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Autore: NicknameNonNoioso    21/11/2010    4 recensioni
Questa è la mia prima Fanfic su Avatar, descrive i pensieri di un guerriero mentre precipita l'Albero casa. Spero vi piaccia, e per favore, necessito di recensioni, pleaaase...
P.s. ho messo anche delle parole in Na'vi, spero vi piacciano ;)
Genere: Guerra, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco una one-shot su Avatar (ma va? Siamo nella sezione Avatar…), a cui non posso non rendere onore. E’ da un po’ che mi girava in testa e ora, mentre riguardo la scena di cui scriverò, mi girano le parole nella mente…

 

Olo’eyktan ( capo ) ci dice di prendere gli ikran ( per attaccare dall’alto. Ci dirigiamo di corsa verso Kelutral (Albero Casa ), apprestandoci a salire le colonne. Sento le urla dei miei compagni, e per farmi coraggio cerco di stare vicino a Tsu’tey. Credo che sarà un ottima guida, se Eywa vuole farci uscire vivi di qui. Dalle u (cose, si riferisce alle astronavi ) parte un rumore strano, un odore fastidioso che ci impedisce di respirare bene. Sento ancora più forti le urla dei Na’vi che mi sono amici, sento l’ansia nel petto. La meta si avvicina, mi dico di resistere, per il mio popolo, per i miei smuk ( fratelli e sorelle). Un rumore più assordante di quello precedente invade l’atmosfera tesa, un odore acre ci riempie il naso, il fuoco divampa sotto i miei piedi. Noi saltiamo in fretta verso i rami più alti, cercando di arrivare velocemente alla cima. Sotto di noi, si scatena l’inferno. Tutta colpa di quell’uniltìranyu ( Avatar ), se solo non fosse venuto... tutto ciò non sarebbe successo! Leskxawng aytawtute ( Stupidi umani )! Dall’alto vedo i aytaronyu (cacciatori) scappare insieme ai bambini e alle madri che non possono combattere. Vedo con la coda dell’occhio ma sempul (mio padre) che è rimasto indietro, ma non mi posso fermare, non con il fuoco sotto i piedi. Non ho la forza per chiamarlo, riesco solo ad emettere dei gemiti. La cima è sempre più vicina, ma il mio cuore si frantuma in piccoli pezzi, più l’albero casa brucia. E i Tawtute (umani)continuano a sparare fuoco, distruggendo tutto quello che è sempre stato il nostro alloggio. La nostra cultura, i nostri beni stanno bruciando... ma almeno non le persone.

Un silenzio strano riempie le nostre orecchie, il fuoco sembra arrestarsi. Forse Eywa ci sta aiutando? Un orribile strattone però mette a tacere tutte le mie speranze; i movimenti oscillanti del Kelutral ci terrorizzano. Dallo stato di immobilità ci fiondiamo più veloci che mai verso i grandi rami. Tutti richiamano gli ikran, pure io. Cerco con lo sguardo Tsu’tey, ma già sta volando tra le grandi fronde che ci separano dal taw ( cielo ) . Monto agile sul dorso eampin (verde) dell’ikran e lo sprono e volare. Na’rìng, il suo nome, e io ci dirigiamo fuori, insieme a tutti gli altri guerrieri. Sembriamo parte delle foglie dell’albero casa, quelle che si staccano e volano via. E’ inutile ogni azione, se ne stanno andando. Il grande tronco schiaccia tutto ciò che trova, anche i miei amici. E’ una vista orribile. Ecco di cosa sono capace i Tawtute.

 

Ok, non è un gran che, ma avevo intenzione di farla finire male (e ridaje co ‘sti finali traggici…), quindi ritenetevi fortunati! Spero vi sia piaciuto!

Elessary ;)

  
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