Animae corruptae





La stanza che brucia, d'incenso odorosa
la porta divelta riluce di lingue
purifica ardente l'ignoto peccato
di chi dell'amore avea fatto voto.

Solenne promessa che si era disciolta
innanzi alle membra, davanti a quegl'occhi
l'ingenua purezza si dona d'istinto
sorride al suo "pater" di nero vestito.

Pastore di anime, smarrita la strada
teme l'inferno della sua poca fede
con rabbia subisce lo sguardo e il candore
di Bianca, piccina, bisognosa di cure.

Malato pensiero, maligna speranza
rubar l'innocenza per salvarsi dalla decadenza
non vi è alcun rimorso, vergogna è celata
la tenue fiammella vacilla e s'estingue.

Credeva che in fondo nessuno sapesse
chi chiede di un'orfana logora e triste?
Ciò che non pensavi di dover pagare
è un prezzo di fuoco, di grida e dolore.

Le fiamme divampano e avvolgono tutto
divorano il legno d'oro dipinto
purpureo broccato in sacra cenere mutato
l'anima tua purificano dall'orrendo peccato.

E mentre il dolore ti deforma la bocca
ti chiedi smarrito il perchè di quest'odio
un'ombra che fluttua ti guarda e sorride
negl'occhi la gioia di chi il suo carnefice vede morire.

E mentre le guance ti colan dal viso
spalanchi gli occhi su quell'inquietante sorriso
certo che il corpo sul fondo del pozzo giaccia
inorridisci realizzando la tua enorme colpa.

Non c'è più purezza, candore o innocenza
nei tratti di quella creatura ghignante
solo furore, odio cieco e vendetta
di un cuore corrotto da un'anima abbietta.

Tu chiamalo fato, sorte o destino
ciò che ti ha portato ad una fine prevista
a nulla vale pregare e sperare, meschino
posto che il tuo dio realmente esista.