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Autore: Fred Halliwell    28/11/2010    9 recensioni
[...] Alzai lo sguardo incontrando quello di Chirone, stranamente addolcito e comprensivo. – Nascondermi? E dove? Credevo che il campo mezzosangue fosse il posto più sicuro per quelli come me. –
- Si, è il più sicuro. – Rise, come se io mi stessi perdendo una battuta divertentissima. – Ma il fatto che sia il più sicuro non significa che sia l’unico più sicuro! -
Io lo guardai confuso, non capendo a cosa Chirone si stesse riferendo. Quando parlava in codice era insopportabile. Oddio, parlava sempre in modo strano, ma ogni tanto esagerava proprio! Peggio di una Sfinge! – Ma cosa…? –
- Spero che ti piaccia il tè Percy Jackson. – Continuò a ridere. – Stai per essere trasferito nella versione inglese del campo mezzosangue. - E mentre lui si allontanava ridacchiando io rimasi li impalato. “Versione inglese? Ma che diavolo...?" Pensai confuso più di prima. - Chirone sta decisamente invecchiando! - [...]
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Ed eccomi qui gente! XD Spero di non avervi fatto aspettare tanto come invece sto facendo con i miei lettori di Harry Potter O.o (ps. se c’è qualcuno che legge entrambe le mie storie vi chiedo ancora scusa anche da questa pagina, ma sto apportando delle modifiche alla trama e quindi sto riscrivendo i capitoli che avere già ricopiato sul computer-_-). Cmq bando alla ciance ^^ ora vi lascio alla lettura del nuovo capitolo, rispondendo alle vostra graditissime recensioni dopo il testo. Ma prima un DOMANDONE! O.o
Ho letto su alcune storie di questa sezione che Percy ha un cugino figlio di Ade. Su wikipedia (nella versione inglese, perché italiana non c’è -_-) lo chiamano Nico Di Angelo, però sulle storia viene chiamato Caleb. Qualcuno sa dirmi qual è il suo vero nome? O.o e Se è Caleb, come fa di cognome? O.o Vi prego rispondetemi perché mi servirebbe per la mia storia XD. Grazie!
Poi volevo fare un altro annuncio U.U…è uscito il secondo libro di Percy! Wow XD! Io l’ho già cominciato a leggere ad è bellissmo! Hahaha! Non dirò nulla perché temo di fare qualche Sproiler, ma se non lo avete comprato fatelo U.U
Altra novità: Ho creato un trailer della mia storia, tra poco lo metterò su youtube e poi vi darò il link per vederlo, non l'ho ancora fatto perchè ci sono personaggi ceh devono ancorqa comparire e non voglio rovinarvi la sorpresa! XD
Poi altra notizia U.U voglio fare un volto ai miei personaggi XD. Così anche voi mi direte se concordate. I personaggi creati da Rick Riordan avranno cmq il volto degli attori del film, non ho intenzione di fare alcuna modifica su questo, quindi non metterò le loro foto. Cmq inizierò da Maxwell Barnes, figlio di Dioniso, comparso nel primo capitolo, poi toccherà agni altri in ordine di comparsa, se avete dei suggerimenti fatemi sapere oki?
Ed ecco a voi Tom felton, nei panni dal simpaticissimo Max! XD

Draco Malfoy Pictures, Images and Photos

 Ultima nota prima di lasciarvi finalmente al capitolo. Un ringraziamento speciale va a Melanzana, Patata e Broccolina! Le mie carissime colleghe d’università in incognito XD che hanno deciso di leggere le mie storie. Questo capitolo è dedicato a voi e soprattutto a voi sono ispirati dei personaggi. Il primo che comparirà sarà il tuo Melanzana! XD Sarà solo una comparsa ma l’importante è partecipare no? Hahaha! Vvvvvb! E ora vi lascio al capitolo, buona lettura!


 Tre

 

Incontro il gallo del pollaio

 
Grover aveva insistito per accompagnare me e mia madre fino all’aeroporto e li ci eravamo salutati definitivamente. Posso giurare di avergli anche visto versare una lacrima. Mia madre, invece, non aveva resistito e lo aveva abbracciato stretto in un mare di lacrime: con gli anni si era affezionata. Persino Argo, che ci avevo portato lì con la macchina, si scompose sotto lo stritolante abbraccio di mia madre.
            Il viaggio che ci aspettava era molto lungo e stancante. Mia madre si addormentò quasi subito mentre io non riuscivo proprio a prendere sonno. Ogni minimo rumore dell’aereo mi terrorizzava, temendo che il mio adorato zio volesse divertirsi alla mie spalle. Per fortuna non accadde nulla, ma comunque non riuscii a rilassarmi. Mi ero portato un libro, logicamente scritto in greco, altrimenti leggerlo sarebbe stata una tortura, ma quando avevo iniziato a sfogliare le prime pagine vidi alcuni passeggeri che mi guardavano sconvolti. Beh, non è da tutti leggere come se niente fosse un libro in greco!
