Contrasto
"Rosa
fresca aulentissima, donna che entri nella gioventù, ti
coccolano
tutte le donne, nubili e maritate; salvami da questo fuoco, se è
la
tua volontà; per te non ho riposo né di notte né di giorno, perché
penso
solo a voi, madonna mia" Disse lui inginocchiandosi di fronte alla sua
amata.
"Tu
soffri per me, perché sei in preda alla follia. Potresti rompere il
mare,
seminare i venti, raccogliere tutte le ricchezze di questo secolo:
mai
potresti avermi a questo mondo; piuttosto mi taglio i capelli e mi
faccio
suora."
Minaccia la dama stizzita voltandosi di schiena.
"Se
ti tagli i capelli, sarebbe meglio che io muoia, perché facendoti
suora
io perderò il mio piacere e la mia felicità. Quando passo sotto le
tue
finestre e ti vedo, rosa fresca di giardino, ad ogni ora mi dai un buon
conforto:
facciamo in modo che si congiunga il nostro amore." Dice lui più accorato.
"Che
il nostro amore si possa congiungere non voglio che mi piaccia;
se
qui ti trova mio padre cogli altri miei parenti, stai attento che non ti
raggiungano,
perché essi sono molto veloci. Come ti è stata favorevole la
venuta,
ti consiglio che ti guardi intorno quando te ne vai." Rispose lei tagliente,
scuotendo la chioma rossa.
"Se
i tuoi parenti mi trovano qui, cosa mi possono fare? Io ci metto
una
difesa di duemila augustali*: così tuo
padre non mi potrà toccare
nemmeno
se possedesse tutto l’oro che si trova in Bari.
Capisci,
bella, quello che intendo dire?" Disse rassicurante lanciandole un occhiata
languida sull’ultima frase.
"T…Tu non mi lasci vivere né la sera né il mattino! io sono
una donna
molto
preziosa, come l’oro finissimo! Se tu potessi donarmi tante
ricchezze
quante ne ha il Saladino**,
e aggiungervi quelle che il Sultano
possiede,
non mi potresti nemmeno toccare la mano." Affermò con sicurezza anche se
indietreggiando, alzando di un poco la gonna del vestito.
"Molte
sono le donne che hanno la testa dura, ma l’uomo con le sue
parole
le domina e le avverte a pensarci bene: e tanto gira loro intorno e
le
sollecita, finché le ha in suo potere. Una donna non si può salvare
dall’uomo:
stai attenta, bella mia, se non vorrai pentirtene." Replicò questa volta
sorridendo malizioso, puntando le iridi ambrate nelle sue.
"E
di cosa dovrei pentirmi? Che io fossi uccisa piuttosto che qualche
onesta
e onorata donna possa essere ripresa o rimproverata per colpa
mia!
Ieri sera ti ho visto passare sotto la mia finestra correndo senza
fermarti.
Se vuoi, puoi andare più piano, canterino: tanto, a me le tue
parole
non piacciono affatto."
Pronunciò con enfasi teatrale come a nascondere qualcosa.
"Quanti
sono i colpi che mi hai dato al cuore, quando ci ripenso,
ogni
volta che esco fuori di casa! A questo mondo non ho ancora amato
una
donna quanto amo te, rosa invidiata: e credo bene che tu mi sei
stata
destinata!" Reagì lui prendendola per i fianchi.
"Se
ti fossi destinata cadrei dall’alto della mia condizione, perché le mie
bellezze sarebbero mal affidate nelle tue
mani; ma se questa disgrazia
dovesse
accadermi, piuttosto mi taglierei le ciocche ed entrerei come
suora
in un monastero, prima ancora che tu possa toccarmi il corpo." Esclamò mentre rapida tolse le mani dalla sua
vita con ben poca grazia.
"Se
tu ti farai suora, donna dal viso chiaro, vengo anch’io al
monastero
e mi faccio frate: pur di vincere le tue resistenze in questa
prova
lo farò volentieri. Così con te potrò stare la sera e il mattino: devo
proprio
a tutti i costi farti mia e averti in mio dominio." Assicurò soddisfatto leccandosi le labbra.
"Ohimè
tapina e misera, quale cattivo destino ho io! L’altissimo Gesù
Cristo
è completamente adirato con me; mi ha fatta nascere per farmi
imbattere
in un uomo che ha una condotta e un modo di pensare
blasfemo.
Cerca su questa terra, che è molto grande: e troverai una
donna
più bella di me." Disse con un brivido
cercando di farlo desistere.
"Ho
cercato in Calabria, Toscana e Lombardia, in Puglia, a
Costantinopoli,
Genova, Pisa e in Siria, Germania e Babilonia e in tutta
la
Barberia: da nessuna parte ho trovato una donna tanto cortese come
te,
perciò ti ho scelta come mia sovrana". Affermò,
questa volta rubandole un bacio sulle sue dita di seta, ma subito staccandosi.
"Poiché
tanto ti sei affaticato nella ricerca, ti rivolgo una preghiera:
che
tu vada a chiedere la mia mano a mia madre e a mio padre. Se essi
si
degneranno di concedermi a te, portami nella chiesa del monastero e
sposami
davanti alla gente; e poi farò tutto ciò che mi comanderai."
Farfugliò lei arrossendo cedendo finalmente alle
lusinghe di lui.
