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Autore: Abraxas    30/11/2010    4 recensioni
Perchè si era bloccato? C'era qualcosa di errato nella sua interpretazione? A lei non sembrava, anzi, ci stava pure mettendo sentimento. Gli rivolse la domanda silenziosamente, inarcando le sopracciglia mentre continuava a cantare.
Genere: Sentimentale, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dottore, Sette di Nove
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Sette, te l'ha mai detto nessuno? Hai una voce magnifica!"

No, non gliel'aveva mai detto nessuno. Ciò che la colpiva di più non era il complimento in sé, ma l'espressione stupita del Dottore.

"E' un vero dono!", continuò lui entusiasta. Conosceva bene l'interesse del Dottore per l'area culturale comunemente denominata musica. In piccola parte la condivideva anche lei: la musica era un lodevole tentativo di ricerca della perfezione da parte di creature imperfette, e doveva ammettere di essere affascinata dalle sue intrinseche proprietà matematiche. E dire che per gli umani era una semplice forma di svago.

"Un dono del Collettivo", replicò. "Un subprocessore vocale progettato per facilitare l'interfase sonica con i trasponditori Borg."

"Proviamo con qualcosa di più impegnativo", disse lui dopo qualche attimo di incertezza. Forse era stata troppo secca? Non riusciva a capire il perché del turbamento dell'ologramma. Non le sembrava di averlo offeso in qualche maniera, ma si era accorta di quanto fosse difficile interagire con altre specie senza creare motivi di imbarazzo. Avevano tutte un modo di ragionare così imperfetto.

"You are my sunshine", Sette lesse il nome della canzone dallo schermo.

"E' una semplice melodia terrestre del ventesimo secolo, un buon pezzo per i principianti. Su, prova..."

"The other night dear, as I lay sleeping,
I dreamed I held you in my arms..."

"Impeccabile", la interruppe, "ma... prova a metterci più sentimento. Così, per esempio"
when I awoke, dear, I was mistaken,
and I hung my head and cried!"

Effettivamente, la voce del Dottore esprimeva una certa gamma di emozioni, molto più di quando aveva cantato lei. Ma qual era il punto in tutto ciò? Le emozioni non contribuivano a rendere una melodia migliore. Le emozioni continuavano ad essere irrilevanti, per quanto lui si stesse sforzando di farle accettare il contrario.

"Capito?", le chiese.

Poteva sempre provare a metterci più sentimento. Chissà che non servisse a qualcosa... Sarebbe stato un esperimento interessante da svolgere in quelle ore altrimenti prive di utilità pratica.

"Computer, inserire accompagnamento strumentale", continuò lui ignorando il suo sguardo perplesso.

Le note prodotte da un banjo cominciarono a diffondersi nella piccola area di carico.

"Avanti... insieme, adesso!", propose entusiasta il Dottore. Con un piccolo cenno d'assenso, Sette si decise a fare come le chiedeva, mettendoci più sentimento, e seguendo il suo curioso modo di tenere il tempo sventolando in aria l'indice a ritmo.

"You are my sunshine, my only sunshine,
you make me happy when skies are grey
you'll never know, dear, how much I love you
please don't take my sunshine away...
You are my sunshine, my only sunshine,
You make me happy when skies are gray
You'll never know, dear..."

Perchè si era bloccato? C'era qualcosa di errato nella sua interpretazione? A lei non sembrava, anzi, ci stava pure mettendo sentimento. Gli rivolse la domanda silenziosamente, inarcando le sopracciglia mentre continuava a cantare.

"...how much I love you
please don't take my sunshine away!", conclusero insieme. A quanto pare l'interruzione non era dovuta ad un suo errore, dato il sorriso ed il lieve cenno del capo che le rivolse alla fine. A cosa, allora? Non riusciva a darsi una risposta, e non credeva che ci sarebbe riuscita molto presto.

- - -
I'll always love you and make you happy,
If you will only say the same.
But if you leave me and love another,
You'll regret it all some day

- - -


"Va tutto bene, Sette?", domandò il Capitano da dietro la sua scrivania.

Certo che andava tutto bene. Aveva ristabilito un ordine logico nelle sue priorità, superando quell'infantile cotta per il Comandante Chakotay. Aveva ferito il Dottore con i suoi esperimenti volti ad approfondire le sue sensazioni, lo sapeva benissimo, e si sentiva dispiaciuta. Sapeva che ci era rimasto male nonostante tutti i suoi sforzi di nascondere la cosa e di mostrarsi entusiasta per le sue azioni. Tutte quelle lezioni erano servite a qualcosa, alla fine.
Si costrinse tuttavia di far riemergere la parte Borg di sé, per non far preoccupare inutilmente il suo superiore.

