Non so quanto tempo è passato e non so se fuori da qui è giorno o notte. Ma non mi importa. Voglio rimanere così ancora per un po’. Voglio godermi questi ultimi istanti di pace. Poi uscirò da qui e andrò ad ammazzare Juda.
Poi morirò.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kenshiro, Rei
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
TITOLO: ASPETTARE LA LUCE
AUTORE: Fatanera
GENERE: Drammatico
SERIE: Hokuto
no
Ken (Ken il guerriero)
PAIRING: Kenshiro/Rei
DISCLAIMERS: I
personaggi non sono miei,
ma di Buronson e Tetsuo Hara.
RATING: PG13
NOTE: Questa fanfiction ha ormai una decina d'anni,
se ricordo bene è la prima fanfic che ho scritto. Spero
sia ancora carina e leggibile ^_^ buona lettura
REI
Non
so quanto tempo è passato.
Non so da quanto tempo sono qui, al buio, sdraiato su questo materasso
lercio.
Solo
da poco riesco a rendermi
conto di dove sono e di cosa è successo.
La
prima cosa che percepisco è
che il dolore non c’è più. Almeno non
quello vero. Quello che fino a poco tempo
fa era il mio compagno, quel dolore che era diventato ormai come un
amico, che
non mi lasciava mai, nemmeno quando dormivo.
Adesso
sento solo un sordo
pulsare, nei muscoli, nelle ossa. Nella testa. Dappertutto. Ma
è solo una
specie di ronzio. E’ già un miglioramento.
Non
so quanto tempo è passato e
non so se fuori da qui è giorno o notte. Ma non mi importa.
Voglio rimanere
così ancora per un po’. Voglio godermi questi
ultimi istanti di pace. Poi
uscirò da qui e andrò ad ammazzare Juda.
Poi
morirò.
Si,
anche se per ora il dolore è
sparito so che tornerà, non mi illudo neppure per un attimo
che possa essere
diversamente. Mai, nemmeno per un secondo, da quando ho visto la Stella
della
Morte, mai ho pensato di poter vivere ancora.
Il
tempo che mi rimane è così
poco. Non dovrei sprecarlo inutilmente. Ma questo è
l’unico momento che ancora
mi rimane per restare solo con me stesso, per pensare. Per guardarmi
dentro e
capire cosa provo.
Per
capire cosa ho provato in
quei momenti e perché sono ancora vivo. Ormai avrei dovuto
essere morto da
tempo. Raoul mi aveva dato solo tre giorni, tre giorni di dolore, una
lenta
orribile agonia, seguita da una morte ancora più atroce.
Invece sono ancora
qui. Perché?
Perché
ho accettato di vivere
ancora, perché ho permesso a Toki di bloccare la mia morte,
ancora per qualche
giorno, per qualche ora. E a che prezzo?
Ho
avuto paura. Quando Toki mi ha
messo nella mano quella capsula, dicendomi di inghiottirla se non
avessi potuto
sopportare il dolore… ho avuto paura. Paura che ci fossa
qualcosa di peggio
della morte. La morte non mi fa più paura da tanto tempo.
Infatti
c’è. Un dolore che va al
di la della morte, al di la di qualsiasi cosa si possa immaginare. Al
di la
della voglia di vivere, del mio desiderio di vendetta, al di la
dell’amore per
Mamia.
Ho
desiderato morire, ho creduto
di impazzire e forse lo sono davvero, impazzito. Ho preso la capsula ed
ho
tentato di portarla alle labbra. Un piccolo gesto e tutto quel dolore
sarebbe
scomparso. Tutto finito. Ho gioito a quel pensiero. L’oblio.
L’insensibilità.
La morte mi è sembrata un piccolo prezzo da pagare per
potermi concedere il
lusso di non provare più dolore.
Perché
non l’ho fatto?
Mi
sollevo dal giaciglio. Mi
porto le mani sulla testa. Perché? Poi con una mano cerco il
punto. Eccolo, è
qui, proprio sulla spina dorsale, sopra le reni. Quanto tempo
è passato da
quando Toki ha scavato questo buco con le sue dita?
