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Autore: SunshinePol    01/12/2010    5 recensioni
Violet ha 22 anni, una famiglia che adora e delle amiche fantastiche. Si è appena laureata e torna a casa per il matrimonio del fratello, dove sarà costretta a rivedere l'ex fidanzato fedifrago. Rincontrerà anche il migliore amico dello sposo, che ha reso la sua adolescenza un inferno, ma di cui era follemente innamorata. Cosa succederà ora che sono entrambi cresciuti e cambiati?
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' la prima fanfiction che scrivo. Ho ricevuto l'illuminazione divina mentre ero in università e spero di riuscire a scrivere qualcosa di carino. L'aggiornamento dovrebbe essere settimanale, tranne in caso di studio intensivo! Un particolare ringraziamento a HappyCloud che mi ha spronato a scrivere e a pubblicare. Love u so so much darling!

George:
Ti vedo là, da sola, al tuo tavolo, con il vestito lavanda…
Julianne: Ti ho detto che ho un vestito lavanda?
George: I capelli raccolti, il dolce ancora intatto e forse con le dita che tamburellano sulla tovaglia di lino bianco, come fai sempre quando sei molto giù, e magari ti guardi le unghie e pensi: “Dio! Se invece di tante macchinazioni fossi andata dalla manicure…” Ma è troppo tardi.
Julianne: George non ti ho mai detto che il mio vestito è lavanda.
George: E a un tratto una nota canzone…e tu ti alzi dalla sedia, con movenza leggera…sorpresa…cercando…fiutando il vento come una gazzella…Dio ha ascoltato la tua preghiera: - Cenerentola danzerà ancora? - Ed ecco…all’improvviso…la folla si apre…e appare lui…bellissimo…DRINNNNNNNNNNNNNNNNNNN - Buon giorno L.A., sono le 7.30 di uno splendido sabato mattino…
L’odioso suono della sveglia mi strappa dal bellissimo sogno che stavo facendo. Ho sempre adorato quel film e riguardarlo la sera prima del matrimonio di mio fratello Tyler credo non sia stata un’ottima idea. Probabilmente Freud mi direbbe che è il mio inconscio che tenta di mandarmi un messaggio, poiché è esattamente ciò che mi aspetta oggi, ma senza nessun salvataggio.
Al matrimonio in pompa magna saranno presenti tutti i miei parenti che mi tartasseranno di domande sul rapporto tra me e il mio “perfetto, elegante, bellissimo, ricco, intelligente,…eccetera, eccetera” fidanzato, adorato molto più di me dalla mia stessa famiglia. Dovrò ripetere per ore che io e quel fantastico uomo, che è tra l’altro cugino della sposa, non stiamo più insieme, dato che mi ha tradito ripetutamente per tutto il periodo della nostra relazione.
Ci siamo conosciuti tre anni fa, ero in spiaggia con le mie migliori amiche, ci stavamo godendo il meritato riposo dopo la fine del primo anno di college quando sono stata colpita da un pallone e da un fulmine. Mi si è presentato un adone greco: alto, muscoloso al punto giusto, con corti capelli biondi e occhi color ghiaccio…il tipico surfista californiano. Sembrava un angelo, ma in realtà si è rivelato un vero stronzo! Ha avuto anche il coraggio di negare il tradimento dopo che l’ho sorpreso a letto con una biondona tutta rifatta. E ha avuto anche la faccia tosta di raccontare a tutti che mi ha lasciato lui, perché “non ero all’altezza dei suoi standard”
Mi perdo in queste elucubrazioni per non pensare che oggi sia il grande giorno del mio fratellone, che sono la sua testimone e che sarò l’unica irrimediabilmente single a un matrimonio. Sono passati solo sei mesi dalla rottura con Evan, ma già mi vedo tacciata da tutti, parenti della sposa e dello sposo, come la povera ragazza lasciata dall’uomo perfetto, condannata a una vita di zitellaggio, circondata da gatti e centrini, piena di rimpianti per essersi fatta sfuggire l’uomo perfetto!
Basta! Non posso perdermi in questi pensieri, è il giorno del matrimonio di mio fratello e non devo nemmeno sprecarmi a immaginare con quale supermodella Evan si presenterà quest’oggi! Mi basta aspettare poche ore per scoprirlo, purtroppo.
Mi alzo di malavoglia, scendo in cucina, dove trovo mia mamma nel panico: il suo bimbo si sposa, è praticamente una tragedia greca.
- Buongiorno genitori! - Li saluto entrambi con un bacio sulla guancia, recupero una tazza di caffè fumante, un muffin al cioccolato e vado nella stanza accanto alla mia a svegliare mio fratello. Mi fermo sulla porta a osservarlo: non posso crederci che quel Don Giovanni stia per sposarsi. Ha fatto passare più donne lui di Rocco Siffredi e invece ha messo la testa a posto nell’esatto momento in cui ha posato gli occhi su quella santa donna di Alice: un concentrato di energia e gioia rinchiusi in un metro e settanta di bellezza californiana.
Sono la coppia più bella che io abbia mai visto, anche se non è stato per niente facile per Tyler conquistarla; non era mai successo che mio fratello fosse rifiutato da una donna, fino a che non è arrivata lei. E ora lo sta portando all’altare. Stanno insieme da soli otto mesi, ma sono sicura che il loro sarà un matrimonio perfetto, sempre che io mi decida a svegliare quel dormiglione tiratardi!
