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Autore: eleanor89    05/12/2010    13 recensioni
Questa è la storia degli amici di Cedric, della sua famiglia a Hogwarts. La storia degli eroi di tutti i giorni, con le loro piccole avventure, con i loro amori, le amicizie, i tradimenti, i litigi, i giorni felici e quelli di dolore.
La storia di quelli dimenticati che non hanno mai dimenticato lui, dei tipi strani che tutti notano ma non nominano mai,di quelli che sono diventati famosi con l'Esercito di Dumbledore e di quelli che non hanno mai smesso di lottare senza invece mai mettersi sotto i riflettori. Questa è la storia degli amici di Cedric a cominciare dall'anno del torneo Tremaghi, l'anno in cui si può ancora essere innocenti, l'anno in cui Tu-Sai-Chi è solo una brutta storia che i genitori raccontano a bassa voce.
Ultimo cap:«Posso esserle utile?» domandò cortesemente.
L'uomo lo fissò con quella che a lui parve una punta di disprezzo, ma poi parlò con una voce insicura che lo stupì: «Tu sei... Wayne? O Walter?»
«Wayne.» rispose lui, senza capire.
«Sono il padre di Michael.» disse l'uomo.
Un brivido freddo gli corse per la schiena.
Genere: Comico, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cedric Diggory, Tassorosso, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
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Epilogo.


«Sei sicuro di voler restare qui, tesoro?» domandò sua madre, «Walter non te ne farebbe una colpa, tu e tuo padre litigate di continuo e lui non è una persona molto sensibile... Potresti tornare da me.»
«Non voglio lasciare Walter da solo. Ma ad agosto ti raggiungeremo entrambi.» la rassicurò Wayne.
«Va bene, va bene... Solo... cerca di non sforzarti troppo per gli altri. Sii un po' egoista, ogni tanto.»
«Che consiglio sarebbe?» domandò lui, inarcando le sopracciglia. Sua madre sorrise, passandogli una mano tra i capelli.
«E tagliati i capelli, sono diventati troppo lunghi.»
«Lo farò.»
«Vado a salutare tuo fratello.»
In quel momento bussarono alla porta e Wayne ne approfittò per fuggire. Si sentiva in colpa a lasciare sua madre per andare a vivere con quell'uomo che non sopportava, ma Walter diceva di aver bisogno di stare col padre...
Si ritrovò davanti uno sconosciuto che a giudicare dai vestiti doveva essere molto benestante: era così alto che Wayne dovette sollevare la testa per guardarlo, e la sua espressione era corrucciata.
«Posso esserle utile?» domandò cortesemente.
L'uomo lo fissò con quella che a lui parve una punta di disprezzo, ma poi parlò con una voce insicura che lo stupì: «Tu sei... Wayne? O Walter?»
«Wayne.» rispose lui, senza capire.
«Sono il padre di Michael.» disse l'uomo.
Un brivido freddo gli corse per la schiena.
«Mio figlio è qui?»

Casa di Georgia era una sorta di villetta in un paesino di campagna, lasciata in eredità dai nonni paterni. Walter e Wayne riconobbero la sorellina nella bambina microscopica che si dondolava su un altalena sgangherata del loro cortile, e vi si avvicinarono; un gatto bianco le saltò sulle gambe e soffiò contro di loro, apparendo comunque meno ostile di Charlotte che ora li squadrava.
«Voi siete gli amici di Georgia.»
«Sì. Siamo venuti a parlare con tua sorella.» disse Walter, chinandosi per poter parlare all'altezza del suo viso. Si era dovuto inginocchiare per farlo, dal suo metro e novantacinque.
«È sempre in cantina.» rispose lei con voce annoiata, «Ha distrutto la sua camera e ora dorme lì.»
Walter e Wayne si scambiarono uno sguardo: il primo allarmato e il secondo che fingeva tranquillità.
«Va bene... Tuo fratello è in casa?»
«Sì, ha chiesto le vacanze anche lui. Seguitemi.» disse lei, saltando giù senza alcun riguardo per il gatto. Li guidò alla porta e l'aprì. La vocetta infantile scomparve quando urlò: «ROB! SONO ARRIVATI!»
Il fratello si precipitò alla porta con aria spaventata e poi tirò un sospiro di sollievo.
«Dì, non sai chiamare la gente per nome, tu? Fila via.»
Lei rise e scappò in giardino, col gatto che la seguiva come un'ombra.
«Wayne e Walter Hopkins, giusto? Georgie mi ha sempre parlato di voi... Alla stazione non ho avuto modo di presentarmi, sono Robert Runcorn. Mi aspettavo che veniste, anche se non ho idea di cosa lei vi abbia scritto per lettera.»
«S-sì.» disse Walter, stordito, tanto per dire qualcosa. Wayne gli strinse la mano.
«Georgia è in cantina?»
«Ci si è chiusa dentro, così quando si arrabbia può distruggere ciò che le pare, o così dice. Quando l'ho portata qui ha perso un po' il controllo... Suppongo che a scuola non avesse ancora realizzato davvero. A proposito... mi dispiace.» e lo disse in tono così convincente che Wayne e Walter annuirono.
Wayne si era scagliato contro il padre quando aveva cercato di parlargli, urlandogli che non poteva capire, ma per Robert doveva essere diverso, aveva perso i genitori e chissà, magari anche qualche amico.
«Per caso è passato anche Michael Stebbins?»
«Michael? No, si è fatta viva... Sally-Anne due settimane fa e so che Georgie voleva andare a trovare una certa Megan e Michael, ma loro non sono passati.»
«Megan vive coi parenti babbani, credo avrebbe problemi a venire. E Michael...»
«Michael cosa?» domandò Georgia, arrivando da un corridoio. «Non risponde alle mie lettere.»
«Probabilmente non gli arrivano.» spiegò Walter, avvicinandosi a lei, «È scappato. Non è mai arrivato a casa e i Diggory lo hanno lasciato poco lontano dalla stazione dopo che lui aveva dato loro cose che appartenevano a Cedric; si è smaterializzato il giorno stesso in cui siamo tornati da Hogwarts.»
«No.» mormorò lei, «È pericoloso... Non...» cominciò, spaventata.
«Pensavamo di passare anche da Megan nel caso avesse notizie, vuoi venire anche tu?» domandò Wayne.