Per quanto tempo mi sono rotolato a terra,
contorcendomi e perdendo sangue dalla bocca, dagli occhi, da ogni poro
della mia
pelle? Quanto tempo???
Ancora
mi chiedo come ho fatto.
Perché ho accettato tutto questo? Per cosa? Per CHI?
Per
vendicarmi di Juda? Forse. Ma
in quel momento non ho pensato a Juda. E nemmeno a Mamia. Volevo solo
morire.
C’è
una luce che filtra. La porta
si sta aprendo. La luce è debole, fuori è notte.
Qualcuno sta entrando. Non
riesco a
distinguere la sua sagoma. Ora è vicino, si siede sul letto.
Sei TU, Kenshiro!
Cosa ci fai qui, in piena notte? Perché sei venuto?
Non
ti vedo bene, il buio è
troppo fitto. Ma sento che stai tremando. Le tue spalle si alzano e si
abbassano ritmicamente. Ma cosa… Non è
possibile!!! Stai piangendo! Perché? Io
non ti ho mai visto piangere! Non credo che tu lo abbia mai fatto!
Allungo
una mano e la poso sulla
tua schiena. Un brivido la attraversa. Ti immobilizzi. Incomincio ad
accarezzare dolcemente questa schiena forte. Almeno adesso non piangi
più. Ad
un tratto mi rendo conto che non ti ho mai toccato. Siamo amici da
tanto tempo
eppure non ti ho mai toccato. Non ho mai posato una mano sulla tua
spalla.
Una
volta volevo ucciderti, ti ho
dato la caccia per mesi. Solo per scoprire alla fine che non eri
l’uomo che
stavo cercando, il bastardo che ha ucciso i miei genitori e rapito mia
sorella.
A quel punto ti volevo già bene. Eri diventato il mio
migliore amico. L’unico
vero amico che abbia mai avuto. E l’unico uomo che posso
considerare un mio
pari nei combattimenti. Le nostre tecniche sono così diverse
eppure io e te
abbiamo lo stesso fuoco dentro, lo stesso odio e lo stesso dolore. E
anche lo
stesso amore. Il mio per Mamia e il tuo per Giulia.
Eppure
adesso ti sto toccando. Ti
accarezzo e tu non ti muovi. Non dici nulla. Poi ti volti verso di me.
Non stai
più piangendo. Mi guardi. I tuoi occhi sono ancora arrossati
, il tuo viso è
serio come sempre. Ma c’è qualcos’altro,
nei tuoi occhi. Un sorriso. Vederti
sorridere è ancora più strano che vederti
piangere.
Alzo
una mano, con un dito ti
sfioro la guancia.
Ora
capisco. Ora ho
la risposta.
Sei
tu.
E’
per te che non ho potuto
morire. Ora lo so. Mentre mi contorcevo sul pavimento sporco del mio
sangue,
mentre le mie unghie saltavano dalle dita, era te che vedevo. Era il
tuo volto
che mi guardava, era la tua voce che mi implorava di non cedere, di non
morire.
Di resistere ancora per un po’. Per te, per stare con te
ancora qualche giorno
o ora o minuto. Per stare ancora con te. Per questo istante.
Prendi
la mia mano e te la porti
alle labbra. E la baci. Baci ogni dito, uno alla volta. La dove prima
c’erano le
unghie e ora ci sono solo
delle croste nere.
Mi
accarezzi i capelli. Ora
avvicini il tuo viso al mio. Le nostre labbra si incontrano. Per un
istante non
esiste più nulla. Ora lo so con certezza. Non potevo morire
prima di avere
fatto una cosa. E quella cosa non era uccidere Juda. Per quello ci
sarà tempo
dopo. Ci sarà tempo per tutto. Dopo. Ora
c’è solo questo. Le tue mani sul mio
corpo e la tua bocca sulle mie labbra. Solo questo.
KENSHIRO
Non posso credere che stia succedendo davvero! Non
ero venuto da te per
questo. In realtà non so perché ero venuto qui.
Tutti dormivano e io stavo
troppo male per restare solo.
Questi ultimi tempi sono stati così
duri. Ho perso tante persone che
amavo. E vivere in questo modo, lottando giorno dopo giorno., sempre.
Ed avere
sempre nuovi nemici da combattere! Quante persone ho ammazzato finora?