Appoggio la colazione sul comodino, mi avvicino alla finestra e la spalanco urlando.
- Buongiorno fratellone, forza in piedi, è il grande giorno oggi!
L’unica risposta che ricevo è un grugnito indefinito.
- Possibile che nemmeno il giorno del tuo matrimon…
- Non osare ripetere quella parola! – mi urla mio fratello nascondendo la testa sotto il cuscino.
- Oh oh…qualcuno qui è nervoso al pensiero di restare con la stessa donna per tutta la vita??? Ci stai ripensando Tyler? Lo sai che se abbandoni Alice all’altare puoi dire addio ai tuoi preziosi gioielli di famiglia?
Sbuffando Ty riemerge dal limbo e con due occhi da cucciolo terrorizzato mi domanda: - Mi proteggeresti tu, vero sorellina e mia testimone?
- Non credo proprio! Ti sei scelto male il tuo testimone. Per avere protezione avresti dovuto scegliere uno di quei tuoi pompatissimi compagni di squadra!
Li odio tutti: sono dei montati che passano la loro vita a giocare a football o a surfare. Mi hanno reso la vita un inferno prendendomi in giro per quei chiletti di troppo che avevo alle superiori; intendiamoci, ero veramente bruttina, ma non meritavo un trattamento del genere.
- Violet lo sai che tu sei la mia migliore amica, non che la più bella, più intelligente, più simpatica…in pratica la mia sorellina preferita!
- Nonché unica sorella che hai!
- Pffff…dettagli.
Io e mio fratello abbiamo solo due anni di differenza e il nostro rapporto è stato conflittuale fino a che non si è diplomato. Da quel momento siamo diventati molto uniti, nonostante lui abbia frequentato l’UCLA ed io, con le mie migliori amiche, abbia frequentato Yale. Mi sono appena laureata in economia, esattamente come mio fratello, per poter lavorare nell’azienda di nostro padre; Tyler ci lavora già da un paio d’anni, mentre io inizierò fra qualche settimana.
- Dai, su, datti una mossa, fai colazione e poi preparati: devi essere bellissimo, altrimenti Alice capirà l’errore che sta facendo.
Mi sposto appena in tempo prima di ricevere un cuscino direttamente in faccia; poi Ty si alza, beve un goccio di caffè, ormai quasi freddo, sbocconcella il muffin e prima che io me ne vada mi scocca un bacio sulla guancia.
Mi fiondo in bagno per una doccia veloce, uso il mio shampoo preferito dal profumo leggermente fruttato e decido di lasciare i miei lunghi capelli scuri liberi e sciolti.
- Violet sbrigatiiiiii! Stai occupando questo bagno da un’eternità. Mamma dille qualcosa. Mi devo sposare io oggi non lei!
- Tyler, non essere così scortese con tua sorella! –
La mia adorata mammina è intervenuta in mia difesa e mi fa spuntare un sorrisone sulle labbra mentre apro la porta del bagno per lasciare spazio a mio fratello che si sta esibendo nel suo migliore sguardo da cucciolo bastonato bisognoso d’affetto che come al solito stende mia madre.
- Tua sorella ha bisogno di più tempo per prepararsi, invece tu sei sempre bellissimo e perfetto, anche appena alzato e reduce da una sbronza colossale.
Ecco! Mi sembrava strano che mia mamma stesse prendendo le mie parti in una discussione con mio fratello, il quale mi rivolge uno sguardo tronfio e abbraccia quella screanzata di nostra madre facendola commuovere. Devo capirla, è il giorno del matrimonio del suo bimbo: con la reputazione di Tyler aveva perso le speranze di vederlo all’altare, e invece si starà già immaginando tanti piccoli nipotini che Alice dovrà sfornare!
Sbuffando urlo a Ty di sbrigarsi
– Tra mezz’ora devo essere alla casa sulla spiaggia!
Non ascolto la colorita risposta di mio fratello e vado in camera mia a preparare scarpe, vestito, borsa e accessori per la giornata. Infilo un paio di shorts di jeans, una canotta e le ballerine e sono pronta per andare. Mi siedo sul letto ad aspettare e ripenso agli ultimi otto mesi e all’organizzazione del matrimonio del secolo: nonostante io fossi dall’altra parte dello stato sono riusciti a esaurire tutta la mia pazienza. Ero già sotto stress per gli esami finali, per la laurea e per la rottura del mio rapporto con Evan, ci mancavano solo le telefonate a qualunque ora del giorno e della notte per eliminare i dubbi di Tyler, per consigliare alla sposa la lingerie adatta e per decidere il colore dei fiori dei centrotavola per il pranzo.
