“Dove
sei, Kikyo? Dove sei? Lo so che sei qui, ti sento.
Sento il tuo odore. Dove ti nascondi, perché ti nascondi?”
È InuYasha che grida così, che si aggira smarrito per
la foresta in fiamme.
“Kikyo! Dove sei?”
Un rumore dietro le sue spalle lo fa girare di scatto:
l’albero sacro, totalmente arso, è crollato al suolo, e tra i rami bruciati
intravede finalmente la figura che cercava. Ma anche Kikyo è stata orridamente sfigurata dall’incendio, e il suo
candido vestito è ora nero di fuliggine.
InuYasha le corre incontro, la
abbraccia. Piange.
“Kikyo! Chi ti ha ridotto così? Chi è stato?”
“Chi è stato? Tu lo sai, InuYasha” mormora Kikyo, piena di odio “Sei stato
tu!”
“Io!?”
“Tu! Tu mi hai tradito, hai cercato di rubarmi la sfera degli Shikon, tu mi hai ucciso, e lo sai!”
“No! No! Non è vero!”
“Tu mi hai tradito InuYasha, e io ti ho amavo. Ora morirò di nuovo, moriremo
insieme...”
Le fiamme li avvolgono.
***
“InuYasha! Svegliati!”
È una mattina di primavera. InuYasha apre gli occhi,
si accorge di essere nella casa della vecchia Kaede,
e Kagome è china su di lui. Ansima
ancora, è ricoperto di sudore.
“Dov’è Kikyo?” chiede.
“Hai visto Kikyo?” dice Kagome.
“Era vicino all’albero sacro, era tutto in fiamme, anche lei...”
“Era un sogno, InuYasha, solo un brutto sogno”
Finalmente InuYasha si rende conto di dove si trova.
Si guarda intorno, guarda Kagome
e legge la tristezza nei suoi occhi.
“Perdonami, Kagome. Ti ho spaventata...
e parlandoti di Kikyo ti rattristo”
“Ma che dici!” protesta Kagome “Perché ti scusi? Hai
avuto un incubo, non c’è nulla di strano, capita a tutti,
no?”
“Hai ragione... Può succedere. Beh, io vado ad allenarmi, tra qualche
giorno dobbiamo ricominciare a cercare le schegge”
Così dicendo, InuYasha esce dalla capanna. Sia
Kagome che Kaede lo
guardano perplesse.
“Questa poi...” dice la
ragazza “è la prima volta che InuYasha si scusa
perché parla di Kikyo. Da dove gli viene questa
sensibilità?”
“Quell’incubo deve averlo
davvero sconvolto” commenta Kaede.
“È anche la prima volta che lo vedo soffrire di incubi.
Speriamo sia l’ultima”
***
Sera. Tutto il gruppo si è riunito a mangiare nella casa della vecchia Kaede. InuYasha è stranamente
loquace.
“Si è fatto tardi” dice a un certo punto Sango. Kagome annuisce: “Dovremmo
andare a dormire”
“Di già? Non sarebbe meglio discutere di quello che
dobbiamo fare nei prossimi giorni?” dice InuYasha con voce quasi capricciosa.
“Che c’è da discutere?” chiede Sango “Sappiamo già
dove andare a cercare le schegge, due pescatori ci hanno raccontato che a nord
alcuni shibugarasu (demoni corvi, nda)
sono diventati improvvisamente giganteschi: avranno inglobato dei frammenti,
no?”
“Se proprio vi scoccia restare a chiacchierare ancora un po’...”
“Cos’è tutta questa parlantina, InuYasha?” chiede Shippo “Siamo qui da tre ore e continui a ciarlare. Anche
le candele si sono quasi tutte consumate”
“Questo non è un problema” interviene Miroku “vado
dalla signorina che abita qui a fianco a farmene prestare due...”
“Houshi-sama!”
L’esclamazione e soprattutto l’occhiataccia di Sango gelano il monaco: “Però, a pensarci bene, forse è meglio che
andiamo tutti a dormire...”
Miroku e Sango si congedano
e vanno via. Shippo subito si mette nel suo cantuccio
e si addormenta profondamente. InuYasha sembra
titubante, e la cosa non sfugge a Kagome
“Che c’è, InuYasha?”
“Niente... niente. Vado a dormire anch’io, buonanotte”
Ma quando le luci si spengono, Kagome nel buio sente
distintamente InuYasha che si rigira di continuo,
come se non riuscisse a prendere sonno. Preoccupata, anche lei rimane sveglia,
e lo ascolta, senza osare chiedergli niente. Solo quando sente cessare tutti i rumori si rilassa, e si addormenta. Ma sono solo pochi
minuti: all’improvviso l’urlo di InuYasha
squarcia il silenzio.