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Autore: _Dubhe    27/11/2010    13 recensioni
«Non mi piacciono gli indovinelli, mezzosangue, e neppure le conversazioni abbozzate tra un balletto e l’altro.. – sorrise, vedendola arrossire - ..mi piacerebbe proseguire questa conversazione in privato, vuoi? Domani sera alle nove, a Malfoy Manor. Non dovresti avere difficoltà nel trovarla, no?»
«Cosa ti fa credere che accetterò un tuo invito, Malfoy? – sputò velenosa lei – Il tuo fascino o la tua spudorata e immotivata arroganza?»
«Il ricatto, Granger. – rispose semplicemente lui..
***
Un ricatto, 8 Metalli, i tranelli di un Malfoy e la fierezza di una paladina della II Guerra Magica, costretta a vivere come una babbana dalle nuove leggi della Corte. Cosa nasconde Malfoy dietro il mistero delle Fiale e dei Metalli? A cosa porterà la sua ricerca? E lei, riuscirà a resistere al suo ricatto? E lui, riuscirà a resistere a Hermione Granger?
Una storia ricca di colpi di scena, sorprese e misteri ancora da svelare. Draco/Herm la ship principale. Buona lettura!
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Your blackmail, My downfall. Vol 1
***
 Prologo



Theres so many wars we fought
 Theres so many things we're not
 But with what we have
 I promise you that
 We're marchin on 
[Marchin' On - One Republic]

***


La mora si fissò allo specchio, passandosi una mano sul volto stanco. L’ombretto viola era ancora intatto, le matita nera non era sbavata e i ricci erano ancora perfettamente sistemati nell’acconciatura. Riluttante, spostò lo sguardo più in basso, assicurandosi che la stoffa nera rivestita di brillantini viola la coprisse ancora adeguatamente: i corpetti non erano il suo forte, qualcosa finiva sempre con lo sfuggire al suo controllo e lasciare che la sua dignità, già fortemente minata, ne risentisse ancora di più. Era degradante il modo in cui quel vestito non la coprisse: potevano mai esistere pezzi di stoffa così stretti a, contemporaneamente così scomodi e imbarazzanti? Per non parlare dei vertiginosi tacchi neri che portava ai piedi! Aveva imparato a sue spese come la bellezza non fosse affatto secondaria in quel lavoro maledetto ma, anzi, costituisse l’unico mezzo con cui ottenere un qualche guadagno. La spogliarellista! Come diavolo aveva fatto Hermione Granger, la più intelligente e brillante strega del suo tempo, a finire in un bordello come quello? Involontariamente lo sguardo le cadde sul rigonfiamento della giacca appesa qualche metro più in là: la sua bacchetta. Cosa avrebbe dato per poterla usare e smaterializzarsi? Scappare, magari chiedere aiuto ai maghi, suoi simili. Poi, con ancora più dolore, si ricordò di come non potesse farlo: erano stati proprio i suoi simili a ridurla in quella situazione, anche se il grosso del lavoro l’aveva fatto da sé.

Erano passati esattamente 4 anni da quando il nuovo Ministro aveva deciso, spinto da consiglieri bigotti e per nulla intelligenti, a rivelare alla comunità dei babbani l’esistenza del mondo magico e dei maghi. Si era sollevato un polverone come pochi, che né la storia babbana e neppure quella magica avevano mai affrontato prima d’allora. Isteria, diffidenza, accettazione in pochi casi e, per il resto, caos. Ci erano voluti gli sforzi congiunti di molti uffici – senza contare le numerose, illegali maledizioni cruciatus – per calmare le acque. L’ultimo tentativo disperato era stato quello di integrare i migliori maghi, nati babbani, nel loro mondo di appartenenza, in modo tale da dar prova di come i loro mondi potessero cooperare. La cosa sarebbe stata facile, divertente persino, se non ci fosse stato un piccolo intoppo: nessuno doveva sapere che i maghi erano effettivamente.. maghi. Pochi erano riusciti a inserirsi, gli altri – dotati di zero esperienze lavorative e di diplomi che arrivavano alle scuole medie – aveva dovuto arrangiarsi. Il suo di arrangiamento era stato un pidocchioso strip-club di nome “Pussy-Pussy Cat”, gestito da una Maganò, l’unica a sapere della vera natura di Hermione.