I due futuri sposi hanno deciso di celebrare la cerimonia in spiaggia, a Malibù, come nei migliori film. D'altronde non ci sono problemi economici né nella nostra famiglia, né in quella di Alice; mio padre John ha un’azienda di elettronica conosciuta in tutto il mondo, mia madre Claire è l’avvocato civilista migliore dello stato. I genitori di Alice hanno un’azienda di cosmetici diretta dall’altro loro figlio, Scotty. Io adoro quel ragazzo: gay fino al midollo, di un’intelligenza, di una simpatia e dolcezza fuori dal comune; ed è pure un gran bel pezzo di ragazzo, che non guasta mai! Mi ha preso sotto la sua ala protettrice dopo che ci siamo trovati d’accordo su tutti i dettagli del matrimonio, dimostrando di avere gli stessi gusti, e dopo che ha scoperto la mia trasformazione da bruco a farfalla: mi ha detto che la sua fiaba preferita è sempre stata “Il brutto anatroccolo” e che io incarno perfettamente il povero anatroccolo che è diventato un bellissimo cigno.
Lo scambio dei voti e delle fedi si terrà in riva al mare, la preparazione della sposa, delle damigelle e la mia è stata organizzata nella casetta sulla spiaggia di Scotty.
In realtà io, in qualità di testimone dello sposo, mi sarei dovuta preparare insieme a mio fratello e agli altri testimoni, ma essendo io una ragazza hanno preferito destinarmi alla sposa.
Sono talmente presa da questi pensieri che non mi accorgo del tempo che passa fino a che non sento in lontananza delle campane rintoccare: è passata più di mezz’ora da quando mio fratello si è chiuso in bagno, e poi siamo noi donne quelle vanitose, che passano ore a prepararsi!
- Tyler ti vuoi dare una mossa?!?!? Se non esci entro un minuto giuro che ti lascio qui e uso la tua macchina per andarmene!
Non faccio in tempo a finire la frase che mio fratello esce dalla porta del bagno.
 - Non oseresti mai guidare la mia piccola!
- Assurdo! Sei più geloso della sua stupida macchina che della tua fidanzata!
- Hey…non offendere la mia piccola, ha un animo sensibile, lei.
E quando Ty inizia a parlare della sua macchina come di una donna, allora non c’è più niente da fare: passerà i successivi 20-25 minuti a illustrarti tutti i vantaggi della sua BMW serie 1 e di quanto un’automobile sia più affidabile e fedele di una ragazza.
Lo interrompo sul nascere con un gesto della mano.
 - Oddio, ti prego non posso sentire ancora una volta questi discorsi stupidi e maschilisti. E’ tardi, dobbiamo andare!
- Violet datti una calmata, sono io che mi devo sposare! Sei più agitata di me!
- E certo che sono più in ansia io, tu sei ancora sotto gli effetti della sbronza colossale di due sere fa al tuo addio al celibato.
- Ahhhhh…puoi dirlo! Come al solito le feste organizzate da Coop sono sempre le migliori.
Cooper Dalton: quel nome è la mia condanna. Nel sentirlo pronunciare il mio cuore si ferma, per la prima volta dopo quattro anni rivedrò il migliore amico di mio fratello. E’ stato il mio primo amore, ovviamente non corrisposto, e il mio incubo più grande; mi ha sempre preso in giro per il mio aspetto. E’ stato lui a inventare il soprannome odioso che mi ha accompagnata per tutti e quattro gli anni delle superiori e che mi ha spinto a scegliere un college dall’altra parte del paese. Non volevo più vederlo, ma essendo lui sempre a casa nostra era molto difficile riuscirci; nei weekend in cui tornavo dall’università evitavo accuratamente d’incontrarlo e le vacanze le passavo in giro per il mondo con le mie amiche, pur di non vederlo. Dalla sera della mia festa di diploma, in cui avevo programmato di dichiararmi e invece l’ho scoperto in atteggiamenti molto intimi con mia cugina Caroline, l’amore ha lasciato il posto all’odio. Ha reso la mia vita un inferno e ho deciso di trattarlo con indifferenza e superiorità: non si merita più niente da me, nemmeno la mia rabbia o il mio risentimento, sono sprecati per un buzzurro come lui. Avevo pensato di vendicarmi, ma ho capito che l’aver perso tutta quella ciccetta di troppo, l’essere diventata una bella ragazza e l’essermi laureata con il massimo dei voti sono la mia rivincita personale, senza che io abbia bisogno di mezzucci e trucchetti per umiliarlo.
L’unico problema è che non potrò più sbattergli in faccia la mia “perfetta” storia d’amore. Idiota di un Evan, doveva farsi beccare proprio prima del matrimonio???? Non poteva aspettare qualche mese????
Sono così persa nel ricordare il mio passato, che non mi accorgo di essere ferma davanti alla macchina da qualche minuto con Tyler che mi osserva stranito. Un colpo di clacson mi spaventa a morte e mi risveglia dai miei pensieri.
- Allora Violet, hai intenzione di salire su questo gioiello di macchina, o devo aspettarti ancora molto? Devo sempre aspettarti.
La faccia tosta di mio fratello non ha veramente limiti; mi trattengo dall’ucciderlo, solo per non rendere Alice vedova ancora prima di essersi sposata. Mi limito a pizzicargli un fianco e a salire in macchina, dopo aver sistemato tutto il necessaire per la giornata; in dieci minuti arriviamo a destinazione. Io mi dirigo a casa di Scotty, mentre Ty va a prepararsi a casa di Cooper che dista poche centinaia di metri.
