A tutti gli
abitanti del mondo delle nuvole, verso cui solo un libro può
farci volare.
Introduzione
Se non lo sai ti sembra evidente che non hai mai provato
l’esperienza di
prendere qualcosa da un libro.
O forse non te ne sei mai accorta.
Probabilmente pensi che se almeno una volta avessi veramente capito,
avresti dovuto sentire una sorta di lampo al cervello, un'illuminazione
assoluta; il paesaggio dei pensieri dell’autore ti si sarebbe
dovuto schiarire
immediatamente, il pieno significato del libro ti si sarebbe dovuto
scolpire
nella testa, a caratteri profondi e duraturi.
Quindi, visto che non hai mai provato un senso così totale
di perfetta
comprensione, ed hai conservato dalle tue letture solo delle
riflessioni a
brandelli o delle intuizioni incomplete, non ti resta che pensare a
leggere per
il piacere delle tue sensazioni.
Leggere e scappare, leggere per sognare vite mai viste, la cui speranza
di
viverle davvero è ridicola, ma inebriante.
Madame Bovary è il simbolo famoso di questo stato
d’animo, figura umana di
un’impressione: lei che è forte, ma troppo poco
per una vita troppo deludente.
Leggere ti appassiona, ti coinvolge, fa germogliare la tua fantasia.
Eppure è bizzarro come i genitori non siano mai contenti.
Se non leggessi, ad ogni cena ti parlerebbero di libri con fare
insinuate,
cercherebbero di proporti qualcosa di facile da cui cominciare; piccole
dosi di
lettura come medicine omeopatiche.
Se si spazientissero di essere pazienti, comincerebbero con le minacce
di
privazioni intollerabili: niente computer, niente I-pod, e col cavolo
che ti
facciamo uscire questo sabato!
Se invece leggessi di gusto, come infatti leggi, subito penserebbero a
te come
a una reietta sociale che si fa d’oppio.
Ogni giorno occhieggerebbero dallo spiraglio della tua porta socchiusa
e,
trovandoti a leggere, lamenterebbero il fatto che ormai non fai altro.
Allora cercherebbero di svegliarti dalla lettura; perché per
loro è di una
dormita che si tratta.
Finirebbero per proporti una lista di attività: fai i
compiti, vieni a mangiare
un panino, vieni con me a comprare il regalo per tuo cugino,
regalerò anche a
te qualcosina, oppure ascolta musica, o magari…ecc.
Ti invitano a fare di tutto, quasi sembra vogliano sbatterti fuori casa
sotto
il tiro di un kalashnikov e costringerti a uscire con i tuoi amici;
diritto di
cui sarebbero stati ben felici di privarti se tu non
leggessi.
La cosa più ridicola è che con i loro amici si
vantano di avere una figlia
diversa, una figlia che legge!
E perché diversa poi?
Non è mica la prima che ha scoperto come sillabare le parole
decifrandole da
segni sghembi o rotondi sulla carta!
In presenza d'altri non aggiungono mai “ma legge
troppo”, come dicono a te.
No! Nei discorsi fatti agli altri tu diventi il modello dei modelli, un
ideale
supremo.
“Ah, quanto legge, quanto legge! Non smetterebbe
mai!” dicono ammirandoti e
ammirandosi per aver messo al mondo questo prodigio di lettrice.
Ma cadendo dal mondo degli ideali non si dimenticano mai di
rimproverarti ben
poco benevolmente.
Anzi, l’eccessiva lettura diventa il pretesto per biasimarti
di qualsiasi cosa.
Possono attribuire ai libri ogni genere di problema.
“Ti distrae dallo studio! Ti fa trascurare i tuoi compagni!
Quando chiamo tutti
a cena tu sei sempre l’ultima ad arrivare perché
stai leggendo!”
Il punto è che tu non trovi mai una via di mezzo che gli
piaccia.
Troppo o troppo poco, ma mai abbastanza: che deve
essere la quantità
preferita degli adulti, pensi.
