Crossover
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Autore: nick nibbio    24/11/2010    3 recensioni
Nell'eterna lotta tra bene e male è finalmente giunto un eletto in grado di cambiare l'equilibrio tra queste due forze: un giovane ragazzo che, da semplice sognatore, diventerà protagonista e, insieme a molti grandi personaggi dei manga e delle anime, trasformerà il sogno in realtà
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Videogiochi
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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14. Tornare sui propri passi

Ciao. Come promesso, in questo capitolo: inzio ad introdurre i Sun's Knights. Spero vi piaccia.

Prima di presentare il capitolo c'è una cosa che voglio dirvi: commentate. Finora sono stato paziente ed ho aspettato, senza risultati. 
Non mi direte mica che vi danneggia scrivere una semplice riga. Voglio sapere cosa pensate di questa storia e se avete qualche consiglio, non voglioo indovinare i vostri pensieri.
Detto questo, vi auguro una buona lettura.

Passarono alcuni giorni. Nick tentò diverse volte di entrare in contatto con il suo angelo custode, senza riuscirci. Ogni viaggio nel suo subconscio risultava un buco nell’acqua.

La sua mente era stranamente divisa in due parti: una parte era un mondo simile a quello in cui viveva, mentre l’altra era un labirinto pieno di porte che contenevano segreti e ricordi appartenenti ad un’altra vita.
Per il giovane era impossibile orientarsi là dentro: ad ogni porta che apriva, ne trovava altre ed altre ancora.
Cosa significasse quella strana ripartizione era un mistero a cui il giovane non era ancora riuscito  a dare risposta.
Decise di tornare nel Fantasy e chiedere consiglio a Merlin.

 

Giunto al castello si diresse nella parte più alta, verso la torre principale, in cui il mago aveva dimora.
Con suo rammarico, Merlin non c’era; lo stesso valeva per Armor King e gli altri soleani.
Mentre stava scendendo la scalinata della torre, fu chiamato da una voce familiare.
“Ciao Nick. Bentornato!” disse Anemone.
“Ciao Anemone! È bello rivederti” rispose Nick.
La ragazza dagli occhi smeraldo si avvicinò a lui e lo abbracciò.
Dopo l’abbraccio gli chiese: “Come mai sei venuto qui?”

“Stavo cercando Merlin. Avevo una cosa molto importante da chiedergli. Ma non lo trovo da nessuna parte”.
“E’ naturale che non riesci a trovarlo: è partito insieme ad Armor King e Luce proprio stamattina”.
“Partiti” disse Nick stupito “E dove sono andati?”

“Sul Sole. Sono stati chiamati da re Alan per una questione urgente. Se tutto va bene torneranno fra qualche giorno”.
“Capisco” disse Nick “Chissà com’è il Sole. Sarebbe bellissimo andarci”.
“Ma tu puoi” gli disse la ragazza “Ricordati che sei un soleano e, cosa più importante, sei il figlio del re del pianeta. Verresti subito accolto”.
“Già” disse sognante il giovane. “Ma, se sono stati chiamati per motivi importanti, dubito che Merlin potrà ascoltarmi. Inoltre ci sono alcune questioni da risolvere prima.
Credo che per oggi lascerò perdere”.
“Ti riferisci ai generali infernali?”.
“ Si. Proprio a loro.” disse Nick “A proposito. Che fine hanno fatto gli altri?”

“Sono in missione” rispose Anemone “Persino re Galax non è disponibile. Questo è un periodo al quanto impegnativo. Anche io ho delle cose da fare. Stavo proprio uscendo”.
“Davvero” disse Nick imbarazzato “Allora non ti trattengo oltre. Vai pure.
Ci vediamo in un’altra occasione. Salutami tutti”.
“Sicuro” disse la ragazza “Ciao ci vediamo” e corse via.

