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Autore: Zabosh    04/12/2010    1 recensioni
Lei aspetta l'autobus delle sette e trenta del giorno prima e si chiede perché sia così in ritardo.
Lei aspetta. [...]
-Lo perderemo.- Dice, e la pioggia lo schernisce con il suo picchiettare imperturbabile.
-Lo perderemo.-​ Ripete, e la pioggia vomita sulle sue parole.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1
L'autobus che non arrivava quando arrivava

Quattro e trenta del mattino, che orario perfetto.

La gente dorme ancora oppure sbadiglia per le strade assonnate, l'aria ferma e fresca odora di pan di zucchero, brioches calde appena sfornate e anche di zenzero. Gli uccellini cinguettano felici alla nuova giornata.

Le invece non è né contenta né tantomeno assonnata.

Lei aspetta l'autobus delle sette e trenta del giorno prima e si chiede perché sia così in ritardo.

Lei aspetta.

2
La donnola


Si sta giusto sistemando meglio la sciarpa verde acido che una donnola le si siede accanto.

Ha la valigia e un cappello da viaggio nero.

Si guarda intorno e continua a lisciarsi la cravatta.

-Lo perderemo.- Dice, e la pioggia lo schernisce con il suo picchiettare imperturbabile.

-Lo perderemo.-​ Ripete, e la pioggia vomita sulle sue parole.

3
Narciso


Narciso attraversa la strada a passo svelto e per poco non inciampa in una tazza che cresce spontanea sull'asfalto gelido.

Si siede esattamente tra lei e la donnola che continua a borbottare nascosta dietro la sua valigia da viaggio nera.

Narciso si pettina con le dita i riccioli biondi e si ammira allo specchio, sorridendo soddisfatto.

La pioggia continua a cadere e lei, Agnes, aspetta l'autobus delle sette e trenta del giorno prima.

4
Guardiana.


-Sono venuto a prenderti.- Narciso finalmente posa lo specchio e la guarda: in effetti, i suoi occhi chiari riflettono meglio.

Agnes sospira e annuisce a testa bassa, rassegnata al suo destino.

-Guardami.- Narciso la costringe a riportare i suoi occhi azzurri nei suoi.

Si, è proprio affascinante, oggi.

-Tu sei la guardiana, sei l'unica che può aiutarci.-

L'autobus delle sette e trenta del giorno prima arriva nell'esatto momento in cui loro se ne vanno.

La pioggia continua a schiantarsi al suolo, arrabbiata e pesante.

5
Addio


L'autobus delle sette e trenta del giorno prima parte con dolcezza e Agnes trattiene a stento le lacrime.

Lo saluta con la mano e lui le sorride, rassicurante.

Narciso si ammira in una vetrina poco distante e si ripassa il mascara sulle ciglia brune.

Lei siede sotto la pensilina, immobile.

Il suo cuore fa tre volte il giro del mondo e poi riprende fiato.

-Sono pronta.- annuncia, e in quelle parole riecheggia l'odore umido di quell'addio.

6
In fuga



I viottoli si sussiedono veloci e ripide come montagne.

Agnes e Narciso le scalano veloci e goffi, le ginocchia sbucciate dalle pietre assassine e aguzze, le mani piene di calli.

Loro li inseguono. Loro vogliono ucciderla.

Lei è l'ultima speranza.

Lei sola può capire l'incanto.

L'odore di terra bagnata invade le sue narici e subito il bosco scuro li accoglie generoso e lugubre al tempo stesso.

I rami sono fruste sulla loro pelle.

Le more veleno per le loro bocche.

L'erba morbida su cui riposare è l'unico dono concesso.

Agnes corre e corre.

Loro alle sue calcagna.

Le piante le tendono tranelli e oscuri inviti fatti di frutti da spremere e erbe medicamentose da sfregare sulle ferite.

Agnes li ignora e continua nella sua corsa.