            La mia mente, poi, non riusciva a concentrarsi, proiettata com’era al campo mezzosangue e alla situazione che avevo lasciato (alias la lite con Annabeth). Più volte mi ero domandato se non avessi esagerato ad aggredirla in questo modo, ma più ci riflettevo più mi convincevo che avevo fatto bene!
            Il suo comportamento mi aveva proprio irritato e di certo non era la prima volta! Maledizione! Aveva capito tutto da settimane, ma non si era degnata di dirmelo, lasciandomi a patire pene d’amore per lei. “Non ne sono sicura.” La scimmiottai lentamente rileggendo, forse per la decima volta, lo stesso rigo della prima pagina. “Ma vaffanculo tu e la tua insicurezza!”
            Guardai fuori dal finestrino dell’aereo. Stavamo sorvolando l’oceano ed inconsciamente sorrisi: quello era il mio regno, il regno di mio padre Poseidone. Ma chi, nonostante conoscesse la rinomata forza di mio padre, tentava ancora di uccidermi? Insomma, ci voleva del fegato per sfidare un dio! Certo, loro non potevano intervenire nelle questioni umane, ma se si arrabbiava un maremoto non lo evitava nessuno!
            Gli unici che potevamo permettersi uno scontro con lui erano Zeus e Ade, i suoi fratelli, ma non avrebbero rischiato una guerra solo per uccidere me. Oddio, Ade mi odiava! L’avevo umiliato tempo fa. E secondo Zeus ero un pericolo constante per il suo dominio, ma non erano così folli!
            E poi c’era Luke…Quando lo smascherammo come il “ladro di fulmini”, lui scappò e nessuno riuscì a scoprire dove si era nascosto. Che fosse lui il mandante dell’omicidio? Non volevo crederlo. Per tutto il tempo che avevamo passato assieme avevo cominciato a considerarlo un amico, anche se poi mi aveva tradito e aveva tentato di incastrarmi per il furto.
            La stanchezza iniziò a farsi sentire e mi accasciai sul sedile. L’ultima cosa che ricordo è di aver pensato nuovamente al campo mezzosangue e ai suoi studenti. E si, mi sarebbero mancati tutti…persino Clarisse e il signor D. …
 
            - Percy, tesoro, svegliati. Siamo arrivati, dobbiamo scendere. – Disse mia madre accarezzandomi dolcemente i capelli.
            Io aprii lentamente gli occhi,per abituali alla luce intensa ed improvvisa. Mi girai verso mia madre, che al momento era ancora una figura dai contorni sfumati. La vidi alzarsi ed io feci lo stesso. L’esterno dell’aereo era ancora più luminoso e faticai parecchio per tenere gli occhi aperti. La seguivo mansueto, ancora assonnato, ed intanto mi guardavo intorno.
            L’aeroporto dove eravamo atterrati era davvero molto grande. Io ero stato in una struttura del genere solo una volta in vita mia, ma anche perfino io capivo che doveva essere uno dei più importanti del paese. Era molto più grande, poi, di quello di New York, ed era anche molto più trafficato. Probabilmente non solo era il più grande dell’Inghilterra, ma anche il più grande dell’Unione Europea!
            - Mamma, passeremo per Londra secondo te? – Le chiesi ad un certo punto, dopo che eravamo saliti su un treno che ci avrebbe portato dal Terminal 3 al ritiro bagagli. – Vorrei tanto vederla, Grover mi ha detto che è molto bella. -
            - Non lo so tesoro. – Mi rispose lei. – Anche io vorrei visitarla ma questo è l’aeroporto di  Heathrow, il principale aeroporto di Londra. Proprio perché è il più grande è parecchio distante dal centro abitato, e non so se ci dovremmo passare. –
            Io annuii. Avevo intuito bene, dalla grandezza di quel posto non poteva essere diversamente. Guardai fuori dal finestrino. Nonostante ci fosse un’intensa luce il cielo era nuvoloso e tetro. “Tipico cielo londinese”, pensai sconsolato. E quella vista il Campo Mezzosangue mi mancava ancora di più: lì c’era sempre il sole!
            Scendemmo dalla navetta e facemmo i vari controlli di routine. Mia madre volle anche cambiare alcuni dollari in sterline. – Giusto per stare più tranquilli. – Disse. Prendemmo i bagagli e ci avviammo all’uscita.
            Fu allora che la mia mente fu assalita di un atroce dubbio: - Mamma, hai detto che non sai se dobbiamo passare per Londra, ma u sai almeno dov’è il Campo inglese, vero? – Avevo paura di sapere la risposta.
            - No. – Rispose semplicemente sorridendomi tranquilla. – Ma non preoccuparti, Il signor D. mi ha assicurato che ci sarà qualcuno che ci porterà direttamente a destinazione. – E si avviò avanti.