Io non
sono nato per uccidere. Non è nella mia natura. Eppure ci
sono costretto.
Devo aiutare più gente possibile, troppi
innocenti muoiono ogni giorno
per soddisfare la sete di violenza di uomini crudeli. Io devo lottare
per loro.
Non so perché lo faccio. Forse perché
è questa la mia natura, e questo è il mio
destino.
Ma ieri ho raggiunto il limite. Restarmene
impassibile dietro la porta
mentre dentro tu gridavi in quel modo. E’ stato troppo.
Improvvisamente ho capito cosa significhi per me.
Non voglio perderti
anche se so che è inevitabile. Tu non vivrai ancora molto. E
questo pensiero mi
risulta intollerabile.
Sono stato un bastardo. E un egoista. Ormai da
giorni ti vedo soffrire
al limite della sopportazione umana. Eppure quando hai chiesto a Toki
di fare
qualcosa per allungare ancora un po’ la tua vita ne sono
stato felice.
Significava allungare anche la tua sofferenza, ma in quel momento ho
pensato
solo a me stesso, al fatto che avrei potuto averti vicino ancora per un
po’.
Si, sono un bastardo egoista.
Ed ora sono qui e non posso fare altro che baciarti
e toccarti. Tutto
intorno c’è la morte, l’orrore. Anche
dopo ci sarà, e noi dovremo affrontarlo.
Ma in questo momento mi sento felice. Come posso esserlo? Eppure lo
sono. Ora
che tu sei qui fra le mie
braccia, io
sono felice.
Mi stacco da te e prendo il tuo viso fra le mani.
Come sei bello! Il
viso più bello che abbia mai visto. Accarezzo i tuoi
capelli, bianchi come la
neve. Nella poca luce posso vedere l’argento dei loro
riflessi. Potresti essere
un angelo caduto dal cielo. Ma io so che non è
così, sei un uomo, il mio unico
meraviglioso amico.
Anche tu sei stupito quanto me. Te lo leggo negli
occhi. E vi leggo
anche qualcos’altro. E’ desiderio. Un desiderio
grande quanto il mio.
Sento le tue mani che mi spogliano. Le tue dita
accarezzano le mie
cicatrici. Ti stringo e sento il tuo corpo tendersi contro il mio. Non
ti vedo
bene ma so che la tua pelle è bianca ed è liscia
sotto le mie dita.
Non posso fare a meno di baciarti dappertutto, di
esplorare la tua
pelle. Di inebriarmi del tuo odore.
Le tue gambe mi imprigionano. Mi attiri verso di
te, dentro di te. Ti
sento tremare. Poi sprofondiamo, allacciati. In questo momento tu sei
tutto il
mio mondo. E io sono il tuo. I nostri corpi sono forti e ora si muovono
quasi
con violenza.
Le
tue dita mi stringono
fino a farmi male. Io cerco la tua bocca affamato.
Mi muovo con forza dentro di te, lo so, ti
sto facendo male. Ma non posso fare diversamente. Il mio desiderio
è troppo
grande. Vorrei entrare tutto dentro di te, fondermi con te, per non
doverti mai
lasciare. Mai. E alla fine morire con te.
Mio Rei. Mio amato Rei.
E quando mi libero dentro il tuo corpo, vorrei che
fosse la mia anima e
non soltanto il mio seme.
La notte sta per finire. La luce ci
troverà qui, abbracciati. Solo ora
mi rendo conto che non abbiamo detto una sola parola. Non ce
n’è bisogno. Ormai
sappiamo tutto quello che c’è da sapere. Fra poco
la vita continuerà, tu andrai
ad uccidere Juda. Io tornerò a combattere contro mio
fratello. Tu tornerai da
Mamia, e il mio cuore continuerà ad amare disperatamente
Giulia.
Ma questa notte è nostra, soltanto
nostra. Ti guardo, tu sorridi. Per
qualche ora hai dimenticato persino la tua morte. Ancora una volta
accarezzo il
tuo viso, e ancora una volta ti bacio. Per l’ultima volta.
Poi ti sento che ti
accoccoli contro di me, il tuo viso sul mio petto. E rimaniamo
così, ad
aspettare la luce.