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Autore: Folle_camille    29/11/2010    5 recensioni
Sirius non smetteva di fissarlo, con le sopracciglia un po' aggrottate, completamente dimentico della penna e del foglio su cui, Remus si rese conto, non vi era alcun appunto, ma solo qualche scarabocchio disordinato.
-Cazzo, Moony, sei innamorato- gli bisbigliò all'orecchio. Remus arrossì per la seconda volta, poi si rese conto di essere ridicolo. Si schiarì la voce e raddrizzò la schiena.
-Cosa te lo fa pensare?- sussurrò.
-Amico, quello era uno sguardo perso. Credi che non sappia riconoscerne uno?-
Una storia incredibilmente OOC, nata dopo una notte insonne.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andromeda Black, I Malandrini | Coppie: Remus/Sirius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La domenica mattina, quando Sirius si svegliò, notò che i letti di Peter e James erano vuoti. Il baldacchino di Remus, invece, aveva ancora le tende tirate, ma dal suo letto non proveniva nessun rumore. 
Si alzò silenziosamente e si stiracchiò sbadigliando, poi aprì le tende e sbirciò all'interno. Remus era steso con le braccia dietro la testa ed osservava assorto il soffitto con una faccia un po' ebete. Aveva l'aria di essersi svegliato da poco, con quei capelli arruffati e la maglietta spiegazzata. Girò lentamente la testa verso di lui e alzò le sopracciglia.
-Buongiorno- mormorò Black e si tuffò sopra di lui.
Remus fece un profondo sospiro e gli passò un braccio intorno alle spalle.
-Facciamo pace?- chiese Sirius allegro.
-Mmmkay- sbadigliò l'altro.
Sirius gli stampò un rumoroso bacio sulla guancia e Remus sorrise e dopo cinque minuti si addormentarono di nuovo entrambi, anche se il sole era ormai alto nel cielo.
Quell'attimo di pace durò poco più di dieci minuti, poiché la porta si spalancò e James e Peter irruppero premurandosi di fare più rumore possibile, carichi di cibo e sorridenti per via della bella giornata.
-Svegliaaaaaa!-
James rimase un attimo interdetto a causa della scena che gli si parò davanti. Cioè, osservare i suoi migliori amici abbracciati e rannicchiati il più vicino possibile non era qualcosa che si sarebbe aspettato.
-Santa Merda, e tu accusavi lui di essere un finocchio?- chiese a Sirius, scuotendolo violentemente per una spalla.
Black aprì un occhio insonnolito e cercò di trattenere Moony, ma quello era riuscito ad alzarsi e osservava avidamente il toast che Peter stava mangiando.
-Petey, mi regali il tuo toast?-
Peter gli diede un ultimo morso e poi lo lanciò a Remus, che lo afferrò al volo e se lo mangiò tutto intero.
-E' già finita la colazione?- chiese deluso, sputacchiando briciole di pane.
-Ecco perché abbiamo portato scorte!- rispose James allegro, indicando la montagna di marmellata e toast e uova fritte che aveva scaricato sulla scrivania alle sue spalle.
-Avanti, chi sono gli amici migliori del mondo?- chiese Peter, lanciando tre fette di pane sulla faccia di Sirius. 
Quello grugnì e ne masticò una senza neanche alzare la testa dal cuscino.
-Remus, vieni qui ad abbracciarmi un altro po'- biascicò poi, muovendo mollemente le braccia in direzione dell'amico.
Remus alzò un sopracciglio e James scoppiò a ridere.
-A quando le nozze?-
-Non preoccuparti, ci sto lavorando- rispose Remus -Un giornò riuscirò finalmente a metterti un anello al dito, maledetto sporcaccione!- aggiunse rivolto a Sirius, imitando perfettamente la voce di una magnifica checca.
James, Sirius e Peter soffocarono dalle risate e intanto Remus aveva già spazzolato via metà della colazione.
 