            Io guardai la sua schiena per qualche secondo e poi mi affrettai a seguirla: “Da quando mia mamma parla con il signor D.?” Mi chiesi, ma sapevo già che non avrei mai ricevuto risposta a quella domanda.
            Mi guardai intorno. Tra i vari tavolini e caffetterie c’erano molte persone con in mano dai cartelli con su segnati dei nomi, ed in effetti un cartello recava il nostro cognome. Mia madre lo individuò subito dopo di me e si affretto a raggiungere il nostro autista.
            Devo essere sincero, mi aspettavo omaccione grande e grosso, anche abbastanza pauroso, un po’ come Argo, non lei! Si, una lei, ed anche una lei molto carina. Era in effetti una bellissima donna, poteva avere sui trent’anni, ma in realtà sospettavo ne avessi molti ma molti di più! Aveva dei lungi e lucenti capelli rossicci, forse più tendenti al castano che al rosso, labbra carnose, e brillanti occhi color cioccolato, grandi come confetti.
            - Ben arrivati in Inghilterra! – ci disse con uno strano accento. La lingua, infondo, era la stessa, ma dovevo ammettere che sentita con quello strano tono di voce era comica. – voi siete Sally e Perseùs Jackson giusto? – Come era prevedibile aveva sbagliato l’accento del mio nome…ma perché si ostinavano a chiamarmi Perseus. Percy! Mi chiamo Percy! E’ tanto più bello!
            - Esattamente. - Disse mia madre stringendo la mano alla donna. – E tu sei qui per portarci in “quel posto”? – Domandò facendo anche il gesto delle virgolette.
            La donna sorrise e mi guardò. Io non potetti non arrossire, era davvero molto bella. -  Yes, sono qui per questo. – Disse sempre col suo strano accento. Si scansò leggermente, indicandoci, con un aggraziato gesto della mano, la direzione da seguire. – Prego, seguitemi. – E si avviò.
            - Come sono educati questi inglesi… - Commentò mia madre con un sorrisone. – Per poi raggiungere la donna. – Mi scusi signorina, passeremo per la capitale? -
            - No, mi dispiace, la nostra destinazione è in tutt’altra destinazione e poi… - Si girò verso di noi con un bellissimo sorriso. – Chiamatemi pure Psiche. –
            Io corrucciai le sopracciglia. Quel nome mi ricordava qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa…
 
            Il tragitto dall’aeroporto al campo mezzosangue durò quasi due ore. Il panorama inglese era veramente stupendo anche se uggioso, una distesa sterminata di verde e alberi. Per tutto il tempo mi ero divertito a guardare le altre persone nelle macchine, osservando i loro comportamenti e meravigliandomi della loro giuda sul lato sinistro. Sembrerà una stupidaggine ma fa effetto veder guidare le persone dal lato sbagliato della strada, davvero!
            Avevamo fatto il viaggio nell’auto di Psiche, una meravigliosa Aston Martin nera! – Come quella di 007! – Aveva commentato mia madre con una risata, alla quale la donna aveva risposto con un magnifico sorriso.
            Più la guardavo e più mi rendevo conto che non era umana, o meglio non era del tutto umana, ma non era neanche una dea. Emanava una strana aura, come di antico…di veramente antico. Era la stessa sensazione che i dava anche Chirone: molto probabilmente aveva anche lei qualche secolo alle spalle.
            Durante il viaggio, comunque, avevamo chiacchierato con lei e molte delle mie ipotesi vennero confermate.
            Ci disse di essere la moglie del direttore della “Contea mezzosangue” (non Campo come da noi…inglesi devono fare sempre tutto a modo loro…) e questo presupponeva fosse immortale sia lei sia il suo consorte, altrimenti gli dei non avrebbero concesso loro un incarico così importante. Proprio non mi riusciva di immaginare Zeus, così ostile al mio mondo, dare a due mortali l’incarico di allenare i semidei!
            Quando, poi, ci parlò della Contea capii che infondo avevano fatto bene a darle un nome diverso. Ce la descrisse come un luogo immerso nel verde e a diretto contatto con la natura, come il Campo, ma, nel profondo, completamente diversa! La prima differenza era la barriera di protezione, presente anche qui, ma che part metteva l’accesso anche ad alcuni umani, come per esempio mia madre.
            Il sapere che mia madre sarebbe potuta restare all’interno del Cam…ehm…della Contea, e non semplicemente nelle vicinanze mi riempì di gioia. Le era stata messa a disposizione una piccola casetta in mezzo ad un bosco, davvero molto graziosa, almeno a detta di Psiche.
            Io, però, non sarei potuto restare con lei. Avrei avuto un alloggio in un antico maniero, come gli altri semide, una stanza singola e una specie di salotto e un bagno in comune con altri allievi. Le chiesi sarei stato sistemato in un alloggio dedicato a Poseidone o, visto che comunque ero solo, sarei stato sistemato tra i figli di Ermes ma l’unica risposta che ebbi fu una sonora risata. A quanto pare qui alla Contea non c’era la suddivisione per case, ma avrei dovuto scoprire da solo dove sarei stato sistemato…
            Quando giungemmo a destinazione, Psiche parcheggiò nei pressi di una collina, sotto un maestoso pino. C’erano anche altre vetture, tra cui non potetti non notare una bellissima Mercedes nero pece.
