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Autore: Joey Potter    20/11/2010    14 recensioni
“Oh, Albus cosa vuoi che ti regalino, calzini di lana?” rispose l’altro massaggiandosi il fianco indolenzito.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, II guerra magica/Libri 5-7
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Estate 1898

 



 
“Mi regalano sempre libri, per le feste.”
“Come?” chiese Gellert; il braccio nudo dell’altro, attorno la sua vita, gli aveva impedito di prestare la giusta attenzione alle parole del giovane.
Sdraiato, il ragazzo biondo si girò verso il mago che divideva il suo piccolo letto nella casa di Zia Bathilda e lo incitò a ripetere la frase pronunciata.
“Costatavo come anche per quest’ultimo mio compleanno mi abbiano regalato solo libri.”
Mein Phönix! Hai pubblicato un saggio su Trasfigurazione oggi prima di finire gli studi, la gente si aspetta di vederti noioso preside di Hogwarts tra pochi anni!” sorrise Gellert.
Per tutta risposta il mago dai lunghi capelli pizzicò il fianco dell’amante.
“Oh, Albus cosa vuoi che ti regalino, grossi calzini di lana?” rispose Gellert massaggiandosi il fianco indolenzito.
“I calzini non bastano mai.”
Gellert rise piano, accarezzando il volto del suo Albus, scompigliandogli i lunghi capelli rossi, baciandogli le tempie con calore.
“Ti regalerò un bel paio di grossi calzini, il prossimo Natale.”
Natale. Non sarebbe finito tutto con quell’estate? A Natale lo avrebbe ancora avuto accanto a se?
“Promesso?” chiese con voce tremante.
“Promesso, Mein Phönix” gli rispose con voce profonda e sicura.
 
 
 

“Signore…professor Silente…Posso farle una domanda?”
“Certo!Me ne hai appena fatta una!” Silente sorrise. “Comunque puoi farmene anche un’altra.”
“Lei che cosa vede, quando si guarda in quello specchio?”
“Io? Mi vedo con in mano un paio di grossi calzini di lana”.
Harry lo guardò incredulo.
“I calzini non bastano mai” disse Silente. “È  passato un altro Natale, e nessuno mi ha regalato un solo paio di calzini. Chissà perché a me regalano soltanto libri.”

 
 


 

25 dicembre 1996

 
Pile di libri appena scartati giacevano intatti sulla grande scrivania dello studio, ma l’uomo seduto dietro di essa fissava insistentemente il vuoto davanti a sé.
“Signor Preside, signore!” l’allegra vocetta di Dobby lo riscosse dai suoi pensieri.
Si sentiva stanco, Albus Silente.
Si sentiva vecchio. La maledizione dell’anello di Gaunt stava lentamente consumando il suo corpo e le preoccupazioni per il futuro rodevano la sua mente come un tarlo impietoso.
“Si, Dobby?”
“È arrivato questo per lei. “ disse il buffo elfo porgendogli un pacchetto.
“Dobby l’ha controllato personalmente, non contiene alcuna traccia di magia oscura, signore.”
“Grazie Dobby. Torna pure a festeggiare il Natale con i tuoi amici.” rispose prendendo il pacco rosso dalle mani della creatura.
“Oh, lei è troppo buono con Dobby, signore! Buon Natale, signor preside”.
“Buon Natale, Dobby.”
Rimasto solo scrutò il pacco con curiosità.
Non sembrava esserci nessun biglietto e Albus si chiese come potesse riconoscerne il mittente.
Lo aprì con lentezza, impacciato, per colpa della mano malata.
Scoppiò in una giovane,fresca e grassa risata appena riconobbe il contenuto.
Non è stato facile corrompe le guardie per farlo, Mein Phönix” diceva il il biglietto dentro uno dei grossi calzini di lana rossa. “Ma non potevo certo aspettare di arrivare a cent’anni.
Dumm Altermann!” disse Albus tra le risate che si trasformavano velocemente in lacrime di nostalgia.






L'angolo dell'autrice.
 
No, non guarirò mai da questa Grindeloriaggine.
Io li adoro troppo, questi due vecchietti innamorati. *___*
In ogni modo, pochi appunti da fare, ma molto importanti.
Comincio col dire che Dumm Altermann , col quale Albus apostrofa Gellert, significa "stupido vecchio", in tedesco. Chi di voi avrà letto le due flash ne "La mia paura è la mia essenza" su questi personaggi, già sà che è una specie di nomignolo affettuoso, al pari del  Mein Phönix (Mia Fenice) col quale Gellert chiama Albus in gioventù ed il Meine Sonne (Mio sole; non è presente in questa shot, ma nella flash) col quale Albus chiama Gellert.
Sono totalmente innamorata di questi due tizi, quindi non sono molto lucida e consapevole delle mie facoltà, quando scrivo di loro.
Mi sembra sempre che sia una schifezza quello che scrivo, rispetto alla scena che ho in mente.>.<
Zia Row ha infranto i miei sogni rivelando che in realtà Silente nello specchio vede la sua famiglia viva e vegeta e soprattutto unita,ma io non demordo ù.ù
Albus non ha mai parlato a vanvera ed è una mente così contorta che può aver detto benissimo la verità ad Harry!
Oh,insomma, la verità è che a me non va giù l'idea di un Albus immerso solo nell'amore cristiano. Il mio Albus è carne ed ormoni,ecco! E quindi voleva i calzini di Gel, voleva Gel! E Gel avrebbe voluto regalargli pile di calzini, ma poi la storia e gli eventi (e la sua idiozia) l'hanno inghiottito. Ma credo che sappia che quella è l'ultima occasione per mantener fede alla sua promessa.
Ed è così atrocemente romantico da venir fuori cent'anni dopo con quel regalo, ricordando qualcosa di idiota come se fosse accaduto il giorno prima!
Grazie a tutti quelli che recensiranno questa "roba" e grazie a coloro che la metteranno tra i preferiti, tra le seguite, tra le ricordate o tra la spazzatura.
   
 
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