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Autore: trullitrulli    24/11/2010    2 recensioni
C'è qualcosa che va celebrato nel piacere
che ti da leggere; senti che è un altare a cui spetta un dono.
 
Ogni capitolo di questa raccolta parlerà dell'impressione
che ho avuto di ciascun libro, saltando di lettura in lettura tra le
mie preferite.
Le prime letture, seguite per scompensi ormonali: Stephenie Meyer,
Emily Gould, Zareen Gaffery.
Quelle di scrittori più autorevoli: Italo Calvino, Lidia
Ravera, Pennac, Dacia Maraini, Tolstoj, Herman Hesse,
Victor Hugo.
E così via, passando per tutti i libri di cui mi
sembra di aver capito qualcosa, che mi hanno sollevato la noia e
l'amarezza dalle spalle e che ho amato.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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A tutti gli abitanti del mondo delle nuvole, verso cui solo un libro può farci volare.

Introduzione

Non sai se da ogni lettura si prenda qualcosa.
Se non lo sai ti sembra evidente che non hai mai provato l’esperienza di prendere qualcosa da un libro.
O forse non te ne sei mai accorta.
Probabilmente pensi che se almeno una volta avessi veramente capito, avresti dovuto sentire una sorta di lampo al cervello, un'illuminazione assoluta; il paesaggio dei pensieri dell’autore ti si sarebbe dovuto schiarire immediatamente, il pieno significato del libro ti si sarebbe dovuto scolpire nella testa, a caratteri profondi e duraturi.
Quindi, visto che non hai mai provato un senso così totale di perfetta comprensione, ed hai conservato dalle tue letture solo delle riflessioni a brandelli o delle intuizioni incomplete, non ti resta che pensare a leggere per il piacere delle tue sensazioni.
Leggere e scappare, leggere per sognare vite mai viste, la cui speranza di viverle davvero è ridicola, ma inebriante.
Madame Bovary è il simbolo famoso di questo stato d’animo, figura umana di un’impressione: lei che è forte, ma troppo poco per una vita troppo deludente.
Leggere ti appassiona, ti coinvolge, fa germogliare la tua fantasia.
Eppure è bizzarro come i genitori non siano mai contenti.
Se non leggessi, ad ogni cena ti parlerebbero di libri con fare insinuate, cercherebbero di proporti qualcosa di facile da cui cominciare; piccole dosi di lettura come medicine omeopatiche.
Se si spazientissero di essere pazienti, comincerebbero con le minacce di privazioni intollerabili: niente computer, niente I-pod, e col cavolo che ti facciamo uscire questo sabato!
Se invece leggessi di gusto, come infatti leggi, subito penserebbero a te come a una reietta sociale che si fa d’oppio.
Ogni giorno occhieggerebbero dallo spiraglio della tua porta socchiusa e, trovandoti a leggere, lamenterebbero il fatto che ormai non fai altro.
Allora cercherebbero di svegliarti dalla lettura; perché per loro è di una dormita che si tratta.
Finirebbero per proporti una lista di attività: fai i compiti, vieni a mangiare un panino, vieni con me a comprare il regalo per tuo cugino, regalerò anche a te qualcosina, oppure ascolta musica, o magari…ecc.
Ti invitano a fare di tutto, quasi sembra vogliano sbatterti fuori casa sotto il tiro di un kalashnikov e costringerti a uscire con i tuoi amici; diritto di cui sarebbero stati ben felici di privarti se tu non leggessi.
La cosa più ridicola è che con i loro amici si vantano di avere una figlia diversa, una figlia che legge!
E perché diversa poi?
Non è mica la prima che ha scoperto come sillabare le parole decifrandole da segni sghembi o rotondi sulla carta!
In presenza d'altri non aggiungono mai “ma legge troppo”, come dicono a te.
No! Nei discorsi fatti agli altri tu diventi il modello dei modelli, un ideale supremo.
“Ah, quanto legge, quanto legge! Non smetterebbe mai!” dicono ammirandoti e ammirandosi per aver messo al mondo questo prodigio di lettrice.
Ma cadendo dal mondo degli ideali non si dimenticano mai di rimproverarti ben poco benevolmente.