In tutto questo, poi, nessuno sapeva quale fosse la sua reale occupazione: dire a Ron, il suo quasi-futuro-marito che si toglieva la biancheria intima per vivere era come buttarsi su una pira e lasciarsi ardere di propria volontà. Cosa avrebbero detto gli altri se l’avessero scoperto? Hermione Granger, la grande e famosa Hermione Granger che lavora come una spogliarellista, come una donna di bassa lega qualsiasi? Grazie al cielo nessun mago si spingeva tanto lontano per un proprio desiderio non appagato e lei, in un modo o in un altro, era riuscita a tener nascosta la cosa a tutti, meno che ad Harry. Un po’ perché lui l’aveva indovinato, un po’ perché aveva bisogno di parlare con qualcuno, era stato inevitabile confidargli tutto e lasciare che lui la coprisse, nelle rare volte in cui le sue scuse non reggevano e rischiava di essere smascherata. Maledetto Ministero e maledetta Legge!

«Shelley, cara, tocca a te dolcezza! – gridò una bionda, emergendo da dietro delle tendine trasparenti che portavano direttamente sul palco – Il pubblico è come impazzito a sentire il tuo nome! Sei una stella!»

La scelta di un nome falso era stata un’esigenza quasi scontata. Si alzò, guardandosi per un’ultima e straziante volta allo specchio. No, non era il suo quel riflesso, non le appartenevano né quel corpo e neppure quegli occhi rassegnati, circondati da perline e brillantini colorati; la grande strega, divertimento notturno di malati e perversi babbani. Senza indugiare oltre, lasciò che le luci della sala la avvolgessero e entrò nel salone, pieno di voci ululanti.

***

«Smettila di farti tanti problemi, Draco. Non sarà un locale lussuoso come quelli a cui sei abituato, ma è tranquillo, e conosco la proprietaria. Non ti deluderò.»

«Non ho mai dubitato del fatto che tu, Zabini, potessi deludermi. Se l’avessi fatto, adesso non staremmo avendo questa conversazione, ti pare?»

Il giovane Malfoy si limtò a questa battuta, tagliente ma sagace, per concludere definitivamente la discussione con il suo migliore amico. Non era un vena di discutere, dopotutto erano lì per divertirsi, che si trattasse del posto più ricco della Gran Bretagna o della bettola più lurida, alla fine, una donna è sempre una donna, e conoscendo Zabini qui non sarebbe rimasto deluso. Dopotutto, era pur sempre l’uomo che andava a letto con quella Weasley. Bisognava concederglielo, non era per niente male come scelta. La rossa era sposata con Potter da troppo tempo, ormai, era logico che andasse in cerca di relazioni più stimolanti: e chi se non un serpe verde di prima categoria poteva darle quel che cercava? Certo, all’inizio aveva tentato di conquistare le attenzioni del Principe delle Serpi, era vero, ma quello che avevano condiviso non era stata che una notte di passione, che gli era bastata. Non si poteva dire altrettanto di lei, purtroppo, visto che era evidente come bramasse le attenzioni del biondo, ma a Draco lei non stava più simpatica di una pustola sul piede. Aveva un bel corpo, certo, ma l’appagamento fisico era qualcosa che qualsiasi ragazza poteva sargli, non era solo sua prerogativa. E poi Blaise, era evidente, ci teneva alla rossa, a modo suo, quindi non aveva avuto neppure il coraggio di fargli notare di quanto lei, in realtà, gli fosse indifferente. Occhio non vede, cuore non duole. Finchè nessuno infrangeva l’equilibrio potevano vivere tutti felici e contenti, perché preoccuparsi?

Il locale, ma c’era naturalmente da aspettarselo, non era uno dei migliori ma neppure una feccia totale. I divanetti di pelle rossa erano disposti lungo la pareti, alcuni con davanti un tavolo e altri circondati da separè mezzi trasparenti, probabilmente per dare un po’ di privacy ai clienti più esigenti. La luce filtrava attraverso lampade colorate, dando all’ambiente un aspetto soffuso e fumante. C’era odore di incenso, e rhum scadente. Sotto il palco centrale erano accalcati gli uomini più diversi, alcuni posati e con arie da ricconi, altri senza il minimo pudore, che si sdraiavano ai piedi delle ballerine per implorare una loro carezza, patetico. Loro, tuttavia, non si fermarono lì, ma proseguirono fino ad una sala laterale, dove la musica era più bassa e l’ambiente più curato: Zabini sapeva quel che diceva, affermando che il locale non era tutto da buttare. I tavolini erano di legno scuro, con piccole candele a fare luce, i divanetti erano di stoffa scura e l’unico palco si trovava esattamente al centro della sala. Alcuni posti erano già occupati da quelli che avevano tutta l’aria di essere dei diplomatici e uomini d’affari, sicuramente ricchi quanto basta da potersi permettere quel “lusso”. Delle signorine erano sedute accanto a loro o, alcune, addirittura sulle loro gambe, giocherellando meste con le loro cravatte o la zip dei loro pantaloni. Malgrado ritenesse l’ambiente più che sufficiente per loro due, conoscendo i gusti dell’amico, l’altro non si fermò e continuò a camminare, portandolo in un salottino laterale, libero e poco illuminato, con un unico divanetto e un palchetto più piccolo, un bar privato e delle fanciulle che sorridevano rilassate, offrendo loro da bere.