            Ci arrampicammo su per la collina, seguendo un tortuoso sentiero ciottoloso, la fatica, però, era meritata, perché lo spettacolo che vidi in cima mi tolse il fiato.
            Era bellissimo…completamente diverso da come me lo aspettavo e dal Campo Mezzosangue!
            Il maniero, che io avrei definito più un castello, era enorme e spadroneggiava nel centro di una valle rigogliosa e verdeggiante. Era formato da un grande blocco centrale e tre alti torrioni, su ognuno dei quali svettava una bandiera colorata: una rossa, una gialla e una blu.
            Davanti al maestoso portone, c’era un piazzale senza alberi, dove vidi un paio di ragazzi andare a cavallo, a sinistra c’era un boschetto e a destra un lago…magnifico! Sicuramente nascosto dalla mole del castello dovevano esserci varie altre zone dove allenarsi e le stalle dei cavalli.
            Psiche mi si affiancò sorridente e mi mise una mano sulla spalla: - Benvenuto alla Contea Mezzosangue Perseùs Jackson! – E mi sorrise radiosa.
Col suo strano accento inglese aveva di nuovo sbagliato il mio nome, ma al momento non mi importava: avevo la magnifica sensazione che quel posto mi sarebbe piaciuto davvero tanto!
 
            La discesa fu ancora più faticosa della salita, perché dovevamo anche far attenzione a non scivolare su erba e sassi.
            Psiche ci scortò all’interno dei confini della Contea, che anche qui erano delimitati da due grandi colonne corinzie. In cima una scritta in greco: “Benvenuti alla Contea Mezzosangue, luogo di pace e comunione con la natura”
            Mi guardai attorno ed in effetti quella frase non aveva bisogno di spiegazioni. Credevo che il Campo Mezzosangue fosse il luogo più armonioso che ci fosse, ma in quel momento dovevo ricredermi. Quel luogo sembrava un paradiso in terra! Verde e alberi ovunque, uccellini e scoiattoli che saltellavano nell’erba. Perfino il cielo, come a Londra nuvoloso, sembrava essere più clemente con quel pezzetto di terra, lasciando passare più luce di quanto sembrasse.
            Seguendo la nostra speciale guida attraversammo quello che doveva essere il campo d’addestramento, visto che un paio di ragazzi si stavano allenando.
            Mentre camminavamo, la maggior parte dei ragazzi si girò a guardarmi come se fossi un pezzo raro di un museo. Alcuni, addirittura, si misero a mormorare qualcosa al compagno vicino, il problema era che, essendo davvero pochi (al massimo sette), ogni loro movimento era facilmente individuabile.
            - Ma è davvero lui?… - disse una ragazza dai lineamenti elfici poco lontana da dove stavamo passando noi.
            - Si! – le rispose un ragazzo riccioluto che le era vicino – Deve essere Percy Jackson, il figlio di Poseidone! – Entrambi indossavano una maglietta a maniche corte rosso acceso. Sul davanti era raffigurato un grifone rampante e sotto una scritta rigorosamente in greco: “Contea Mezzosangue”
            Il fatto che sapessero chi fossi non faceva altro che mettermi maggiormente in imbarazzo!
            L’unica cosa che mi rincuorava era che nella Contea sembravano esserci decisamente meno allievi che al Campo!
            Questo mi ricordò molto il mio primo giorno al Campo Mezzosangue, quando andavo in giro con il corno di Minotauro appena reciso.
            Decisi, comunque, di ignorare la cosa e imponendomi un certo contegno seguii Psiche dentro il castello. Ora che potevo vederlo da vicino, notavo i chiari riferimenti all’arte greca che quel posto aveva: un mix perfetto di antichità e tradizione inglese!
            L’ingresso era una grande sala tappezzata di marmi colorati e preziosi, il centro era occupato da una grande scalinata che si biforcava in tre tronconi. Probabilmente ogni scalinata portava ad un torrione diverso, anche perché, al temine di ogni scalinata, c’era un arco, anch’esso in marmo, ma di colori simili al giallo (quello a destra), al rosso (quello al centro) e al blu (quello a sinistra).
Guardando la loro posizione ipotizai che quest’ultimo dava sul lago, mentre quello a destra sulla foresta.
            Ai lati della scalinata centrale, prima che si dividesse nei tra tronconi, c’erano una serie di porte, di cui una, quella più a destra, particolarmente grande ed intarsiata, che sembrava essere l’ingresso della sala più grande del maniero.
            - Seguitemi prego – disse dolcemente Psiche avviandosi verso una piccola porticina, molto modesta rispetto alle altre, proprio a sinistra dello scalone.
            Io e mia madre ci guardammo incerti, ma le seguimmo senza obbiettare.