 
-*-
 
 
La Biblioteca era il luogo più tranquillo dell'intera Scuola. Remus amava rintanarsi dietro uno scaffale, in compagnia di qualche volume interessante, e restare lì ore intere; e aveva deciso di dedicarsi a quel passatempo proprio quel pomeriggio. Osservando pigramente il cielo fuori da una finestra, chiuse distrattamente il libro che aveva appena terminato.
-Lupin?- disse una voce dietro di lui.
Remus girò la testa e quasi gli venne un colpo quando osservò la faccia tormentata e scorticata di Piton.
-Oh, ehm, ciao Severus- rispose imbarazzato -Ehm, la tua faccia...?-
-Dimmi che tu non c'entri niente-
Remus sospirò -Se ti può essere di conforto, no, non c'entro nulla-
-E' stato Black, lo so- ringhiò Piton.
Remus cercò di trattenere un moto di rabbia al pensiero di ciò che era accaduto la sera prima. Poi pensò alle parole di Sirius e si costrinse a difenderlo, per una volta, ma solo per non mettere tutti e quattro nei guai.
-Non ne hai le prove-
-Ne sono assolutamente sicuro-
Remus non rispose. Si limitò a metter su un'espressione indifferente che diede molto sui nervi a Piton.
-Ero venuto a cercarti per la lezione di stasera, comunque- disse Piton bruscamente.
Remus trattenne il respiro. Non avrebbe potuto biasimarlo se avesse deciso di non aiutarlo più in pozioni, visto che aveva capito perfettamente chi erano i responsabili di quello scherzetto ai Serpeverde.
Rivolse un'occhiata eloquente a Piton, che gli rispose con una smorfia seccata.
-Stasera alle otto- disse Piton, poi girò sui tacchi e si allontanò.
Remus sorrise sollevato e gli urlò un sincero "Grazie!" prima che il suo mantello sparisse fuori della porta.
Non era poi così cattivo come tutti si ostinavano a credere.
 
 
-*-
 
 
Remus si stropicciò gli occhi mentre entrava in Sala Comune. Era stata una lezione estenuante; due ore di formule incomprensibili e ingredienti disgustosi, più una piccola vendetta di Piton, l'avevano sfinito come se avesse trascorso una notte di Luna Piena. Lanciò i libri e il calderone su un tavolo libero e si diresse velocemente al dormitorio, con le immagini della doccia e del suo comodo baldacchino stampate nella testa.
James era con Lily; Peter e Sirius erano in punizione e Remus sperò con tutte le sue forze che la McGonagall li tenesse lontani dal Dormitorio ancora un po', soprattutto Sirius, perché aveva bisogno di tranquillità assoluta. E sapeva fin troppo bene che Sirius e tranquillità erano un ossimoro perfetto.
Affrettò i tempi togliendosi la cravatta e sbottonandosi la camicia, mentre saliva gli ultimi tre o quattro gradini.
Quando aprì la porta del Dormitorio non si aspettava di imbattersi in una Dea seduta elegantemente sul letto di Sirius. 
Era una ragazza dai lunghi capelli castani, incredibilmente bella, con occhi grigio chiaro che avevano qualcosa di assurdamente familiare, e sembrava molto a suo agio, nonostante Remus non l'avesse mai vista da quelle parti.
Si bloccò sull'uscio, sgranando gli occhi, mentre la ragazza lo osservava lievemente stupita. Remus si prese qualche secondo per deglutire, prima di rendersi conto che non era di Hogwarts; lo capì dai suoi vestiti, un mantello grigio e degli stivali pesanti, e dal fatto che sembrasse avere intorno ai venticinque anni.
-Hai bisogno di qualcosa?- chiese alla fine, riprendendosi.
La ragazza mosse i lunghi capelli castani e sorrise.
-Sto aspettando Sirius- rispose dolcemente, lanciando una considerevole occhiata alle sue cicatrici.
-Credo che tu sia capitata al momento sbagliato- disse Remus con gentilezza, mentre si riabbottonava rapidamente la camicia -Sirius è in punizione e ci metterà un po', temo-
La ragazza si abbandonò ad un'espressione di pura delusione e Remus si costrinse a non pensare a quanto fosse schifosamente fortunato quel bastardo di Sirius.
-Beh, posso aspettare un po', ho ancora del tempo...spero si sbrighi- rispose poi la ragazza, riprendendosi.
-Posso offrirti del succo di zucca?- chiese Remus, poi si avvicinò e le porse la mano -Io sono Remus-
-Ti ringrazio, Remus- rispose la ragazza, stringendo con fermezza la sua mano -Andromeda-
Remus era convinto di non aver mai sentito un nome più bello.
   
 
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