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Autore: Darkshin    25/11/2010    5 recensioni
Continuano le avventure degli Sprouts: tra guerre e tradimenti, due amici ancora in cerca della loro strada combatteranno per un futuro migliore. Per il loro futuro. (seguito di Full Metal Shippuden)
Genere: Azione, Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Full Metal Shippuden'
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Capitolo 6
                                                                                            Armi, che passione!



Ancora rigidi a causa del pesante allenamento del giorno prima e mezzi rintronati dalla sveglia eccessivamente mattutina, i futuri soldati erano stati fatti accomodare da un piantone in una specie di lungo e stretto capannone, grigio e umido come d'altronde sembrava essere quell'intero mondo. Visto che nessuno pareva di guardia, Shikamaru, seduto in fondo ne approfittò per un secondo sonnellino, tanto per alzare la media scandalosamente bassa per uno come lui di ore di sonno, ma al primo cenno di appisolamento, si percepì provenire da qualche parte uno schiocco secco, seguito da una imprecazione piuttosto pesante del ragazzo, che si massaggiava la fronte irritato.
"Che caz... un insetto?".
"No" commentò Neji, chinandosi e mostrando una pallina di gomma dura dalle dimensioni di un pisello circa.
"La prossima volta ne uso uno vero" lo avvisò una voce di donna, tra lo scocciato e il divertito.
Il caporale Anko Mitarashi, dall'alto del suo splendore in calzoncini corti e canotta, fece roteare la piccola pistola a gas: era stato senza dubbio un tiro magistrale, centrare una persona con pistola da quella distanza, ma la donna non pareva avere voglia di approfittare troppo dell'aura di genuina ammirazione e timore che aveva instaurato negli allievi, perchè si fiondò immediatamente dietro la cattedra.
"Benissimo, bambini! Noto con piacere che siete riusciti tutti ad alzarvi per venire a salutare la nuova maestra, me ne compiaccio!".
"Accidenti quanto urla questa pazza di prima mattina..." gemette Kiba, facendo il gesto di tapparsi le orecchie.
"Sembra un esaltata... come qualcuno di nostra conoscenza".
"Già... sarà mica parente di Naruto?" sghignazzò senza darlo troppo a vedere Sasuke, provocando un ringhio altrettanto basso e offeso da parte del biondo in questione.
Ulteriori battute furono troncate da una raffica di proiettili: stavolta l'istruttrice era passata ad una mitraglietta Uzi.
"Silenzio o sparo!".
-Decisamente è una che preferisce agire prima di parlare!- pensarono tutti.
"Se nessun altro ha da borbottare... sono il caporale Mitarashi Anko, incaricata di istruirvi sull'uso delle armi standard. Al termine del mio corso, saprete usare pistole, fucili e mitragliatori d'assalto a occhi chiusi!".
Involontario, un brivido di eccitazione passò tra i ranghi: avere delle armi in mano si prospettava decisamente interessante, convennero i più, ma la donna non aveva ancora finito: schioccando le dita, tre uomini portarono nella stanza altrettanti scatoloni sigillati, destando la curiosità di tutti che ovviamente pensarono immediatamente ai micidiali strumenti.
Le loro attese non furono deluse: dal primo cartone, la donna tirò fuori una piccola valigetta verde, al cui interno, in una nicchia di plastica, era contenuto un esemplare di pistola che a prima vista nessuno riuscì ad identificare, nera e leggermente più piccola della Colt semiautomatica che avevano usato fino a quel momento.
"Da oggi in poi, questa sarà la vostra unica compagna, amante e moglie! E' una Beretta M9: pratica e resistente, potete farci il bagno e dopo sparare tranquillamente" illustrò il caporale, gasandosi involontariamente "Ottima per gli scontri a corta distanza ed affidabilissima, è raro che faccia cilecca".
"E tutto questo alla modica cifra di...?" rise sotto i baffi il Cane facendo sorridere involontariamente Neji.
"Di un sacco di allenamento, stronzetto!" sbraitò in risposta la Mitarashi, stavolta centrandolo in pieno con la valigetta vuota, ben più pesante di un proiettile finto.
Seccata dalle continue interruzioni, fece cenno agli aiutanti di distribuire le confezioni.
Naruto, con impazienza, aprì la sua: è vero che preferiva armi bianche, ma quell'oggetto aveva un che di affascinante, se la rigirò tra le mani come stordito, quasi non ne avesse visto una in vita sua, dove invece erano passati più proiettili che giorni.
"Ok, signorini, posate le damigelle sul tavolo, ho qualcos'altro per voi".
"I caricatori" sorrise felice il biondo come un ragazzino che si ritrova la mattina di natale a scartare il regalo che aveva sempre sognato: stavolta però non ebbe fortuna, perchè la loro insegnante lo guardò come un perfetto idiota, segno che non ci aveva preso per niente.
"Sbagliato. Vi ho detto che le Beretta saranno le vostre donne: vorrai mica andare a letto con una donna senza conoscerla un pò, prima?"
"Sarebbe piacevole" buttò lì distrattamente Sasuke.
"Attento signorino, potrei prenderti in parola..." ghignò tra sè l'altra.
Ovviamente la Volpe, nella sua furbizia, non aveva capito nulla.
"E quindi?".
La risposta, precisa e puntuale come d'altronde sembrava ogni cosa nel campo, arrivò subito: nelle scatole, oltre alla pistola, c'erano dei piccoli sacchetti di tela, contenenti vari attrezzi chiaramente usati per la manutenzione delle armi.
"Vi eserciterete a smontare e rimontare le armi finchè non sarete in grado di farlo ad occhi chiusi! Alla lavagna trovate le istruzioni, mettetevi al lavoro!"
Un mormorio di disappunto da parte della folla, ora di dare il colpo di grazia.
Prima di andarsene per una sigaretta, la donna si voltò leggermente, con aria sadica.
"Dimenticavo: l'ultimo paga pegno!"
 

