Film > Master & Commander
Segui la storia  |       
Autore: Embrido    27/11/2005    5 recensioni
Durante una battaglia tra la Surprise e l'Acheron, Jack Aubrey riesce a catturare il capitano della nave nemica...Quale sarà la sua sorpresa quando scoprirà con chi ha a che fare..... Mi raccomando, leggete e commentate, è la mia prima fanfiction e quindi può essere un troiaio....ho bisogno di sostegno morale!!!!
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3° Capitolo: Acqua

3° Capitolo: Acqua?!

 

“Capitano” esclamò il Signor Pullings, con ancora il fiatone per la corsa “il buco nello scafo si è ingrandito, stiamo imbarcando veramente molta acqua, troppa direi”.

Stephen e Jack, che si erano voltati per il rumore violento, tirarono un sospiro di sollievo: entrambi pensavano infatti che Nancy potesse già essere scappata, d’altronde non era del tutto da escludere l’ipotesi di un suo tentativo di fuga, anzi, era piuttosto logica: era una prigioniera appena catturata, qualche scialuppa era rimasta attaccata alla sua nave, l’Acheron, che non distava molto dalla Surprise e per giunta, sembrava che tutti avessero “abbassato la guardia”…quale momento migliore?

Il capitano si alzò in piedi, si avvicinò a Tom, che non era ancora entrato nell’infermeria e disse: “Quanto è grande questo buco? Non possiamo ripararla in fretta?”

“E’ grande quanto basta” replicò il sottoufficiale “e poi la sua posizione è in un punto critico; è difficile ripararlo con la nave in mare. Dobbiamo per forza approdare subito da qualche parte”.

Jack ci pensò un po’ su, valutando tutte le possibilità, poi rispose: “Va bene, è ovvio che dobbiamo fermarci in un’isola…ma quanto dista da qui un porto che possa accoglierci?”

Stephen osservava i due che decidevano sul da farsi, lui non voleva assolutamente mettere bocca su queste cose: era un lavoro da capitani e marinai, quindi non stava a lui decidere. E poi, parliamoci francamente: era un bravo medico, questo non è possibile negarlo, ma non dovevate parlargli di andature, barche, venti, perché sennò era il panico più totale.

“Un porto, dite?” molte isole sono vicine a noi, ma tutte quante sono completamente disabitate”.

“Accidenti…e quanto ci vorrà per arrivare sull’isola più vicina a noi, che sia abitata ed attrezzata per questo genere di cose?”

“Stando alle cartine, più o meno..tre- quattro giorni”.

Jack si voltò a guardare Stephen: cercava un consiglio negli occhi azzurri del dottore, ma sapeva che quest’ultimo non poteva darglieli. Tre giorni erano troppi, decisamente.

Era impossibile che si trovassero in un luogo così isolato, eppure era proprio così. Lontano da tutto e da tutti.

Ok” proruppe Jack “attraccheremo in un’isola sperduta…vedremo cosa potremo trovare laggiù di materiale e la ciurma farà del proprio meglio per riparare lo scafo”

“Ma Jack” si intromise Stephen, anche se un attimo fa pensava di non farlo “questa sarà soltanto una cosa temporanea…ci vogliono persone esperte per un lavoro simile, la riparazione che verrà fatta dai tuoi uomini potrà durare al massimo una settimana”.

“Stephen ha ragione” commentò Tom “come faremo poi?”

“E’ semplice” rispose Jack “dopo essersi fermati per…boh, il tempo che occorrerà per risistemare tutto, riprenderemo il mare e approderemo ad un’isola attrezzata e quindi abitata, e ci faremo fare un bel lavoro, che ci permetterà di continuare il nostro viaggio contro i francesi”

“E’ giusto” concordò Stephen “se avete detto che impiegheremo solo tre- quattro giorni per arrivare in quest’isola, la nave potrà resistere facilmente, ora non ci resta altro che mettere in pratica quello che abbiamo detto”.

“Allora, se così è deciso,io me ne andrei…capitano, dottore” disse il signor Pullings chinando leggermente il capo in segno di rispetto.

“Aspettate Tom, vengo anch’io con voi, voglio controllare le condizioni della nostra prigioniera”.

I due uomini uscirono dalla stanza, chiudendo la porta con poca delicatezza.

Stephen era rimasto solo, e pensava…Jack non aveva risposto alla sua domanda, non c’era stato abbastanza tempo, e adesso se ne andava..ma prima o poi sarebbe tornato a sfogarsi, e di questo il dottore era sicurissimo, e allora forse gli avrebbe confidato qualcosa.

Si, sapeva che Jack si fidava di lui, erano diventati da molto tempo migliori amici. E’ vero che alla fin fine i cosi detti “amici del cuore” sono quelli che per primi ti pugnalano alle spalle, ma per il momento, non sembrava che ci fossero motivi per tradirlo.

 

***

Jack aprì la porta della stanza dove si trovava Nancy. Vide la ragazza che, non voltandosi, stava sdraiata sulla schiena a fissare un punto nel vuoto su soffitto, teneva le mani dietro la testa e le gambe incrociate, come se non prestasse attenzione alla situazione in cui si trovava e come se non si curasse minimamente delle persone che le stavano intorno.

Il capitano rimase un po’ a osservarla: gli abiti maschili che indossava, non mettevano bene in risalto le sue forme, eppure si vedeva già la stoffa sotto quelli abiti laceri: era chiaro che una ragazza come lei avesse un bellissimo fisico, snello e abbastanza formoso, ma per dirlo con precisione occorreva vederla in un abito femminile, cosa molto difficile visto che si trovavano in mare, con un ciurma composta ovviamente soltanto da uomini.

