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Autore: Isyde    29/11/2010    1 recensioni
I protagonisti di "Tra Fango e Pece" tornano. La morte secondo gli occhi di Monike. La disperazione di Giulio. La speranza in una illusione di Paolo e le decisioni definitive di Benazir.
Tre capitoli.
"E' necessario aver almeno letto parte di Tra Fango e Pece".
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Monike e Giulio'
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Dedicato a Ilaria_K 

 

 

Leave Out.

 

Ho ceduto.

 

Ho perso.

 

Ho abbandonato la pista da sconfitta.

 

Da inutile pezzo di metallo bruciacchiato.

 

Da inutile essere umano pronto al macello.

 

Ma io avevo te.

 

La luce che ancora mi illumina mentre attendo che il ronzio delle macchine si spenga.

 

E' buffo, starsene sdraiati in un letto sconosciuto, freddo e bianco.

 

Sentirvi sussurrare, piangere e gridare.

 

Dolore, troppo doloro per me.

 

Quello fisico mi impedisce di alzarmi e scuotervi, di abbracciarvi e consolarvi.

 

Quello spirituale rende impossibile aprire gli occhi.

 

Sono a un passo dalla fine, Giulio.

 

 

Non voglio più sentirti piangere.

 

Vorrei poterti dire che mi dispiace, che non avrei dovuto ascoltare quella parte di me così irrazionale. Avrei dovuto lavorare in officina, dedicarmi a una vita normale, a una vita insieme.

 

Invece l'ho distrutta con le mie mani, quelle stesse gelide mani che tenti di riscaldare con tanta pazienza.

 

E' la pazienza che hai che mi ha fatto innamorare di te

.

Quella tua straordinaria capacità di non affrettare i tempi, di rimanere in disparte, di essere sereno nonostante tutto.

 

All'inzio invidiavo la tua stoica calma. Nessun grido, di rabbia o di gioia, spezzava le tue sottili labbra.

 

E' il 24 luglio, oggi.

 

Il sole sta tramontando, portandosi dietro le mie ultime forze.

 

La mia lucidità.

 

Maledico quella moto e il destino, a quest'ora saremmo dovuti essere all'areoporto a prendere quell'aereo che ci avrebbe portato lontano da tutti e da tutto.

 

Liberi come il vento, di sperimentare, di provare a gestire le nostre emozioni.

 

Mi odio per questo.

 

Odio quello che ti sto per fare.

 

E mi odio di più quando sento l'ultimo respiro uscire dalle labbra e il gelo che prendeva possesso di ogni mia cellula.

   
 
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