"Sì, Capitano. C'è qualche problema?"

Janeway sospirò, rilassandosi sullo schienale della propria poltrona ed alzando la tazza piena di quella bevanda a base caffeina che le piaceva tanto.

"Mi è sembrato che ultimamente ci siano state alcune... difficoltà... nel suo rapporto con il Dottore", insinuò pacata.

"Recentemente abbiamo avuto dei lievi disaccordi professionali, ma nulla di allarmante. Se è preoccupata che possano interferire con le mie capacità decisionali in quanto membro dell'equipaggio..."

"No, Sette", la interruppe, "Sono preoccupata che possano interferire nella vostra relazione."

"La mia relazione con il Dottore ha carattere puramente professionale", obiettò, incontrando lo sguardo scettico dell'altra.

Aveva forse intuito che...?

"Io non ho mai detto altrimenti", mormorò Janeway con un sorriso.

"Tenevo a chiarire questo punto, viste le voci che circolano a bordo della nave", replicò lei, lievemente infastidita.

"Ah sì?", chiese innocentemente l'altra, "Circolano delle voci?"

"A proposito di una mia infatuazione per il Medico Olografico d'Emergenza."

Avvertì una lieve stretta al petto, all'altezza del cuore. Le faceva male chiamarlo così, come se fosse solo uno dei tanti meccanismi della Voyager. Strano, con Chakotay non era mai stato così... non aveva alcun problema a considerarlo solo il suo superiore quando era necessario.

"Non vedo cosa ci possa essere di male, Sette."

"Non vi è nulla fra me ed il Dottore", ripeté. Perché non voleva capirlo?

"Smettila di nascondere i tuoi sentimenti. Fanno parte della tua umanità, lo sai benissimo."

"Non voglio che finisca come con il Comandante Chakotay", confessò l'ex-drone dopo un lungo silenzio.

"Non deve finire per forza allo stesso modo."

"Non importa. Non è mia intenzione continuare l'approfondimento delle mie relazioni interpersonali con i membri dell'equipaggio, considerato l'effetto negativo che ha avuto sia sul mio rendimento come parte di questo collettivo, sia sul morale di alcuni membri di questo collettivo."

"Non mi sembravi triste quando eri.. sentimentalmente impegnata con Chakotay."

"La nostra breve relazione ha rivelato appieno le differenze derivanti dalla nostra incompatibilità. L'ho avvicinato in quanto mi sentivo attratta dalle sue qualità positive... dando poca importanza alle mie necessità. E' stata una negligenza imperdonabile da parte mia. L'approccio emozionale che ho usato ha irrimediabilmente offuscato le mie capacità di giudizio, ed ha portato solo conseguenze negative per entrambi."

Lui l'aveva trattata come un'umana... dimenticandosi che totalmente umana non lo era, e chissà se lo sarebbe mai stata.

"Vedo che hai imparato qualcosa dalla tua esperienza. Cosa ti impedisce di usare ciò che hai appreso per migliorarti come individuo?"

"Come le ho già detto, Capitano, non è mia intenzione continuare con le mie esperienze di socializzazione."

Si sentiva ancora troppo fragile per poter mettere nuovamente a rischio i sentimenti e le emozioni che aveva da poco scoperto di possedere e di poter padroneggiare. Rifugiarsi dietro una maschera di indifferenza era la soluzione più logica, al momento, per non ferire nessun altro.

Inclusa sé stessa.

- - -
You told me once, dear, you really loved me
And no one else could come between.
But now you've left me and love another;
You have shattered all of my dreams

- - -


"Sette, resisti!"

La voce del Dottore era lontana, soffocata da ciò che le stava urlando il suo corpo.

Dolore.

Fatica.

Rassegnazione.

Morte.

"Avanti, Sette, resta con noi!"

Realizzò con un certo fastidio che stavolta le parole erano state pronunciate da Chakotay. Non era la persona che voleva avere vicino in quel momento... troppi ricordi dolorosi erano legati a lui. Era ingiusto il suo modo di trattarlo, lo sapeva, ma al momento non poteva farci nulla.