 

Il giovane sospirò. Aveva scelto proprio il momento sbagliato per andare a fare visita ai suoi compagni. Le domande su Alan avrebbero dovuto aspettare.
“Sembra proprio che oggi non sia stato il tuo giorno fortunato, vero?” disse una voce in lontananza.
Nick si voltò.

Da un angolo apparve un uomo alto vestito con abiti signorili e grigi, portava un sottile bastone da passeggio e aveva un viso giovane e bello, ma gli occhi  erano privi di  luce.
“Dorian Gray” disse Nick “Era da un  pezzo che non la vedevo signore”.
“Vero!” disse gentilmente Dorian “A quanto pare sono l’unico tuo maestro che oggi non si è volatilizzato nel nulla. Ma dimmi: qual buon vento ti riporta qui a Fantasy?”
“Non sono cose che la riguardano maestro” disse riluttante il giovane. La parola maestro gli era uscita forzatamente.
“Quanto sei gentile, ragazzo” disse Gray senza scomporsi. “Dopo tutto quello che ho fatto per te, mi tratti ancora così? Non ti fidi di me?”
“Non è questo.” disse il giovane “In qualunque caso quello che ero venuto a chiedere era una cosa a cui solo Merlin poteva rispondere. Ora, se volete scusarmi, devo tornare nella mia dimensione. Arrivederci.”
“Arrivederci” rispose Dorian “Torna a trovarmi, quando puoi sono a tua disposizione”.
Nick non rispose e si incamminò verso le scale, desiderando solo allontanarsi il più possibile da quell’uomo.

 

Ma da dove derivava quel dissapore?
Per capirlo è necessario fare qualche passo indietro a prima della sconfitta di Abominon.
Nick aveva conosciuto Dorian il giorno dopo il suo ritorno dalla foresta del pensiero. Aveva sentito dire che il gentleman inglese era un abilissimo spadaccino, la cui abilità superava quella dei migliori maestri. Inoltre si diceva fosse immortale.
Dorian lo aveva fatto lavorare a ritmi impossibili e folli. Ma non erano gli allenamenti a cui si era sottoposto che avevano reso il giovane sospettoso, bensì il comportamento ambiguo che aveva avuto.
Quello strano comportamento non era reso evidente agli altri, i quali non sapevano nemmeno molto sul suo conto.
Nick aveva deciso allora di tenerlo d’occhio per scoprire il suo segreto e, con grande sgomento, aveva scoperto una cosa orrenda: Dorian Gray non aveva  un’anima.
Essa era stata imprigionata in un dipinto che lo raffigurava.: invecchiando al posto suo e ricevendo tutti i danni causati in combattimento.
La cosa non avrebbe dovuto sorprendere il giovane, visto che aveva letto il libro e quindi conosceva la storia. In qualsiasi caso, Dorian nascondeva qualcosa.
Per questo motivo, era sempre controllato e, per maggior sicurezza, il suo dipinto era stato sequestrato e portato i un luogo segreto, tutt’ora tale.
Nick si era sempre chiesto perché non lo avessero semplicemente distrutto, ma se Galax aveva deciso così, non poteva fare altro che essere d’accordo, sperando di non pentirsene.

Fatta questa breve e sintetica spiegazione, torniamo alla narrazione.

 

Il giovane scese velocemente le scale e giunse al portone, poi si librò in volo verso il cielo, salutato da tutti gli abitanti.
Prima di andarsene, decise di fare una capatina nel suo luogo preferito: quindi si diresse all’altopiano in cui si trovava il suo albero dei pensieri.
Forse lì avrebbe trovato una risposta pensò.
Quando giunse lì, il giovane respirò l’aria di quel luogo, rievocando i ricordi legati a quel luogo. Riaperti gli occhi, si diresse verso il suo albero: diventato ancora più rigoglioso.
Nick poggiò la mano sinistra sul segno lasciato molto tempo prima dal suo alter ego e sorrise.
Chiuse gli occhi e cercò di entrare in contatto con la pianta, dicendogli: “Mio albero del pensiero. Ho bisogno di sapere. Ti prego: mostrami la risposta e colma i miei dubbi”.
La sua mente fu percorsa da immagini di ricordi che gli mostravano sprazzi di eventi rinchiusi nelle porte chiuse della sua mente. Alla fine vide una porta illuminarsi.