"Merda..."
Naruto mordicchiò il cacciavite, perplesso: ok, qui va il carrello, qui ci appoggiamo il cane, il grilletto...
-E questa che cacchio è?!- pensò perplesso sollevando una molla. Avrebbe volentieri chiesto aiuto a Sasuke, ma i portantini di prima sembravano scoraggiare chiunque da muoversi più del necessario, così si limitò a metterla da parte su un panno assieme agli altri pezzi.
"Tu, in fondo! Lavora!".
"Guarda che ho finito, l'ho montata e rimontata!".
Shikamaru porse vagamente seccato l'arma al controllore: effettivamente, constatò questi, i pezzi erano stati rimessi insieme di recente, lo poteva intuire dalle microfessure nell'arma, ma non poteva assolutamente credere che qualcuno avesse smontato e rimesso insieme un arma in, quanto erano, cinque minuti, forse meno?
"Rifallo" gli impose con uno sguardo cattivo la guardia sospettando che lo stesse prendendo in giro.
"Che seccatura".
Senza indugio, il moro smontò e rimise insieme la Beretta  esattamente come prima e mettendoci anche meno del tempo, visto che era più facile svitare i pezzi, sotto gli occhi ammirati o forse sconvolti degli altri ragazzi e della guardia stessa.
"Ecco. Contento?".
"... Che cazzo ci fai in un letamaio del genere? Dovresti stare in una scuola per geni, cazzo!".
"Troppa fatica" sbadigliò il moro, stiracchiandosi. Forse, quel suo piccolo sforzo gli sarebbe valso un buon riposino.
"Esibizionista..." borbottò il biondo rimettendosi per così dire al lavoro e trattenendo la voglia di sfasciare e prendere a martellate lo scheletro dell'arma in questione, giusto per il gusto di vederla separarsi. Ai tempi degli Sprouts di problemi del genere non ne aveva mai avuti, se un'arma non funzionava più o era completamente inutilizzabile si limitavano a buttarla e ad attingere alle loro scorte, di pensare di capire come funzionasse non gliene era mai importato niente, almeno fino a quel giorno.
"..."
Due occhioni castani lo fissavano da vicino, forse troppo.
"..."
"Ahem... si?"
"Recluta. Cosa sarebbe quella che hai in mano?".
"Ehm... una pistola smontata?".
"O un orribile capolavoro di arte moderna?".
Solo Sai ebbe il coraggio di mostrarsi apertamente interessato, trovando strano che il suo amico sapesse creare cose artistiche e che il caporale sapesse apprezzare.
"Rimontala".
Nemmeno per un secondo la donna tolse gli occhi di dosso dal giovane, scrutandolo con aria apparentemente neutra ma con un bagliore torvo negli occhi; non aprì nemmeno bocca, almeno fino a quando il ragazzo non finì di rimettere insieme i pezzi, con non pochi grattacapi.
"Bene. Ora sparami".
"EEH?".
"Su, muoviti. Non abbiamo tutta la giornata".
Ma il biondino non pareva proprio propenso ad ottemperare all'ordine, così fu lei stessa a strappare di mano la pistola a Naruto, armando in un unico fluido gesto il carrello e premendo a bruciapelo il grilletto davanti alla sua faccia. Il ragazzo non ebbe nemmeno in tempo di chiudere gli occhi per la sorpresa, ma non ce ne era bisogno.
Premuto il grilletto, il carrello non scattò come avrebbe dovuto: in sostanza, l'arma era inservibile.
"Se fossi stato al fronte, saresti morto da un pezzo. Qui c'è parecchio lavoro da fare" commentò, prima di lanciargli contro la molla che si era dimenticato di inserire.

