Anime & Manga > Kenshiro / Hokuto no Ken
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Autore: Fatanera    30/11/2010    3 recensioni
Non so quanto tempo è passato e non so se fuori da qui è giorno o notte. Ma non mi importa. Voglio rimanere così ancora per un po’. Voglio godermi questi ultimi istanti di pace. Poi uscirò da qui e andrò ad ammazzare Juda.
Poi morirò.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kenshiro, Rei
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TITOLO: ASPETTARE LA LUCE
AUTORE: Fatanera
GENERE: Drammatico
SERIE: Hokuto no Ken (Ken il guerriero)
PAIRING: Kenshiro/Rei
DISCLAIMERS: I personaggi non sono miei, ma di Buronson e Tetsuo Hara.
RATING: PG13

NOTE: Questa fanfiction ha ormai una decina d'anni, se ricordo bene è la prima fanfic che ho scritto. Spero sia ancora carina e leggibile ^_^ buona lettura

REI
Non so quanto tempo è passato. Non so da quanto tempo sono qui, al buio, sdraiato su questo materasso lercio.
Solo da poco riesco a rendermi conto di dove sono e di cosa è successo.
La prima cosa che percepisco è che il dolore non c’è più. Almeno non quello vero. Quello che fino a poco tempo fa era il mio compagno, quel dolore che era diventato ormai come un amico, che non mi lasciava mai, nemmeno quando dormivo.
Adesso sento solo un sordo pulsare, nei muscoli, nelle ossa. Nella testa. Dappertutto. Ma è solo una specie di ronzio. E’ già un miglioramento.
Non so quanto tempo è passato e non so se fuori da qui è giorno o notte. Ma non mi importa. Voglio rimanere così ancora per un po’. Voglio godermi questi ultimi istanti di pace. Poi uscirò da qui e andrò ad ammazzare Juda.
Poi morirò.
Si, anche se per ora il dolore è sparito so che tornerà, non mi illudo neppure per un attimo che possa essere diversamente. Mai, nemmeno per un secondo, da quando ho visto la Stella della Morte, mai ho pensato di poter vivere ancora.
Il tempo che mi rimane è così poco. Non dovrei sprecarlo inutilmente. Ma questo è l’unico momento che ancora mi rimane per restare solo con me stesso, per pensare. Per guardarmi dentro e capire cosa provo.
Per capire cosa ho provato in quei momenti e perché sono ancora vivo. Ormai avrei dovuto essere morto da tempo. Raoul mi aveva dato solo tre giorni, tre giorni di dolore, una lenta orribile agonia, seguita da una morte ancora più atroce. Invece sono ancora qui. Perché?
Perché ho accettato di vivere ancora, perché ho permesso a Toki di bloccare la mia morte, ancora per qualche giorno, per qualche ora. E a che prezzo?
Ho avuto paura. Quando Toki mi ha messo nella mano quella capsula, dicendomi di inghiottirla se non avessi potuto sopportare il dolore… ho avuto paura. Paura che ci fossa qualcosa di peggio della morte. La morte non mi fa più paura da tanto tempo.
Infatti c’è. Un dolore che va al di la della morte, al di la di qualsiasi cosa si possa immaginare. Al di la della voglia di vivere, del mio desiderio di vendetta, al di la dell’amore per Mamia.
Ho desiderato morire, ho creduto di impazzire e forse lo sono davvero, impazzito. Ho preso la capsula ed ho tentato di portarla alle labbra. Un piccolo gesto e tutto quel dolore sarebbe scomparso. Tutto finito. Ho gioito a quel pensiero. L’oblio. L’insensibilità. La morte mi è sembrata un piccolo prezzo da pagare per potermi concedere il lusso di non provare più dolore.
Perché non l’ho fatto?
Mi sollevo dal giaciglio. Mi porto le mani sulla testa. Perché? Poi con una mano cerco il punto. Eccolo, è qui, proprio sulla spina dorsale, sopra le reni. Quanto tempo è passato da quando Toki ha scavato questo buco con le sue dita?
Per quanto tempo mi sono rotolato a terra, contorcendomi e perdendo sangue dalla bocca, dagli occhi, da ogni poro della mia pelle? Quanto tempo???
Ancora mi chiedo come ho fatto. Perché ho accettato tutto questo? Per cosa? Per CHI?
Per vendicarmi di Juda? Forse. Ma in quel momento non ho pensato a Juda. E nemmeno a Mamia. Volevo solo morire.