Mi fermo davanti alla porta della villetta per trovare il coraggio di suonare: spero nella presenza del padrone di casa e del suo adorabile fidanzato Jack per sopravvivere nella stessa stanza con le amiche di Alice. Sono vanesie, vanitose e inutili: passano il loro tempo a cianciare su chi si è rifatto cosa, su come accalappiarsi un vecchio riccone, trovarsi un amante e farsi mantenere da entrambi. Il loro unico problema e se andare prima o dopo la palestra a fare shopping e quando prenotare le sessioni settimanali dall’estetista; non capisco come Alice possa essere amica di ragazze così e la stessa cosa se la chiedono suo fratello e il suo probabile futuro cognato. Prima che io riesca a suonare il campanello, la porta si spalanca, Scotty e Jack mi si presentano davanti, belli come dei fotomodelli, mi abbracciano in contemporanea e mi scoccano due rumorosi baci su entrambe le guance. Non ci vediamo da qualche settimana e mi mancano le nostre uscite a base di cibo messicano, sangria e pettegolezzi. Purtroppo abbiamo dovuto limitarle dato la mia lontananza, ma ora che torno a vivere a L.A. potremo vederci molto più spesso.
- Cucciola, oddio per fortuna che sei arrivata tu! Quelle arpie non hanno fatto altro che tentare di metterci le loro zampacce da galline addosso; sei il primo, e temo anche l’ultimo, individuo di sesso femminile con un po’ di cervello che mette piede in questa casa.
- Ragazzi, non iniziate a terrorizzarmi e a lusingarmi altrimenti non troverò mai il coraggio di entrare in quella stanza! E’ così tragica come penso, la situazione?
- E’ addirittura peggio – mi risponde Jack.
- Ok, ho bisogno di qualcosa di forte, di molto forte per poter reggere tutte quelle chiacchiere insulse e cattive, anzi direi che meglio ancora ho bisogno di andarmene il più lontano possibile da questo matrimonio! Tra le galline starnazzanti, la riunione del parentado, la presenza di Evan con la sua nuova fiamma e Cooper non so cos’altro potrebbe andare peggio!
- No cucciola, non dire così…ci sono i tuoi due cavalieri dall’armatura griffata a proteggerti. Nei nostri smoking super eleganti saremo i più belli, tu dopo una veloce seduta di trucco e parrucco sarai perfetta e saremo l’invidia di tutti gli invitati. Il vestito che abbiamo scelto ti sta d’incanto, quindi non preoccuparti, sarai stupenda.
Li abbraccio di slancio entrambi: dopo questa iniezione di autostima e buon’umore posso sopportare tutto, quindi con passo veloce e armata di coraggio entro nella camera-salone di bellezza dove trovo la sposa e le sue damigelle.
Alice mi vede, si alza e mi travolge con un abbraccio stritolatore, poi mi trascina alla postazione della toletta dove l’estetista ingaggiata per l’occasione mi trucca leggermente e la parrucchiera sistema i miei capelli con il ferro per arricciare meglio i miei boccoli naturali.
Dopo di me tocca alla sposa, la aiutiamo a indossare l’abito bianco, molto semplice, senza spalline, con una fascia color avorio sotto il seno, con un leggero strascico. E’ assolutamente perfetta con i suoi bellissimi capelli color grano raccolti in un morbido chignon; mi commuovo nell’osservarla e vedo che anche Scotty è emozionato come me mentre stringe la mano del suo Jack. Sento una piccola punta di gelosia per quel rapporto perfetto che hanno i due ragazzi e non posso fare a meno di pensare che fino a pochi mesi prima anch’io ero nella loro stessa situazione, innamorata, felice e con un ragazzo che credevo fantastico al mio fianco. Ora è tutto finito, rovinato e mi assale la paura di non riuscire più a provare quei sentimenti, quelle sensazioni di nuovo. Scotty mi guarda interrogativo, deve aver notato che il mio sguardo si è rattristato; non posso rovinare la giornata a nessuno, nemmeno a me quindi mi impongo di non pensarci e sorrido al bel ragazzo che mi osserva.
Jack prende la bottiglia di champagne, ne versa un po’ nei calici di tutti e propone un brindisi.
 - A questa bellissima sposa, mia futura cognata (si spera) e al suo purtroppo troppo etero futuro marito – io e Scotty gli rifiliamo due gomitate in contemporanea, mentre tutti scoppiano a ridere – ouch…sto scherzando!
Beviamo tutti un sorso di quel buonissimo vino frizzante: non abbiamo proprio badato a spese, scorreranno fiumi di Dom Pérignon quest’oggi! Le bollicine e l’alcool mi accarezzano la lingua e proseguono il loro viaggio verso il mio stomaco; devo decisamente stare lontana dagli alcolici oggi: li reggo malissimo e voglio essere lucida e nel pieno delle mie facoltà per godermi appieno l’evento.
- Ma se mio fratello sposa tua sorella tu ed io che grado di parentela abbiamo?!?!?
Scotty mi guarda stralunato, scervellandosi per trovare una risposta.
- Direi che, anche se convenzionalmente non siamo parenti in nessun modo, da questo momento in poi possiamo considerarci fratelli, non di sangue, ma di anima…che ne dici???
Lo abbraccio di slancio, nascondendo il viso nel suo petto per impedire che tutti notino i miei occhi lucidi.
- Direi che è perfetto.
