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Autore: alicyana    27/11/2010    3 recensioni
E' il giorno che aspettavi da tempo, da quando incontrasti per la prima volta quel ragazzo dall'aria un po' spaesata e la pelle scura.
{SpagnaXAustria - Habsburg family}
Genere: Romantico, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella cattedrale di Lier, è tutto così splendente ai tuoi occhi. Tutto sembra sorriderti. Sorride il vescovo, sorridono Filippo e Giovanna, sorridono tutti gli invitati; sorride anche lui, mentre vi scambiate uno sguardo forse di circostanza, forse per condividere la gioia che quell'unione ha portato al cuore di entrambi. E' uno sguardo che cela promesse e speranze, grandi aspettative per quel nuovo, grande regno.

E' il giorno che aspettavi da tempo, da quando incontrasti per la prima volta quel ragazzo dall'aria un po' spaesata e la pelle scura. Ti si era presentato stringendoti un po' troppo forte la mano, con la scusa che non riusciva a controllare bene i movimenti per via del freddo del tuo paese.

Arrossisce un poco quando ti sorride dolcemente, e distogli lo sguardo, grattandoti nervosamente il naso.

Applaudite, unendovi al coro festante che batte le mani fragorosamente, tra un “Lunga vita a re Filippo!” e un “Viva gli sposi!”. Dopo un cenno di assenso, vi dirigete verso i vostri nuovi sovrani, e perfettamente in sincronia, vi inginocchiate al loro cospetto: tu prendi la mano della regina e la baci delicatamente, con movimenti eleganti e posati da vero cavaliere; lui si batte il pugno sul cuore e china la testa. Giurate fedeltà eterna, cieca dedizione, mettete la vostra vita nelle loro mani.

Ed è ancora una volta un crepitare di applausi e un vociare gioioso, e le campane annunciano il lieto evento, portano nelle case più lontane il suono della festa. Gli abitanti spalancano le finestre delle loro abitazioni per omaggiare i loro nuovi regnanti e si affacciano, aspettando che il corteo nuziale passi per le vie cittadine. Le donne già spettegolano sui novelli sposi, le bambine si chiedono quanto saranno sontuosi e ricchi i loro abiti e sognano di indossarne di altrettanto belli un giorno.

E mentre la folla accompagna Filippo e la sua consorte fuori dalla cattedrale, ti senti stringere all'altezza del polso, con una delicatezza estrema. Quando ti volti, Antonio Fernandez Carriedo, la Spagna, ti chiede con gli occhi di non seguire la processione.

Non capendo bene le sue intenzioni, ti blocchi e le tue iridi violacee vengono catturate dai suoi occhi smeraldo: non sei sicuro di averne mai visti di più limpidi.

Le dita di Antonio si muovono appena, compiono un gesto tanto gentile da risultare quasi impercettibile. Sembra quasi che abbia paura di darti fastidio. Scivolano dal polso fino al palmo della mano, e con attenzione, lo sollevano all'altezza del petto. Ti accorgi solo dopo qualche secondo che si tratta della sinistra, e non sai cosa aspettarti.

Poi eccolo, spunta un piccolo anello d'oro. Ti chiedi dove lo abbia tenuto tutto quel tempo, perché non ti abbia detto delle sue intenzioni. Soprattutto ti chiedi come sia possibile che sapesse che lo desideravi ardentemente. Non hai mai toccato l’argomento, dato che lui non ti è mai sembrato il tipo da fare una cosa del genere.

Sgrani gli occhi, e cerchi una e mille risposte in quell'enigmatico sorriso candido; ti perdi tra le sue dita, l'anello che reggono, i suoi occhi che ti chiedono il permesso di procedere, le vostre mani, così diverse, così perfette assieme.

Ma lui non dice nulla, muovendosi ancora, spostando le tue in modo che l'anulare sia più visibile e più esposto degli altri – con lentezza studiata avvicina il piccolo cerchio d'oro.

Cerchi di non fargli notare quanto la cosa ti tocchi. La tua espressione è la solita corrucciata, ma il tuo sguardo attento e gli occhi spalancati ti tradiscono. La mano ti trema un po' quando la pelle viene a contatto col metallo freddo. E quando la fede arriva in fondo al dito, lui te la bacia, premendo con le labbra per degli istanti interminabili, toccando, con la sua bocca, anche oltre di esso. All'improvviso, senti le gote andare in fiamme. Ma non riesci a proferire parola, o a muoverti.

Antonio Fernandez Carriedo ti ha appena giurato amore eterno. Dopo un momento di smarrimento, senti il bisogno di inveire contro di lui, per la sua mancanza di tatto, di buonsenso, e tante altre cose che ora non ti vengono in mente, ma soprattutto perché è colpa sua se ti vergogni da morire.

Non fai in tempo a dire nulla, Antonio ti afferra la destra e gira il palmo verso l'alto: due istanti dopo, compare un altro anello.