Anzi, l’eccessiva lettura diventa il pretesto per biasimarti di qualsiasi cosa.
Possono attribuire ai libri ogni genere di problema.
“Ti distrae dallo studio! Ti fa trascurare i tuoi compagni! Quando chiamo tutti a cena tu sei sempre l’ultima ad arrivare perché stai leggendo!”
Il punto è che tu non trovi mai una via di mezzo che gli piaccia.
Troppo o troppo poco, ma mai abbastanza: che deve essere la quantità preferita degli adulti, pensi.
Eppure il disaccordo con i genitori rende la difesa dei tuoi diritti ancora più eroica.
Nella vita ti sembrava di inciampare e le pagine dei libri sono diventate delle ali.
Un libro poteva essere il tiepido senso di casa tua, il cielo sopra di te, le stelle incastonate in quella volta.
Abiti un territorio infinito, in cui persino la polvere della galassia ti viene incontro.
Guardi famigliarmente qualsiasi stranezza e qualunque carattere.
Ti rifugi all’ombra dei tuoi pensieri, in compagnia dei personaggi di un libro; accorri in aiuto dell’eroe, che senza di te non può raggiungere l’amata, né vivere il duello col rivale, né sposare finalmente la fanciulla, così come non può neppure perdere l’amore della sua donna ed essere trasformato in carne da spiedo sulla spada dell’avversario (questo se prima non gli è venuta l’ispirazione di infilzarsi da solo).
C’è un caos di vecchie conoscenze nella tua testa.
Ci sono le tre bocche di Cerbero, che si strappano un pezzo di focaccia spinte dalla fame di un solo stomaco.
La disperata Ligeia che, morta al mondo, lotta con la sola volontà per tornare accanto al marito col corpo di un’altra donna.
Elena, avvolta nei veli nuziali, in mezzo ai quali ogni uomo sperava di vederla accanto a sé per farla sua.
Le trombe di guerra e il galoppo dei cavalli dei Paladini di Carlo Magno.
Angelica, vestita come una principessa, che fugge a piedi nudi nella foresta come una zingarella.
La dorata parata di elefanti e cavalli bianchi regalati al Gran Khan nei racconti di Marco Polo.
Raskolnikov, che uccide un’usuraia per dimostrare a se stesso di essere all’altezza delle proprie ambizioni.
I ragazzi, rifugiati dalla peste e riuniti attorno al fuoco, che cercano di continuare la vita con le loro storie in mezzo all’agonia di tutto il mondo.
Coloro che dormono sotto la collina di Spoon River e l’eco delle loro vite sulle lapidi.
Le ninfe che si rincorrono nei boschi, con le chiome bionde che guizzano dietro di loro come la coda delle comete.
Giulietta che spia dal balcone e prega la notte di portarle Romeo.
Natasa, piena di incanto e dell’armonia stessa del mondo, che innamora di sé il freddo Andrej, disilluso di tutto, rianimato unicamente dall’amore per lei, e il goffo, indeciso Pierre, che tende disperatamente a qualcosa che non sa.
Boccadoro, che scopre un profilo della verità amando la vita, le donne e l'arte, e Narciso, a cui si rivela l’altro spiando l’orizzonte del mondo dalle vette della ragione e sacrificandosi a Dio.
Il gioco politico a Roma durante le guerre civili, da quella di Mario e Silla, che rotola per una brutta china verso lo scontro tra gli ottimati e il genio cangiante di Giulio Cesare, fino alla resa dei conti tra Antonio ed Augusto.
Renzo, che affronta ogni cosa con la baldanza di chi non sa cosa stia facendo e che spesso si caccia nei guai, separato da Lucia, che i guai trovano lo stesso, per quanto essa sia tranquilla e pacifica.
La scalmanata, sregolata e generosa Holly Golightly, alla ricerca del suo posto nel mondo; che immagina debba farla sentire come un elegante negozio di Tiffany: calma e rassicurata.
È nella loro vita che salti quando hai sete di racconto.
C’è qualcosa che va celebrato nel piacere che ti da leggere; senti che è un altare a cui spetta un dono.

Ecco questo tentativo di raccolta.

Ditemi se si riesce a leggere, per quanto ingenuo, per quanto strano.

trullitrulli.

  
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