Quando i suoi occhi si furono abituati alla luce, si rese conto di tessere in una sala immensa, piena di ritratti e tende che coprivano il muro. Il pavimento era ricoperto da un lungo tappeto azzurro che andava verso il fondo.
Il giovane vi si diresse. Lì, ad aspettarlo c’erano tre donne che indossavano delle armature d’argento su cui erano raffigurati dei draghi dorati.
Vicino a loro c’era anche Alan che lo osservava silenzioso e imperscrutabile.
Il giovane giunse davanti a loro e, sorridendo, disse: “Ti ho trovato Alan”.
“La verità è che io ti ho permesso di trovarmi” rispose l’angelo.

“E’ finalmente giunto principe Nick” disse una delle donne.
“Scusate” disse Nick “Ma voi chi siete?”
Le tre donne abbassarono la testa come se colpite da un macigno.
“Scusatemi. Probabilmente vi conosco, però.. ecco” cominciò a dire imbarazzato
“Non riesci a ricordarle vero?” disse Alan.
Nick annuì imbarazzato.

Alan continuò: “Non c’è da stupirsi se non ti ricordi di loro. Loro sono le tre custodi dei sacri amuleti del Sole. Sono il principio dei Sun’s Warriors di cui tu sei membro.
A pensarci bene, non le hai mai viste realmente. Perché non vi presentate?”

La prima che aveva parlato si alzò e fece un inchino: “Salve a te Nick. Io sono Malys e sono la speranza, radiosa ed ardente come il fuoco” i suoi capelli erano rossi, proprio come il fuoco.
Quella alla sua destra si alzò: “Salve a te. Io sono Beryl e sono la luce che da la vita e il coraggio” i suoi capelli erano biondi.
L’ultima di loro si inchinò: “Salve a te Nick. Io sono Sable e  sono la stella che brilla nella notte come la giustizia brilla nella corruzione” i suoi capelli erano neri con tratti dorati.

“Ma certo. Ora ho capito!” disse Nick “Voi eravate le creature che il mio alter ego della dimensione N incontrò agli inizi della sua storia.
Da quello che mi aveva detto: eravate state liberate dal vostro vincolo dopo il ritorno del suo gruppo. Siete andate nel mondo degli spiriti se non sbaglio”.
“E’ così” disse Malys “Lì siamo state purificate dalla forma in cui eravamo imprigionate e rese libere”.
“Ma il nostro compito non era ancora finito” disse Beryl “Finché ci saranno altri Sun’s Warriors da risvegliare non potremo avere la pace tanto desiderata”.
“E questo andrà avanti fino alla fine del’oscurità vera” concluse Sable.
“Capisco!” disse Nick “Quindi siete costrette a restare in questo mondo a causa mia. Mi dispiace di avervi causato questo problema”.
“Non devi preoccuparti Nick” lo rassicurò Malys “Eravamo consce che il nostro compito sarebbe stato arduo”.
“Abbiamo accettato questa condizione” disse Beryl.
“Siamo disposte a rimanere qui anche per l’eternità, se questo servisse a concludere lo scopo che i grandi antenati si sono prefissi agli inizi dei tempi.” terminò Sable.
“Beh!” esclamò Nick “Farò in modo che sia l’ultima volta: è una promessa”.
“Attento alle promesse che fai Nick.” Lo riprese Alan “Un soleano del tuo rango la mantiene sempre”.
“Lo so Alan” rispose Nick .
“Ora che ti sei chiarito, devi tornare nel tuo mondo. Ci sono molte cose che devi fare”.