Ok, stavolta Blaise si era superato. Nel chiudere la porta dietro di se, Malfoy dettò un’ultima occhiata alla sala che stava lasciando: era davvero questo ciò a cui si era ridotto? Locali babbani? E, mentre quel pensiero passeggero gli sfiorava la testa, i suoi occhi furono catturati dalla visione di una ragazza che ballava sul palco. Era magra, ben proporzionata, stranamente ancora vestita e, benché stesse facendo un lavoro tutt’altro che rispettabile, aveva un atteggiamento stranamente dignitoso. Era un controsenso, la Serpe se ne rendeva conto, eppure l’impressione che ne riceveva era proprio quella, e non solo. Avrebbe tanto voluto sbagliarsi, eppure quella figura avvolta in pizzo nero e shiffon viola gli sembrava familiare, conosceva quella ragazza, ma non riusciva a ricordarsi il come. Chi era?

«Amico, stai bene?» La voce di Blaise bastò a distoglierlo da quelle futili speculazioni: quanto poteva essere importante una sua conoscenza, se per lavoro faceva la spogliarellista? Chiuse la porta dietro di se e si accomodò al suo posto, prendendo un bicchiere di liquore e sorridendo alla bionda che gli stava porgendo un delizioso piatto di fragole con la cioccolata. Non fece in tempo a prenderne una che notò come l’amico si stesse già dando da fare. Con la stessa velocità, si rese conto che quella, per lui, non era la serata giusta.

Senza dare troppe spiegazione, lasciando Blaise a slinguazzarsi le due biondine, uscì da una porta laterale che, scoprì, essere l’entrata ai camerini: probabilmente era stata progettata come una via d’uscita d’emergenza, nessuno la usava mai. Si accese una sigaretta, chiudendo gli occhi, la schiena poggiata contro il duro muro di pietra dietro di se. C’erano molti piacere che trascendevano i desideri della carne, Blaise ancora non era arrivato a questa sottile conclusione e neppure desiderava farlo. Per lui qualsiasi cosa legata al sesso era sacra. Come adesso, nell’altra stanza. Come con la Weasley. Non c’erano cose appaganti che non riguardassero una ragazza, un bordello o un matrimonio. Ultimamente era proprio quello il suo spasso maggiore: che gusto ci trovava a mettere in una condizione precaria le neo-sposine, Draco ancora doveva capirlo. Ma ognuno è fatto a modo suo, l’indole non si crea e non si aggiusta, è qualcosa che ti porti dentro fin dalla nascita, come la razza, come il sangue.

Cattivo sangue non mente mai..– cantilenò la voce di suo padre, vivida e precisa come se fosse stato accanto a lui in quel medesimo istante. Come se fosse ancora vivo, il caro vecchio Lucius.

E, a quel pensiero malinconico, aprì le palpebre, rendendosi solo allora conto che il luogo in cui si trovava non era altro che la scaletta di accesso al palco della sala privata in cui erano passati prima. La ballerina che aveva visto doveva aver appena finito, perché stava scendendo velocemente le scale. Il biondo non fece in tempo a scostarsi per lasciarla passare, urtando inevitabilmente contro il suo corpo caldo.

«Scusami, io..»

Gli occhi marroni di lei incontrarono quelli di ghiaccio di lui e lo stupore sciolse l’atmosfera di ghiaccio in cui si trovavano i loro pensieri: Draco riconobbe nella ballerina la mezzosangue della Granger, lei riconobbe nell’uomo con la sigaretta in Principe delle Serpi. Rimasero a scrutarsi per alcuni istanti, incapaci di muoversi o proferir parola, entrambi increduli di fronte alla realtà del trovarsi faccia a faccia in un posto simile, vittima e carnefice che si scambiavano le maschere nel gioco di morte della sorte. Non era stato un colpo di (s)fortuna a farli incontrare quella notte, era stato il destino. Si, ma quale?

Come previsto, le parole non tardarono al uscire, tutte insieme e troppo veloci perché l’uno prestasse attenzione a quelle dell’altro. Si bloccarono di nuovo, calmandosi, e il biondo afferrò il braccio della mora, attirandola a se: la sua indole restava la stessa, appunto.

«Se mi avessi invitato prima al tuo spettacolino, Granger, ci sarei venuto volentieri. Com’è che non sapevo niente di questo tuo hobby?»

«Malfoy, maledizione, molla! – strattonò il braccio senza successo, continuando a fissare il suo interlocutore negli occhi – Guarda che non mi ci vuole una bacchetta per prenderti a calci, quindi molla la presa.»