Bene o male, tutti erano riusciti a mettere insieme i pezzi della Beretta in un tempo ragionevole... ragionevole per un normale essere umano: visto che non riusciva a concepire che uno con la faccia da fesso come il moro con il codino avesse compiuto un simile lavoro in un tempo ridicolmente breve, l'istruttrice aveva decretato che avrebbero continuato ad allenarsi in quel modo finché non si fossero almeno avvicinati ai quattro minuto ciascuno.
Tutti meno uno: l'unico ad avere problemi rimaneva Naruto. Non sapeva neanche lui perché, ma davanti ai piccoli e delicati meccanismi si perdeva, le mani gli sembravano grandi il doppio e totalmente inadatte allo scopo, così Anko Mitarashi lo tenne al banco per tutto il giorno, fino alla sera senza neanche lasciargli mettere qualcosa sotto i denti, anzi.
Per dargli motivazione si era fatta portare il pranzo direttamente lì, dove aveva preso a sbocconcellare un panino di fronte alla Volpe sempre più nervosa e di conseguenza meno efficiente, anche se a giudicare dagli sghignazzi delle altre guardie, comode manco fossero state a teatro, la cosa doveva parere piuttosto divertente soprattutto per merito del loro superiore che nell'arco delle ore era passata dagli insulti sempre più coloriti alle incitazioni, ai silenzi carichi di suspence!
Il culmine si era toccato quando gli aveva promesso che semmai fosse riuscito a "fare l'impresa" gli avrebbe concesso tre giorni di licenza!
Neanche a dirlo... non servì a niente.
Le reclute poterono riammirare la vaga peluria biondastra solo alla sera quando dopo l'appello di rito il ragazzo si era fiondato sul letto sedere all'aria, tanto se lo sentiva intorpidito!
"Awnnn..." si lamentò piano, mentre il suo migliore amico gli si avvicinava contrito.
"Vuoi un bacino dove hai la bua, caro?" chiese premuroso e materno.
"FOTTITI TEME! TU E QUELLA PAZZA!" urlò scatenando le risate di tutti che nonostante stanchi da morire apprezzarono molto il siparietto.
"Sigh... nessuno mi capisce, siete degli stronzi".
"Su col morale, ho delle notizie interessanti".
Amichevolmente Sai gli batté una pacca sulle chiappe: a salvarlo fu solo la curiosità dell'amico.
"Oggi pomeriggio, mentre ero in infermeria...".
"Eri in infermeria? Perché?"
"Lascia stare... insomma, ho scoperto una cosa dalle infermiere..."
"Seduttore" ghignò l'altro, mentre il gruppo si era fatto attento e silenzioso, magari fosse stata una cosa utile a tutti.
"Mi fai finire? Tra parentesi, erano cassonetti, gentili finché vuoi ma esteticamente... brr" .
Poco ci mancava che lì per lì Deidara e Sasori se lo andassero ad abbracciare per la felicità di avere un terzo artista in mezzo a quella massa di bruti.
"Insomma, a farla breve: pare che sia tradizione del campo concedere a tutti i soldati due giorni di licenza ogni tre settimane per una breve gita in un villaggio qui vicino!"
"Villaggio, uguale...".
"Riposo" sospirò Shikamaru.
"Cibo e birra!" gongolò Choji.
"Donne!" esultò Kiba, acclamato con una notevole standing ovation.
Sasuke sembrava guardare l'amico con un mezzo sorriso: forse era tempo di ripagare un debito, sorrise tra sè mentre con Gaara si scambiava un laconico segno di intesa: il Rosso poteva averla data a bere a chiunque, ma non a lui, così lo aveva praticamente costretto a vuotare il sacco sotto promessa di silenzio, cosa che in quel momento gli sarebbe tornata molto utile per il suo progetto!




 


Scusate il capitolo veloce e di fretta, ma serviva a riprendere contatto con la realtà della scrittura, non uccidetemi ^^
Risponderò ad eventuali recensioni tramite la nuova funzione di posta all'interno del sito, vi aspetto!
Dark

 


  
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