 
            La stanza dove Psiche ci aveva fatto accomodare era relativamente piccola ma comunque dava l’impressione di essere gigantesca. Probabilmente perché era priva di mobili, se non si contava il maestoso lampadario di cristallo che pendeva dall’alto soffitto. Il pavimento, poi, era quasi totalmente occupato da un mosaico greco, che pareva estremamente antico, forse più del maniero stesso. Raffigurava un bel giovane biondo, con sulla schiena delle candide ali, tra le mani, poi, stringeva un arco e delle frecce.
            - Aspettate qui per favore – ci disse solamente mentre la sua voce rimbombava nella stanza trasportata dall’eco per poi scomparve dietro la porta.
            Io e mia madre cominciammo a guardarci intorno.
            A parte la completa assenza di mobile la sala sarebbe anche potuta sembrare normale se la sue pareti non fossero state tappezzate di quadri, o meglio, ritratti!
            Feci qualche passo con cautela, avendo il terrore di rovinare quella meraviglia che avevo sotto i piedi e mi avvicinai alle pareti per osservare meglio i dipinti.
            Alcuni di loro avevano inciso sotto il nome, altri anche delle date. Sotto il ritratto di una ragazzina bionda, che la targhetta diceva si chiamasse “Pamela”, ad esempio, riuscii a leggere anche se a fatica, “3 Febbraio 1978 – 14 Giugno 1990”, sotto un bambino brufoloso dall’aria saputa c’era scritto, invece, “25 Novembre 1975 – 4 Luglio 1987”. Sotto di lui c’era scritto pure il nome del genitore divino e leggerlo fu una tortura, “Ronald figlio di Ares”. Quelli dovevano essere gli allievi della Contea con i rispettivi genitori.
            A quanto pare la povera Pamela era ancora un’indeterminata.
            Non riuscivo a capire il perché di quella scritte, anche se una brutta sensazione mi attanagliava il petto. Un’idea del significato di quella insegne mi faceva accapponare la pelle ma cercavo di convincermi che significassero solo la loro data di nascita e il loro arrivo alla Contea e non la loro data di nascita e di morte.
            Tra i ritratti vidi anche quello della ragazza dai lineamenti elfici che avevo visto fuori dal maniero e questo, purtroppo eliminò ogni mia speranza. La ragazzi in questione era “Hannah figlia di Ermes” * e vicino al suo nome era segnata solo una data “19 Giugno 1992”. Avendola vista fuori, l’altra data non poteva significare l’arrivo al campo…
            Tutti quei ragazzi, quindi, erano morti…quella stanza era come uno strano cimitero in cui tutti gi eroi, vivi e morti convivevano.
            La cosa più inquietate era che pochissimi avevano vissuto più di dodici anni! Grover me lo ripeteva sempre: - I semidei non superano quasi mai i dodici anni! –
            Continuai ad osservarli ancora un po’…non c’era nessun figlio di Poseidone…
            Ad un certo punto, però, fui attratto da un volto in particolare: quello di una bellissima ragazza dai capelli rosso fuoco e dai penetranti occhi verde scuro. I suoi lineamenti erano strani, non avevo visto nessuno così fin’ora. Era davvero bellissima…
            Sotto di lei, per fortuna, c’era una sola data, quindi era viva, ma non c’era segnato il nome del genitore divino. Si chiamava “Scarlet” nata il “17 Ottobre 1992”…aveva la mia età…
            Automaticamente avvicinai la mano alla cornice per toccarla, non sapevo perché ma quel volto mi attirava così tanto che non riuscivo a farne a meno.
            - Ti consiglierei di non farlo. – Disse una voce maschile dietro di me. – A meno che tu non voglia ritrovarti con un bel mal di testa! -
            Mi girai ti scatto a quello che vidi mi sconvolse. Vicino a mia madre, accanto a Psiche, era comparso un bellissimo uomo dai corti capelli biondi e dagli occhi di un azzurro brillante, sembrava un angelo…ed in effetti aveva anche un pio di ali bianche e piumata sulla schiena.
            Si, avete capito bene! Ali!
            Un pensiero spontaneo occupò la mia mente sconvolta: - Oh per Zues! Tu sei Cupido! – e lo indicai con un dito tremante.
            Sia Psiche che l’uomo risero di gusto, poi lui parlò: - In effetti si…ma preferisco un altro nome, se non ti dispiace. – E mi sorrise rassicurante. – In realtà mi chiamo Eros, Dio dell’amore e direttore delle attività della Contea Mezzosangue. – E mise una mano attorno alla vita della moglie Psiche.
            Amore e Psiche…ecco dove avevo già sentito il suo nome! Lei era quella povera ragazza che innamorata di Eros si era sottoposta alla più impensabili fatiche per farsi accettare da Afrodite, madre del Dio. Alla fine sembrava che la Dea avesse accettato!