Il buio la stava avvolgendo, lentamente, un passo alla volta, e nel buio riusciva a trovare pace. Stava morendo, lo sapeva, ma non aveva paura. Lei, Sette di Nove, ex Terziario aggiunto dell'Unimatrice 01, ora nuovamente Annika Hansen, non aveva paura. Avrebbe affrontato la fine come l'ultima grande avventura... si era sempre chiesta se le credenze delle altre culture sull'esistenza di una vita dopo la morte avessero un qualche fondo di verità. La morte era l'ultima esperienza che poteva compiere come persona, l'ultimo tassello di umanità da rivendicare al suo passato Borg. I Borg non morivano, gli umani sì.

Avrebbe finalmente incontrato la perfezione?

Tuttavia, realizzò improvvisamente, aveva un'ultima cosa da fare prima di lasciarsi andare.

"I-io...", articolò con grande fatica, cercando di tenere a bada l'oscurità per qualche momento in più.

Pochi, indispensabili attimi.

"Cosa, Sette? Continua a parlare!", le ordinò il Comandante.

Lottò con tutte le sue forze, voltando la testa verso l'ologramma inutilmente impegnato a cercare di salvarla, allungando una mano tremante verso di lui.

"Cosa, Sette?", chiese il Dottore, terrorizzato. Lo stava facendo soffrire, si rese conto, ed era sbagliato. Doveva riuscire a dirglielo, era della massima importanza.

"Io... ti..."

Non fu abbastanza. L'ultima parte della frase le morì in gola. Tre parole così semplici, che non sarebbero mai più uscite dalla sua bocca. Tre parole che avevano richiesto tanto, troppo tempo per essere accettate. Aveva perso la sua occasione, realizzò con estrema tristezza in un ultimo barlume di coscienza prima di chiudere gli occhi per sempre.

Io ti amo.

* * *
In all my dreams, dear, you seem to leave me
When I awake my poor heart pains.
So when you come back and make me happy
I'll forgive you dear, I'll take all the blame.


* * *


"Tesoro, sono tornato!", urlò il Dottore, chiudendosi la porta di casa alle spalle, come sempre.

"Bentornato, amore!"

Lana gli corse incontro, sorridente come sempre, con ancora indosso il grembiule da cucina e le mani sporche della pasta con cui stava preparando la torta che, come sempre, non avrebbe potuto mangiare. Non gli importava, era bellissima lo stesso, come sempre.

Come sempre, si chinò lievemente, chiudendo gli occhi per stringerla a sé e baciarla.

Come sempre, la donna che stava abbracciando nella sua mente era un'altra. Leggermente più alta, occhi azzurri, i capelli raccolti in una crocchia, i denti più piccoli, le labbra più carnose.

Come sempre, si vergognò per quello che stava facendo a Lana. Come sempre, si promise che l'indomani avrebbe chiesto a B'Elanna se fosse stato possibile modificare la sua matrice olografica per arginare quella sensazione.

Come sempre, le lacrime spinsero per poter uscire da sotto le palpebre mentre si abbandonava a quell'attimo di passione con sua... sua moglie. Aveva provato a sostituirla, ma non ci era riuscito. Non ci sarebbe mai riuscito.

Mi manchi, Sette.





***

N.d.A: Se non si è capito, sono rimasto profondamente deluso dalla conclusione di Voyager. Sette si mette con Chakotay, muore seguita qualche tempo dopo dal marito, il Dottore si sposa con un'umana sbucata fuori dal nulla e passa sopra ciò che prova per la Borg come se niente fosse? No no no, sentivo il dovere morale di fare qualcosa per sistemare le cose. Sette ed il Dottore sono fatti l'una per l'altro. Avrei preso volentieri a fucilate gli sceneggiatori per come hanno troncato di netto una relazione così bella... Il duetto di Someone to watch over me è in assoluto una delle mie scene preferite di tutte le serie.

Questa One-Shot è ambientata nel futuro visto in
Endgame, prima che Janeway cambi la storia per riportare a casa la Voyager in anticipo. Mi é sempre piaciuto pensare che il Dottore non avesse mai dimenticato Sette, e che lei avesse sempre ricambiato i suoi sentimenti. Avanti, Chakotay è fatto per Janeway, diciamolo chiaro e tondo. Le coppie di questa serie mi lasciano perplesso dalla prima all'ultima... per fortuna che esistono le fan fiction!
Spero di essere riuscito a restare IC con Sette. Volevo mostrare le sue difficoltà ad aprirsi ai sentimenti umani prima, ed a superare il suo fallimento con Chakotay poi. Non so, tutte le volte che rileggo questa
cosa cambio pezzi qui e là, quindi si potrebbe dire che mi sono deciso a postarla perché non ne potevo più di fare modifiche. Spero che vi sia piaciuta anche solo la metà di quanto non mi sia divertito a scriverla.
   
 
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