All'improvviso il bosco gli concede un rifugio.

La grotta è buia e fredda, ma andrà bene.

Il ruscello che scorre nel suo ventre non è ne puro ne limpido, ma ringrazieranno lo stesso per il regalo.

Loro li cercano nelle tenebre della natura e si perdono.

Le loro urla nel vento.

7
Sacralità


Narciso schiocca le dita e il fuoco prende a scoppiettare al centro della caverna.

Dimentico dei suoi begl'occhi e della sua bocca compie gesti grandi e ariosi.

Le racconta storie antiche e lontane, fatte di spade e dolci pene d'amor.

Le fa conoscere i canti e le danze del sacro rituale, la istruisce sull'importanza delle parole.

Agnes lo ascolta e ne imita i movimenti e le voci.

Il fuoco li guarda e sorride.

8
Il Regno


Il regno di Krine è spoglio e secco, il tanfo della morte le fa spavento.

Le strade sono strette e discossate, le case marciscono e cadono a pezzi.

La gente è meglio non cercarla qui, la disperazione rende folli e spietati dietro le finestre sbarrate.

Solo la donnola si avvicina.

Ha ancora il cappello e la valigia da viaggio e gli sorride fiduciosa.

-Vi porterò da lui.- dice, e indica il castello che s'impone dalla vecchia collina lassù.

Agnes la guarda e le chiede consiglio.

Lei trema un po' dai singhiozzi e li implora di liberarla.

La pioggia tace e aspetta.

9
Tradimento


Buio e catene le bloccano i polsi e i pensieri.

Narciso geme e sanguina, il suo volto non è più così bello.

La donnola ride, malvagia.

Traditrice.

-Maestà, come promesso!- esclama fiera, indicandoli.

Il re sorride e li scruta, impaziente.

-Portateli qui!-

10
Alla corte del re


I calci sullo stomaco fanno male.

Le gambe rotte anche di più.

Agnes piange e grida.

Narciso sta zitto e fissa il vuoto, lacrime silenziose gli s'insinuano nei tagli del viso.

-Arroganti! Volevate cambiare il mondo, eh?-

Il re li deride e li guarda con rabbia.

-Il mondo non potrà mai cambiare!-

11
L'incanto



Agnes canta senza voce nel silenzio del regno e quasi piange sangue.

Narciso guarda in basso, verso la pietra opaca.

Ma lei canta la melodia antica ed essa, come un balsamo, rimbalza su tutte le pareti e sguscia via, fino agli alberi secchi e alle more avvelenate.

Nuove foglie nascono sbadigliando dai rami e le more cambiano profumo e colore, ora invitanti e dolci.

La gente esce dalle catapecchie che si ostinava a chiamare casa e sorride, la vità è tornata.

Agnes schiocca le dita e il fuoco divampa, brucia la risata stridula del re e gli occhietti maligni della donnola.
Il castello si prepara a crollare.

-Andiamo, su.- La mano tremante della ragazza sfiora quella immobile di Narciso e attende.

12
La fine

Narciso ha le labbra secche, gli occhi pestie e il volto lacerato.

Agnes cerca solo le sue iridi chiare, non le importa del resto.

-Non mi guardare.-

E' un sussurro, ma lei lo sente benissimo.

Lei non si arrende e lo costringe a guardarla.

-HO DETTO CHE NON DEVI GUARDARMI!-

Narciso la spinge via, ed è un attimo.

Le fiamme affamate avvolgono tutto.

La pioggia non cade e continua ad aspettare.

Aspetta le ceneri da lavare via.







Note dell'autrice:

Per la serie: Perchè tenere per sè i propri deliri? Condividiamoli col mondo! xD

Storia scritta di getto, mi ronzava nella testa da un po' così ho deciso di metterla su carta.

Beh, ditemi cosa ne pensate, se vi va! :)

*Va a nascondersi su Marte dalla vergogna per le cose che pubblica* xD
   
 
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