“Aspetta!” lo interruppe Nick “Io ero venuto qui per cercarti e chiederti delle cose”.
“Avrai risposta a tutte le domande a tempo debito” continuò Alan fermo “Ora che mi hai trovato, potrai accedere a questo luogo quando lo vorrai.
Adesso è tempo che tu torni a casa.
Ma prima che tu te ne vada ti do un consiglio: riunisci i Sun’s Knights e gli altri Sun’s Warriors. Per trovarli segui il tuo istinto. Devi addestrarli e prepararli al conflitto finale, ancora molto lontano, ma inesorabile.
Torna alla dimensione in cui hai sconfitto Hao e costruisci il gruppo più potente e numeroso che sia mai esistito. Buona fortuna”.
“Buona fortuna Nick” risposero in coro le tre custodi.

La sala si allontanò e la porta si chiuse.
Nick aprì gli occhi ansimante.
 Si guardò intorno: il tempo era rimasto immutato all’esterno, non era passato nemmeno un minuto dal suo viaggio interiore. Ma quell’esperienza gli aveva indicato i passi da percorrere.
Nick toccò il suo albero un ultima volta e poi prese il volo ed attraversò il portale che lo ricondusse nella sua dimensione.

 

Tornato nel suo appartamento, il giovane fece un inventario di tutto quello che gli servisse, raccolse il tutto in uno zaino e lo mise nel suo porta tutto.
Fatto questo, si assicurò che tutto fosse in ordine e, alla fine, aprì un altro portale che lo portò nella dimensione in cui avrebbe trovato molti compagni.

 

Giunto nella dimensione I.N.A., Nick accese il suo navigatore per localizzare uno dei posti in cui era sicuro di trovare potenziali alleati. Si accorse di trovarsi  nuovamente nel territorio del Villaggio della Foglia e, da quello che percepiva, c’era molto movimento in quel momento.
Il giovane cercò l’energia interiore dell’unico ninja che avesse incontrato al momento, ossia Shikamaru.

Quando l’ebbe localizzato, volò rapidamente verso la sua direzione: il ragazzo era in guai seri.
In quel momento, il giovane ninja stava combattendo, insieme ai suoi compagni di gruppo, contro due colossi al quanto arrabbiati.
Al momento i tre erano riusciti a bloccarli, combinando le loro tecniche migliori, ma ormai erano al limite.
Percepiva, inoltre, un’altra grande forza che si stava dirigendo verso di loro per soccorrerli, ma, da come si stavano mettendo le cose, non avrebbe fatto in tempo.

In quel momento, i due energumeni ruppero la presa e si apprestarono ad attaccarli, ma furono fermati dall’arrivo del giovane, che si frappose tra loro e i tre ninja esausti.
Shikamaru, spalancò gli occhi nel vedere di nuovo lo strano essere che, esattamente, come quella volta, era apparso dal nulla salvandolo.
“Ma tu guarda!” disse Nick ironico “Sembra sia destino che ti debba salvare la pelle ogni volta che ci incontriamo. Come va Shikamaru?”.
Il giovane ninja sorrise amaramente: “Potrebbe andare meglio. A quanto pare sei tornato, come avevi promesso”.
“Già!” rispose Nick “E questa volta resterò. Farei volentieri la conoscenza dei tuoi compagni, ma non credo sia il momento ideale”.
“E tu chi sei?” chiese uno dei due giganti.
“Chiunque sia, non ha importanza. Vero fratello?” disse l’altro , praticamente identico a lui, solo poco più basso.
“Hai ragione fratello. Ehi tu ragazzino, togliti di mezzo oppure dovremo farti un  po’ male”.