"Ciò
che dici, vita mia, non serve proprio a niente; di tutte le tue
parole
ormai non faccio nemmeno più conto; hai creduto di fare la
superba,
ma non ne hai la forza; e così t’ho dato la botta finale, il colpo
di
grazia. Dunque, se proprio vuoi, continua ad essere una villana."
Ribatté distaccato, incrociando le braccia come
a fare l’offeso.
"Nessuna
paura mi metti, io resto nella sicurezza
inattaccabile
del mio forte castello; stimo le tue parole ancora meno di
quelle
che dice un bambino. Se non ti levi e te ne vai di qua, proverei un
grande
piacere se tu venissi ucciso." Rispose
la dama con tono superbo tradendo il suo pensiero precedente.
"Dunque,
vorresti, vita mia, che io fossi ucciso? E allora se proprio
debbo
essere ucciso, o sfregiato, io non mi muoverò di qua, se prima non
avrò
colto il frutto che si trova nel tuo giardino: lo desidero sempre, la
sera
e il mattino".
Esclamò guardandola profondamente.
"Quel
frutto non lo hanno avuto né conti né cavalieri; molti lo hanno
desiderato,
giudici e marchesi, ma nessuno lo ha mai potuto avere, e per
questo
se ne sono andati molto arrabbiati. Intendi bene quel che voglio
dire?
Valgono meno di mille onze i tuoi averi." Affermò lei
distogliendo lo sguardo cercando di non sbilanciarsi.
"Molti
sono i tuoi pretendenti, ma bella, non mi disprezzare,
se
prima non mi provi. Se il vento cambia e soffia favorevole a
prua e mi permette di raggiungerti sulla
spiaggia, ti devo ricordare
queste parole: questa mia anima mi duole
assai."
Proferì lui serio.
"Se
tu non ti levi e te ne vai, con la mia maledizione, i miei fratelli ti
trovano
in questa casa, e allora io potrò ben vedere che tu ci perderai la
vita,
perché mi sei venuto a tentare colle tue proposte: né parente né
amico
ti deve portare aiuto." Rimbeccò
aggressiva cercando di difendersi.
"Io
non posso ricevere aiuto né da amici né da parenti: sono
straniero,
mia cara, fra questa buona gente. Ora fa giusto un anno, vita
mia,
che mi sei entrata nella mente. Da quel giorno io sono ferito
d’amore." Disse ma questa volta sincero con occhi pieni
di dispiacere.
"
Anche se mi giurassi sul Vangelo che sarai mio marito, non potrai
avermi
mai a questo mondo; piuttosto mi getto nel profondo del mare."
Reagì Ichigo facendo
la preziosa.
"Se
tu ti getti nel mare, donna cortese e fine, io ti seguirò per tutta
la
marina, e dopo che sarai annegata, ti troverò distesa sulla spiaggia;
solo
per raggiungere questo scopo: con te mi devo congiungere e
peccare." Ammise Kisshu ammiccando prima di tornare serio e
aggiungere: "Se non appagherai questo mio desiderio, smetto di
cantare
e
di farti la corte. Acconsenti, donna mia, fa’ che ti piaccia, perché lo
puoi
ben fare! Anche se tu ancora non m’ami, sappi che io molto ti amo,
e mi hai preso così come si prende un pesce
all’amo." Sussurrò stringendola al suo petto mentre
ella s’imporporava in viso.
"Io
so che tu mi ami e anch’io ti amo con tutto il cuore, paladino.
Su,ora
vai, torna qui domani mattina, se farai ciò che ti dico,
t’amerò
di cuore buono e fino. Questo ti prometto io senza menzogna:
tieni
la mia parola, perché mi hai in tuo potere." Sorrise la rossa
intrecciando le dita a quelle del suo amante.
"Proprio
per quello che tu mi hai detto, mia cara, per nulla al mondo
mi
muoverò. Piuttosto,: soddisfa il mio desiderio, amica bella, perché
l’anima
col cuore mi si sta consumando." Pronunciò tutto d’un fiato sfiorandole la
schiena.
"Mio
signore, poichè me l’hai giurato, io sono tutta un
fuoco, sono
alla
tua presenza e da voi non mi difendo. Se ti ho disprezzato, abbi
pietà,
a voi mi arrendo. E andiamo a letto, finalmente, perché questo ci è
donato
dal destino..."
Sussurrò avvicinandosi alle labbra di lui.
“Sei
audace…bambolina.” Bisbigliò rubandole un bacio e svanendo
con lei.
*Gli augustali sono monete d'oro fatte
coniare da Federico II di Svevia
**E’ stato un condottiero
e sultano
dell’attuale Iran
Spazio dei commenti ù.ù
BUONGIORNO!!!
>ω<
Come va? Vi chiederete da dove mi è venuta questa idea pazza…bene
vi rispondo subito….abbiamo analizzato una poesia a
scuola che si chiama appunto Contrasto,
di Cielo d’Alcamo…e appena ho letto la parafrasi mi
sono resa conto di quanto le battute assomigliassero al rapporto tra Kisshu e Ichigo…e allora eccola
qui..U_U Oddio…Kisshu Ichigo nel medioevo…ma ve li immaginate? XD Kisshu
morirebbe sul rogo per lussuria! XD Ho cambiato alcune battute, ma in modo impercettibile…mentre ne ho eliminate altre fuori luogo…So che è un po’ particolare ma spero vi sia piaciuta!
^^ Aspetto recensioni..
A presto
Kuro ♥