 Glielo sussurro prima che Jack venga a reclamare il suo fidanzato.
- Ehi ehi ehi! Cosa state combinando voi due??? Devo essere geloso?
E’ terribilmente serio, ma la luce nei suoi occhi mi fa capire che sta scherzando; gli scocco un bacio sulla guancia.
- Assolutamente no. Non puoi essere geloso, lo sai che sei tu il più bello fra i due.
Inizio a correre inseguita dal testimone della sposa, mentre sento l’altro ragazzo ridere; Scotty riesce ad acciuffarmi e inizia a farmi il solletico: mi dimeno come una pazza, fino a che Shelley, la migliore amica di Alice, non mi riprende.
- Santo cielo, Violet. Hai una certa età, non puoi correre in questo modo e comportarti come una bambina.
Oddio, mi sembra di tornare ai miei otto anni, quando venivo ripresa per le mie continue marachelle; mi mordo la lingua per non rispondere a tono a quella specie di vipera travestita da Barbie Malibù. Che poi come cavolo si fa a pensare di poter indossare un vestitino che arriva appena sotto le chiappe, esageratamente scollato, di quel rosa evidenziatore e tutto lucido, al matrimonio della tua migliore amica??? Anzi, meglio dire come cavolo si fa a pensare di poter indossare un vestito così in qualunque altra occasione che non sia Halloween???
Soprassiedo per non creare problemi alla mia futura cognatina e indosso il mio abito. E’ stupendo, l’ho adorato dal primo momento che l’ho visto: è verde scuro, colore che sposa perfettamente con la mia carnagione leggermente abbronzata e con i miei occhi dello stesso colore dell’abito. Arriva qualche centimetro sopra al ginocchio, con un solo spallino largo, aderente fino a sotto il seno, dove si arriccia per poi cadere leggermente più morbido sulle gambe.
Mi guardo allo specchio e sono decisamente soddisfatta di ciò che vedo; qualche anno fa non sarei mai riuscita ad ottenere un risultato così.
Stufa di tutto quel chiacchiericcio inutile che stanno producendo le galline bionde, recupero gli orecchini e il bracciale, anch’essi verdi e la pochette con lo stretto necessario. Indosso i sandali neri con il tacco e raggiungo i ragazzi in cucina.
- Uuuuu…cucciola hai intenzione di infrangere molti cuori oggi???’
- Ma smettila, Scotty! Anche se l’idea di far sbavare un po’ quei trogloditi degli amici di mio fratello, che mi hanno preso in giro per una vita, non mi dispiace per niente.
- Sbaveranno tutti, non solo loro. Anche noi due se non fossimo così gay ci proveremmo con te, ma ti va male ragazza: devi accontentarti della nostra sconfinata invidia per quanto tu sia più bella di noi.
- Ahahahha…direi che posso accontentarmi. Vado a controllare mio fratello, non vorrei che fosse scappato per colpa di una crisi di panico! Ci vediamo dopo!
Esco e cammino sulla spiaggia percorrendo quei pochi passi che dividono casa di Scotty e Jack dalla casa di Cooper. Gli invitati iniziano ad arrivare, incrocio molti parenti che non vedo da secoli, alcuni amici di famiglia e intravedo Evan, bello come al solito, con quell’aria da bravo ragazzo. Mi incanto un attimo a osservarlo, fino a che non poso lo sguardo sulla stangona che lo accompagna: devo dire che fa concorrenza a Shelley con quel miniabito oro, che lascia scoperte tutte le grazie. E quei capelli rosso fuoco sposano molto poco con il colore del vestito che indossa; non voglio farmi vedere, non in questo momento. So che sarà inevitabile, ma spero di poter contare sul sostegno delle mie amiche quando succederà!
Mi nascondo tra le pareti di due case confinanti con il cuore che batte all’impazzata; mentre aspetto che quei due se ne vadano mi accorgo di essermi nascosta proprio dietro alla casa di Coop. Sento i ragazzi parlare, prendo un respiro profondo, faccio un passo in avanti, quando sento che uno degli amici di mio fratello ha appena pronunciato il mio nome. Mi acquatto di nuovo, voglio proprio sentire cosa dicono di me in mia assenza.
- Tyler non ved l’ora di vedere tua sorella. Mi manca prenderla in giro, era il mio passatempo preferito.
Dopo questa brillante uscita, quel macaco di Chad scoppia a ridere sguaiatamente, seguito a ruota dagli altri; è rimasto lo stesso cafone di un tempo, anche se mi fa impressione vedere quei muscoli troppo pompati stretti in un completo elegante. E’ sempre stato il più costante nel deridermi, non ha mai perso un’occasione, nonostante il cervello rimpicciolito dagli anabolizzanti.
- Chad, smettila! E’ mia sorella, porca miseria!
- Oh ti prego, Ty. Ci hai sempre appoggiati e aiutati.
Ecco Conrad, un altro gorilla che si è spappolato il cervello a furia di prendere colpi in testa a football.
- Lo so, ma questo era prima che crescessimo entrambi e che diventassimo così legati. E’ la mia testimone, la mia sorellina e che nessuno provi a prenderla in giro di nuovo. Sono stato chiaro?