«Brava, Granger, così ti voglio combattiva.. – ammise lui, allentando la presa, mentre la curiosità aveva la meglio – Allora, vuoi dirmi tu cosa ci fai qui o devo chiederlo al tuo fidanzatino?»

«NO! – urlò isterica Hermione, capendo di essersi tradita solo un istante dopo che quello stridulo suono era scappato dalla sua bocca.. voglio dire, che non ce n’è bisogno.. la legge sulla Convivenza con i Babbani.. non è così semplice come tutti credono. »

«Non mi piacciono gli indovinelli, mezzosangue, e neppure le conversazioni abbozzate tra un balletto e l’altro.. – sorrise, vedendola arrossire - ..mi piacerebbe proseguire questa conversazione in privato, vuoi? Domani sera alle nove, a Malfoy Manor. Non dovresti avere difficoltà nel trovarla, no?»

«Cosa ti fa credere che accetterò un tuo invito, Malfoy? – sputò velenosa lei – Il tuo fascino o la tua spudorata e immotivata arroganza?»

«Il ricatto, Granger. – rispose semplicemente lui – Perchè se tu non farai visita a me, io farò visita a te.. anche se dovrò far disinfettare le scarpe dopo aver messo piede in quella bettola dove abita Weasley..»

Le si avvicinò di un passo, la bocca a pochi centimetri dall’orecchio di lei, la voce un sussurro..

«..e non vogliamo che Weasley sappia delle nostre scorribande notturne.. dico bene?»

Non aspettò una risposta. Si voltò e, proprio come Hermione avrebbe voluto fare in quel preciso istante, si smaterializzò, lasciando dietro di se solo il profumo della sua colonia e la solitudine del nulla.

Hermione rimase a fissare il punto in cui era scomparso per qualche istante, incapace di muoversi. Non era un bene il fatto che Malfoy avesse scoperto il suo segreto, non era un bene il modo in cui adesso ne stava disponendo: l’aveva scoperta, minacciata e poi ricattata nel giro degli ultimi dieci minuti. Solo una serpe come Malfoy poteva essere capace di una simile scorrettezza. Ah, se avesse avuto la sua bacchetta a portata di mano quel verme, adesso, sarebbe già stata schiantato e disteso a faccia in giù in qualche fosso per scarichi biologici! Si passò una mano sul volto, togliendosi piccole goccioline di sudore dalla fronte, e governò i movimenti del proprio corpo fino alla sedia nel camerino, nella quale sprofondò come un peso morto.

***

Il giovane Malfoy si materializzò direttamente nella propria camera da letto. La scoperta che aveva fatto quella sera gli dava uno strano senso di soddisfazione: non era come l’aver scoperto un segreto qualsiasi, era come se il fatto che quel segreto riguardasse la Granger includesse tutto il divertimento. La sua mente viaggiava veloce, le mille alternative, le mille possibilità, Blaise e il locale erano ormai anni luce.

Adesso c’era un’unica figura nella sua mente, e quella figura era Hermione Granger.





Spazio autrice ù.u alias moi

Beh, cosa dire? Erano secoli che volevo scrivere una Draco/Herm ma, per una ragione o per un'altra, rimandavo smepre, senza contare il fatto che non ero riuscita mai a trovare la storia giusta che potesse calzare a pennello per questi due. Volevo qualcosa di avventuroso, certo, ma che allo stesso tempo mettesse in gioco gli altri personaggi della saga, magari con caratteristiche più profonde rispetto a quelli dei libri/film in generale.

Qui, in questa storia intendo, avrò modo di introdurre un pò tutti i protagonisti, partendo dai fratelli Weasley - Ginny e Ron, ma anche gli altri avranno la loro parte, Harry ovviamente, Blaise e la sua relazione/avventura con Ginny; aspettatevi un duro scontro Ginny/Herm, visto che ben presto le due si troveranno a malfoy Manor, e dio solo sa cosa potrà pensare Ginny vedendo Herm che parla con Draco.. si farà dei film? Probabile, anzi molto probabile. E cosa dirà invece Harry, l'unico a cui Herm possa rivolgersi per chiedere aiuto e consiglio, l'unico che in realtà sappia della sua doppia vita: gli svelerà del ricatto del giovane Malfoy? E quest'ultimo, riuscirà a conquistare la Granger o il suo amore per Ron vacillerà, alla fine? Ah, vi sto svelando troppo, ma vi ho dato numerosi spunti sui quali riflettere, non trovate
?

Pensateci e ditemi cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere avere una vostra opione su questo brevissimo capitolo introduttivo.

Spero a presto - "presto" si intende quando sarò libera da impegni scolastici and co, quando di preciso non si sa! Un mega abbraccio a tutti voi.

xoxo, K


   
 
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