alle ciance, disgustosissimo essere, dov'è il mio tesoro? -
Sentirsi chiamare disgustosissimo essere lo mandava in bestia, ma dal momento che su quella capoccia dai capelli unti, bisunti e anfibi non pendeva nemmeno un soldo, decise che era meglio lasciar perdere.
- E' andato in bagno. Lasciagli la sua privacy. -
- Fatti gli affari tuoi. Hidaaaaaan, tesorooooooo, vieni fuori. Non me lo dai un bacino? -
Anche Kakuzu venne colto da conati di vomito a quella frase.
Hidan non è che fosse andato molto lontano, le gambe ancora facevano male per via della scalata all'Everest e si era buttato dietro a un cespuglio.
Alla frase "non me lo dai un bacino" ebbe la stessa reazione di Kakuzu, forse anche peggio dal momento che il "bacino" lo doveva pigliare lui!
- Grande Jashin che schifo. - esclamò anche perchè la sua spasimante aveva un alito che poco assomigliava al profumo di fragola.
Kakuzu cercò di liberarsene, ma allo stesso tempo voleva che Hidan passasse due minuti di puro terrore.
E così proferì alzando la voce per fare in modo che sentisse per bene.
- Hidan si scusa di non averla salutata, signorina, ma ha promesso che tornerà solo per lei e che la porterà a cena fuori. -
Hidan avrebbe voluto ucciderlo, però Kakuzu colpì il centro perchè l'orrida fanciulla si calmò sorridendo e lui gongolava per aver messo nei casini il compagno.
- Anzi, lo sai che facciamo? Lo facciamo ubriacare. - disse.
- Ma parecchio però! A livelli assurdi! - continuò dopo averla guardata.
- E sono sicuro che se lo provochi un pochino...magari una mezza bottarella te la dà. -
Kakuzu gongolava e anche la ragazza era a dir poco entusiasta dell'idea, ma Hidan fece una faccia talmente schifata da mettere paura.
Poco religiosamente si mise le mani in mezzo alle gambe.
- Mamma mia...manco un cric me lo farebbe alzare! -
Nascosto dietro quel cespuglio come meglio poteva, avrebbe volentieri rinunciato alla sua immortalità pur di sfatare quel macabro destino.
- Kakuzu, t'ammazzo! - diceva ringhiando mentre si strappava le dita delle mani a morsi.
Però grazie all'intervento dell'odiato compagnio, Hidan la scampò, perchè la "bella" e innamorata fanciulla  se ne andò forte delle parole dell'amico dell'amato.
Kakuzu raggiunse Hidan ancora accovacciato dietro le fratte.
- Che ti è presa la diarrea? Guarda che puoi uscire, adesso. -
- Kakuzu, disgraziato! Perchè la mezza bottarella non gliela dai tu dopo esserti preso la sbornia? E poi lo sai che non bevo, è contrario ai miei insegnamenti. -
Kakuzu stavolta glielo doveva proprio chiedere.
- Scusa, Hidan, ma io vorrei proprio scambiare due parole con il tuo dio. Cioè...bere una birra è peccato e squartare una persona no? Tutte tu le religioni più strane. -
Quando finalmente arrivarono al covo, la prima cosa che udirono fu la musica.
- Ehi, stanno facendo fiesta! -
- Ma non doveva esserci Pain? -
- Magari è lui che fa il Dee-Jay. - disse Hidan.
I due arrivati spostarono il masso ma forse era meglio se non lo facevano.
Kazuku e Hidan furono stesi al suolo dalla mazzata di decibel che, grazie all'onda d'urto, li fece volare gambe all'aria pettinandoli come punck, soprattutto Hidan che abbandonò momentaneamente la sua pettinatura "leccata di vacca" per ritrovarsi con una superba cresta argentata, mentre Kakuzu avrebbe avuto un bell'impegno nel ricucirsi tutto.
Una strana cosa bianca, abbastanza minuscola, venne lanciata dall'interno andando ad atterrare tra le gambe di Hidan ancora per terra.