Caspita, mio fratello si è fatto valere e ha preso le mie parti con i suoi amici. Direi che posso perdonarlo per tutti gli anni passati dopo questa difesa accorata.
- Ha ragione Tyler, siamo cresciuti e lo è anche lei.
E’ la voce di Cooper quella che mi ha appena difesa?!?!? Non posso credere alle mie orecchie. Mi guardo in giro, ma non lo vedo, è fuori dal mio raggio visivo. Peccato, perché nonostante tutto è comunque un gran bel guardare. Forse anche lui è cresciuto e maturato, forse gli dispiace per tutto il male che mi ha fatto. Forse posso evitare di ucciderlo lentamente e dolorosamente, direi che una morte veloce e indolore possa essere sufficiente, dopotutto forse è pentito.
- Basta chiamarla Balenottera.
Ecco. Ha firmato la sua condanna a morte. Erano anni che non sentivo quel soprannome, e mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, alle superiori con i miei chili di troppo, i vestiti non abbastanza alla moda e la sensazione di inadeguatezza torna a farsi spazio prepotentemente. Non riesco a cancellare tutti quegli anni in un secondo, solo perché, probabilmente per compiacere il suo migliore amico, mi ha difesa. E’ assurdo come una parola, pronunciata da quella voce, riesca a distruggermi di nuovo; mi impongo di non piangere, non posso rovinarmi la giornata e quel ragazzo mi ha già fatto troppo male, non posso permettergli di farlo di nuovo.
Senza fare rumore mi giro e torno in spiaggia, dagli ospiti; scorgo le mie due migliori amiche che camminano sulla sabbia. Le raggiungo e non appena mi vedono mi stritolano in un abbraccio. Sono passate poche ore da quando abbiamo lasciato il nostro appartamento di Yale, ma sembra passata una vita.
Ally mi scruta.
- Che cosa è successo???
E’ assurdo come solo con uno sguardo riesca a capirmi.
- Niente, non ti preoccupare. E’ solo l’ansia per la cerimonia.
- Sicura? – Interviene anche Lexie. Mi osservano scettiche, hanno capito che sto mentendo.
- E che cavolo. Non riesco mai a farla franca con voi due. Ho visto Evan, con una stangona, e ho sentito quegli scimmioni degli amici di mio fratello parlare di me.
Racconto loro tutto mentre camminiamo sulla sabbia. Lexie, la più impulsiva, sta già partendo con passo di carica per andare a dirgliene quattro, ma riesco fortunatamente a fermarla.
- Stai tranquilla, sto bene. E’ stato solo un attimo, ora è tutto passato. Piuttosto dove sono le vostre dolci metà???
Lo sguardo di tutte e due si addolcisce immediatamente. Ally è fidanzata dal penultimo anno di superiori con il nostro compagno di scuola Josh, sono super innamorati e nonostante la distanza sono riusciti a tenere in piedi la loro relazione senza problemi. Lexie invece sta da poco più di un anno con Paul, un ragazzo di un anno più grande, che ha conosciuto a Yale. E’ californiano anche lui, anzi vivono a pochi passi di distanza l’uno dall’altra, ma non si sono mai incrociati fino a che lui non ha rovesciato il prezioso caffè che Lexie aveva appena comprato: è stato amore a prima vista e da allora sono inseparabili.
- Stanno arrivando, stavano parcheggiando e ammirando il parco macchine degli invitati. Gli uomini e le macchine: non capirò mai la loro passione per i veicoli a quattro ruote. – Mi risponde Allison.
- Non parliamone proprio! Stamattina ho rischiato di dovermi sorbire la spiegazione dei cavalli e dei consumi della macchina di mio fratello, non ce l’avrei fatta a sopportarlo.
Mentre ridiamo ci raggiungono Josh e Paul, li saluto entrambi e restiamo a chiacchierare tutti insieme aspettando l’inizio della cerimonia. Da quando io e Evan ci siamo lasciati, hanno dovuto sopportarmi molto di più di prima: né Ally né Lexie mi hanno permesso di stare a casa a deprimermi per la fine della mia storia d’amore e mi hanno costretta a uscire con loro quattro nonostante la mia riluttanza. Mi sembrava di mettermi in mezzo alle due coppiette: le mie due amiche non hanno voluto sentire scuse e così i ragazzi. Anche se sono rimasti amici del mio ex, si sono schierati dalla mia parte, mi hanno sostenuta come hanno potuto e non riuscirò mai a ringraziarli abbastanza.
Controllo l’ora: mancano una ventina di minuti all’inizio della cerimonia.
- Ragazzi, io vado a recuperare lo sposo, sempre che non sia già fuggito in Alaska dopo una crisi di panico.
- Ahahahah…veniamo anche noi, così iniziamo a prendere posto prima che i tutti gli invitati si siedano nei posti migliori. Vorremmo evitare di trovarci sedute accanto a tua zia Peach. – esclama Ally.
Oddio…la zia Peach: è tutta un programma. Sorda come una campana da sempre, urla in continuazione, si veste sempre con abiti larghissimi con stampe floreali, ci abbina scarpe, cappelli e accessori dai colori improponibili e si spruzza litri e litri di un insopportabile profumo alla violetta. Bisogna evitare di entrare nel suo raggio d’azione o il suo olezzo ti rimane appiccicato addosso per giorni.