Megan si era chiusa in camera sua dall'inizio delle vacanze e non faceva che guardare foto e piangere. Scriveva lettere di tanto in tanto, perché tutti avevano mantenuto la promessa di farsi sentire. Non soltanto Wayne, Walter, Georgia e Stephen ma anche Sally-Anne, Susan, Hannah e persino Ernie e Justin, Rent e Jack. Le erano arrivate due lettere addirittura da Helen e Lance e una da Eleanor del primo anno. E naturalmente Cho Chang e Marietta, e Stan che si era rivelato un buon amico.
Questo faceva risaltare ancora di più l'assenza di Michael, ma lei non se ne curava troppo, aveva già capito che Michael sarebbe stato in un mondo tutto suo. Forse anche per sempre.
Sua nonna l'aveva convinta a darsi una sistemata ai capelli e ai vestiti, ma non c'era verso di farla mangiare in sala da pranzo, piuttosto digiunava. Non sopportava l'idea di giocare all'allegra famiglia quando Cedric non ne avrebbe più avuta una, gli sembrava una mancanza di rispetto.
Quel giorno però le era arrivata una lettera di Wayne con poche parole: “verremo a casa tua alle quattro” e si era costretta a pulire la stanza e a mangiare un po' più del solito per scacciare i capogiri.
I ragazzi non si fecero attendere, e con loro vi era anche Sally-Anne. Sembravano tutti preoccupati e pallidi come l'ultimo giorno, ma anche in qualche modo migliorati.
Si chiese se anche lei sembrasse più in salute, dato che non aveva il coraggio di guardarsi allo specchio.
Si sedette sui gradini davanti alla porta di casa e loro la raggiunsero, prendendo posto accanto a lei senza una parola.
«Hai spuntato i capelli.» osservò Sally-Anne dopo un po'.
«Erano rovinati.»
«Ti stanno bene.»
«Non mettetevi a parlare anche di scarpe ora.» le canzonò Walter, cercando di darsi un tono normale.
«Stupido maschio.» commentò Sally-Anne.
Megan scosse la testa, insicura: come doveva comportarsi? Era sbagliato cercare di stare bene?
«Megan, ora non allarmarti...» cominciò Georgia, che la vedeva terribilmente fragile. Tutti loro si erano chiesti, durante il viaggio a piedi dal luogo in cui si erano materializzati, se Megan non fosse impazzita.
Lei la guardò con orrore.
«Non è successo nulla!» si affrettò a continuare Georgia, «Volevo solo sapere se hai avuto notizie di Michael.»
«No. Perché?»
Le spiegarono la situazione.
«E suo padre è venuto a casa mia per sapere se si era nascosto da noi. Pensava fosse dai Diggory ma dato che di solito il signor Diggory scrive una lettera per fargli sapere che il figlio è sano e salvo da loro, e questa volta non l'ha fatto, gli ha scritto lui, ovviamente all'insaputa della moglie. Quando gli è arrivata la risposta si è spaventato, lui non ha ricevuto alcuna lettera dal preside, sicuramente la moglie l'ha gettata via, ed è venuto a cercarlo, sempre di nascosto. Sembra spaventato dalla cara mogliettina più che da ogni altra cosa al mondo.» finì di raccontare Wayne, il tono ironico ma l'espressione amara, non chiamandola mai per nome o “madre di Michael”.
«Quindi è disperso. Si è smaterializzato e potrebbe essere ovunque.» concluse Georgia, affranta.
Megan alzò lo sguardo al cielo terso, con i lunghi capelli che le volteggiavano intorno al viso, spinti dal vento leggero.
«Volevano viaggiare dopo la scuola, volevano visitare il mondo.» mormorò.
Wayne chiuse gli occhi per un momento: «Che stupido... La Spagna. Cedric lo voleva portare in Spagna perché Michael aveva sempre desiderato andarci...»
«In Spagna da solo? E come si manterrà? Che farà? Tornerà ad Hogwarts?» chiese Georgia, spaventata.
«Non so nulla, tranne il fatto che secondo me tornerà a Hogwarts per voi due. Per prendersi cura di voi come Cedric vorrebbe.»
«Smettila di nominarlo.» gemette Megan, «Come fai a farlo così tranquillamente? Io a malapena riesco a pensarlo.»
«Penso a ciò che vorrebbe lui, suppongo.» mormorò Wayne, «Penso che dovremmo farlo tutti.»
Megan chinò il capo, con le lacrime che le scorrevano per le guance.
«Tu come mai se qui?» domandò all'improvviso Georgia, rivolta a Sally-Anne.
«Walter mi ha scritto di Michael per sapere se l'avevo visto e mi ha detto che sareste venuti qui. Ho pensato di unirmi a voi per rivedere qualcuno, a casa ci sono solo elfi...»
«Ma i tuoi genitori dove sono?» domandò piano Walter.
«Al lavoro, ovviamente.» rispose lei infastidita, «Dove vuoi che siano? È giusto che lavorino per mantenermi, i soldi non compaiono con la magia!»
«Calma, non ho detto nulla, ho solo chiesto dov'erano!» ribatté Walter, innervosendosi.
«Cedric.» disse all'improvviso Megan, «Non vorrebbe che litigassimo.»
E guardò Wayne, che la fissava con sorpresa. Poi accennò un breve sorriso prima di scoppiare di nuovo in lacrime e Georgia l'abbracciò.
«E se fosse invece andato a fare qualche sciocchezza per vendetta? Non so dove o come, ma conoscendo Michael lui le cose se le chiede dopo...» azzardò, inquieta.
«Lo scopriremo solo il primo settembre, temo.» mormorò Walter, con un'occhiata a Sally-Anne che era ancora rigida nella sua posizione.
«Non ci resta che sperare bene.» sospirò Wayne, «E come ha suggerito il preside restare uniti come possiamo.»