Nick li osservò attentamente: i due erano molto alti, di carnagione scura, con capelli castani legati da un codino alto e avevano un sorriso bambinesco. Erano i fratelli Vento e Fulmine, evasi dal carcere di massima sicurezza e manipolati facilmente da Mizuki: a causa della loro ingenuità.
Nick sorrise: “Giusto per curiosità: perché ce l’avete con loro?”
I due giganti alzarono la testa stupiti. Vento chiese al fratello: “Giusto. Perché li vogliamo prendere a pugni. Te lo ricordi fratello?”
Fulmine si grattò la guancia e, dopo “averci pensato” disse: “Non me lo ricordo.”

Una goccia scese dalla testa di Nick che pensava solo una parola per descriverli: “Cerebrolesi”.
Poi Fulmine appoggiò il pugno destro sul palmo della mano: “Ora mi ricordo. Ci hanno fatto scappare il moccioso che, facendoci giocare a super-nascondino, ci ha fatto perdere la merenda”.
“Hai ragione fratello, tu si che sei intelligente.” Disse Vento. Poi si voltò verso uno sconvolto Nick e gli disse sorridente: “Hai capito perché. Ora spostati se non vuoi farti la “bua””.
Il giovane sorrise forzatamente a quell’ingenuità e rispose: “No ragazzoni! Anzi vi invito ad arrendervi, altrimenti sarò io a farvi molto male”.
“E’ forse impazzito quel tipo?” disse Choji Akimichi, il migliore amico di Shikamaru.
“Io direi che è fichissimo!” disse Ino Yamanacha, unico membro femminile del gruppo e alquanto isterica.
“Fidatevi” disse il giovane Nara “Non è un avversario che quei due possono battere”.

I due fratelli, sentito il discorso dei tre compagni si lanciarono furiosi verso il giovane.
I loro pugni furono fermati dalle mani del giovane che disse: “Tutto qui?”
Al giovane bastò una leggera spinta in avanti per scaraventare i due a venti metri di distanza.
I tre videro stupiti la scena, completamente ammutoliti.
I due energumeni si alzarono doloranti, ma ancora interi e più arrabbiati, fecero esplodere la loro energia, piegando il suolo sotto i loro piedi.
Il giovane non si scompose: “Volete una prova di forza? Molto bene!” e sorrise.

Un istante dopo, la terra intera cominciò a tremare come scossa da un terremoto. L’aria intorno al giovane si elettrificò e i suoi occhi, anche se calmi, sprigionavano una forza  da far tremare chiunque.
La giovane Ino guardava Nick stupita: “Oh cavolo! Non ho mai percepito un chakra simile. È così grande da squarciare il cielo. Shikamaru, perché non me lo hai presentato prima?”
Il giovane Nara non riusciva a parlare. Era concentrato sullo spettacolo che aveva davanti.

 

Il giovane si avvicinò ai due giganti che lo guardavano terrorizzati.
I due si inginocchiarono davanti a lui chiedendogli: “Ci dispiace. Per favore non ci fare male”.
“Ci dispiace? Non ci fare male?!” ripeté Nick freddo “Sapete che cosa vi dico?”
Il giovane allungò le mani verso i due giganti, che, treamanti, chiusero gli occhi.

I tre ragazzi sudavano freddo al pensiero di ciò che stava per succedere.

Le mani del giovane toccarono le spalle di entrambi: “Vi bastava dire solo “ci arrendiamo”” disse Nick sorridente.
I giganti e i tre giovani ninja caddero a terra con gli occhi sgranati e la bocca aperta.
Nick, nel vedere la scena che aveva creato, scoppiò a ridere.
Tra una risata e l’altra disse: “Pensavate davvero che avrei ucciso due ingenuotti come loro. Non sono il tipo”.

“Accidenti” gridò Ino isterica “Ci hai fatto prendere un colpo. Ed io che pensavo di svenire”.
Nick, ripresosi, le rispose: “Non era mia intenzione far svenire una dolce fanciulla dai capelli splendenti più dell’oro e dagli occhi color del cielo”.
La ragazza cambiò subito espressione, diventando rossa e ammaliata dallo sguardo dello straniero che li aveva salvati.
“Femmine!” esclamò Shikamaru “Si lasciano ammaliare con parole così semplici.”

