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Autore: KikiWhiteFly    05/12/2010    1 recensioni
Il dolore pretende sempre troppo e noi, falsi moralisti, gli concediamo un banchetto prelibato sul quale sfamarsi. «Portami...», sussurra Phoebe, cingendo il suo collo con le proprie braccia, «... Portami dove ogni dolore muore e diventa paradiso.»
[Seconda classificata al "Grey's Contest" indetto da meli_mao][Cole/Phoebe]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cole Turner, Phoebe Halliwell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autolesionisti













«Lasciami.»


Grugnisce lei, posando lo sguardo sulla sua figura. I suoi occhi non sono iracondi, il suo sguardo non è più glaciale. È solo pietà quella che dimora nel suo volto, null'altro.

Fa ancor più male dell'indifferenza, poiché non c'è nulla che lui possa dire per farle cambiare opinione. Se almeno Phoebe gli fosse indifferente, Cole saprebbe cosa fare: ci sarebbero tante soluzioni, starebbe a lui, poi, scegliere la più attuabile. Invece, la pietà è qualcosa a cui non può porre rimedio: non è neppure sicuro che Phoebe provi qualcosa per lui, nulla se non quel sentimento che lo distrugge nel profondo.


«Lasciami, ti ho detto.»


Inveisce nuovamente. Stavolta il tono è più marcato e lei, come una leonessa, gli mostra i suoi denti, probabilmente quel gesto dovrebbe fungere da monito. Phoebe sa benissimo che non le farà del male – almeno non fisicamente; psicologicamente, invece, l'ha già distrutta abbastanza –, non si perdonerebbe.


«È così?», borbotta lui, esaudendo la sua richiesta, «È veramente finito tutto... così?»


Phoebe indietreggia, c'è qualcosa nei suoi occhi che si sta infrangendo.

Oh, sì... Cole Turner conosce quello sguardo, eccome se lo conosce. È l'appiglio a cui sta cercando di aggrapparsi con tutte le sue forze, è il salvagente a cui tenta disperatamente di andare incontro. È inutile – vorrebbe dirle –, non riuscirà a fingere davanti a lui.

Quale amore non fa male?

L'unica differenza nel loro rapporto è che sono un demone ed una strega, due entità distinte, l'imbrunir del cielo contro il calore del sole, il ghiaccio che si scioglie sotto i tiepidi raggi solari. Vivono di compromessi, è quella la sostanziale differenza.

Phoebe non si sarebbe mai aspettata di arrivare a tanto, di dover rinnegare il proprio orgoglio per andare incontro alle richieste di un uomo che l'aveva privata della più misera dignità.

È proprio una donna senza decoro, il suo comportamento è frivolo e lascivo. Ironico... pensava di aver imparato qualcosa, in passato, dai suoi errori.

A quanto pare, l'amore è l'unico errore che si commette all'infinito. È l'unico che si ripete giorno dopo giorno, con una frase o con un gesto, volenti o nolenti si continuerà ad errare. Ed è proprio questo infinito, questo illimitato tempo di gioa e di dolore a renderci le misere creature che siamo... Umani, semplici e fragili umani.

Figli di un destino ineluttabile, di un circolo vizioso a cui non sappiamo metter fine. Forse ci piace sbagliare, poiché il dolore è tanto più forte della gioia. Provoca agonia, disperazione, sembra affievolirsi di tanto in tanto ma, alla fine della giornata, presenta il suo estratto conto e ci ricorda che siamo sulla terra e dobbiamo convivere con il cuore e con la mente.

La gioia, invece, non è nient'altro che un effimero momento di felicità, un palpito nel petto, il tremolio delle gambe ed una strana sensazione di euforia nella mente.

Tutto passa... Ogni gioia si dimentica, sostituita da un'altra gioia – equiparabile o, addirittura, superiore alla precedente.

Sono i dolori che restano, sono i dolori che vivono in noi. Nascono, crescono ma non muoiono... Beato chi prova dolore, poiché saprà sopportare ogni gioia.

Phoebe crolla, l'ha sentito bene quel macigno – è una lacrima, solamente una lacrima.

Si appoggia al tavolo, sfugge allo sguardo di Cole ma un attimo dopo è una creatura fragile, che cerca di abbracciarsi per cercare un po' di calore umano.


«Phoebe...»


Si morde le labbra scarlatte con veemenza, sa bene che non può accettare il gelo che emana Cole. È indescrivibile la sensazione, sfugge al suo controllo nel momento stesso in cui lui la sfiora – dapprima timoroso, come se quella sensibilità potesse scusarlo per tutto il dolore che le ha causato –, lei crolla definitivamente.

Crolla, dimenticando l'orgoglio di una donna ferita.

Crolla, tra le sue braccia.

E, infine, crolla sulle sue labbra.

Non può spiegare razionalmente il modo in cui lo sguardo di Cole la travolge, il motivo per il quale ogni azione pare incontrollabile, il piccolo varco che viene colmato da un bacio – e un altro, un altro ancora... Il dolore pretende sempre troppo e noi, falsi moralisti, gli concediamo un banchetto prelibato sul quale sfamarsi.


«Portami...», sussurra Phoebe, cingendo il suo collo con le proprie braccia, «... Portami dove ogni dolore muore e diventa paradiso.»


Cole sfiora il suo profilo – gelido, polare, vivo il suo tocco –, poi annuisce. In quel momento la osserva e capisce quanto sia fortunato ad avere una donna così straordinaria al suo fianco. Gli inferi non saranno dalla loro parte ma, forse, il destino è più accorto – non può separarli, non farebbe mai uno sgarbo simile –, chissà, magari ha in serbo qualche sorpresa.

Il demone non molla la presa dal suo sguardo, le prende la mano con delicatezza e timbra sul dorso una promessa eterna: «In ogni momento.»

Sulle labbra di Phoebe sembra indugiare un sorriso di tenerezza: è senza dubbio il demone più pericoloso che abbia mai conosciuto ma, d'altronde, lei è la strega più masochista del mondo.

È un patto con il demonio, quello, sa già di aver tessuto le fila di un destino ormai inestricabile.







È che a volte nonostante tutte le migliori scelte e tutte le migliori intenzioni,

il destino vince comunque.”



© Grey's Anatomy, Meredith Grey.





*





Note:


Seconda classificata al “Grey's Contest”, indetto da meli_mao :).

Bene, nonostante la pessima punteggiatura che ho cercato di correggere – mi scuso in anticipo, in caso contrario – posso dire di essere abbastanza soddisfatta. In realtà questa storia nasce come un insieme di tanti pensieri personali... Ho scelto Phoebe e Cole perché li rappresentano meglio.

Anche il titolo, non è casuale: in fondo, penso che il vero amore di Phoebe sarà sempre Cole Turner. E sì, loro sono autolesionisti perché si sono fatti più volte del male a vicenda ma sono stati in grado, al contempo, di amarsi con la stessa intensità :). In ultimo, questa storia è collocata grossomodo tra la fine della quarta e l'inizio della quinta stagione.

Ringrazio i lettori, in anticipo chi recensirà :D.

Kiki-chan.


   
 
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