Si pulì le nocche sporche di sangue contro la maglietta, mentre alle sue spalle il barista gli urlava di lasciare immediatamente il locale e il ragazzo che aveva colpito veniva soccorso dagli amici.
Si infilò gli occhiali da sole una volta fuori, nonostante fosse già passato il tramonto, e tirò il cappuccio nero sulla testa. Si accese una sigaretta e infilò le mani nelle tasche della felpa. Lì faceva freddo appena il sole si nascondeva, ovunque fosse lì. A furia di prendere mezzi babbani si era perso, proprio come voleva.
Alla fine di una lunga camminata trovò il parco che cercava: si infilò tra gli alberi e si arrampicò in quello più alto, sedendosi a cavalcioni su un ramo che gli sembrava abbastanza stabile da sostenerlo per la notte.
Cercò come al solito la bacchetta nella sua borsa per assicurarsi che ci fosse e poi chiuse tutto e poggiò la testa contro il tronco. Aveva tirato fuori solo la bottiglia di birra che aveva preso a quel babbano idiota prima di rompergli il naso e ne bevve un sorso.
«Alla tua salute, Ced.» brindò, sarcastico, «E buonanotte.»















E a breve comincerà il quinto anno, che la gente torni o meno. Sapete, questa è l'unica cosa consolante di scrivere di gente sconosciuta, a differenza di 70's students: nessuno sa chi sopravviverà al 1998, chi tornerà, che accadrà. Quindi posso essere cattiva.
Megan può essere definita depressa, ora, sì, perché immagino sappiate già che non ha finito così, e Michael... vedrete. Così come vedrete per tutti.

Grazie per aver seguito questo primo capitolo della serie, grazie soprattutto a chi ha recensito e a chi recensirà!
   
 
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