 “A proposito amici” disse Nick rivolto ai due giganti “Credo sarà lei a decidere della vostra sorte” e indicò loro un albero.
Sul ramo dell’albero indicato era in piedi una donna bionda e con occhi castano rossiccio, con un fisico da far girare la testa a qualsiasi uomo che non la conoscesse. Altri non era che Tsunade, il quinto Hokage del villaggio della Foglia, uno dei tre ninja supremi, nonché una donna dal carattere al quanto irascibile.
“A quanto sembra sono stata preceduta!” disse Tsunade “Ti ringrazio per aver salvato questi giovani ninja del mio villaggio. Ora, per favore, fatti da parte.”
La giovane donna si avvicinò ai due giganti tremanti e disse: “Vento, Fulmine, ne è passato di tempo.
Ora mi chiedo che cosa ci fate voi due qui?” e, senza nemmeno farli rispondere, li sfiorò con gli indici, facendoli volare di una decina di metri.
I tre giovani ninja rimasero stupiti, mentre Nick non si scompose.
I due giganti piangevano dicendo: “Ci dispiace! Ci dispiace!”.

 

In pochi minuti i due raccontarono a Tsunade tutto quello che sapevano: rivelando che Mizuki li aveva convinti all’evasione e promesso di dar loro tanto cibo.
Mentre Tsunade li sgridava, come una madre fa con i figli monelli, Nick ne approfittò per presentarsi ai compagni di Shikamaru, dando loro le  pillole  di Amor.
Ino era ammaliata da lui: la sua faccia era tutta rossa ed era in contrasto con i suoi capelli biondo chiaro, legati da un fermaglio. Vestiva in viola con abiti alla moda.
Choji sorrideva compiaciuto dalla forza del nuovo amico. Era un ragazzo obeso (Tratto  che non bisognava mai accennare in sua presenza), con capelli castano chiaro e vestito con una maglietta verde.
Shikamaru era serio e guardava Nick intensamente. Aveva i capelli scuri  legati da una coda alta ed era vestito con un uniforme verde scuro; ciò che più risaltava di lui era lo sguardo, sempre attento ad ogni particolare.

Nick sapeva bene che questi si stava chiedendo quando si sarebbe presentato completamente.
Nel frattempo Tsunade aveva lasciato andare via i due fratelli che stavano correndo verso il penitenziario per “non perdersi la cena”.
La donna si voltò poi verso Nick dicendogli: “A quanto pare hai fatto colpo su di loro. Vuoi dirmi chi sei?”
“Certamente signorina” disse Nick rispettosamente “Il mio nome è Nicola, ma gli amici mi chiamano Nick. Fate lo stesso anche voi”.

Tsunade sorrise compiaciuta: “È un piacere conoscerti. Io sono Tsunade Senjiu, Hokage del villaggio della Foglia.
Ora Nick, come mai ti trovi qui?”.
Nick sorrise: “Le spiegazioni a dopo. Se non sbaglio avete una situazione di emergenza e credo che una mano in più vi farà comodo. Dovremmo andare a dare una mano ai vostri compagni. Con permesso, vi precedo”.
Senza aspettare la risposta, volò via, lasciando tutti inebetiti.

In pochi secondi raggiunse il luogo dello scontro e vide che ormai tutto si era concluso: Naruto aveva appena colpito Mizuki con un rasengan che, dopo un piccolo volo, era finito a terra e non riusciva più ad alzarsi.
“Niente male ragazzo. Lo hai davvero demolito!” disse Nick quando fu atterrato.
“Cheeee! E tu chi accidenti sei? Come fai a volare?” disse il giovane ninja.
“Io sono Nick. Molto piacere. A quanto sembra non avevi bisogno di me per sistemare questo tipo” disse Nick.
In quel momento il corpo di Mizuki, simile a quello di una tigre, divenne grigio e scheletrico.
“Ma cosa è successo?” chiese Naruto.
“Direi che ha subito gli effetti collaterali della formula che ha ingerito:” rispose Iruka Umino, primo maestro di Naruto e uomo dalla grande saggezza.
“E’ tutta colpa tua moccioso. Hai distrutto il corpo che mi aveva dato Orochimaru.” Rantolò Mizuki.