            - Ma un momento. – Feci sovrappensiero. – Tu sei una mortale! Dovresti essere morta da qualche secolo! -
            Psiche lanciò uno sguardo complice al marito e si voltò verso di me. – Diciamo che gli dei ci hanno concesso questo miracolo. Sono umana è vero…ma sono immortale… - E guardò di nuovo il Dio che le accarezzò una guancia con il dorso della mano.
            Il loro amore era palpabile, mi sentivo quasi a disagio a stare di fronte a loro. Mia madre invece tirò su col naso. Lei era sempre stata una romanticona e una scena del genere non poteva non commuoverla.
            Quel suono fece destare i due piccioncini e Psiche si voltò verso di lei rossa in viso ed imbarazzata. – Venga signora Jackson. – Le disse. – Le mostro il suo alloggio. – E dopo averla presa sotto braccio scomparve fuori la porta insieme a lei.
            Rimanemmo soli io e il galletto.
            - Allora Perseus. – Almeno lui non sbagliava la pronuncia. Si avvicinò lentamente, sembrava quasi emanare luce. – A quanto pare hai bisogno di protezione eh? – Io annuii incerto. Di dei ne avevo conosciuti abbastanza fin’ora ma Eros era diverso…aveva un non-so-chè che lo rendeva più umano. Forse erano i suoi poteri (l’amore è il più umano dei sentimenti no?) o il fatto che vivesse tra i mortali ma c’era qualcosa di strano in lui, qualcosa che non riuscissi a spiegarmi. Come se mi conoscesse più a fondo di quanto mi conoscessi io stesso.
            Senza contare che l’altro Direttore delle attività che avessi mai conosciuto, il signor D. (alias Dioniso) era un tipo abbastanza permaloso e scorbutico, non sopportava noi ragazzi perché era stato mandato al Campo per punizione, quindi non sapevo se per Eros era lo stesso. Ma il signor D. era stato punito per aver corteggiato non so quale ninfa proibita, cosa mai aveva potuto fare Eros?
            - Non preoccuparti. -  Continuò. – Qui sei al sicuro, e non mi devi nessuno spiegazione, perché Chirone mi ha già raccontato tutto. – E rise. Avevo come la strana sensazione che con quel tutto, non si stesse riferendo solo all’attacco dell’arpia.
            - Signore… - Tentai ma fui bloccato sul nascere.
            - Oh, no, per Zeus, no! Non chiamarmi signore. Ho i miei…ehm…anni sulle spalle e sentirmi chiamare signore non fa che ricordarmelo. Chiamami solo Eros, o al massimo Coop…quando ti sentirai più in confidenza. – E rise di nuovo.
            La sua faccia era talmente rilassata che fece sorridere anche in automatico. Mi piaceva quel tipo. – Ok….Eros. – Lui annuì soddisfatto. – La ringrazio di avermi offerto ospitalità e protezione nella sua Contea. –
            - Mi figurati ragazzo, per così poco! Poi per Chirone questo ed altro. Siamo molto amici io e lui, sai? Probabilmente sono uno dei pochi sull’Olimpo che apprezza le sue qualità come istruttore. Neanche mio cugino Dioniso, che lavora con lui al Campo lo fa! -
            - Beh presumo che il signor D. sia così scontroso che non lo appezzerebbe neanche se Chirone si mettesse a produrre vino. – Avevo parlato a sproposito, mi tappai la bocca in automatico arrossendo furiosamente. – Mi scusi, io non volevo… -
            Eros, però, non sembrava sconvolto, anzi, rise divertito.- Sai una cosa Percy Jackson hai proprio ragione! E non scusarti, non è colpa tua, ma mia. – Lo guardai confuso non capendo a cosa si riferisce. – E’ la mia presenza. – Spiegò. – Che ti ha fatto parlare. L’amore è anche spontaneità, chi si trova vicino a me agisce d’istinto e fa quello che più il suo inconscio più desidera. A quanto pare mio cugino lo detesti proprio eh? – E rise di nuovo, sta volta ancora più divertito. La sua risata sembrava tanto come il suono armonioso di tante campane. – Ma ora basta convenevoli, c’è qualcosa che desideri sapere sulla tua permanenza qui alla Contea? –
            - Ehm…dove alloggerò? – Era una domanda stupida, concordo, ma era la prima che mi era venuta in mente, e l’avevo detta senza pensare. Questo potere di Eros era un po’ troppo pericoloso.
            - Oh, mi dispiace ragazzo, ma questo non posso dirtelo! – Io lo guardai confuso. In che senso non poteva dirmelo? Eros rise per la mia faccia. – Non li decido io i posti, ma voi allievi… -
            - Quindi posso scegliere io? –
            Eros rise di nuovo. – No, non puoi scegliere tu, ma dipende in parte da te, dalle tue qualità! –
            - Qualità nel senso di poteri o abilità? Perché se è così siamo divisi in base al nostro genitore divino! -
            - No, qualità nel senso stretto del termine. Qualità! –
            - Oo-kay…- Non ero molto convinto…si sentiva vero? – Mi dispiace Eros, ma proprio non capisco! – Ammisi infine.