- Che è? - chiese guardandolo.
- Sembra un ragnetto. -
- Peccato che il ragnetto ti si sta arrampicando sulle parti basse. - rispose Kakuzu.
- Ha una forma familiare, non trovi? -
A quella frase Kakuzu sbarrò gli occhi.
- Hidan! Togliti da su le palle quel coso! Il papà di quel ragnetto è Deidara! -
Hidan fissò Kakuzu terrorizzato.
Meglio la Neanderthal che voleva farselo allegramente o il ragnetto che lo avrebbe castrato di li a poco?
- Kakuzu, aspetta!- gridava Hidan all'altro che si era rialzato come un lampo e si era fiondato nel rifugio per scampare ad un' eventuale detonazione.
- Deidara, corri! C'è un tuo mostro che mi sta passeggiando sulla minchia, cavolo!  Deidaraaaaaaaaaa! -
Il biondo si affacciò con un bicchiere di aranciata in mano ma a giudicare dall'aspetto doveva essere ben corretta.
- Ma che hai da strillare? Sei quasi imbarazzante, sai? -
Hidan indicò in maniera isterica il ragno di argilla che intanto continuava imperterrito la sua passeggiata.
- Guarda che non ti fa nulla se non glielo dico io di esplodere. -
Colui che era in grado di trasformarsi in un ultrà juventino nel giro di un secondo, lo guardò incazzato come una iena.
- Bhè, allora diglielo prima che mi faccia saltare in aria la prostata! -
Deidara si avvicinò.
- Aspetta che lo tolgo. Anzi, vista la posizione toglilo da solo. -
Hidan afferrò il ragnetto scagliandolo lontano.
- Tu lo sai che l'arte...è esplosione? -
- L'hai detto mille volte! -
Deidara non rispose limitandosi a far esplodere la sua creazione.
Hidan aveva davvero sudato freddo.
- Per Jashin! Se mi fosse scoppiato sugli zibidei... -
Dopo essersi alzato ed essersi dato una sgrullata, riuscì finalmente ad entrare nel covo.
La prima cosa che vide fu Itachi in piedi sul tavolo mentre reggeva una bottiglia di vino.
- Ma che cazzo succede? -
- Niente, Hidan. Solo una piccola festicciola per ingannare il tempo. - disse Sasori mettendogli un braccio attorno alle spalle.
Il loro sguardo si voltò ancora verso Itachi.
- ...e dal momento che Kakuzu ha portato un bel bottino... - esordì l'Uchiha.
- ...stasera offrirà a tutti una bella cena a base di pesce! -
Tutti applaudirono entusiasti e nessuno sembrò udire il tonfo che proveniva  da dietro il divano vicino alla cassaforte di cui Kakuzu deteneva le chiavi come San Pietro.
Solo Pain, dopo una decina buona di minuti, si avvicinò a lui.
- Che gli è preso? - chiese ad Hidan che lo stava sventolando con un tovagliolo.
- E me lo chiedi? Ha sentito la parola "offrire", sai com'è! -
Gli altri si avvicinarono poco dopo, afferrarono Kakuzu e lo misero sul divano.
- Dai su, non fare così. Itachi scherzava. -
Ci volle un po' per farlo riprendere e per tutta la sera rimase con la valigetta in mano e le chiavi del Vaticano aureo ben custodite, guardando in cagnesco chiunque si avvicinasse.
Però all'appello mancava qualcuno.
- Dov'è Konan? - chiese Kakuzu sospettoso.
- In camera sua. - rispose Sasori.
- Non partecipa alla...ehm...festa? - chiese Hidan.
Itachi si avvicinò prendendo Hidan sotto braccio.
- A proposito, ci serve il tuo aiuto. Riguarda Konan, vieni di la che ti spiego tutto. -
Hidan non se lo seppe spiegare subito, ma un brivido gli percorse la schiena.
E adesso che voleva il mezzo ciecato?








  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: sakura2480