C’è una luce che filtra. La porta si sta aprendo. La luce è debole, fuori è notte.
Qualcuno sta entrando. Non riesco a distinguere la sua sagoma. Ora è vicino, si siede sul letto. Sei TU, Kenshiro! Cosa ci fai qui, in piena notte? Perché sei venuto?
Non ti vedo bene, il buio è troppo fitto. Ma sento che stai tremando. Le tue spalle si alzano e si abbassano ritmicamente. Ma cosa… Non è possibile!!! Stai piangendo! Perché? Io non ti ho mai visto piangere! Non credo che tu lo abbia mai fatto!
Allungo una mano e la poso sulla tua schiena. Un brivido la attraversa. Ti immobilizzi. Incomincio ad accarezzare dolcemente questa schiena forte. Almeno adesso non piangi più. Ad un tratto mi rendo conto che non ti ho mai toccato. Siamo amici da tanto tempo eppure non ti ho mai toccato. Non ho mai posato una mano sulla tua spalla.
Una volta volevo ucciderti, ti ho dato la caccia per mesi. Solo per scoprire alla fine che non eri l’uomo che stavo cercando, il bastardo che ha ucciso i miei genitori e rapito mia sorella. A quel punto ti volevo già bene. Eri diventato il mio migliore amico. L’unico vero amico che abbia mai avuto. E l’unico uomo che posso considerare un mio pari nei combattimenti. Le nostre tecniche sono così diverse eppure io e te abbiamo lo stesso fuoco dentro, lo stesso odio e lo stesso dolore. E anche lo stesso amore. Il mio per Mamia e il tuo per Giulia.
Eppure adesso ti sto toccando. Ti accarezzo e tu non ti muovi. Non dici nulla. Poi ti volti verso di me. Non stai più piangendo. Mi guardi. I tuoi occhi sono ancora arrossati , il tuo viso è serio come sempre. Ma c’è qualcos’altro, nei tuoi occhi. Un sorriso. Vederti sorridere è ancora più strano che vederti piangere.
Alzo una mano, con un dito ti sfioro la guancia.
Ora capisco. Ora ho la risposta.
Sei tu.
E’ per te che non ho potuto morire. Ora lo so. Mentre mi contorcevo sul pavimento sporco del mio sangue, mentre le mie unghie saltavano dalle dita, era te che vedevo. Era il tuo volto che mi guardava, era la tua voce che mi implorava di non cedere, di non morire. Di resistere ancora per un po’. Per te, per stare con te ancora qualche giorno o ora o minuto. Per stare ancora con te. Per questo istante.
Prendi la mia mano e te la porti alle labbra. E la baci. Baci ogni dito, uno alla volta. La dove prima c’erano le unghie e ora ci sono solo delle croste nere.
Mi accarezzi i capelli. Ora avvicini il tuo viso al mio. Le nostre labbra si incontrano. Per un istante non esiste più nulla. Ora lo so con certezza. Non potevo morire prima di avere fatto una cosa. E quella cosa non era uccidere Juda. Per quello ci sarà tempo dopo. Ci sarà tempo per tutto. Dopo. Ora c’è solo questo. Le tue mani sul mio corpo e la tua bocca sulle mie labbra. Solo questo.