Cerco mio fratello tra gli invitati, ma non lo vedo; incrocio i miei genitori e i genitori della sposa.
- Oddio tesoro, sei stupenda. L’abito che ti abbiamo scelto è perfetto.
Mia mamma sorride sotto i baffi, nel sentire le parole che Kelly la madre di Alice ha appena pronunciato: se io, Scotty e la mia mammina non ci fossimo opposti categoricamente, quella donna mi avrebbe fatto indossare un abito di taffettà, rosa confetto, con milioni di veli.
- Ha ragione Kelly, sei stupenda. Vieni a dare un bacio al tuo papà; un attimo primo li tieni in braccio e ti stanno sul palmo di una mano e un attimo dopo sono già laureati e pronti a lavorare nella tua stessa azienda. Non mi abituerò mai a vedervi crescere.
Abbraccio mio padre mentre rido di gusto: sembra un orso scorbutico, ma in realtà ha un cuore di panna.
- Scusate, ma avete visto Tyler??? Non lo trovo da nessuna parte. Non sarà mica scappato vero???
Domando fintamente preoccupata, non lo farebbe mai.
- Sì, è ancora a casa di Cooper. Ha detto che non esce da lì, se non vai a recuperarlo tu. Detto fra noi, il mio futuro genero se la sta facendo sotto.
Ridendo mi allontano dai quattro futuri, ancora per poco, consuoceri. Arrivo davanti alla porta di casa Dalton, prendo un respiro per farmi coraggio e senza indugiare suono il campanello.
- Oddio sorellina meno male che sei arrivata! Ma si può sapere dove cavolo eri finita??? Sono nel panico e tu non mi stai supportando abbastanza.
Lo guardo scettica e entro in casa.
- Dove sono tutti gli altri?
- Sono fuori, in piscina; stavamo bevendo qualcosa per allentare la tensione.
- Ty, evita di presentarti brillo al tuo matrimonio. Non sarebbe il caso.
Mi osserva offeso.
- Non sono mica come te, che non reggo nemmeno un goccio d’alcool sorellina.
Sto per rispondergli a tono, quando sento esclamare da Chad: - Porca puttana!
Mi sento osservata da cinque paia di occhi, non mi ero resa conto che gli scimmioni, richiamati dalle nostre chiacchiere, erano rientrati in casa. Mi giro e li trovo che mi osservano con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite: devo dire che non è affatto male come sensazione.
- Cazzo Tyler, ma potevi dircelo prima che tua sorella era diventata una fig…
- Devooooooon, le parole!
- Una figliola così bella…volevo dire figliola, non figa.
Gli arriva uno scappellotto da parte di mio fratello e una gomitata da Cooper,che finalmente sembra risvegliarsi dallo stato catatonico in cui era caduto. Lo osservo qualche secondo e mi stupisco di quanto sia bello, ancora più bello di prima; sembra più grande, con quel completo elegante, nero che lo fa sembrare ancora più alto, la camicia bianca che fa risaltare le spalle larghe e muscolose, i capelli sapientemente spettinati e quegli occhi verdi che mi scrutano. Mi perdo in quei fantastici occhi, che mi hanno sempre affascinata, e perdo contatto con la realtà. Dio, mi sento di nuovo una goffa e impacciata 15enne con l’apparecchio ai denti che osserva da lontano il più bello della scuola; è come se non fosse cambiato niente da quando sognavo di riuscire a parlargli senza fare la figura della stupida, senza balbettare, senza arrossire, senza dire fesserie.
Mi si secca la gola, vorrei parlare, ma non mi ricordo come si fa ad articolare le parole. A cavarmi da questo impiccio è Conrad.
- E così la nostra piccola Violet è cresciuta, ed è cresciuta decisamente bene. Non avrei mai pensato che saresti diventata…così. Temo che sarò costretto a ballare con te più di una volta oggi.
- Oh, ma quale onore. Non ti preoccupare, direi che non è necessario. Non vorrei che le altre ragazze dovessero rimanerci male perché balli solo con me; ti cedo, anche se a malincuore, alle altre.
- Be, effettivamente, sarebbero tutte gelose di te. Ma credo di potermi dividere tra tutte voi fanciulle, sono un vero maschio io.
Ok, è una causa persa. Non solo non ha capito che ero assolutamente sarcastica e che piuttosto di ballare con lui mi farei amputare tutti e due i piedi, ma si crede anche un gran figo. Decisamente non è cambiato da quando eravamo alle superiori. Al pensiero di ballare con lui mi sorge spontaneo fare una smorfia, che viene intercettata da quel sadico di mio fratello.
- Non preoccupatevi ragazzi! Stavo giusto parlando con mia sorella di voi ieri e mi ha confessato che aveva proprio voglia di vedervi, che le siete mancati e che vorrebbe ballare con tutti voi.
E’ ufficiale: mio fratello è un uomo morto. Gli lancio un’occhiata di fuoco e sento una risatina provenire da Coop, l’unico tra i presenti che possiede un minimo di cervello, per quanto mi costa ammetterlo, e che ha capito che non sono per niente d’accordo con quello che ha detto quello scellerato di Tyler.
- Sarà il caso di stabilire l’ordine, oppure di mettere i numerini perché nessuno di noi ha intenzione di perdersi quest’opportunità, io per primo.