            Eros sbuffò, ma non sembrava infastidito dal fatto che io non capissi, più che altro sembrava scocciato, come se tutti quelli a cui lo spiegava avessero la stessa reazione. - Venendo qui avrai sicuramente notato i tre torrioni. – Disse con una pazienza infinita ed io annuii. – Avrai anche visto che su ognuno dei tre torrioni c’è una bandiera di una colore diverso. – Annuii di nuovo. – Bene! – Fece qualche passo in tondo nella sala. – Vedi figliolo, qui ognuno è smistato in una squadra. In tutto sono tre, con i nomi dei ter poemi epici per eccellenza! –
            - Odissea, Iliade ed Eneide? – Chiesi.
            - Si, esatto! – Sorrise compiaciuto. – Ognuna di queste squadre si riferisce ad un eroe diverso, rispettivamente: Ulisse, Achille ed Enea. Ognuno di loro rappresenta una delle tre qualità che un vero eroe dovrebbe avere! –
            - E sarebbero? – Domandai sull’orlo di una crisi isterica. Dove voleva andare a parare il pennuto?!
            - Ulisse rappresenta l’ingegno, Achille la determinazione ed Enea l’altruismo. In base alla qualità in te predominante sarai smistato. – Concluse semplicemente.
            - E questo chi lo deciderà? Come si vedrà qual è in me la qualità più presente? –
            - Ogni cosa a suo tempo Perseus, quando verrai smistato lo saprai… -
            “ Ma va?” pensai sconvolto, per fortuna ero riuscito a trattenermi e a non dirlo ad alta voce.
            - C’è qualcos’altro che vorresti sapere? -
            - Si – risposi risoluto – Perché prima mi ha impedito di toccare il ritratto? –
            - Vedi ragazzo. – La sua voce si era stranamente intristita. – Questa stanza è chiamata Sala dei Ricordi. Qui c’è un ritratto di ogni allievo che abbia mai messo piede qui alla Contea e come avrai potuto notare anche le loro date di nascita…e di morte… - Fece un attimo di pausa per poi ricominciare. – Questi ritratti, però, sono incantati. Toccando  i ritratti dei vivi, puoi sentire ciò che stanno provando in questo momento, toccando quello di un morto invece, beh la storia è completamente diversa. – Mi guardò intensamente. – Ti verrebbero riversati nella tasta tutti i pensieri e tutte le mozioni che hanno provato nell’arco di tutta la loro esistenza. Non è piacevole, credimi… -
            Tornai a guardare il ritratto della bella ragazza dai capelli rossi. Ora kla curiosità di toccare quel dipinto era ulteriormente aumentata. – Ci finirò anche io su questo muro? –
            - Certo, ma solo dopo il tuo smistamento. Il tuo ritratto comparirà automaticamente. – La sua voce era tornata di colpo pimpante.
            - Un’ultima domanda Eros. – Si girò verso di me curioso. – Come mai ti trovi qui al Campo? Il Signor D. è stato punito…tu invece? –
            - Diciamo che è stato un compromesso piacevole. – Lo guardai non capendo. – Serviva qualcuno che gestisse la succursale del Campo, visto che Chirone si trovava nella “sede” principale. E a me serviva Psiche. In cambio della sua immortalità ho lasciato tutti gli incarichi di Cupido a mia madre e ho accettato di gestire la Contea. Ma non me ne pento…anzi, per lei lo rifarei sempre…per lei avrei dato la mia stessa vita… -
            Quasi, quasi, mi stavo commuovendo anch’io…lo aveva fatto per amore! Logico cos’altro ci si poteva aspettare da Eros.
            - Ma ora bando alla ciancie! – Si girò verso la porta. – Ben! – Urlò. – Lo so che stai ascoltando, esci fuori! -
            La porta si aprì di nuovo, ma sta volta entrò un ragazzo dai lineamenti elfici, biondo e dalla tipica abbronzatura californiana. Indossava una maglietta blu elettrico, anche quella con su disegnato un grifone e l’immancabile scritta in greco “Contea Mezzosangue”. Doveva avere un paio di anni più di me, ma il suo sorriso malansdrino lasciava intendere fosse ancora un giocherellone. Non sapevo perché ma mi ricordava qualcuno.
            - Scusami Coop! – Si grattò la nuca imbarazzato. – Ma l’ho visto arrivare e non ho saputo resistere! -
            - Non fa nulla…poi avevo proprio bisogno di qualcuno che gli facesse da giuda! –
            - Perfetto! – Mi si avvicinò quasi saltellando e mi tese la mano. – Io sono Benjamin Carrey, ma chiamami Ben, piacere! –
            - Io sono Percy Jackson. -  Dissi stringendogliela.
            - Lo so chi sei! Sei il figlio di Poseidone, quello che la ha suonate a mio fratello! –
            -Fratello? – Non ci capivo nulla!