KENSHIRO
Non posso credere che stia succedendo davvero! Non ero venuto da te per questo. In realtà non so perché ero venuto qui. Tutti dormivano e io stavo troppo male per restare solo.
Questi ultimi tempi sono stati così duri. Ho perso tante persone che amavo. E vivere in questo modo, lottando giorno dopo giorno., sempre. Ed avere sempre nuovi nemici da combattere! Quante persone ho ammazzato finora? Io non sono nato per uccidere. Non è nella mia natura. Eppure ci sono costretto.
Devo aiutare più gente possibile, troppi innocenti muoiono ogni giorno per soddisfare la sete di violenza di uomini crudeli. Io devo lottare per loro. Non so perché lo faccio. Forse perché è questa la mia natura, e questo è il mio destino.
Ma ieri ho raggiunto il limite. Restarmene impassibile dietro la porta mentre dentro tu gridavi in quel modo. E’ stato troppo.
Improvvisamente ho capito cosa significhi per me. Non voglio perderti anche se so che è inevitabile. Tu non vivrai ancora molto. E questo pensiero mi risulta intollerabile.
Sono stato un bastardo. E un egoista. Ormai da giorni ti vedo soffrire al limite della sopportazione umana. Eppure quando hai chiesto a Toki di fare qualcosa per allungare ancora un po’ la tua vita ne sono stato felice. Significava allungare anche la tua sofferenza, ma in quel momento ho pensato solo a me stesso, al fatto che avrei potuto averti vicino ancora per un po’.
Si, sono un bastardo egoista.
Ed ora sono qui e non posso fare altro che baciarti e toccarti. Tutto intorno c’è la morte, l’orrore. Anche dopo ci sarà, e noi dovremo affrontarlo. Ma in questo momento mi sento felice. Come posso esserlo? Eppure lo sono. Ora che tu sei qui fra le mie braccia, io sono felice.
Mi stacco da te e prendo il tuo viso fra le mani. Come sei bello! Il viso più bello che abbia mai visto. Accarezzo i tuoi capelli, bianchi come la neve. Nella poca luce posso vedere l’argento dei loro riflessi. Potresti essere un angelo caduto dal cielo. Ma io so che non è così, sei un uomo, il mio unico meraviglioso amico.
Anche tu sei stupito quanto me. Te lo leggo negli occhi. E vi leggo anche qualcos’altro. E’ desiderio. Un desiderio grande quanto il mio.
Sento le tue mani che mi spogliano. Le tue dita accarezzano le mie cicatrici. Ti stringo e sento il tuo corpo tendersi contro il mio. Non ti vedo bene ma so che la tua pelle è bianca ed è liscia sotto le mie dita.
Non posso fare a meno di baciarti dappertutto, di esplorare la tua pelle. Di inebriarmi del tuo odore.
Le tue gambe mi imprigionano. Mi attiri verso di te, dentro di te. Ti sento tremare. Poi sprofondiamo, allacciati. In questo momento tu sei tutto il mio mondo. E io sono il tuo. I nostri corpi sono forti e ora si muovono quasi con violenza.
Le tue dita mi stringono fino a farmi male. Io cerco la tua bocca affamato.
Mi muovo con forza dentro di te, lo so, ti sto facendo male. Ma non posso fare diversamente. Il mio desiderio è troppo grande. Vorrei entrare tutto dentro di te, fondermi con te, per non doverti mai lasciare. Mai. E alla fine morire con te.
Mio Rei. Mio amato Rei.
E quando mi libero dentro il tuo corpo, vorrei che fosse la mia anima e non soltanto il mio seme.
La notte sta per finire. La luce ci troverà qui, abbracciati. Solo ora mi rendo conto che non abbiamo detto una sola parola. Non ce n’è bisogno. Ormai sappiamo tutto quello che c’è da sapere. Fra poco la vita continuerà, tu andrai ad uccidere Juda. Io tornerò a combattere contro mio fratello. Tu tornerai da Mamia, e il mio cuore continuerà ad amare disperatamente Giulia.
Ma questa notte è nostra, soltanto nostra. Ti guardo, tu sorridi. Per qualche ora hai dimenticato persino la tua morte. Ancora una volta accarezzo il tuo viso, e ancora una volta ti bacio. Per l’ultima volta. Poi ti sento che ti accoccoli contro di me, il tuo viso sul mio petto. E rimaniamo così, ad aspettare la luce.

FINE
   
 
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