Cooper ha appena detto che vuole ballare con me, Cooper, il mio Cooper, vuole ballare con me, davanti a tutti, come al ballo di fine anno, come una vera coppia…
Ok, stop, fermi tutti. Resettiamo il cervello, anzi accendiamolo, perché questi pensieri sono davvero inopportuni: lui non è il mio Cooper, è solo Cooper, anzi non è proprio nessuno, è un ectoplasma, con un gran bel corpo, ma solo un ectoplasma, e noi non balleremo insiemi, né davanti a tutti, né da soli, non ci parleremo nemmeno. Ecco qua, l’ordine è ristabilito, è stato un attimo di pura follia dovuta al caldo, allo champagne che ho bevuto prima e all’agitazione per la giornata. E’ certamente dovuto a tutto questo.
Borbotto sarcasticamente un “sicuramente” e mi rivolgo allo sposo.
- Tyler è ora di andare. Sono le 11 e 55, fra 5 minuti ti sposi, non puoi arrivare tardi al tuo matrimonio! Andiamo!
- Sì hai ragione, andiamo. Le fedi le hai tu vero?
Lo guardo sconvolta.
- No che non le ho io le fedi, hai detto che volevi tenerle tu.
Mi guarda terrorizzato. Fra pochi minuti si deve sposare e non ha le fedi.
- Le ho io le fedi Ty, me le hai date l’altra sera prima di svenire dopo l’ennesimo shot di tequila. E pensare che mi hai anche detto “Coop, queste sono gli anelli per il tuo matrimonio con mia sorella!” A saperlo che era diventata così, avrei potuto prenderti in parola.
- Tyler David Stevenson tu hai detto che cosa?!?!?
- Oddio. Grazie Coop, potevi anche evitarti questa uscita.
- Scusa, non sono riuscito a trattenermi.
Scoppiano tutti a ridere, mentre la mia rabbia cresce a dismisura, gonfio le guance come una bambina, le orecchie mi si tingono di rosso, sto per scoppiare.
- Scusami, scusami, scusami sorellina adorata. Ero sotto i fumi dell’alcool, se fossi stato sobrio non l’avrei mai detta una cosa così. Ti prego, perdonami, non posso vivere sapendo che ti ho ferita.- Esclama buttandosi in ginocchio ai miei piedi.
E’ sempre il solito pagliaccio, ma la sua sceneggiata riesce a calmarmi e addirittura a farmi ridere.
- Ti perdono solo perché sono estremamente buona, ma guardati le spalle perché mi vendicherò nel momento in cui meno te lo aspetti.
Si alza di colpo, mi abbraccia e poi trascina me e il detentore delle fedi verso la porta. E’ arrivato il momento di far iniziare la cerimonia.
Tyler si posiziona davanti al pastore, io qualche passo più a destra e Coop accanto a me. Posso sentire il suo profumo solleticarmi il naso, sento il suo sguardo su di me e percepisco il suo corpo accanto al mio.
- V. puoi chiedere a Cooper di tenere le fedi fino a che non sarà il momento di consegnarle a me?
Riluttante mi giro verso il ragazzo al mio fianco: mi guarda dritto negli occhi, poi con una mano sposta un ciuffo di capelli che sono sfuggiti alla mollettina che me li teneva fermi e me li porta dietro l’orecchio sfiorandomi poi il collo in una carezza leggera che mi azzera la salivazione. Mi sento le mani sudate, le guance imporporate e le gambe molli. Dio, che effetto che mi fa questo ragazzo. Sussurro un grazie imbarazzato e lui con voce leggermente roca mi risponde.
- Figurati. E’ stato un piacere.
Mi giro senza nemmeno riferirgli le parole di mio fratello, nemmeno mi ricordo le parole di mio fratello. Nel farlo incrocio gli sguardi stupiti di Ally e Lexie che ridono apertamente del mio imbarazzo; ho giusto il tempo di rispondere loro con una linguaccia degna di una bimba dell’asilo, che parte la marcia nuziale. Arriva prima Scotty che si mette al suo posto e mi sorride radioso facendomi l’occhiolino, poi arriva Alice accompagnata da suo padre Robert. Mentre i due camminano fra gli invitati, sento la presenza di Cooper sempre più vicina e il suo respiro mi solletica il lobo dell’orecchio.
- Hai già spezzato molti cuori oggi. Quel ragazzo biondo in terza fila non ti stacca gli occhi di dosso!
Mi giro verso di lui per cercare tracce di derisione, ma trovo solo una sincerità disarmante. Cerco tra la folla il “ragazzo biondo”: purtroppo è Evan che osserva furioso la troppa poca distanza tra me e Coop, che si avvicina ancora di più.
- Direi che è decisamente geloso. Lo conosci?
- Sì, purtroppo. E’ il mio ex.
- Mmmm…la cosa si fa sempre più interessante. Certo che non è stato molto intelligente a farsi sfuggire una come te, o sbaglio?
O cavolo. Le sue parole mi provocano le palpitazioni, vorrei scappare, ma non posso. Faccio un respiro profondo e mi impongo di stare calma.
Temo proprio che sarà la giornata più lunga di tutta la mia vita.

 
 
 
 
 
  
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