Avresti dovuto pensarci tu, ti rimproveri, anche se non potevi sapere che lui avrebbe fatto lo stesso. E nel dubbio, hai preferito non correre rischi inutili e sprecare soldi. Ti incolpi anche per essere sempre e comunque un grandissimo taccagno.

Deglutisci, e con gesti impacciati prendi la sua mano sinistra. Con un groppo in gola, gli infili l'anello, forse un po' troppo stretto per le sue dita massicce. E proprio nell'anulare sinistro, ha anche un callo da lavoro. Si scusa per quello, dicendo che è colpa della zappa, della vanga, dell'aratro.

Ti ritrovi a fissare la sua grande mano che si avvicina al tuo viso, si posa sulla guancia fredda e la riscalda col suo tepore. Antonio Fernandez Carriedo ha sempre avuto una temperatura corporea aldilà dei tuoi limiti di sopportazione. Chiudi gli occhi e ti premi contro di essa: la pelle ruvida è quasi confortante, è la sua, è familiare, ti fa sentire bene. Vorresti che ti toccasse sempre a quel modo. Dischiudi leggermente le labbra e lo ammiri, nel suo abito di broccato rosso e oro, avvolto dal mantello di velluto bordeaux – quel colore che fa risaltare la sua carnagione olivastra. Ha i riccioli un po' lunghetti sul collo e attorno al viso. Noti quella piccola fossetta all'angolo della bocca, e la piccola cicatrice vicino all'occhio destro. Ti sembra di vederlo per la prima volta, tanto è diverso con quei vestiti così ricchi e ricamati. Eppure è sempre lui, sempre lo stesso Antonio, quello che ti faceva venire il buonumore ogni volta che eri giù, quello che ti aiutava a sistemare il giardino, nonostante avessi tanti servi a tua disposizione, quello che ti portava a cavallo e che ti raccontava storie incredibili sulla sua terra; quello che il giorno in cui è stata decisa l'alleanza tra la Spagna e l'Austria, mentre osservavate il cielo stellato dal balcone della stanza degli ospiti nella tua reggia di Vienna, ti ha baciato senza alcun preavviso.

Lui si avvicina, un po' come quella sera, piegando la testa di lato. Ma questa volta sai cosa devi fare: chiudi gli occhi, e aspetti.

Senti il suo respiro avvicinarsi e un po' titubanti, vi sfiorate a vicenda le labbra. Le sue sono bollenti e morbide. Ti tiene ancora la mano nella sua, Antonio, intreccia le dita, toccando la fede fredda; con l'altro braccio ti cinge la vita. Ritrae le labbra e sussurra qualcosa sulle tue. E poi vi incontrate di nuovo, e il bacio è lento. Sentite le campane suonare ancora, e si mischia alle urla del popolo e allo scalpitare dei cavalli.

Ma l'unica cosa che rimbomba ancora nelle tue orecchie è quel “Te quiero” sospirato, basso, e sincero.



Nota dell'autrice:

Okay, e dopo questa parentesi schifosamente melensa posso anche dedicarmi all'angst della fic UsUk C:

In realtà questa fic fa finta di essere pucci e romantica (cioè lo è, ma in realtà c'è tutta una cosa sotto un pò contorta. Vediamo se riesco a spiegare xD)

Rileggendo qua e là nozioni di storia del periodo Asburgico (la terza superiore non mi è mai sembrata così lontana XD), ho trovato poi una piccola biografia su Giovanna La pazza (povera donna). Diciamo che il suo matrimonio con Filippo il Bello non fu un'unione felice, per svariati motivi: prima di tutto era stato un matrimonio di convenienza, come succedeva sempre fra i nobili d'altronde, in più Filippo la tradiva continuamente (nonostante lei se ne fosse innamorata); a peggiorare la situazione, ci si metteva pure la madre che le dava dell'eretica per via del suo anticonformismo religioso. Ora io ve l'ho detto in due righe, probabilmente scrivendo anche qualche scemenza, ma sappiate che pure gli studiosi hanno ancora qualche dubbio in merito sulla psicoligicamente labile Giovanna di Castiglia...  Ma quindi cos'è che voglio dirvi in merito alla fic, dopo questa pappardella storica mal scritta? XD Ciò che volevo mettere in luce è la parte esteriore dell'unione: la facciata sfarzosa, che fa sembrare questo matrimonio come la cosa più bella che possa essere capitata. In realtà gli unici felici per davvero sono Spagna e Austria, che dopo trattative varie finalmente possono dirsi seriamente "uniti" sotto lo stesso nome. In merito al pre-matrimonio poi io ho una teoria tutta mia, che è forse un pò sdolcinata e nemmeno tanto veritiera. Ma credo che la trattazione della cosa possa essere lasciata ad un altro momento C: Per ora, spero vi piaccia questa cosina piccina (e spero che la mia spiegazione si capisca, anche se mi accorgo che è impossibile... xD)  


   
 
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