            - Si, fratello…io sono figlio di Ermes! –
            Luke! Ecco chi mi ricordava! Avevano gli stessi lineamenti e la stessa aria malandrina. – Oh, scusami io… -
            - Non ti scusare! E’ sempre stato un po’ montato, ci voleva qualcuno che gli desse una lezione. – E mi sorrise incoraggiante. – Dai vieni. Ti faccio fare un giro. E poi ci sono alcune persone che ti voglio far conoscere! -
            Salutai Eros e lanciai un’ultima occhiata alla ragazza del ritratto. “Scarlet…chissà se ti conoscerò…” E uscii dalla Sala dei Ricordi.





* Melanzana,, notato qualcosa di familiare XD ? Spero di si, perchè questo personaggio è ispirato a te! Patata e Broccolina, non temete, tra poco arriverà puure il vostro turno!

 Huuuhuuuuu! Finito! Allora come vi è parso? O.o Forza ditemi tutto XD sono pronta ad ogni genere di critica U.U….basta che non mi linciate ^^’’’!
Ora, però, è il momento di ulteriori ringraziamenti.
Ringrazio: 1 - 13_forever 2 - AiofJane  3 - cori71  4 - EmilyHalliwell  5 - LazioNelCuore 1711  6 - Lilla95  7 - maltrerio  8 - mattemilan1991  9 - roxen carry  10 - Sayuri_14  11 - Scorpiusthebest  12 - tamakisskiss che mi hanno inserito tra gli autori preferiti!
Ringrazio: 1 - bluenights  2 - Daphne_Descends che hanno inserito questa storia tra le seguite!
Ringrazio: 1 - data81 2 - EmilyHalliwell 3 - Moonlight___xX 4 - roxen carry che hanno inserito questa storia tra le preferite!
Ringrazio anche: Melanzana e sua madre! XD anche se non sono iscritte! Che mi hanno spronato a continuare! E anche Patata e Broccolina, che anche se non hanno letto questa storia continuano ad appoggiarmi! E EmilyHalliwell che si sorbisce sempre i miei sproloqui sulle mie storie!
Un bacio anceh a tutti coloro che leggono senza recensire! Grazie mille!
E ora la risposta ai commenti U.u!
EmilyHalliwell: che cara che sei! Non ti preoccupare, anche mio obbiettivo è che Percy non soffra! E farò in modo di farlo vivere tranquillo….più o meno XD! Ti ringrazio tantissimo per aver recensito! Mi fa sempre molto piacere sapere cosa pensi sui miei personaggi e lo sai! Tvtttb Tex! Alla prossima! Ps sono contenta che hai cambiato nome…questo ti si addice di più XD!
bluenights: Ma io ti amo! Sul serio! Non sai quanto mi faccia piacere ciò che hai appena detto! Trovo che Rick Riordan scriva davvero bene, ed essere paragonata a lui è una goduria! Grazie mille! Spero di non averti fatto aspettare troppo che la mia storia continui a piacerti! ^^ Kiss!
roxen carry: Eh Roxy! Stai un po’ indietro di la verità! XD Ma tvtttb lo stesso! Mi manchi un casino lo sai?! E mi mancano anche le tue sporadiche ma sempre graditissime recensioni! Alla prossima e fatti sentire oki? Kiss!
Moonlight___xX: Secondo me sei una veggente o.o! Dico sul serio! Ora che sto leggendo il libro anche io mi rendo conto che quei due sono fratelli, non amanti! La penso esattamente come te! Annabeth non mi sta antipatica, per carità, ma Percy proprio non ce lo vedo insieme alla sapientona! XD Per quel che poi riguarda la questione dell’età è vero, hai ragione o.o però ho scritto così perché Percy dice pure che probabilmente Grover era stato bocciato un paio di volte perché sembrava un po’ più grande quindi ho ipotizato che i satiri maturassero più velocemente degli umani, ed essendo trascorsi alcuni anni Grover sembri abbastanza più grande di Percy XD! Spero di essermi spiegata a sufficienza! La tua storia è davvero bellissima, i miei più sentiti complimenti! XD alla prossima cara! Ps. Ti ho recensita mi raccomando non farmi aspettare XD!
giugiu_4ever: XD sono contenta che ti piaccia cara! Spero di non averti fatto aspettare tanto! Continua a seguirmi ok? Tvttttttb!
Bene! Ora che ho finito voglio fare degli ultimi annunci! UNO! Per favore se qualcuno lo so mi dica il vero nome del cugino (figlio di Ade) di Percy e DUE:
CONCORSONE! XD sicuramente avrete letto il capitolo se siete arrivati a questo punto, quindi vi pongo una domanda: IN CHE SQADRA FINIRA’ PERCY SECONDO VOI? Nell’ingegnosa Odissea, nella determinata Iliade o nell’altruista Eneide? U.U
Vediamo chi indovina XD!
Alla prossima e recensite numerosi! ^^



  
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