Senza ritorno
Alzare gli occhi al cielo notturno, sperando di vederlo solcare dalla sua
Piuma, ripercorrere ossessivamente la loro ultima discussione. Queste erano
divenute le sue ore di marcia.
Salazar Slytherin si appoggiò al tronco di un
grosso abete, cercando di portare ordine nei propri ricordi. Aveva di nuovo
superato il limite, i contatti con la mente del Basilisco lo lasciavano ogni volta più svuotato, rendendo sempre più difficile mantenere la lucidità, isolare nella
mente le sensazioni del mostro e le proprie.
Dopo quell'ultimo giorno a
Hogwarts, la scuola che in quattro avevano fondato e che lui stava ora abbandonando
per sempre, Salazar sentiva che le conseguenze di quel legame si facevano sempre
più pericolose.
I brividi, le immagini orribili che il Basilisco gli aveva
trasmesso, i volti delle tre persone che per anni erano state la sua unica
famiglia e che non avrebbe rivisto... Mai più.
Più di tutti, temeva che
sarebbe stato il ricordo di quegli occhi castani a portarlo molto presto alla
pazzia. Il suo sguardo ferito da ciò che Salazar aveva fatto,
quell'addio pronunciato tra lacrime di rabbia e dolore.
Helga...
Era stata
la persona che per prima era riuscita a toccargli il cuore; proprio per questo
sapeva che la sua partenza avrebbe colpito lei più di Godric e
Rowena.
Avrebbe voluto poterle dire che in lui c'era ancora qualcosa del
Salazar che aveva conosciuto, del mago che aveva condiviso con loro quel grande
sogno e vi aveva dato vita. Ma non era più così.
Gli istinti del Basilisco
stavano cambiando ogni suo pensiero, ogni sua reazione. profondamente, in modo
inesorabile.
Senza ritorno.
Quando con grande fatica riusciva a
conquistare ancora brevi momenti di lucidità, ripeteva a se stesso che gli
attimi trascorsi con lei gli sarebbero appartenuti per sempre. Ma non poteva
essere certo nemmeno di questo.
Quando aveva compreso quanto il Basilisco
fosse ormai irrimediabilmente legato a lui, aveva cominciato a progettare la
partenza.
Senza guardarsi indietro.
In questo modo Helga lo avrebbe
odiato, giorno dopo giorno avrebbe trovato più facile consegnarsi alla rabbia
verso di lui, lasciare che essa la avvolgesse. Vi sarebbe riuscita soltanto se
si fosse convinta che Salazar era morto, cosa non lontana dalla realtà.
Incantesimo dopo incantesimo, giorno dopo giorno, l'odio e l'ansia di
vendetta erano sfuggiti al suo controllo...fino al maledetto istante in cui
quella formula aveva aperto la Camera dei Segreti.
La sua vendetta sarebbe
rimasta chiusa per secoli in quella Camera; ma alla fine avrebbe colpito. La
brama di sangue avrebbe contaminato un suo discendente, proprio come il
Basilisco aveva decretato.
Contro i deboli.
Contro le persone prive di
potere, che avevano distrutto il suo passato...Contro le menti più meschine, che
non avevano compreso il loro grande sogno.
Questo era stato l'odio di cui il
mostro si era nutrito. Una collera che aveva reso Salazar cieco e sordo, anche
quando era stata lei a fargli capire che tutto si paga.
Salazar era tornato
da loro, ma lei sapeva guardare lontano e aveva visto il giorno in cui la follia
avrebbe chiesto il conto.
Non aveva accettato che fosse proprio Helga
a porlo dinnanzi alle conseguenze delle sue azioni, di ciò a cui lui aveva
creduto di poter rimediare.
Tutto sarebbe stato più semplice, se fosse stato
qualcuno che odiava a esigere il fio. Avrebbe potuto sopportarlo o meglio,
avrebbe fatto di tutto per tacerlo.
Ora, in quella foresta dove il suo corpo
vagava, una preda che sta semplicemente fuggendo al cacciatore sempre più
vicino, rimandando soltanto di poco la propria morte, ora Salazar capiva di non
poter ignorare il suo destino. Perché la verità aveva la voce di chi lo aveva
amato e lo amava ancora.
Senza ritorno.
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