Poi Jack, riprendendosi e abbandonando i suoi pensieri, esclamò: “Allora signorina, come vi trovate?”

Nancy si voltò a malapena, lasciando un po’ quell’indifferenza e rispose: “Bene, grazie. Non posso certo lamentarmi tutto sommato.

“Già…molti altri capitani, fatti nostri prigionieri si sono ritrovati in condizioni peggiori delle vostre..

“Quello non lo metto in dubbio…ma credo di potermi immaginare il perché di tutto questo riguardo nei miei confronti…”

“Allora, se già ne siete a conoscenza, sarò breve: sapete, mi interesserebbe sapere il nome delle altre  navi francesi che solcano i mari, e soprattutto la loro posizione…ormai siete prigioniera, e poi credo che vi piacciano un po’ gli inglesi, quindi potreste dirmelo”

La ragazza pensò: “Come volevasi dimostrare…ipotesi azzeccata…però, sono un genio!”; poi rispose: “Li conosco, si, e non posso dire di non sapere all’incirca anche la loro posizione, tuttavia non vi dirò mai niente su questo argomento, non posso tradire così la mia patria natale. In quanto agli inglesi, non li detesto, è vero, ma non ci andrei sicuramente a magiare insieme...questo non è per offendervi, ma per esempio, non vorrei mai un marito inglese, d’altra parte credo che anche voi non desideriate sposare una donna francese”

“In parte avete ragione…è un piacere parlare con voi perché mettete in luce certi aspetti del mio carattere e certe mie idee…ma va , lasciamo perdere...credo sia meglio per voi confidarmi i piani di Napoleone, ve lo assicuro..”

“Io non cedo mai ai ricatti” rispose la ragazza voltandosi dall’altra parte, dando così le spalle al capitano.

“vedo, ma vi sembra questo il modo appropriato di rivolgersi a me? D’altronde voi siete mia prigioniera, potrei fare di voi ciò che voglio..

“Questo non lo metto in dubbio, ma vedete, tutti mi hanno sempre insegnato a far valere in ogni occasione i miei diritti e le mie idee, e non vedo perché non dovrei farlo persino nella condizione in cui mi trovo”

“Sapete rispondere bene, mia cara…beh, visto che però continuate a ribattere e a non volermi dire assolutamente nulla,spero proprio che tre settimane di lavori forzati,facciano uscire qualcosa dalla vostra bocca”

“Non ci giurerei,capitano”continuò Nancy, per niente sconvolta all’idea di dover pulire la nave per 21 lunghissimi giorni. Certo, non era esattamente quello che avrebbe voluto fare quotidianamente, ma non poteva rifiutarsi: Jack era stato anche troppo magnanimo con lei, che non poteva permettersi altri litigi.

“Non scherzate con il fuoco, signorina…perché prima o poi, vi scotterete”

Jack lasciò da sola la ragazza,il suo colloquio era durato già abbastanza a lungo. Nancy sapeva sempre come rispondere, e questo lo metteva in difficoltà: lui non era da meno,questo sia chiaro, ma non era abituato a trattare con persone di quel tipo…l’unico che potesse confrontarsi con Jack, era solamente Stephen…beh, adesso aveva trovato chi gli avrebbe dato del filo da torcere.

 

***

Jack si svegliò che erano circa le otto del mattino, un po’ tardi per le sue medie.

Subito si alzò e, come uno zombie, si diresse verso la parte della sua stanza nascosta da un separè.

Là, sopra ad un comodino, era appoggiata una bacinella dove potersi lavare e poco distante erano appesi anche due “asciugamani” che, pur essendo piccoli, dovevano servire ad asciugare tutto il corpo.

Il capitano riempì la bacinella quasi fino all’orlo.

La prima cosa che fece fu lavarsi il viso: il contatto con l’acqua fredda cancellò definitivamente le tracce del sonno, ancora evidenti sul suo viso.

Poi, a pezzi, si diede una sciacquata generale e, dopo essersi vestito come al solito con camicia, pantaloni, stivali e giacca, uscì sul ponte dove già tutta la ciurma era in piena attività.

Abituato all’oscurità, il sole gli ferì lo sguardo e, mentre stava coprendosi gli occhi con il braccio, scorse Nancy, anche lei già occupata nella pulizia del ponte.

Tom si diresse verso di lui, dicendo: “Buon giorno, capitano! Dormito bene?”

“Insomma…non sono riuscito ad addormentarmi fino a tardi, e quando mi è venuto sonno, era già mattina…questo spiega perché ho dormito fino ad ora…” rispose il capitano, sbadigliando.

“Beh, non è sicuramente tardi come orario, ma per lei che è abituato ad alzarsi presto forse si..”

“Già…sentite, come procede la rotta verso la nostra isola indefinita?”

“Bene capitano. Credo che verso le due saremo laggiù..

“Perfetto”

 

Ps: e così, dopo diversi mesi di assenza, sono ritornata sulla pubblica piazza!

Sapete, siccome sto progettando di scrivere anche un’altra storia, devo riuscire a dare del tempo sia all’una che all’altra…e poi, sinceramente, mi era preso un momento di crisi…non sapevo più cosa scrivere…infatti, se notate, questo capitolo è venuto più corto del solito…ma vi prometto che rimedierò, scrivendone uno adeguato alle mie medie!!

Per favore commentate, che mi manca il sostegno morale…sennò sono capace di smetterla e di non scrivere più questa fanfiction che, a dirvi la verità, non mi sembra poi un granché…ma questo spetta a voi deciderlo…Ciao a tutti, by Embrido!!

 

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Master & Commander / Vai alla pagina dell'autore: Embrido