“Naruto non c’entra niente. La colpa è stata tua” rispose la voce di Tsunade appena arrivata e leggermente ansimante. “La formula che hai ingerito non era stata sperimentata e tu ti sei lasciato tentare da Orochimaru. Ringrazia il cielo che sei ancora vivo.”
“Però. Sei davvero veloce!” commento Nick.
“Beh! Non quanto te. E’difficile che una ragazzino riesca a battermi in velocità” rispose Tsunade.
“Ehi Nonna Tsunade! Tu conosci questo tipo?” disse Naruto col suo solito tono alto.
“Naruto! Non chiamare così il quinto Hokage. Abbi un po’ di rispetto!” esclamò Iruka.

 

Ormai il sole stava tramontando e la squadra medica aveva raggiunto il luogo dello scontro, eliminato la formula e prestato le prime cure mediche.
Tutto andava come era stato ordinato, ma una cosa non quadrava: la presenza di un ragazzo dai tratti occidentali, apparso all’improvviso e ammantato da un velo di mistero.
“Allora! Vuoi dirci chi sei?” gli chiese Tsunade.
“Tranquilli, mi presenterò come si deve. Ma preferirei farlo davanti a tutti quanti. Solo allora vi dirò tutto” rispose Nick.
“Io sono L’Hokage del villaggio della Foglia e ti ordino di dirmi chi sei!” disse Tsunade innervosita.
“E allora?” rispose semplicemente il giovane.

Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso. La donna si lanciò verso il  giovane e sferrò un potente pugno, che fu parato dal giovane con un dito.
Tutti i presenti rimasero senza fiato, tutti tranne Shikamaru, per niente sorpreso.
“Sei davvero forte amico” disse il giovane Nara “Ho l’impressione che, se lo volessi, potresti scaraventare la nostra Hokage dall’altra parte del globo, se non oltre, vero?”
“Bella pensata” commentò Nick “Ma non sono il tipo che picchia le donne. Per questo mi sto trattenendo.”
“Che gentilezza!” esclamò la diretta interessata “Sono colpita”.

La donna si ricompose: “Shikamaru, tu lo conosci?”.
“L’ho incontrato nella missione precedente. L’ho anche menzionato nel rapporto” rispose il chunin.
Tsunade spalancò gli occhi mentre riportava alla mente ciò che aveva letto nel rapporto: si trovava davanti ad un essere simile ad un rapace e si chiedeva che cosa fosse nuovamente venuto a fare lì.
“Avrai le tue risposte Principessa Tsunade” le disse Nick sorridente “Ma prima ho una richiesta da farti. Devi convocare tutti i ninja del villaggio della Foglia e poi vi spiegherò tutto”.
“D’accordo!” rispose lei.

 

Mentre tornavano al villaggio i giovani ninja fecero un sacco di domande a Nick, il quale rispose loro : “Tutto a tempo debito”.
Nel frattempo il sole stava tramontando lasciando un spazio alla luna, che inevitabilmente, avrebbe restituito il cielo alla stella che ora tramontava.
Mentre vedeva il tramonto, il giovane pensava che avrebbe vissuto in quei luoghi per molto tempo: e sapeva che avrebbe dovuto lavorare moltissimo per preparare quei ragazzini a qualcosa che nemmeno immaginavano.

Nel prossimo capitolo: fanno la loro apparizione i Sun's Knights di Konoha. Per sapere chi sono non perdetevi  il prossimo capitolo.
Alla prossima

  
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