Eppure il disaccordo con i genitori rende la difesa dei tuoi diritti
ancora più
eroica.
Nella vita ti sembrava di inciampare e le pagine dei libri sono
diventate delle
ali.
Un libro poteva essere il tiepido senso di casa tua, il cielo sopra di
te, le
stelle incastonate in quella volta.
Abiti un
territorio infinito, in cui persino la polvere della galassia ti viene
incontro.
Guardi
famigliarmente qualsiasi stranezza e qualunque carattere.
Ti rifugi all’ombra
dei tuoi pensieri, in compagnia dei personaggi di un libro; accorri in
aiuto
dell’eroe, che senza di te non può raggiungere
l’amata, né vivere il duello col
rivale, né sposare finalmente la fanciulla, così
come non può neppure perdere l’amore
della sua donna ed essere trasformato in carne da spiedo sulla spada
dell’avversario
(questo se prima non gli è venuta l’ispirazione di
infilzarsi da solo).
C’è un caos di
vecchie conoscenze nella tua testa.
Ci sono le tre
bocche di Cerbero, che si strappano un pezzo di focaccia spinte dalla
fame di un
solo stomaco.
La disperata Ligeia che, morta al mondo, lotta con la sola volontà per
tornare accanto al
marito col corpo di un’altra donna.
Elena, avvolta
nei veli nuziali, in mezzo ai quali ogni uomo sperava di vederla
accanto a sé per farla
sua.
Le trombe di
guerra e il galoppo dei cavalli dei Paladini di Carlo Magno.
Angelica,
vestita come una principessa, che fugge a piedi nudi nella foresta come
una
zingarella.
La dorata parata
di elefanti e cavalli bianchi regalati al Gran Khan nei racconti di
Marco Polo.
Raskolnikov,
che uccide un’usuraia per dimostrare a se stesso di essere
all’altezza delle proprie ambizioni.
I ragazzi, rifugiati dalla peste e riuniti attorno al fuoco, che
cercano di continuare la vita con le loro
storie in mezzo all’agonia di tutto il mondo.
Coloro che
dormono sotto la collina di Spoon River e l’eco delle loro
vite sulle lapidi.
Le ninfe che
si rincorrono nei boschi, con le chiome bionde che guizzano dietro di
loro come
la coda delle comete.
Giulietta che
spia dal balcone e prega la notte di portarle Romeo.
Natasa, piena
di incanto e dell’armonia stessa del mondo, che innamora di
sé il freddo Andrej,
disilluso di tutto, rianimato unicamente dall’amore per lei,
e il goffo,
indeciso Pierre, che tende disperatamente a qualcosa che non sa.
Boccadoro, che
scopre un profilo della verità amando la vita, le donne e
l'arte, e Narciso, a cui si
rivela l’altro spiando l’orizzonte del mondo dalle
vette della ragione e sacrificandosi
a Dio.
Il gioco
politico a Roma durante le guerre civili, da quella di Mario e Silla,
che
rotola per una brutta china verso lo scontro tra gli ottimati e il
genio
cangiante di Giulio Cesare, fino alla resa dei conti tra Antonio ed
Augusto.
Renzo, che
affronta ogni cosa con la baldanza di chi non sa cosa stia facendo e
che spesso
si caccia nei guai, separato da Lucia, che i guai trovano lo stesso,
per quanto
essa sia tranquilla e pacifica.
La scalmanata,
sregolata e generosa Holly Golightly, alla ricerca del suo posto nel
mondo; che
immagina debba farla sentire come un elegante negozio di Tiffany: calma e
rassicurata.
È nella loro vita che salti quando hai
sete di racconto.
C’è qualcosa
che va celebrato nel piacere che ti da leggere; senti che è
un altare a cui
spetta un dono.
Ecco questo tentativo
di raccolta.
Ditemi se si riesce a
leggere, per quanto ingenuo,
per quanto strano.
trullitrulli.